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    La valutazione del paziente sintomatico affetto da COVID-19: la scala CovidScore e la stratificazione del rischio clinico nelle unità sub-intensive

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    INTRODUCTION: During the pandemic peaks of COVID-19, it was necessary to promptly assess and recognize critical patients early through effective clinical framing supported by specific instruments; therefore, the CovidScore scale was designed, including among its items the specific characteristics of the Sars-CoV-2 patient. OBJECTIVES: To test whether the CovidScore scale results in better risk framing and stratification than the NEWS2 scale and instrument-free nursing assessment. MATERIALS AND METHODS: A longitudinal, single-center, prospective study was performed by enrolling 182 patients. Aggregate scores and risk levels defined by CovidScore and NEWS2 were determined through data collected from nurses, who also provided their assessment at intake. RESULTS: A moderate but statistically significant concordance was found between risk estimated by CovidScore and nurse score (K=0.239.; p<0.00022); between CovidScore and NEWS2, the concordance found was null (K=0.089, p<0.019); low concordance values were found between nurse assessment and NEWS2 (K=0.033, p<0.05). CONCLUSIONS: The NEWS2 scale seems to underestimate the clinical status of the COVID-19 patient compared with the assessments by CovidScore and nurses. Specific standardized clinical assessment and response systems for the COVID-19 patient, such as the CovidScore scale, could improve the management of large inpatient numbers and positively impact patient outcomes. Further studies with robust methodology are needed to test these hypotheses and strengthen the evidence found.INTRODUZIONE: durante i picchi epidemici da COVID-19 è stato necessario valutare e riconoscere precocemente i pazienti critici attraverso un efficace inquadramento clinico, supportato da strumenti specifici; per questo motivo è stata ideata la scala CovidScore, includendo fra i propri items le caratteristiche specifiche del paziente affetto da Sars-CoV-2. OBIETTIVI: verificare se la scala CovidScore determini un migliore inquadramento e stratificazione del rischio rispetto alla scala NEWS2 ed alla valutazione infermieristica senza strumenti. MATERIALI E METODI: E’ stato condotto uno  studio prospettico longitudinale monocentrico arruolando un campione di 182 pazienti. I punteggi aggregati ed i livelli di rischio definiti da CovidScore e NEWS2 sono stati determinati attraverso i dati raccolti dagli infermieri, che hanno fornito anche una loro valutazione alla presa in carico. RISULTATI: Tra rischio stimato dal punteggio CovidScore e quello dell’infermiere è stata riscontrata una discreta ma statisticamente significativa concordanza (K=0.239.; p<0.00022); tra CovidScore e NEWS2 la concordanza riscontrata è stata nulla (K=0.089, p<0.019); bassi valori di concordanza sono stati rinvenuti tra valutazione infermieristica e NEWS2 (K=0.033, p<0.05). CONCLUSIONI: La scala NEWS2 sembrerebbe sottostimare lo stato clinico del paziente affetto da COVID-19 rispetto le valutazioni effettuate da CovidScore ed infermieri. Sistemi specifici di valutazione e risposta clinica standardizzati per il paziente COVID-19, come la scala CovidScore, potrebbero migliorare la gestione di grandi numeri di ricoverati ed avere ripercussioni positive sull’outcome dei pazienti. Sono necessari ulteriori studi con metodologia robusta per la verifica di tali ipotesi e per rafforzare le evidenze riscontrate

    Arresto cardiaco extraospedaliero: le competenze degli studenti dell’Università degli Studi di Trieste sulle manovre rianimatorie e l’utilizzo del defibrillatore automatico esterno

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    Razionale. L’arresto cardiaco extraospedaliero è la terza principale causa di morte nei paesi industrializzati. Sebbene la maggior parte degli arresti cardiaci sia testimoniata, la sopravvivenza è solo del 2-10%, poiché gli astanti spesso non sono in grado di eseguire correttamente la rianimazione cardiopolmonare (RCP). Questo studio si propone di valutare le conoscenze teoriche e pratiche della RCP e dell’uso del defibrillatore automatico esterno negli studenti universitari. Materiali e metodi. Lo studio ha coinvolto 1686 studenti di 21 diverse facoltà dell’Università di Trieste, 662 studenti di facoltà sanitarie e 1024 di facoltà non sanitarie. I corsi di Basic Life Support e defibrillazione precoce (BLS-D) e di retraining ogni 2 anni, sono obbligatori per tutti gli studenti appartenente a facoltà sanitarie dell’Università di Trieste durante gli ultimi 2 anni di corso. Attraverso la piattaforma “EUSurvey” da marzo a giugno 2021 è stato loro somministrato un questionario online di 25 domande a scelta multipla per indagare le conoscenze del BLS-D. Risultati. Complessivamente dal campione emerso che il 68.7% sapeva come riconoscere un arresto cardiaco e il 47.5% conosceva il lasso di tempo che intercorre tra l’arresto cardiaco ed un danno cerebrale irreversibile. Le conoscenze pratiche sono state analizzate valutando le risposte corrette a tutte e quattro le domande sull’esecuzione della RCP (ovvero, posizione delle mani durante le compressioni, frequenza delle compressioni, profondità delle compressioni e rapporto ventilazioni-compressioni). È emerso che gli studenti delle facoltà sanitarie hanno una migliore conoscenza teorica e pratica della RCP rispetto ai loro colleghi delle facoltà non sanitarie, con una migliore conoscenza complessiva su tutte e quattro le domande pratiche (11.2% vs 4.3%; p<0.001). Gli studenti di medicina dell’ultimo anno dell’Università di Trieste, che hanno frequentato il corso BLS-D e si sono sottoposti a retraining dopo 2 anni, hanno ottenuto risultati migliori rispetto agli studenti di medicina del primo anno (non in possesso della certificazione BLS-D) (38.1% vs 2.7%; p<0.001). Conclusioni. L’obbligatorietà della formazione BLS-D e relativi retraining portano a una migliore conoscenza della gestione dell’arresto cardiaco e di conseguenza a un migliore esito per i pazienti. Per migliorare la sopravvivenza dei pazienti, la formazione (BLS-D per i laici) dovrebbe essere obbligatoria in tutti i corsi universitari
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