30 research outputs found

    Evolution of Language. Continuity and Discontinuity through Models and Empirical Data

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    Abstract. Over the last years, the debate about language evolution has been dominated by functionalist models looking for continuity among various animal species to understand language evolution and its nature. In this work, I analyze the theoretical mistakes of such approach, that ignoring structural body transformation does not allow the application of evolutionary methods to the study of functions. Here I propose a naturalistic approach, based on Evo-Devo perspective, which considers biological constraints as the necessary “mechanical trigger” upon which language function could have evolved. This framework, through the examination of the comparative study of the peripheral and central structures of vocal articulation, allows us to both avoid functional leap in language evolution and at the same time,guarantee species-specificity of language

    Residuals of Intelligent Design in Contemporary Theories about Language Nature and Origins

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    Some contemporary theories about the origin and the nature of language resort to concepts with no bearing on Darwinian evolutionary hypothesis or evo-devo perspective which are both based on the reconstruction of species morphological structure transformation. These theories, which evoke qualitative leap, cultural evolution, structure/function coevolution as esplicative principles for human evolution, in our opinion, result compatible in some points with the most recent Intelligent Design (ID) accounts. Attempting to substantiate itself as a scientific theory, the contemporary ID is ready to give up (or suspend) creationist explanation just to impeding Darwin’s fundamental idea according to which it’s possible to explain evolution only through a gradual material modification of structures. For comprehending a complex phenomenon as human language – according to ID – it’s necessary appealing to a second substance, whatever it is. This idea seems to be at the bottom of all those theories which have rejected monistic structural explanation (modification of physiological structures) for embracing functional, psychological or cultural accounts. We consider these kinds of explanation real unresolved residuals of ID, residuals nested in the heart of the most accredited scientific theories

    L’innovazione tecnologica e il Faculty Development.

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    La crisi pandemica ha accelerato la diffusione di ambienti di apprendimento caratterizzati dall'uso intensivo della tecnologia. Questa novità rappresenta un obiettivo trasversale della professionalizzazione del docente universitario, con una particolare declinazione sul versante pedagogico-didattico-valutativo quale questione strategica per lo sviluppo dell’alta formazione. Il contributo illustra i risultati di una ricerca condotta con 119 docenti universitari neoassunti e 20 Direttori di dipartimento. La finalità della ricerca è stata, da una parte, rilevare la percezione dei docenti neoassunti relativa alle proprie competenze didattiche, metacognitive e valutative, con riferimento alla didattica a distanza, per evidenziare caratteristiche specifiche che potrebbero aver favorito o ostacolato l’adattamento a questa nuova condizione, dall’altra, attraverso l’indagine qualitativa si è teso a penetrare in profondità le sfide poste dalla rivoluzione digitale in Università mediante la realizzazione di 20 interviste a testimoni privilegiati che rappresentano, nel panorama nazionale, agenti di cambiamento istituzionali. Dai risultati è emersa una certa consapevolezza rispetto alla necessità di integrare nuovi modi di fare didattica per incrementare interesse, partecipazione ed entusiasmo nei confronti della tecnologia

