41 research outputs found

    Helping others not always helps ourselves: the relationship between victim incivility and emergency workers’ burnout through work-to-family conflict.

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    Purpose – This study aims to analyse whether and when victim incivility may be related to work-to-family conflict and then burnout among emergency workers. Design/methodology/approach – A total of 304 Italian emergency workers from five firehouses and six emergency rooms completed questionnaires, examining: victim incivility, work-to-family conflict, social support seeking and burnout symptoms. Descriptive analyses, confirmatory factor analyses and structural equation models were conducted. Findings – Victim incivility was positively associated with burnout symptoms, both directly and indirectly, as mediated by work-to-family conflict. Additionally, social support seeking exacerbated (rather than mitigated) the impact of work-to-family conflict on burnout symptoms. Practical implications – Organisations can greatly benefit from implementing family-friendly practices and providing their workers with training programmes on how to deal with difficult victims. Originality/value – This study contributes to the existing literature on workplace incivility and work–life interface by supporting for the first time the notion that victim incivility can spill over into emergency workers’ family domain and by clarifying how and when victim incivility is related to burnout symptoms

    Al servizio della qualitĂ 

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    Il progetto di ricerca descritto nel presente contributo nasce in seno alla S.S. Disabili- Adulti dell’Asl 5 Spezzino della Regione Liguria, al fine di rispondere al bisogno espresso dall’equipe multidisciplinare di disporre di uno strumento in grado di valutare la Qualità di Vita degli utenti, oltreché la qualità del servizio offerto. Il concetto di QdV, infatti, può fungere da guida e da indicatore delle aree che richiedono attenzione e azione, fornendo una bussola per la programmazione dei progetti di vita individualizzati e per la riorganizzazione delle risorse e dei sostegni intorno alle persone (Schalock, R. et al., 2006). Tale costrutto multidimensionale può altresì risultare utile nella valutazione degli esiti di qualità dei progetti stessi, che possono fornire indicatori utili al miglioramento dell’efficienza organizzativa e della qualità del servizio socio-sanitario stesso. Il progetto si propone di ampliare la Scheda per la Valutazione Multidimensionale delle persone Disabili (S. Va. M. Di.), includendo una valutazione fondata sul costrutto della Qualità della Vita e sul modello dei sostegni. A tal scopo, è stata condotta una ricerca bibliografica sugli strumenti di valutazione applicati nell’ambito delle disabilità intellettive, ed è stata svolta un’analisi qualitativa delle schede di valutazione in uso presso le aziende socio-sanitarie presenti sul territorio nazionale. Il background teorico di riferimento è il modello AIRIM per l’allineamento coi processi di qualità nei servizi alla disabilità (Leoni et al., 2011), secondo il quale l’assessment dovrebbe svolgersi in molteplici aree: funzionamento; bisogni e desideri; bisogni medici/infermieristici. Il presente contributo esporrà i risultati derivanti dall’applicazione della scheda valutativa su un campione significativo di persone con disabilità intellettive; e discuterà la necessità di differenziare la valutazione sulla base dei diversi bisogni connessi alle fasi del ciclo di vita

