139 research outputs found

    Metodologia semiautomatica di estrazione del drenaggio da DTM applicata allo studio della deformazione indotta da tettonica attiva

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    The statistical analysis of stream orientations is an helpful tool in the active tectonic studies because the rivers network is an important geomorphologic feature useful to derive the deformation due to active faults. The drainage network automatically derived from DTM’s is not generally usable for this type of analysis because the automatic routines generate the stream network following the four direction orthogonal to the cell. In this paper we present a semiautomatic methodology to extract the drainage network from high resolution DTM data (5x5 pixel m) the most possible consistent with the real water-drainage pattern, in order to make accurate statistic azimuthal analyses of stream orientations. The methodology have been tested on the active tectonic area of the Tammaro basin (Campania and Molise Regions), epicentral zone of the 1688 strong earthquake (MW=6.7). The results obtained by the application of the proposed methodology show a good agreement with the drainage pattern map derived from photo-interpretation (Regional Technical Cartography)

    Una metodologia sistemica per la valutazione della vulnerabilitĂ  sismica dei Comuni della Provincia di Benevento

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    The aim of this work is to produce a prototype of an Integrated Geographic Informative System designed to characterize the seismic vulnerability of the municipalities of the Benevento province. The developed GIS model algorithm is based on a systemic methodology which accounts for interactions among the several factors involved into the system. The implemented algorithm allows to estimate a vulnerability index, which in turn led to the creation of vulnerability maps. This System, which could be enriched with new thematic data will provides the basis for future researches in the field and make available to local decision-makers, agencies and community planners basic information to be used in managing the seismic risk

    Applicazione di una metodologia sistemica per la valutazione della suscettibilitĂ  al dissesto dei versanti tufacei del Comune di Napoli

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    It is here described a study which deals with the analysis of landslide susceptibility related to the tuff slopes in Naples, Italy. This type of instability has an important role in the hydro-geological emergencies which affected the city both in historical times and in recent years. The developed GIS algorithm is based on a system model, named RES (Rock Engineering Systems – Hudson, 1992), which accounts for the interactions among the factors involved into the analysed system. Survey campaigns and in situ tests have been carried up to collect the data necessary to allow the characterization of rock masses using classification methods recognized by the International Society of Rock Mechanics. Finally, using the RES a landslide susceptibility index has been estimated for the tuff slopes, which allowed to create the related map. The work here illustrated is part of a larger framework which aim is to create an Integrated Geographic Information System to study the hydro-geological risk in Naples’ territory. This System, hopefully enriched with new thematic layers, while providing the basis for future researches in the field, can also provide local decision-makers and community planners with the scientific and technological support for decisions involving management of risks and urban development

    Caldera dei Campi Flegrei: potenzialitĂ  di un SIT per valutazioni di pericolositĂ  vulcanica

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    La caldera dei Campi Flegrei è un’area vulcanica attiva, attualmente in stato di quiescenza dal 1538 d.C., soggetta ad un elevato rischio vulcanico per la presenza di numerosi centri abitati e per l’immediata vicinanza alla città di Napoli. Le due maggiori eruzioni esplosive dei Campi Flegrei risalgono a circa 39 ka e 15 ka ed hanno prodotto l’Ignimbrite Campana ed il Tufo Giallo Napoletano, i depositi più noti dell’area napoletana, distribuiti su aree vastissime. Al presente, il sistema magmatico risulta essere ancora attivo, come testimoniato dall’eruzione di Monte Nuovo nel 1538, dai recenti episodi bradisismici e dall’attività fumarolica e idrotermale. Al fine di rendere disponibile alla comunità scientifica ed agli enti preposti alla gestione delle emergenze un efficace strumento tecnologico, a supporto delle valutazioni di pericolosità vulcanica, è stato implementato un sistema informativo territoriale strutturato sulla base di un database in cui sono state raccolte e organizzate tutte le informazioni vulcanologiche e territoriali sull’area. In questo lavoro, attingendo al patrimonio informativo disponibile, sono state effettuate analisi di dettaglio finalizzate alla produzione di nuovi tematismi da utilizzare per la definizione degli scenari di evento, attraverso i quali simulare le conseguenze di un evento vulcanico, di caratteristiche prefissate, che si verifichi nell’area dei Campi Flegrei

