19 research outputs found

    Antibody Vh Repertoire Differences between Resolving and Chronically Evolving Hepatitis C Virus Infections

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    Despite the production of neutralizing antibodies to hepatitis C virus (HCV), many patients fail to clear the virus and instead develop chronic infection and long-term complications. To understand how HCV infection perturbs the antibody repertoire and to identify molecular features of antibody genes associated with either viral clearance or chronic infection, we sequenced the V(D)J region of naïve and memory B cells of 6 persons who spontaneously resolved an HCV infection (SR), 9 patients with a newly diagnosed chronically evolving infection (CE), and 7 healthy donors. In both naïve and memory B cells, the frequency of use of particular antibody gene subfamilies and segments varied among the three clinical groups, especially between SR and CE. Compared to CE, SR antibody genes used fewer VH, D and JH gene segments in naïve B cells and fewer VH segments in memory B cells. SR and CE groups significantly differed in the frequency of use of 7 gene segments in naïve B cell clones and 3 gene segments in memory clones. The nucleotide mutation rates were similar among groups, but the pattern of replacement and silent mutations in memory B cell clones indicated greater antigen selection in SR than CE. Greater clonal evolution of SR than CE memory B cells was revealed by analysis of phylogenetic trees and CDR3 lengths. Pauciclonality of the peripheral memory B cell population is a distinguishing feature of persons who spontaneously resolved an HCV infection. This finding, previously considered characteristic only of patients with HCV-associated lymphoproliferative disorders, suggests that the B cell clones potentially involved in clearance of the virus may also be those susceptible to abnormal expansion

    Annali storici di Principato Citra, A. 7, n. 1.1 (2009)

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    A. 7, n. 1.1 (2009): G. Guardia, Editoriale, P. 3 ; R. Salati, Le ambre "tipo Roscigno”, P. 5 ; E. Bianco, La viabilità medievale nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Il territorio del Comune di Gioi, P. 33 ; D. Petrone, Le case-torri nel territorio ebolitano, P. 51 ; A. Capano, Pollica e i suoi casali nel Catasto provvisorio del 1815. Il Sessantotto a Salerno. In margine ad un Convegno e ad un libro, P. 69 ; Francesco Sofia, Il '68: alcune riflessioni, P. 95 ; G. Acocella, Un '68 "cattolico"? P. 104 ; P. Cantillo, La profezia di una società estetica, P. 108 ; G. Foscari, Il '68, P. 112 ; M. La Via, Dal mito degli anni '60 alla utopie del '68, P. 113 ; P. Lucia, Miti, utopie, speranze di una generazione, P. 117 ; L. Marinucci, Donne, istituzioni, movimenti civili: una questione ancora attuale. La Mostra "Le frodi alimentari nella provincia di Salerno fra '800 e '900" tenutasi a Salerno il 16 ottobre 2008, a cura di Caterina Aliberti e Francesco Innnella, P. 121 ; C. Aliberti - F. Innella, La Mostra "Le frodi alimentari nella Provincia di Salerno tra Ottocento e Novecento", P. 126 ; I. Ascione, Le frodi alimentari nella provincia di Salerno fra Ottocento e Novecento, P. 128 ; A. Vacca, Inganni cibici, P. 131 ; V. Ferrara, Le attività operative del Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari e del Nucleo Antifrodi Carabinieri di Salerno. Il XIV Festival "Linea d'ombra" - Festival culture giovani, P. 134 ; P. D'Antonio, Caos: tra Filosofia, Scienza e Arte, P. 150 ; S. Metetich, Al caos, al caos! Così è (se vi piace), P. 151 ; P. Simone Di Chiara, Il caos, P. 153 ; F.M. Iandiorio, M. Autuori, P.S. Di Chiara, Il caos della natura fra letteratura e percezione, P. 154 ; S. Maritato, D. Di Stefano, A. Di Lauro, M. Massa, Caos e/è cinema, P. 156 ; F. Bonifacio, M. Talento, A. Catoio, Obiettivo caotico, P. 158 ; M. Radano, Per una "memoria" del territorio. Le celebrazioni per il Millenario di Guarrazzano di Stella Cilento (1009-2009), P. 160

    Long-term treatment with antidepressant drugs reduces the sensitivity of cortical cholinergic neurons to the activating actions of stress and the anxiogenic drug FG 7142