    Al servizio della qualitĂ 

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    Il progetto di ricerca descritto nel presente contributo nasce in seno alla S.S. Disabili- Adulti dell’Asl 5 Spezzino della Regione Liguria, al fine di rispondere al bisogno espresso dall’equipe multidisciplinare di disporre di uno strumento in grado di valutare la Qualità di Vita degli utenti, oltreché la qualità del servizio offerto. Il concetto di QdV, infatti, può fungere da guida e da indicatore delle aree che richiedono attenzione e azione, fornendo una bussola per la programmazione dei progetti di vita individualizzati e per la riorganizzazione delle risorse e dei sostegni intorno alle persone (Schalock, R. et al., 2006). Tale costrutto multidimensionale può altresì risultare utile nella valutazione degli esiti di qualità dei progetti stessi, che possono fornire indicatori utili al miglioramento dell’efficienza organizzativa e della qualità del servizio socio-sanitario stesso. Il progetto si propone di ampliare la Scheda per la Valutazione Multidimensionale delle persone Disabili (S. Va. M. Di.), includendo una valutazione fondata sul costrutto della Qualità della Vita e sul modello dei sostegni. A tal scopo, è stata condotta una ricerca bibliografica sugli strumenti di valutazione applicati nell’ambito delle disabilità intellettive, ed è stata svolta un’analisi qualitativa delle schede di valutazione in uso presso le aziende socio-sanitarie presenti sul territorio nazionale. Il background teorico di riferimento è il modello AIRIM per l’allineamento coi processi di qualità nei servizi alla disabilità (Leoni et al., 2011), secondo il quale l’assessment dovrebbe svolgersi in molteplici aree: funzionamento; bisogni e desideri; bisogni medici/infermieristici. Il presente contributo esporrà i risultati derivanti dall’applicazione della scheda valutativa su un campione significativo di persone con disabilità intellettive; e discuterà la necessità di differenziare la valutazione sulla base dei diversi bisogni connessi alle fasi del ciclo di vita

    Workplace negative interpersonal relationships: effects of incivility, aggression and mistreatment on employees’ well-being and relative protective factors

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    SYMPOSIUM ABSTRACT/INTEGRATED SUMMARY State of art: Workplace incivility, mistreatment and aggression may undermine employees’ wellbeing and job performance with tangible costs for organizations. Investigating these effects and protective factors is crucial to formulate preventive measures and tailored interventions for victims. This symposium involves four papers which examine these issues within various contexts. New perspectives/contributions: The four papers in this symposium contribute to a better understanding of the consequences of negative interpersonal experiences (Sommovigo et al.; Yaranon et al.) and strategies to mitigate these effects (Viotti et al., Di Fabio). The first two papers focus on the impact of workplace mistreatment. The paper by Sommovigo and colleagues reveals that customer mistreatment leads workers to experience negative emotions and cognitive impairment, using an experimental design across two countries. Yaranon and colleagues show the detrimental effects of incivility on healthcare professionals’ well-being and job satisfaction using a longitudinal design. The last two papers concentrate on ways to mitigate these negative effects. The paper by Di Fabio finds that workplace relational civility contributes to both hedonic and eudaimonic well-being. In the final paper, Viotti and colleagues demonstrate the role that prevention climate exerts on workplace violence and its subsequent impact on well-being, again focusing on the healthcare context. Research/practical implications: These four papers underline the substantial impact that negative interpersonal encounters in the workplace have on employees’ well-being, showing the importance of promoting workplace relational civility and prevention climate to mitigate some of these effects

    The impact of third-party aggression on Italian and Irish employees’ well-being and job satisfaction

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    Third-party workplace aggression represents a serious threat to workplace safety and organizational well-being. Nevertheless, existing research on workplace aggression has been mainly restricted to situations involving intra-organizational members. To fill this gap, the current dissertation concentrates on third-party workplace aggression. Third-party workplace aggression may manifest itself through a tremendous range and variety of acts which may be perpetrated by unknown persons outside the organization who have no legitimate relationship to it (i.e., external), or by someone who is either the recipient of or the object of a service provided (i.e., client-initiated; CAL/OSHA, 1998). The current dissertation examines two client-initiated forms of workplace aggression, namely customer incivility and verbal aggression, and two external expressions of workplace aggression, namely robberies and thefts at work. In doing so, it focuses on the service sector because generally workers who have face-to-face communication with customers tend to report the highest levels of incidence of both client-initiated (e.g., customer incivility and verbal aggression) and external (thefts and robberies at work) workplace aggression (Mayhew & Chappell, 2001). </p

    Il management internazionale

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    Piergiorgio Argentero e Valentina Sommovigo, nel capitolo 13 dedicato al management internazionale, prendono in esame le implicazioni gestionali derivanti dalla progressiva espansione delle attività delle organizzazioni al di fuori dei loro confini nazionali. Muovendo dall’analisi della complessità dei diversi ambienti culturali, il contributo si focalizza sulle problematiche lavorative tipiche di chi svolge un lavoro all’estero: i motivi della scelta, le reazioni psicologiche alla cultura ospitante, il processo di adattamento, il ruolo della famiglia, lo sviluppo di carriera. Gli autori prendono poi in considerazione alcune specificità della gestione degli “espatriati”, in particolare quelle relative alla loro selezione e formazione, e concludono evidenziando i principali settori di ricerca ancora aperti per il futuro

    Aggressione verbale da parte dei pazienti: effetti sui professionisti sanitari ai tempi del COVID-19.

