Arresto cardiaco extraospedaliero: le competenze degli studenti dell’Università degli Studi di Trieste sulle manovre rianimatorie e l’utilizzo del defibrillatore automatico esterno

Abstract

Razionale. L’arresto cardiaco extraospedaliero è la terza principale causa di morte nei paesi industrializzati. Sebbene la maggior parte degli arresti cardiaci sia testimoniata, la sopravvivenza è solo del 2-10%, poiché gli astanti spesso non sono in grado di eseguire correttamente la rianimazione cardiopolmonare (RCP). Questo studio si propone di valutare le conoscenze teoriche e pratiche della RCP e dell’uso del defibrillatore automatico esterno negli studenti universitari. Materiali e metodi. Lo studio ha coinvolto 1686 studenti di 21 diverse facoltà dell’Università di Trieste, 662 studenti di facoltà sanitarie e 1024 di facoltà non sanitarie. I corsi di Basic Life Support e defibrillazione precoce (BLS-D) e di retraining ogni 2 anni, sono obbligatori per tutti gli studenti appartenente a facoltà sanitarie dell’Università di Trieste durante gli ultimi 2 anni di corso. Attraverso la piattaforma “EUSurvey” da marzo a giugno 2021 è stato loro somministrato un questionario online di 25 domande a scelta multipla per indagare le conoscenze del BLS-D. Risultati. Complessivamente dal campione emerso che il 68.7% sapeva come riconoscere un arresto cardiaco e il 47.5% conosceva il lasso di tempo che intercorre tra l’arresto cardiaco ed un danno cerebrale irreversibile. Le conoscenze pratiche sono state analizzate valutando le risposte corrette a tutte e quattro le domande sull’esecuzione della RCP (ovvero, posizione delle mani durante le compressioni, frequenza delle compressioni, profondità delle compressioni e rapporto ventilazioni-compressioni). È emerso che gli studenti delle facoltà sanitarie hanno una migliore conoscenza teorica e pratica della RCP rispetto ai loro colleghi delle facoltà non sanitarie, con una migliore conoscenza complessiva su tutte e quattro le domande pratiche (11.2% vs 4.3%; p<0.001). Gli studenti di medicina dell’ultimo anno dell’Università di Trieste, che hanno frequentato il corso BLS-D e si sono sottoposti a retraining dopo 2 anni, hanno ottenuto risultati migliori rispetto agli studenti di medicina del primo anno (non in possesso della certificazione BLS-D) (38.1% vs 2.7%; p<0.001). Conclusioni. L’obbligatorietà della formazione BLS-D e relativi retraining portano a una migliore conoscenza della gestione dell’arresto cardiaco e di conseguenza a un migliore esito per i pazienti. Per migliorare la sopravvivenza dei pazienti, la formazione (BLS-D per i laici) dovrebbe essere obbligatoria in tutti i corsi universitari

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