    Le potenzialità formative dei dispositivi Apple per un apprendimento efficace

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    Gli strumenti digitali estendono e arricchiscono le nostre capacità cognitive in molti modi, consentendo alle persone di adottare nuove prospettive verso sé stessi, l’altro, la propria comunità e il mondo in generale [4]. Il crescente utilizzo delle TIC (Tecnologie dell’informazione e della Comunicazione), all’interno dei contesti educativi, richiede un insieme di competenze sempre più ampio e avanzato [2] e l’innovazione didattica attraverso le tecnologie digitali passa necessariamente per la formazione degli insegnanti, ma anche dei futuri docenti, che sono chiamati a riformulare le modalità di insegnamento-apprendimento tradizionali alla luce delle potenzialità che le TIC offrono in termini di accessibilità pedagogica e inclusione [5, 8]. L’esperienza di insegnamento-apprendimento online, durante l’emergenza pandemica, ha dato vita a nuovi standard di qualità della didattica e di qualificazione dei docenti [9]. In questo quadro è importante riflettere come integrare, efficacemente, strumenti e risorse digitali alle pratiche di insegnamento-apprendimento così da poter contribuire all’attuazione di una didattica focalizzata su bisogni e caratteristiche degli alunni [7, 10]. Uno strumento tecnologico può migliorare i risultati degli alunni se usato in modo mirato, ciò significa considerare le motivazioni pedagogiche del suo utilizzo. In quest’ottica, le risorse tecnologiche, se opportunamente usate, possono infatti rappresentare un’opportunità per i futuri docenti che vogliono rinnovare i contenuti e le strategie del proprio insegnamento e, inoltre, permettono di favorire processi attivi di apprendimento da parte degli studenti [6]. L’uso in classe di risorse digitali e, tramite esse, la creazione di contenuti grafici e multimediali possono rendere l’apprendimento attrattivo e facilitare la comprensione di argomenti complessi. Difatti, affiancare all’attività didattica presentazioni interattive permette di creare contenuti che saranno facilmente fruibili e assimilabili a livello cognitivo. Il presente contributo illustra un’indagine esplorativa effettuata durante un percorso formativo sulla scoperta delle funzionalità di alcune applicazioni Apple in collaborazione con C&C Consulting, Apple Authorised Education Specialist. Nello specifico sono state indagate le conoscenze sulle funzionalità che i dispositivi Apple offrono per promuovere modalità di apprendimento partecipative e interattive. L’indagine ha coinvolto 2725 soggetti in formazione, iscritti all’Università degli Studi di Palermo, di cui 1167 frequentanti il corso di laurea LM-85 bis, 132 frequentanti il corso di laurea LM-85 e 1426 frequentati il corso di specializzazione per le attività di sostegno (277 per la scuola dell’infanzia, 707 per la scuola primaria, 228 per la secondaria di primo grado e 214 per il secondo grado). Il questionario utilizzato è stato somministrato nell’aprile del 2021 con Google Form. Ai docenti e futuri docenti in formazione è stato chiesto di indicare quali app pensano possano utilizzare maggiormente come supporto tecnologico alle attività formative per gli studenti. L’analisi dei dati, condotta per mezzo di statistiche descrittive, è stata effettuata tramite il software R. Si riportano di seguito le analisi delle risposte relative ai tre quesiti: – Quali applicativi disponibili su strumenti Apple pensi di poter utilizzare di più con gli Alunni? – Quali strumenti della Apple vorresti maggiormente conoscere, possedere o utilizzare? – Conoscevi già il programma Apple Teacher? Dall’analisi dei dati emerge che tra le applicazioni proposte Movie è quello più scelto (28,62%), seguito da Keynote (25,25%) e Pages (24,33%). L’applicazione Pages è stata quella maggiormente individuata per essere utilizzata nelle classi degli ordini di scuola dell’infanzia (27,44%) e secondaria I grado (32,89%). Il 29,82% degli iscritti ai corsi di Laurea LM-85, LM-85 bis e il 28,15% dei frequentanti il corso di specializzazione del sostegno (Primaria) ritengono, invece, di poter utilizzare in futuro Movie, difatti la divulgazione delle lezioni attraverso i video favorisce un apprendimento attivo e significativo, inoltre la progettazione e creazione dei video permette di aggiungere diversi contenuti per personalizzare le diverse attività didattiche sulle caratteristiche degli alunni. Invece, i corsisti di scuola secondaria di secondo grado pensano di poter utilizzare in futuro l’applicazione Keynote (31,31%), per creare presentazioni interattive maggiormente utili per la progettazione di attività didattiche. È stato inoltre chiesto di indicare quale dispositivo Apple conoscessero, possedessero e volessero utilizzare. Il quesito, a scelta multipla, permetteva più possibilità di risposta. Dai dati emersi si evince che il dispositivo più conosciuto e posseduto è l’iPhone, mentre quello che si vorrebbe utilizzare per la progettazione di attività didattiche interattive è il Mac. Nello specifico, tra coloro che conoscono l’iPad e l’iPhone lo strumento che i partecipanti vorrebbero maggiormente utilizzare è il Mac, rispettivamente 57,08% e 52,84%. A partire dalle analisi relative alla percezione del campione sulle applicazioni base dei dispositivi Apple, si intende pervenire ad una riflessione sulle opportunità formative per i futuri docenti e sull’utilizzo inclusivo ed efficace delle diverse risorse digitali. Tuttavia, è importante sottolineare che la sola introduzione delle TIC nella didattica non è sufficiente. Diventare digitalmente competenti non significa soltanto padroneggiare i dispositivi tecnologici e i software disponibili, ma significa anche avere una consapevolezza critica dei diritti e dei doveri da vivere nella dimensione virtuale e delle potenzialità e dei rischi che tale ambiente presenta [1]. È imperativo, pertanto, saper incorporare flessibilmente le diverse tecnologie nei contenuti della disciplina per valorizzare effettivamente l’apprendimento degli studenti. Inoltre, bisogna insegnare agli studenti come essere utenti responsabili ed etici nell’utilizzo delle risorse digitali, e per farlo è necessario comprendere come partecipare alla società online [3]

