10 research outputs found

    La censura cinematografica nel cinema documentario. I "mondo movie" e il filone africano, alcuni casi di studio

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    In the present essay, I will investigate the role of censorship in Italian Mondo films made in the 1960s and 1970s, such as Africa addio (1966, Gualtiero Jacopetti, Franco Prosperi), Africa segreta (1969, Angelo Castiglioni, Alfredo Castiglioni, Guido Guerrasio), Africa ama (1971, Angelo Castiglioni, Alfredo Castiglioni, Guido Guerrasio). In particular, I will focus my analysis on the works made by Angelo and Alfredo Castiglioni with Guido Guerrasio. In addition to their relationship with censorship boards, their film – despite some similarities with Mondo genre – demonstrates the attempt to elaborate a different projectin the subgenre dedicated to the African continent

    Il cinema documentario italiano (1941-1960). Aspetti economici, produttivi e industriali.

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    La presente ricerca intende analizzare il sistema economico, produttivo e industriale del cinema documentario italiano del secondo dopoguerra, mantenendo in costante dialogo il contesto storico, le diverse legislazioni approvate e l’evoluzione dell’industria cinematografica nazionale. Attraverso questi aspetti è – infatti – possibile individuare quali siano state le caratteristiche di questa produzione, quali le direzioni intraprese dall’industria, quali le problematiche affrontate. Nell’ottica di offrire una descrizione il più dettagliata possibile, la presente ricerca si articola in tre capitoli, rappresentativi delle diverse fasi attraversate dal cinema documentario italiano nel secondo dopoguerra. Il primo capitolo si concentrerà sul passaggio dalla dittatura fascista alla Repubblica, in un arco cronologico compreso tra il 1941 e il 1948. È infatti in questo periodo che si pongono le basi per un mercato del cinema documentario, garantendo un sostegno economico alla produzione privata e inserendo la programmazione obbligatoria delle opere negli spettacoli cinematografici. Il secondo capitolo affronterà, invece, il quinquennio coperto dalla Legge Andreotti (1949-1954). Questi anni corrispondono infatti al periodo di maggiore crescita economica e produttiva della cinematografia documentaria, dove gli interessi contrapposti dei tre rami dell’industria contribuirono a far sviluppare questa pratica e – conseguentemente – ad aumentare la spesa dello Stato. Il terzo capitolo – infine – analizzerà la seconda metà degli anni Cinquanta (1955-1959), dove l’abolizione dei premi governativi, nel tentativo di porre un freno alla speculazione in atto, comprometterà il mercato stesso del cinema documentario, portando in poco tempo alla riproposizione delle precedenti disposizioni legislative. Obbiettivo finale della ricerca è, dunque, quello di approfondire e descrivere le dinamiche economiche e produttive presenti all’interno dell’industria documentaria, offrendo un quadro dettagliato delle diverse istanze che concorsero alla formazione di questa industria, all’emergere delle problematiche che la caratterizzarono e, infine, alle circostanze che ne favorirono lo sviluppo

    Dinamiche del ricordo e della rimozione. L’eccidio delle Fosse Ardeatine nelle opere documentarie e cinegiornalistiche italiane

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    La nostra analisi si focalizzerà su un corpus di testi filmici, realizzati nel decennio 1945-1955, che affrontano l’eccidio delle Fosse Ardeatine, diventato simbolo nazionale della lotta anti-fascista e degli orrori perpetrati dalle forze di occupazione. Data la vasta produzione che affronta, in maniera più o meno tangente, l’episodio, la nostra intenzione è quella di proporre una ricerca introduttiva. Nonostante i numerosi studi intorno al testo filmico, abbiamo ritenuto opportuno concentrarci prevalentemente, per quanto concerne il cinema documentario, su Giorni di gloria, per due motivazioni principali. Da un lato è il primo fi lm a trattare esplicitamente l’episodio delle Ardeatine, dall’altro proprio le sequenze girate all’interno delle Fosse – nonché le riprese relative al processo Caruso e al linciaggio di Carretta – rivestono un ruolo fondamentale nelle successive opere di non-fi ction che affrontano l’argomento

    La censura cinematografica nel cinema documentario. I "mondo movie" e il filone africano, alcuni casi di studio.

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    In the present essay, I will investigate the role of censorship in Italian Mondo films made in the 1960s and 1970s, such as Africa addio (1966, Gualtiero Jacopetti, Franco Prosperi), Africa segreta (1969, Angelo Castiglioni, Alfredo Castiglioni, Guido Guerrasio), Africa ama (1971, Angelo Castiglioni, Alfredo Castiglioni, Guido Guerrasio). In particular, I will focus my analysis on the works made by Angelo and Alfredo Castiglioni with Guido Guerrasio. In addition to their relationship with censorship boards, their film – despite some similarities with Mondo genre – demonstrates the attempt to elaborate a different project in the subgenre dedicated to the African continent

    L’occupazione anglo-americana e la ‘questione triestina’: Cinegiornali e documentari italiani del secondo dopoguerra.