    Analisi del campo di deformazione superficiale della Regione Campania da dati SAR (PS-InSAR)

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    Il lavoro presenta un’applicazione della tecnica dei diffusori permanenti (Permanent Scatterers) finalizzata alla caratterizzazione del campo di deformazione superficiale della Regione Campania. Per effettuare l’analisi sono state processate, tramite la tecnica PS-InSARTM, 1078 scene SAR ERS1 ed ERS2 relative al periodo giugno 1992 - gennaio 2001. Sulla base della velocità media annua di spostamento di 1.691.740 PS con coerenza maggiore di 0.65 sono state prodotte mappe di velocità media di deformazione mediante l’utilizzo di una procedura articolata nei seguenti punti: a) filtraggio dei dati effettuato sulla base dei valori di coerenza; b) produzione di mappe di velocità media di deformazione in coordinate SAR; c) generazione di mappe di velocità media di deformazione secondo le componenti verticale ed Est-Ovest; d) validazione di risultati mediante confronto con dati prodotti con differenti metodiche d’indagine. L’analisi dei risultati ottenuti ha consentito di identificare aree caratterizzate da distinti stili deformativi. Aree in subsidenza sono risultate essere, per il periodo di interesse, oltre all’area vulcanica dei Campi Flegrei, le aree costiere dei bacini dei fiumi Volturno e Sele ed il settore centrale dell’isola d’Ischia. Aree con significativi valori di sollevamento sono localizzate nel settore settentrionale del Monte Somma, nel settore centrale della Piana Campana, nel Sannio e nel Cilento. Significativi valori di velocità di spostamento in direzione EW si riscontrano, oltre che nell’area dei Campi Flegrei, nel settore appenninico del bacino del Sele e nell’area interposta tra il Somma-Vesuvio e la catena appenninica. Il quadro deformativo globale risulta essere caratterizzato da un andamento complesso, governato da una molteplicità di processi di differente natura (tettonici, vulcano-tettonici, esogeni ed antropici)

    La valutazione delle deformazioni del suolo nella piana di Venafro mediante l’elaborazione di dati PSInSar, morfo-strutturali e stratigrafici

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    I bacini intramontani dell’Appennino centro-meridionale sono soggetti, sin dalla loro genesi (Pleistocene inferiore), a deformazioni del suolo, la cui non uniforme distribuzione e la cui diversa entità sono una risposta all’attività di faglie, intersecanti e bordanti le pianure, e al costipamento differenziale dei depositi costituenti le successioni sedimentarie di riempimento. Al fine di valutare la distribuzione spaziale dei movimenti verticali e le relative velocità, e di interpretarne correttamente le cause, è stato affrontato uno studio multidisciplinare che ha previsto l’elaborazione di dati radar con tecnica PSInSAR, lo studio geomorfologico e strutturale e l’analisi stratigrafica di dati di sottosuolo della piana di Venafro, ampia depressione tettonica interposta tra i M. delle Mainarde-M. di Venafro ed i M. del Matese e drenata dal F. Volturno. L’interpolazione dei dati PS, effettuata in ambiente GIS, riferita a due intervalli di tempo, 1995–2000 (ERS) e 2003–2008 (ENVISAT) ha permesso di valutare i ‘cumulative vertical displacements’ (mm), i ‘displacement rates’ (mm/a) e il ‘gradient field’ dei ‘displacement rates’, consentendo di individuare alcuni settori del bacino che si distinguono per tassi di subsidenza superiori alla media e per comportamento deformativo costante nel tempo. Risulta evidente una correlazione tra la distribuzione spaziale del quadro deformativo di natura interferometrica, lo sviluppo geometrico delle faglie che interessano la piana e la natura litologica del riempimento sedimentario. I valori maggiori di subsidenza si registrano nel settore centrale della piana, probabilmente indotti da un maggiore spessore dei depositi di riempimento, nonché dalla presenza di depositi argillo-sabbiosi poco addensati e più suscettibili al costipamento, così come dalla presenza di alcuni lineamenti tettonici orientati NE-SW e NW-SE. In particolare, i valori maggiori si registrano a valle di una scarpata morfologica, orientata NW-SE, coincidente anche con un importante ‘knick point’ del F. Volturno, oltre che a valle di una faglia, orientata NW-SE (Faglia dell’’Aquae Juliae’), attiva in tempi storici per aver dislocato l’acquedotto romano

