11 research outputs found

    New urban Soundscapes: Angklung Buskers in Yogyakarta

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    Caratterizzati da una costante sovrapposizione di stimoli acustici di diversa natura, i paesaggi sonori delle realtà metro- politane contemporanee sono entità composite di difficile interpretazione. Entro questi contesti, tuttavia, la produzione di musica dal vivo ha senza dubbio un ruolo cruciale nella costruzione degli spazi sonori pubblici e dell’immaginario acustico ad essi associato. Nel presente articolo sono presentati alcuni risultati di una ricerca svolta a Yogyakarta (Giava, Indonesia) su un particolare fenomeno di musica di strada, le angklung bands: gruppi di musicisti di strada che si guadagna- no da vivere esibendosi quotidianamente negli spazi più trafficati della città. Applicando il metodo etnografico dell’osservazione partecipante, è stata documentata l’attività di questi musicisti, indagandone storie di vita, prassi performative e repertori, considerando la complessità del feno- meno e il suo rapporto “osmotico” con l’ambiente urbano Yogyanese. Descrivendo questo specifico caso di studio, si cercherà di dimostrare come una pratica musicale apparentemente marginale possa avere una funzione importante nella costruzione di una realtà acustica metropolitana, sino a divenirne un’impronta sonora. Il saggio è corredato da esempi video che illustrano la pratica musicale in analisi e consentono di valutarne l’impatto sul paesaggio sonoro circostante.Being characterized by a constant overlapping of different kinds of acoustic stimuli, contemporary metropolitan soundscapes are composite entities that are rather difficult to interpret. Within these contexts however, the production of live music undoubtedly has a crucial role in the construction of sonic public spaces and of the acoustic ideas and concepts that are associated with them. This paper presents some results of a research conducted in Yogyakarta (Java, Indonesia) regarding a particular kind of street music, i.e. the angklung bands: groups of buskers who make a living by performing every day in the most crowded spaces of the city. By applying the ethnographic method of participant observation, the activity of these musicians was documented, together with their life stories, repertoires and performative practices. In addition, the complexity of the phenomenon and its “osmotic” relationship with the Yogyanese urban context was carefully considered. This specific case study is utilized in order to show how an apparently marginal musical practice has had a significant function in the construction of a metropolitan acoustic environment, to the extent of becoming one of its soundmarks. This paper is accompanied by several video examples, which illustrate how the musical practice analyzed is conducted and make it possible to evaluate its impact on the surrounding soundscape

    tarantism the italian pizzica from music therapy to new formsof performance

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    Far from being a mere historical reconstruction of the complex and culturally conditioned zymology of tarantism, the aim of this paper is to highlight its dynamic diachronically. Originally came from Italy, tarantism and its dynamics couldn't be disjoined from its ancient concepts: cults, ritual possession, choral-music exorcism, that can be understood as a music therapy. In ethnomusicology standpoints, the particular significance would join the analysis of its from and its cultural aspect to elaborate the preservation of its choral nature or even its original ritual use in some maintained tarantellas. Through a cultural approach, this paper showed how, in the next period, political and economic development of these processes of capitalization resulting form of commodification focused in the aspects of dance and music. This lead to a decontextualization of the tarantula's symbol into ideological discourse that transformed into cultural heritage in order to give it the status of capital goods, to be launched in cultural market

    Jaka's tale. A busker's journey toward socio-economical emancipation

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    The article focuses on the journey of a Giavanese street musician from Banyumas (Central Java) to the metropolis of Yogyakarta, where he managed to improve his socio-economical status through public performances. The diffusion of busking phenomena in Yogyakarta is therefore explored in socio-musicological terms, focusing on the diffusion of the hybrid ensembles known as 'angklung bands' (or kenthongan, tek-tek in Banyumas) and therefore on the urbanization and spectacularization of a rural musical practice of recent origins

    Cerimonie, musiche e danze dell'Estremo Oriente

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    Nella giornata di domenica 18 febbraio 2018 la comunità cinese di Roma ha organizzato i festeggiamenti annuali per il Capodanno lunare (anche conosciuto come Festa della Primavera), che hanno avuto luogo presso i giardini di piazza Vittorio Emanuele II, nel cuore del quartiere Esquilino. Sulla base delle documentazioni audiovisive raccolte durante questa celebrazione, il presente contributo fornisce un resoconto di alcuni dei suoi momenti musicali e coreutici più significativi

