12 research outputs found

    Essential fatty acids (EFA) in haflinger and thoroughbreed mare’s milk

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    SUMMARY Mare milk EFA amounts from Thoroughbreed and Haflinger mares from different lactation period in the first 4 months were evaluated. In Thoroughbreed’s milk samples linoleic acid was 22.77% on total fatty acids in colostrum, with a significative decrease at 10 (16.94%), 20 (15.15%) and 30 days (15.06%) increasing at 60 (17.82%); α- linolenic significantly increased from 4.56% on total FA in colostrum samples, until 8.20% at 30 days, 9.11% at 60 days and 10.58% in 90 days milk samples. LA/ALA ratio decreased from 4.99 in presuckle samples until 1.63 in 3rd month’s. In Haflinger mare’s milk LA amounts were 10.35% on total fatty acids at 30 days, about 1/3 less than corresponding Thoroughbreed samples amounts, with not significative decrease at 105 (8.59%). Alpha-linolenic acid amounts increased between 5.46% at 30 days and 6.01% at 60, until 6.50% at 105. LA/ALA ratio decreased between 1.84 in 30 days samples until 1.29 in 105 days ones. In spite of Thoroughbreed samples, where unsaturated FA prevailed over saturated (sat/unsat 0.57-0.94), in Haflinger samples sat/unsat FA ratio ranged between 1.16-1.39. RIASSUNTO La ricerca ha preso in esame i contenuti in acidi grassi essenziali (EFA) del latte di fattrici Purosangue Inglese ed Avelignese a tempi diversi di lattazione durante i primi 4 mesi. Il contenuto medio di acido linoleico nei campioni di colostro provenienti dai soggetti PSI è risultato pari a 22,77% (sul totale degli acidi grassi), ha presentato un significativo decremento nei prelievi effettuati a 10 giorni di lattazione (16,94%), a 20 (15,15%), a 30 (15,06%), aumentando nei campioni di latte raccolti a 60 giorni (17,82%). L’acido α-linolenico ha evidenziato una costante e significativa tendenza all’aumento, passando da valori di 4,56% nei campioni colostrali a 8,20% in quelli rela- tivi al primo mese, 9,11% a 60 giorni e 10,58% al terzo mese. Il rapporto LA/ALA ha subìto un progressivo decremento da 4,99 nei campioni presuckle a 1,63 nei campioni relativi al terzo mese. Nei campioni di latte delle fattrici di razza Avelignese il contenuto in acido linoleico è risultato pari a 10,35% (circa 1/3 in meno del valore individuato nei corrispondenti campioni raccolti dalle cavalle PSI) ed ha evidenziato un progressivo decremento fino a raggiungere un valore di 8,59% nei campioni di 105 giorni. L’acido α-linolenico si è innalzato da valori di 5,46% nelle campionature del primo mese a 6,01% in quelle del secondo ed a 6,50% a 105 giorni. Il rapporto LA/ALA è diminuito da 1,84 nei campioni di 30 giorni a 1,29 a 105. A differenza dei campioni di soggetti PSI nei quali prevalevano gli acidi grassi insaturi (sat/insat 0,57-0,94), negli Avelignesi tale rapporto è risultato a favore dei saturi (sat/insat 1,16-1,39)

    Effetto del pascolo erbaceo sulle caratteristiche dei prodotti freschi e stagionati di suini di razza Cinta Senese