    Seismotectonic Information System of the Sicily Region

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    The Seismotectonic Information System of the Sicily Region is oriented to the production ad dissemination of scientific and technical information for seismotectonic applications in this highly active geo-dynamics region. This work was initially supported by A.S.I.-A.R.S

    Expression profiling of microRNAs and isomiRs in conventional central chondrosarcoma

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    Conventional central chondrosarcoma (CCC) is a malignant bone tumor that is characterized by the production of chondroid tissue. Since radiation therapy and chemotherapy have limited effects on CCC, treatment of most patients depends on surgical resection. This study aimed to identify the expression profiles of microRNAs (miRNAs) and isomiRs in CCC tissues to highlight their possible participation to the regulation of pathways critical for the formation and growth of this type of tumor. Our study analyzed miRNAs and isomiRs from Grade I (GI), Grade II (GII), and Grade III (GIII) histologically validated CCC tissue samples. While the different histological grades shared a similar expression profile for the top abundant miRNAs, we found several microRNAs and isomiRs showing a strong different modulation in GII + GIII vs GI grade samples and their involvement in tumor biology could be consistently hypothesized. We then in silico validated these differently expressed miRNAs in a larger chondrosarcoma public dataset and confirmed the expression trend for 17 out of 34 miRNAs. Our results clearly suggests that the contribution of miRNA deregulation, and their targeted pathways, to the progression of CCC could be relevant and strongly indicates that when studying miRNA deregulation in tumors, not only the canonical miRNAs, but the whole set of corresponding isomiRs should be taken in account. Improving understanding of the precise roles of miRNAs and isomiRs over the course of central chondrosarcoma progression could help identifying possible targets for precision medicine therapeutic intervention

    Vulcani: esplosioni ed effusioni

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    Si tratta dei pannelli realizzati per la mostraVulcani: Esplosioni ed effusioni Festival della Scienza di Genova 2007 Palazzo Ducale – Sottoporticato, Genova Una nuova mostra interattiva delll’Istituto Nazionale di Geofisica e Vucanologia, alla scoperta dei segreti del nostro pianeta e del mondo spettacolare dei vulcani. Organizzato come un “racconto”, è un lungo viaggio dalla nascita Terra ad oggi che aiuta a comprendere il ruolo fondamentale dei vulcani nella storia del nostro pianeta. Inizia con una proiezione 3d seguita da un filmato spettacolare e coinvolgente di eruzioni vulcaniche. Nella mostra si incontrano poi un grande modello di vulcano che può essere “acceso” in modalità interattiva, producendo un’eruzione esplosiva con gran fragore, sezioni di vulcano per scoprire “cosa c’è sotto”, plastici associati ad una speciale proiezione che permette di visualizzare sia l’eruzione sia l’interno del vulcano. E ancora rocce vulcaniche e un laboratorio per esperienze guidate, per capire il meccanismo che provoca l’eruzione, studiando il legame tra gas, pressione ed esplosione, anche utilizzando ulteriori modellini di vulcano. Il fatto che spesso le eruzioni vulcaniche siano accompagnate da attività sismica ci introduce alla parte finale della mostra, dedicata ai terremoti. L’obiettivo complessivo della mostra è quello di comunicare e far comprendere l’importanza del lavoro di ricerca e di controllo che svolge l’INGV e il riflesso che questo ha nella vita di ciascuno di noi. Si tratta, in sostanza, di “raccontare” le attività scientifiche svolte dall’Istituto inquadrandole dal punto di vista del visitatore.Con i contributi dell’Associazione per il Festival della Scienza e del Dipartimento della Protezione CivilePublished5.8. TTC - Formazione e informazionereserve
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