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    Certain antidepressant drugs exert an anxiolytic action in both humans and rodents. The effects of long-term treatment with imipramine or mirtazapine, two antidepressant drugs with different mechanisms of action, on the response of cortical cholinergic neurons to foot-shock stress or to the anxiogenic drug FG 7142 were investigated in freely moving rats. Chronic treatment with imipramine or mirtazapine reduced the increase in cortical acetylcholine output induced by foot-shock stress by similar to 50%. The same treatment also reduced the sensitivity of cortical cholinergic neurons to the stimulatory effect of acute administration of FG 7142. In contrast, the administration of a single dose of either antidepressant 40 min before foot shock or FG 7142 injection failed to increase the threshold of excitability of cortical cholinergic neurons. These results demonstrate that long-term treatment with either imipramine or mirtazapine reduces the sensitivity of cortical cholinergic neurons to stress or to an anxiogenic drug with an efficacy similar to that of acute administration of benzodiazepines. The neurochemical mechanism responsible for regulation of cholinergic neuron sensitivity might contribute to the modulation of cognitive function associated with emotional and affective disorders. (C) 2001 Elsevier Science Ltd. All rights reserved

    Depletion of cortical allopregnanolone potentiates stress-induced increase in cortical dopamine output

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    In freely moving rats finasteride markedly reduced the cortical content of allopregnanolone. This treatment significantly prolonged the increase in the extracellular concentration of dopamine in the prefrontal cortex induced by foot shock. Moreover, finasteride enhanced both maximal increase of dopamine and its duration elicited by a single injection of the anxiogenic drug FG 7142. These results suggest that endogenous allopregnanolone may modulate the excitatory response of cortical dopaminergic neurons to stressful and anxiogenic stimuli. (C) 2002 Elsevier Science B.V. All rights reserved

    Neurosifilide e stroke ischemico: case report.

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    Per neurosifilide si intende il coinvolgimento del sistema nervoso centrale da parte dell’infezione sifilitica causato dalla disseminazione del Treponema Pallidum all’interno del liquido cefalorachidiano, nelle meningi e nelle strutture vascolari circostanti. Le manifestazioni cliniche possono presentarsi in qualsiasi stadio della patologia e presentarsi come neurosifilide precoce asintomatica, meningite acuta, sifilide meningovascolare, neurosifilide paretica e tabe dorsale. Presentiamo il caso di un paziente di 46 anni, nato in Bangladesh, presentatosi per vertigini oggettive a carattere rotatorio insorte da un giorno. È stata eseguita TC cranio urgente risultata negativa per lesioni recenti e RM encefalo che ha evidenziato lesione ischemica recente in territorio di Posterior Inferior Cerebellar Artery (PICA) di destra. Si è proceduto quindi ad effettuare uno screening dei possibili fattori di rischio per Stroke ischemico giovanile: eccetto la nota ipertensione arteriosa, non si sono evidenziati altri fattori di rischio cardiovascolare nè trombofilia. Dopo un riscontro di Treponema Pallidum Haemagglutination Assay (TPHA) 1/640 e Venereal Disease Research Laboratory (VDRL) positivi su siero, si è effettuata rachicentesi con esame chimico-fisico proteine 100 mg/dl, cellule < 10/mmc e VDRL su liquor positivo che ha permesso di porre diagnosi di neurosifilide. A causa dell’importante barriera linguistica, non è stato possibile indagare con certezza possibili precedenti anamnestici ascrivibili a sifilide primaria. è stata esclusa la coesistenza di infezione da Human Immunodeficiency Virus (HIV) e impostata terapia con Benzatil penicillina. La neurosifilide è conosciuta come “il grande imitatore” o “il grande impostore” a causa della sua vasta gamma di sintomi clinici. I pazienti con sifilide meningovascolare possono presentare una sintomatologia del tutto sovrapponibile a quella di uno stroke ischemico dovuto ad aterosclerosi. La reale incidenza della neurosifilide rimane tuttora sconosciuta poiché la diagnosi è spesso misconosciuta ma secondo alcuni studi risulta più elevata in pazienti provenienti da alcune regioni dell’Asia (fino a 2/3 dei riscontri di neurosifilide tra i pazienti ricoverati per stroke o Transient Ischemic Attack: TIA). Nella pratica clinica è stato osservato un alto tasso di errore nella definizione eziologica di ictus ischemico in pazienti con neurosifilide che rappresentano il 4% dei pazienti ricoverati per stroke o TIA in cui non sia stata identificata altra causa, portando i pazienti a non ricevere il trattamento più appropriato, spesso con conseguenti danni neurologici secondari. La neurosifilide dovrebbe, quindi, sempre essere considerata in pazienti giovani che presentino ictus ischemico idiopatico, soprattutto quando provenienti da regioni a più alto tasso di incidenza
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