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    La caratterizzare dei prodotti freschi e stagionati di Cinta Senese risulta quanto mai indispensabile a causa dell’eterogenea tecnica di allevamento e alimentazione utilizzata. L’obiettivo di questa tesi è stato quello di valutare le performance produttive di suini di razza Cinta Senese alimentati durante la fase di finissaggio con pascolo erbaceo per periodi di diversa durata. 6 suini maschi castrati e 10 femmine del peso vivo di circa 100-120 kg sono stati divisi in due gruppi di 8 soggetti ciascuno e sottoposti ad un diverso regime alimentare: il gruppo “C” (CONCENTRATO) ha ricevuto un’alimentazione a base di soli cereali, mentre il gruppo “P” (PASCOLO) ha usufruito di pascolo erbaceo con un’integrazione di mangime dello stesso tipo del gruppo “C”. I soggetti sono stati sottoposti a controlli ponderali cadenzati; successivamente sono state effettuate macellazioni scalari in modo da produrre soggetti che avessero ricevuto un’alimentazione a base di pascolo per un periodo variabile (durata stimata a 50, 100, 150 d), così da valutare la dinamica del cambiamento della composizione della carcassa e delle caratteristiche chimico-organolettiche del prodotto finito. Le analisi fisiche e chimiche sono state effettuate sui muscoli Longissimus Lumborum e Psoas major e sulla componente adiposa. È stata inoltre effettuata l’analisi chimica e quella sensoriale del lardo stagionato da parte di una commissione di Panel Test esperta. I risultati hanno indicato come l’introduzione della componente erbacea nella dieta non sembri influenzare il peso della carcassa e le sue diverse componenti, conferendo invece alle carni ottime caratteristiche in termini di tenerezza e sapidità (grasso intermuscolare). Ciò può deporre a favore della possibilità di gestire la fase di finissaggio sostituendo il 50% della dieta con il pascolo: l’utilizzo del pascolo erbaceo nella fase di finissaggio potrebbe anche permettere, così, di inserire l’allevamento della razza Cinta Senese, generalmente condotto in modo semi-brado o brado, in una vera e propria rotazione agronomica dei terreni a disposizione dell’allevatore. Da un punto di vista qualitativo sono state rilevate differenze riguardanti una maggiore presenza della componente n-3 negli animali al pascolo, senza però fornire presupposti per possibili alterazioni tecnologiche dei prodotti stagionati. Anche in questo caso, tuttavia, non sono emerse particolari differenze che possano indicare l’influenza del tempo di pascolamento sulla qualità dei prodotti freschi e del lardo stagionato

    Fat composition of mare's milk with reference to human nutrition

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    SUMMARY Dietary fat is a very important factor influencing human condition, particularly in cardiovascular diseases. The quality of health would really be improved not only by a general reduction in fat dietary intake, but with a change in saturated/unsaturated fatty acids ratio, favourable to the second ones. Mare milk seems to summarize all these peculiarities. Milk samples from 22 Haflinger multiparous mares, belonging to the same studfarm, were collected at 30, 60, 90 and 105 days of lactation in order to evaluate the fatty acids content’s variation, saturated/unsaturated ratio and, particularly, linoleic/- linolenic ratio. Palmitic, oleic and linoleic fatty acids showed highest amounts during lactation. Linoleic acid was 10.89% on total fatty acids in 30 days samples, with a not significative increase at 60 (11.21%) and significative decrease at 90 (8.35%) and 105 days (8.54%). The other essential fatty acid, -linolenic, significantly increased from 5.56% on total FA in the first month until 6.29% at 60 days, 6.26% at 90, and 6.66% at 105 days. Eicosapentaenoic acid and docosahexaenoic acid were present only as traces. Linoleic/-linolenic ratio was about 2:1 in 30 days samples and pointed out a progressive decrease, with a light increasing linolenic acid amounts during lactation. Saturated/unsaturated ratio was slightly favourable to the first ones as a ratio between 1.2:1 and 1.3:1 Summarising, linoleic/-linolenic ratio in our samples could be interesting for human nutrition, specially in low EFA content diets, and ideal for pre-term infant’s diets, suggesting also an application in the adult man. RIASSUNTO La ricerca è stata condotta su campioni di latte provenienti da 22 cavalle pluripare di razza Avelignese e prelevati nella prima fase di lattazione (105 giorni). Lo scopo è stato quello di esaminare i contenuti in acidi grassi, il rapporto acidi grassi saturi/insaturi ed in particolare i contenuti ed il rapporto tra livelli di acido linoleico (LA) e -linolenico (ALA). La quota di acido linoleico è risultata di 10,89% sulla totalità degli acidi grassi nei campioni relativi al trentesimo giorno di lattazione, mentre abbiamo assistito ad un leggero decremento verso la fine del periodo di osservazione. L’ALA è aumentato significativamente fino ai prelievi operati a 105 giorni. EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico) sono stati rilevati solo in tracce in tutte le campionature. Il rapporto LA/ALA è risultato di circa 2:1 nei campioni relativi al prelievo iniziale (30 giorni) e si è ridotto progressivamente, prevalentemente a causa dell’aumento quantitativo del secondo, durante il corso della lattazione. La proporzione tra acidi grassi saturi ed insaturi è leggermente favorevole ai primi con un rapporto oscillante tra 1.2:1 e 1.3:1