    Sviluppo della Saggezza e Cittadinanza Digitale

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    Lo sviluppo dei media digitali costituisce un elemento fortemente strutturale all’interno delle diverse dimensioni dell’esistenza, incidendo sui processi di significazione della realtà e di costruzione identitaria individuale e sociale. In questo quadro diventa essenziale una progettazione educativa che intenda far sviluppare la competenza tecnologica legata ai concetti di digital wisdom e di digital citizenship, per approcciarsi in maniera critica, competente ed etica nei confronti delle nuove sfide della vita digitale. Essere saggi digitali consente agli studenti di oggi, non solo di rafforzare le loro competenze tramite le tecnologie esistenti, ma anche di rispondere in modo appropriato alle sfide di un apprendimento sempre più complesso. Durante l’a.a. 2021/22 è stata condotta un’indagine esplorativa con un campione di 1173 studenti di Scienze della Formazione Primaria dell’Università degli Studi di Palermo. Gli strumenti utilizzati sono il Wisdom Development Scale di Brown e Green (2006) e il SELFIE for Teachers che ha come quadro di riferimento il DigCompEdu. L’indagine ci ha permesso di verificare la consapevolezza che gli studenti hanno riguardo le loro competenze digitali e di misurare otto fattori fondamentali dello sviluppo della saggezza: il livello di conoscenza di sé, la gestione delle emozioni, l'altruismo, la capacità di giudizio, l'impegno ispiratore, la conoscenza della vita, le abilità della vita e la volontà di imparare

    Attività di orientamento all’Università: l’impatto delle buone pratiche

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    The research was carried out as part of a vast project to combat failure in university studies, the provision of guidance and mentoring for students entering the university for the first time, with a view to improving the services offered. First, it was meant to verify the content validity of a self-assessment questionnaire of one's own study habits (ASU 2021) built and validated more than twenty years ago. The questionnaire invites the student to answer not about what he feels he should do, but about what he actually does. Depending on the study difficulties highlighted by the test, laboratory meetings were arranged to plan orientation activities for students of the last two years of secondary school 2nd grade. For the activities were involved 284 students of the Degree Course in Primary Education in Palermo

    Nessuno resta indietro: un progetto di service learning

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    La chiusura delle scuole ha provocato un incremento significativo della povertà educativa ha sollecitato l’opportunità di progettare interventi integrati di service learning per favorire il recupero e il potenziamento dei minori in difficoltà. 869 studenti del Corso di Laurea Magistrale in Scienze della Formazione Primaria dell’Università degli Studi di Palermo, sono stati coinvolti nella progettazione e nella realizzazione di percorsi didattici mirati, rivolti agli alunni “fragili” di 33 scuole palermitane. Complessivamente sono state erogate 60.000 ore in DAD di attività di recupero e di potenziamento dell’apprendimento di alunni della scuola primaria di Palermo. Le attività didattiche sfidanti hanno favorito la stimolazione cognitiva e lo sviluppo della motivazione per l’apprendimento. Il progetto di service learning ha così portato allo sviluppo delle soft skills.School closures due to COVID-19 have brought significant disruptions to education. Service-learning interventions have offered significant opportunities to reduce and reverse the long-term negative effects and to empower the recovery process of pupils in difficulty. The study was carried out with 869 students enrolled in the Primary Education Sciences master’s degree course at the University of Palermo. The participants have been involved in the planning and implementation of targeted educational courses designed for the “fragile” pupils from 33 different schools in Palermo. The primary level pupils were provided with a total of 60,000 hours of recovery and learning enhancement activities in remote mode. Challenging teaching activities fostered cognitive and learning development of the pupils. The service-learning project led to the development of soft skills

    Life Skills e formazione iniziale dei docenti

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    challenges of everyday life. Learning to live involves acquiring many skills, for which in some cases there is a natural predisposition, but which always require a "guided" exercise in real life contexts so that the person acquires the skills necessary to "live properly". The research was conducted with a group of 153 students from the Master of Science in Primary Education, who participated in a two-year training project during the academic years 2020-21 and 2021-22. This article describes whether and to what extent the students believe they have developed the four chosen life skills and which of the training methodologies adopted by the lecturers were most effective
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