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    Introduzione. La prevalenza di burnout nel personale sanitario impegnato in prima linea nella gestione pandemica è stata stimata tra il 13% e il 51% (Cotel et al., 2021). Tra i fattori di rischio, si identifica il conflitto lavoro-famiglia derivante dal timore di poter trasmettere il virus e dalla separazione spesso prolungata dalla propria famiglia. Sebbene vi sia qualche evidenza del fatto che i professionisti sanitari abbiano subito episodi di aggressione soprattutto di natura verbale (Bhatti et al., 2021), non è ancora chiaro se l’aggressione da parte dei pazienti possa aver contribuito allo sviluppo di conflitto lavoro-famiglia durante l’emergenza sanitaria. portare i professionisti sanitari a sviluppare sintomi di esaurimento emotivo attraverso il conflitto lavorofamiglia. Metodo. 197 professionisti sanitari operanti in un ospedale del nord Italia hanno compilato un questionario self-report volto ad analizzare: aggressione verbale da parte dei pazienti, conflitto lavoro-famiglia, esaurimento emotivo, tendenza a deumanizzare i propri pazienti, resilienza, esposizione personale/professionale diretta e/o vicaria al COVID-19. I dati sono stati analizzati tramite modelli di mediazione e mediazione moderata. Risultati. L’esposizione ad aggressione verbale da parte dei pazienti si associa direttamente (β=.44, p<.05) ed indirettamente, attraverso la mediazione del conflitto lavoro-famiglia (β=.09, p<.05), ad esaurimento emotivo. La tendenza a deumanizzare i propri pazienti esacerba l’impatto dell’aggressione sul conflitto lavoro-famiglia (β=.49, p<.01), mentre l’effetto di tale tipologia di conflitto sull’esaurimento è mitigato dalla resilienza (β=- .15, p<.05). Limiti. Il presente studio trasversale utilizza soltanto misure self-report. Aspetti innovativi. Si tratta del primo contributo italiano che dimostra come l’aggressione verbale da parte dei pazienti può ripercuotersi sulla vita famigliare dei professionisti sanitari impiegati nella gestione epidemiologica, ponendo un particolare focus sulla deumanizzazione quale strategia di coping disadattiva e sulla resilienza quale fattore di protezione rispetto all’esaurimento

    Sharing and hiding knowledge under pandemics: The role of stressor appraisals, perceived supervisor behaviors and attributions of supervisor motives

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    This study aims to shed light on the dual impact of appraisals of pandemic-induced job stressors on employee knowledge sharing and hiding behaviors. Drawing on the transactional attribution model, we hypothesize that employee perceptions of supervisor compassionate and self-serving behavior would positively mediate the impact of employee challenge and hindrance appraisals of pandemic-induced job stressors on employee knowledge sharing and knowledge hiding, respectively. Moreover, stressor appraisals are expected to interact with employee attributions of supervisor compassionate and self-serving motives in shaping perceptions of supervisor compassionate and self-serving behavior, respectively. To test our hypotheses, we conducted two independent studies—a three-wave full longitudinal study with 230 employees from UK and U.S. firms during the first COVID-19 outbreak and a randomized scenario-based experiment with 210 U.S. employees. Cross-lagged structural equation analyses, analyses of variance, and path analyses fully supported our predictions, thus providing a nuanced understanding of the role of perceived supervisor behavior and attributions of supervisor motives in accounting for the differential effects of employee appraisals of pandemic-induced job stressors on knowledge behaviors
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