    Analisi storica della razza bovina Pontremolese

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    RIASSUNTO È stata svolta un’analisi storica sulla razza bovina Pontremolese, originaria delle zone corrispondenti alle attuali province di La Spezia e Massa Carrara. Dall’inizio del secolo scorso si è assistito ad una progressiva contrazione della consistenza dei capi per la sinergia di due fattori, da una parte l’introduzione delle prime macchine agricole con conseguente ridotta necessità di animali da lavoro, dall’altra la ricerca di maggior produttività che ha trovato un riscontro positivo nell’importazione di bovini di razza Bruna Alpina. Il protrarsi di incroci di sostituzione ha comportato la perdita di alcuni caratteri etnici peculiari uniformi. Per contrastare l’ulteriore contrazione del patrimonio bovino, la Pontremolese, ormai inserita nell’elenco delle razze “reliquia”, è stata iscritta nel Registro Anagrafico delle Popolazioni Bovine Autoctone e Gruppi Etnici a Limitata Diffusione (1985) ed inserita nel Repertorio Regionale previsto dalla normativa sulla “Tutela delle risorse genetiche autoctone” (L.R. 50/97). L’indagine condotta nel 2005 ha individuato solo 26 bovini di razza Pontremolese in due allevamenti ubicati nel Comune di Sillico (LU); a tale nucleo si aggiunge un limitato gruppo di 4 soggetti allevati in provincia dell’Aquila nell’ambito di un progetto sperimentale sulla biodiversità bovina. Per la conservazione della razza diviene indispensabile l’attuazione tempestiva di interventi di salvaguardia mirati, da svolgere parallelamente al processo di valorizzazione potenzialmente attivato nel 1999 con l’istituzione del marchio “Carni bovine della Garfagnana e della Valle del Serchio”, che di fatto non ha ancora coinvolto tali soggetti. SUMMARY This study concerns the historical analysis of Pontremolese bovine breed, originally located in the actual provinces of La Spezia and Massa Carrara. From the beginning of the last century, a gradual numeric decrease of this breed happened in consequence of two different factors: on one hand the decline of demand of animals with work purpose, and on the other he introduction of the more productive Bruna Alpina breed. These factors could be considered responsible for the lack of the original peculiar ethnic characters of Pontremolese. Since 1985 Pontremolese has been recorded in the book of Local Breeds with a Restricted Diffusion and introduced in the Regional Repertory (L.R. 50/97) for the preservation of local genetic resources, with the aim of avoiding its future disappearing. In the same year (1985) Pontremolese was also included in the list of “Reliquia” breeds. Our report numbered 26 Pontremolese subjects in two farms placed near Lucca (Tuscany); in addition 4 animals were found near L’Aquila (Abruzzo) involved in a project of preservation of animal diversity. In conclusion, today it’s essential to organize appropriate action programs focused on safeguarding this breed. Besides it was also important to optimise actions and influences of the brand “Garfagnana and Valle del Serchio Beef Meat” who started in 1999 and, really, has not yet successfully promoted Pontremolese meat products

    La resistenza genetica alle parassitosi gastrointestinali: esperienze condotte sulla razza ovina massese