    Calung banyumasan: shaping bamboo, sounding identities

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    Calung Banyumasan: Shaping Bamboo, Sounding Identities is an ethnomusicological documentary film about the gamelan calung, bamboo xylophones ensembles typical of the Banyumas Regency (Central Java), on which the author is currently focusing his doctoral studies. The documentary – shot during a semester of field research, from March to August 2019 – should be considered as a collective creation, since it is the result of a close cooperation with local musicians, who actively participated in choosing its form and contents. Calung Banyumasan explores various socio-anthropological and musicological issues in connection with the calung. The daily lives of the three main protagonists (a teacher, a calung maker and an expert performer) and the stories they tell reflect the importance of this musical tradition as a central element of the local cultural identity. The film considers the indigenous artisanal knowhow, provides an account of the ever-increasing presence of these ensembles in educational institutions, and reveals some of the contexts in which calung performances are held. Although a few international scholars have dealt with this topic, to date no extensive and in-depth audiovisual documentation of the calung has been carried out by ethnomusicologists. The author therefore decided to present this musical practice in an original and widely accessible documentary film that could be of interest to a wide-ranging audience and lead to a deeper understanding of this subject

    Gamelan calung: gli ensemble di xilofoni in bambù di Banyumas, Giava Centrale

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    L'elaborato è dedicato allo studio dei gamelan calung – ensemble di xilofoni in bambù tipici della reggenza di Banyumas (Giava Centrale, Indonesia) – e delle pratiche scenico-musicali ad esso associate. La ricerca si avvale di un approccio multidisciplinare e si fonda su una solida esperienza etnografica, supportata dall’impiego degli strumenti analitici derivati dall'impiego di diverse metodologie di ricerca. Tra queste risulta fondamentale l'utilizzo del medium audiovisivo per l’approfondimento di tematiche specialistiche, includendo come compendio all'elaborato due documentari realizzati dall'autore nel corso della ricerca. Nel primo capitolo si propone una ricostruzione dello sviluppo storico di Banyumas – intesa come terra di frontiera tra Giava Centrale e Sunda – e si ragiona sull’identità culturale locale, per come questa è immaginata e percepita nell’ambito del più ampio contesto giavanese. In seguito si considerano i tratti specifici su cui si fonda il forte sentimento di appartenenza territoriale e culturale delle popolazioni locali, considerando soprattutto l’idioma del luogo e il complesso di arti performative autoctone che si distinguono per la presenza di diverse forme di “bambu musik”. Il secondo capitolo dello scritto offre una panoramica attuale sulla pratica del calung banyumasan: si descrive in primis il processo di costruzione e di intonazione di questi ensemble, considerando poi l’attuale diffusione della pratica, i suoi contesti performativi e i percorsi di trasmissione del sapere musicale ad essa inerenti. Il terzo capitolo è più specificamente dedicato alla descrizione e all’analisi della musica calung. In esso si discute la natura del repertorio associato a questi ensemble (il corpus dei cosiddetti gendhing banyumasan) in riferimento a questioni strutturali e contenutistiche, per poi indagare le tecniche vocali e strumentali caratteristiche del genere. Nell’ultima sezione del capitolo si presenta una proposta analitica per lo studio dei processi di variazione per gambang (lo xilofono leader dell’ensemble), problematizzando il rapporto tra i modelli di derivazione accademica e la prassi dei musicisti estranei a quel tipo di formazione. Il quarto ed ultimo capitolo è invece incentrato sulla figura del maestro Darno, docente e direttore del dipartimento di karawitan (musica classica giavanese) presso L’Institut Seni Indonesia si Surakarta, la maggiore accademia artistica giavanese. In questa sezione si esplorano la formazione artistica del maestro, il suo lavoro accademico e le sue metodologie didattiche, la sua attività concertistica e il suo processo creativo, nel tentativo di mettere in luce la natura dinamica e trasformativa della musica calung. L'elaborato, di impostazione monografica, è finalizzato ad indagare una specifica forma di bambu musik centro-giavanese e a comprendere i complessi fenomeni che regolano i processi di produzione e fruizione musicale nell’ambito di un contesto regionale marcato da tratti unici e distintivi, nel tentativo di fornire uno sguardo utile ad interpretare il multiforme ‘mosaico’ musicale (e culturale) giavanese contemporaneo e a ragionare su temi etnomusicologici attuali ad esso connessi
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