65 research outputs found

    Verità, falso e frode sportiva

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    Per la plausibile rilevanza penale di talune condotte arbitrali tenute nel corso dei campionati sportivi

    GOVERNMENT AND THE ARTS IN ITALY

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    Citations of sources, conclusions, or opinions expressed in this publication are the responsibility of the author and do not reflect the policies or views of staff or others affiliated with the Institute for Policy Studies or Johns Hopkins University

    Note in tema di conferenza di servizi

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    This study aims to offer a contribution to the never exhausted debate on the services conference, in the light of Law 8/7/2015, n. 124, cd. 'Madia law', and the implementing legislative decrees (specifically Legislative Decree 30/6/2016, n. 127). The institute, while undoubtedly also functional to participation, should be read formally in the perspective of the other coordinated of the law codifying the administrative procedure (Law 8/7/1990, no. 241), simplification. It is in the prevailing framework of the latter, therefore, that it must be interpreted in hermeneutic

    Notazioni su potere amministrativo e 'attitudine' negoziale

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    These notations concern the theme (which in a simplified summary could be summarized as that) of the limits on the use of negotiation methods in the action of the Public Administration (hereinafter P.A.). The reflection starts from the following assumption. In the collective imagination - one might say: unfortunately - the expression 'bureaucratic' is referred to (and in common language), assigning it a negative meaning, meaning with it the attribution of a derogatory value, or, if one wants the ascertainment of the absolute lack of virtue. In reality, as we know, the term literally means "government of the offices": this should mean that it is knowledge, competence, skills, which the specialization of tasks should guarantee to gover

    La legalità e i beni culturali

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    La vita contemporanea è caratterizzata dalla ricerca – verrebbe di dire: spasmodica – di legalità. La società odierna impone a ciascuno di impegnarsi per essa, essendo largamente diffuso (e presente in ogni riflessione d’ordine sociale e politico) il relativo bisogno. La legalità, oltre ad essere principio che informa i comportamenti dei cittadini, può ben dirsi la coordinata fondamentale ed imprescindibile cui deve essere improntata l’azione della Pubblica Amministrazione, insieme a quelle prescritte dall’art. 97 Cost. di imparzialità ed efficienza. Invero, di legalità si sente parlare molto, forse troppo, peraltro spesso in maniera impropria, da ciò nascendo l’esigenza di chiarire preliminarmente la nozione di legalità, nel suo significato attuale. Proprio perciò il lavoro è diviso in due parti: nella prima, viene offerta, appunto, una chiarificazione definitoria del principio di legalità, spiegando cioè cosa oggi si intende per legalità nello Stato di diritto democratico, e in particolare in quello italiano (che si caratterizza per essere ad un tempo, sociale, per un verso, e pluralistico/autonomistico, per un altro), e come, secondo la Costituzione, la legalità va coniugata con l’efficienza; nella seconda, il principio di legalità viene ‘calato’ nell’ambito dei beni culturali, illustrandone l’attuale quadro di riferimento normativo (costituzionale e legislativo). Nella prima parte, l’A. – nel riferire che il principio di legalità nasce storicamente per rispondere a due grandi istanze: quella democratica e quella garantistica –, spiega che ‘dentro’ di esso deve oggi comprendersi, non solo la legge formale, ma l’intero sistema delle fonti del diritto, così dando brevemente conto del rapporto che v’è, nella Repubblica italiana, fra la sovranità nazionale e le autonomie territoriali locali. Una volta chiarito che il principio di legalità, in via generale, sta ad indicare il primato dell’insieme delle fonti del diritto nella regolazione della convivenza, nella seconda parte, l’A. lo ‘cala’ all’ambito dei beni culturali, ricostruendo, in sintesi, il complesso quadro di riferimento normativo, sia costituzionale sia legislativo, che disciplina il settore. Egli, analizzando il ‘modello’ costituzionale prescritto per l’arte e la cultura, ricorda che la Carta, da un lato, stabilisce il fondamento dell’intervento pubblico in questo campo (art. 9), e, dall’altro, riconosce la libertà della cultura, e più precisamente dell’arte e della scienza (art. 33), come aspetti peculiari della libertà di manifestazione del pensiero (art. 21). Di seguito, Egli chiarisce a chi spetti nell’ordinamento italiano la titolarità dell’intervento pubblico in campo culturale: l’art. 9 Cost. affida alla ‘Repubblica’ il compito di promozione della cultura e di tutela del patrimonio culturale, e, stando agli artt. 5 e 114 Cost., la Repubblica coincide con l’insieme complesso delle articolazioni territoriali della sovranità popolare, e cioè con lo Stato, le Regioni, le Province, i Comuni. Infine, analizza brevemente il paradigma legislativo di riferimento in materia di beni culturali, il «Codice dei beni culturali e del paesaggio», il quale ha trovato la sua ragion d’essere nella necessità di adeguare la normativa in materia di beni culturali vigente alla data di entrata in vigore della L. cost. 3/2001 (il D.Lgs. 29 ottobre 1999, n. 490, contenente il «Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali») ai nuovi artt. 117 e 118 Cost., ed al riformato riparto, che la novella aveva disegnato, della potestà legislativa ed amministrativa nella materia de qua. L’A. conclude proponendo alcune considerazioni – solo a prima vista eccentriche rispetto al tema affrontato – sull’etica della P.A., che, nella prospettiva politico-culturale delle democrazie occidentali, è quella immanente nel vigente ordinamento giuridico positivo, e dunque coincide, e non può non coincidere, con il modello di legalità in esso codificato
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