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    RIASSUNTO La ricerca è stata condotta in un allevamento di pecore di razza Massese, allo scopo di valutare i coefficienti di ereditabilità e ripetibilità dei principali caratteri fenotipici legati alla resistenza alle strongilosi gastrointestinali: conta fecale di uova ed ematocrito. Il coefficiente di ereditabilità della conta di uova nelle feci è risultato piuttosto basso con un valore di 0.10, mentre leggermente superiore è stato quello di ripetibilità pari a 0.16. Per l’ematocrito i valori sono decisamente più favorevoli, rispettivamente di 0.22 e 0.58. I risultati ottenuti per quest’ultimo parametro forniscono indicazioni interessanti sulla possibilità di adottare idonei piani di miglioramento genetico per questi parametri. Per la conta fecale di uova si rilevano valori tendenzialmente bassi che evidenziano la necessità di ulteriori approfondimenti. SUMMARY In small ruminants gastrointestinal parasitosis represent a severe limit to the quality of productions and animal welfare. The difference between the dissimilar levels of sheep’s infection in the flock is a relevant marker of the high variability about the gastrointestinal parasite resistance. In fact, there is considerable interest in the assessment of the resistance of a parasitised host, especially for nutrition and breeding studies. The aim of this work is the evaluation, in a farm of ovine Massese’s breed, of heritability and repeatability coefficients about the main phaenotipic traits connected with resistance to gastrointestinal strongylosis: faecal egg count and packed cell volume. Animals were tested eight times, during periods of moderate and high elmints infestations. One faecal sample per animal was collected and processed in order to determine the faecal egg count, using the modified McMaster tecnique by Permin and Hansen, transforming the values obtained into natural logarithm log (FEC + 25). At the time of faecal collection, the animal also underwent blood analyses for determination of haematocrit. These preliminary results show that heritability coefficient of faecal egg count was quite low, with a value of 0.10; repeatability coefficient was little higher, with a value of 0.16. Packed cell volume genetic values were clearly more favourable, presenting respectively 0.22 (heritability) and 0.58 (repeatability). These results, derivate from first italian studies on Massese’s breed, can give an interesting direction on the possibility to adopt suitable genetic improvement plans for gastrointestinal parasite resistance and, in particular, low coefficients of faecal egg count underline the needs of further significant investigations

    Parametri ematici come possibili indicatori di benessere in bovine da latte

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    RIASSUNTO La stretta relazione tra andamento dei parametri ematici e fase fisiologica in molte specie animali per i diversi indirizzi produttivi (vacche da latte, vitelli da ingrasso e suinetti) ha spinto da anni la ricerca ad indagare su tale legame, reso ancora più complesso da fattori di carattere fisiologico, alimentare e manageriale. L’intento di questo lavoro è apportare un contributo a tale argomento, finalizzando l’interpretazione di alcuni dei parametri ematici analizzati alla valutazione dello stato di benessere delle lattifere. Sono stati effettuati quattro prelievi ematici stagionali (estate 2001, autunno 2001, inverno 2001/2002 e primavera 2002) su 54 bovine da latte di razza Frisona. Lo stato fisiologico (asciutta, transizione, fresche, lattazione e tarda lattazione) ha influenzato le concentrazioni di ALT (p<0.05), azoto ureico (p<0.001), glucosio (p<0.05), proteine totali (p<0.05), creatinina (p<0.001), colesterolo (p<0.001), trigliceridi (p<0.001) e globuli bianchi (p<0.05). I valori maggiormente alterati sono stati registrati per AST (64.2% dei campioni), colesterolo (84.7%), trigliceridi (80.6%), NEFA (44.9%), albumine (69.4%), ematocrito (78.6%), ed alcune componenti della formula leucocitaria. Ciò segnala una generale alterazione di importanti indicatori metabolici, anche in assenza di cali produttivi evidenti. Tali informazioni possono fornire nelle vacche da latte utili indicazioni per un monitoraggio mirato, identificando le fasi produttive più critiche (transition cow e i primi 100 gg di lattazione) ed apportando di conseguenza opportune strategie per migliorare le condizioni di vita degli animali in allevamento. SUMMARY For years, blood parameters have been used as a tool for evaluating animal welfare on farms, appearing to be closely connected to physiological status in dairy cows, calves and piglets. The aim of this work was to evaluate blood parameters in 54 Fresian dairy cows, highlighting their welfare conditions. Samples were collected four times (summer 2001, autumn 2001, winter 2001/2002 and spring 2002). Results were discussed regarding the main physiological phases (dry period, transition, fresh lactating, mid-lactating and late lactating periods). These periods significantly influenced AST (p<0.05), urea (p<0.001), glucose (p<0.05), total protein (p<0.05), creatinine (p<0.001), cholesterol (p<0.001), triglycerides (p<0.001) and white blood cells (p<0.05) concentrations. AST (64.2% of samples), cholesterol (84.7%), triglycerides (80.6%), NEFA (44.9%), albumin (69.4%) and packed cell volume (78.6%) were the most altered blood parameters. In this context, many values were not included in the physiological range, even if no drop in production was noticed. Our results could give primary indications for the state of dairy cows welfare, indicating targeted parameters (AST, cholesterol, triglycerides, NEFA, albumin, packed cell volume and neutrophil/lymphocytes ratio) and critical phases (transition and early lactation periods) to simplify animal control and implement appropriate corrective measures aimed at improving living conditions on farms