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    Tra il 1945 e il 1954 Trieste e una parte dei territori della Venezia Giulia furono amministrati dall’Allied Military Government of Occupied Territories (AMGOT). La produzione documentaria e cinegiornalistica che racconta quel particolare periodo storico si offre oggi come strumento importante per analizzare e individuare le diverse forme di costruzione di una memoria nazionale condivisa. In particolare, la ricerca pone l’attenzione sui cinegiornali prodotti da La Settimana Incom e Nuova Luce, nonché sui documentari realizzati sotto l’egida dello United States Information Service, con lo scopo di individuare le caratteristiche principali del racconto storico offerto. I testi filmici presi in esame mostrano come, attraverso un processo selettivo e parziale del trascorso storico, venga definito e ridefinito il recente contesto bellico, favorendo un oblio dialogico ed estromettendo dal discorso qualsiasi senso di responsabilità nazionale. Inoltre, la ricostruzione storiografica e narrativa offerta dalle opere oggetto della ricerca se, da un lato, rafforza e promuove l’identità nazionale, dall’altro accentua la contrapposizione politica e ideologica tra il blocco occidentale e i paesi del Patto di Varsavia. In conclusione, la ricerca mostra il ruolo assunto da queste opere nella descrizione delle vicende del confine orientale, evidenziandone la natura politica e sottolineando la funzione svolta dalla produzione audiovisiva del secondo dopoguerra nel promuovere la costruzione di una “memoria istituzionale”

    Dinamiche del ricordo e della rimozione. L’eccidio delle Fosse Ardeatine nelle opere documentarie e cinegiornalistiche italiane (1945-1955)

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    Il contributo si concentra sul cinema di non fiction che tratta dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Dai documentari Giorni di gloria (Serandrei, Visconti, De Santis, Pagliero, 1945) e Dieci anni della nostra vita (Marcellini, 1953) ai cinegiornali. L’intento è riflettere sul ruolo che queste produzioni ricoprono nel modellare la memoria culturale e le narrazioni traumatiche. I film documentari del dopo-guerra assumono la forma di mediatori tra storia, memoria e politica, strumenti atti a contribuire alla definizione e ridefinizione dei caratteri identitari degli italiani

    "Delirium Day": A nationwide point prevalence study of delirium in older hospitalized patients using an easy standardized diagnostic tool

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    Background: To date, delirium prevalence in adult acute hospital populations has been estimated generally from pooled findings of single-center studies and/or among specific patient populations. Furthermore, the number of participants in these studies has not exceeded a few hundred. To overcome these limitations, we have determined, in a multicenter study, the prevalence of delirium over a single day among a large population of patients admitted to acute and rehabilitation hospital wards in Italy. Methods: This is a point prevalence study (called "Delirium Day") including 1867 older patients (aged 65 years or more) across 108 acute and 12 rehabilitation wards in Italian hospitals. Delirium was assessed on the same day in all patients using the 4AT, a validated and briefly administered tool which does not require training. We also collected data regarding motoric subtypes of delirium, functional and nutritional status, dementia, comorbidity, medications, feeding tubes, peripheral venous and urinary catheters, and physical restraints. Results: The mean sample age was 82.0 ± 7.5 years (58 % female). Overall, 429 patients (22.9 %) had delirium. Hypoactive was the commonest subtype (132/344 patients, 38.5 %), followed by mixed, hyperactive, and nonmotoric delirium. The prevalence was highest in Neurology (28.5 %) and Geriatrics (24.7 %), lowest in Rehabilitation (14.0 %), and intermediate in Orthopedic (20.6 %) and Internal Medicine wards (21.4 %). In a multivariable logistic regression, age (odds ratio [OR] 1.03, 95 % confidence interval [CI] 1.01-1.05), Activities of Daily Living dependence (OR 1.19, 95 % CI 1.12-1.27), dementia (OR 3.25, 95 % CI 2.41-4.38), malnutrition (OR 2.01, 95 % CI 1.29-3.14), and use of antipsychotics (OR 2.03, 95 % CI 1.45-2.82), feeding tubes (OR 2.51, 95 % CI 1.11-5.66), peripheral venous catheters (OR 1.41, 95 % CI 1.06-1.87), urinary catheters (OR 1.73, 95 % CI 1.30-2.29), and physical restraints (OR 1.84, 95 % CI 1.40-2.40) were associated with delirium. Admission to Neurology wards was also associated with delirium (OR 2.00, 95 % CI 1.29-3.14), while admission to other settings was not. Conclusions: Delirium occurred in more than one out of five patients in acute and rehabilitation hospital wards. Prevalence was highest in Neurology and lowest in Rehabilitation divisions. The "Delirium Day" project might become a useful method to assess delirium across hospital settings and a benchmarking platform for future surveys
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