    Isolamento di Eimeria bakuensis e di Eimeria parva in un allevamento di pecora Zerasca

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    RIASSUNTO Nel presente studio sono stati esaminati campioni fecali di pecora di razza Zerasca provenienti da un allevamento della provincia di Massa (Zeri), al fine di isolare ed identificare, mediante valutazione morfometrica delle oocisti sporulate, le specie appartenenti al genere Eimeria presenti nell’allevamento. Campioni fecali individuali, raccolti sia da agnelli che da animali adulti, sono stati analizzati quali-quantitativamente mediante flottazione e con una tecnica di McMaster modificata utilizzando la soluzione satura di cloruro di sodio. Per ottenere la sporulazione delle oocisti, i campioni positivi sono stati stemperati in bicromato di potassio (K2Cr2O7) al 2%, posti in piastre Petri ed incubati per 3-5 giorni, al buio ed alla temperatura di 22±1° C. Le oocisti sporulate sono state quindi osservate al microscopio ottico per l’identificazione a livello di specie. Dal punto di vista quantitativo, gli agnelli hanno presentato valori di OPG più elevati rispetto agli adulti ed indicativi di rischio sanitario e zootecnico. Sono state identificate due specie, già riportate in precedenza sul territorio italiano: Eimeria bakuensis (E. ovina) ed E. parva. E. bakuensis è ritenuta una delle specie coccidiche più patogene per gli ovini; pertanto è plausibile che nell’allevamento considerato questa specie possa essere responsabile di forme cliniche e diminuzione dei tassi di accrescimento negli agnelli. L’identificazione delle specie coccidiche presenti in un allevamento, o in un’area geografica, oltre a fornire informazioni circa la patogenicità delle specie isolate, rappresenta anche un importante dato epidemiologico utile per il monitoraggio e la mappatura delle diverse specie presenti sul territorio toscano e italiano. SUMMARY The identification of the coccidian species isolated from a sheep flock of Zerasca breed located in the province of Massa (Zeri-Tuscany-Italy) represented the aim of the present study. Individual faecal samples were collected from both young and adult animals and analysed qualiquantitatively by flotation test and with a modified McMaster method, by using a low specific gravity solution (s.g.: 1200), and microscopically examined for the search of coccidian oocysts. Faecal samples resulted positive were dissolved in a 2% K2Cr2O7 solution and maintained in the dark and at the temperature of 22±1° C to allow sporulation of the oocysts. Oocysts were daily checked for sporulation for 3-5 days. Quantitatively, young animals showed a larger number of OPG than adults. Two different species were found in the flock: Eimeria bakuensis (E.ovina) and E. parva. Both species were previously reported on the Italian territory. Among sheep coccidian species, E. bakuensis is considered one of the more pathogenic; for this reason it is possible that, in the flock examined in this study, it is responsible for symptomatic infections and reduction of growth-rate in lambs. In addition to supply useful information on the pathogenicity of isolated species, the identification of coccidian species present in a flock or in a specific geographic area could represent an important epidemiological tool for monitoring and mapping the species present in Tuscany and in the Italian territory
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