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    Manifestazioni cutanee correlate al trattamento con imatinib mesilato in pazienti affetti da dermatofibrosarcoma protuberans

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    L\u2019Imatinib mesilato \ue8 un analogo dell\u2019adenosina trifosfato, in grado di agire come inibitore selettivo di PDGFbeta e dell\u2019oncogene ad attivit\ue0 tirosino-chinasica Bcr-Abl. E\u2019 indicato nel trattamento della leucemia mieloide cronica e di tumori gastrointestinali di derivazione stromale, gliomi, microcitomi. Sono inoltre stati recentemente riportati risultati favorevoli nel trattamento di casi di dermatofibrosarcoma protuberans (DP) plurirecidivati, metastatici o non aggredibili chirurgicamente. Il razionale del suo utilizzo \ue8 basato sulla dimostrazione, nella pressoch\ue8 totalit\ue0 dei casi di DP (che \ue8 un tumore fibroblastico intradermico, classificabile nei sarcomi a basso grado di malignit\ue0) di specifiche anomalie cromosomiche che coinvolgono i cromosomi 17 e 22, e portano ad una fusione dei geni per la catena alfa1 del collagene di tipo I (posta sul cromosoma 17) e la subunit\ue0 beta del Platelet-derived-Growth-factor (PDGFbeta), posta sul cromosoma 22. Il prodotto di tale fusione consiste nella forma attiva del PDGFbeta e costituisce pertanto il bersaglio per l\u2019attivit\ue0 dell\u2019Imatinib mesilato Nella nostra esperienza, tale farmaco si \ue8 dimostrato efficace nell\u2019indurre un\u2019ottima risposta clinica in tre pazienti affetti da dermatofibrosarcoma protuberans con estesissime lesioni (localizzate rispettivamente in regione presternale, alla radice della coscia sinistra e alla gamba destra) ampiamente infiltranti il sottocutaneo, per le quali non era possibile un trattamento chirurgico radicale (due casi) o plurirecidivate dopo chirurgia (1 caso). Il trattamento \ue8 stato discretamente tollerato da tutti i pazienti, che hanno per\uf2 sviluppato curiose manifestazioni collaterali a livello cutaneo. In tutti i casi trattati \ue8 comparso un cospicuo edema localizzato alle palpebre bilateralmente, apparentemente non associato ad alterazioni dell\u2019equilibrio idro-elettrolitico. In un paziente, inoltre, dopo circa tre mesi dall\u2019inizio del trattamento abbiamo osservato la repentina comparsa di numerosi nevi di Sutton al dorso, che si sono estesi rapidamente, esitando in poche settimane in aree ipocromiche tondeggianti con totale scomparsa della maggior parte delle lesioni neviche precedentemente presenti. Per quanto ci risulta non esistono finora segnalazioni in letteratura di tale fenomeno, anche se sono stati descritti alcuni casi di ipopigmentazione generalizzata in pazienti affetti da leucemia mieloide cronica trattati con Imatinib, probabilmente da attribuire ad una interazione tra tale farmaco e l\u2019oncogene C-kit, che \ue8 noto avere un ruolo di spicco nei fenomeni di melaninogenesi

    Patologie dermatologie e rischio di neoplasia in pazienti portatori di trapianto di rene: revisione della casistica torinese

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    L\u2019insufficienza renale cronica determina la comparsa di specifiche alterazioni cutanee; cute e rene sono, infatti, complementari nella funzione emuntoria e nel mantenimento dell\u2019omeostasi idro-elettrolitica, termica e della pressione arteriosa. Con il ripristino della funzionalit\ue0 renale conseguente al trapianto, molte di queste condizioni patologiche vanno incontro a regressione. Tuttavia \ue8 noto dalla letteratura che altre patologie, quali le infezioni o le neoplasie della cute, si manifestano nei soggetti portatori di trapianto con frequenza maggiore rispetto alla popolazione non trapiantata. Scopo di questo lavoro \ue8 valutare su una casistica di pazienti sottoposti a trapianto di rene presso il Centro Trapianti di Torino, l\u2019effettiva incidenza di neoplasie cutanee e di altre patologie di competenza dermatologica e la correlazione tra queste, il tipo e la durata del trattamento immunosoppressivo e gli altri fattori di rischio endogeni ed esogeni; i dati sono stati elaborati mediante analisi univariata e multivariata. Sono stati presi in considerazione complessivamente 283 pazienti (175 maschi e 108 femmine), sottoposti a trapianto di rene tra il 1974 e il 2009. L\u2019et\ue0 mediana al trapianto era di 50 anni (range 11-76). Al momento della visita dermatologica di controllo l\u2019et\ue0 mediana era di 58 anni (range 23-82), mentre il tempo mediano intercorso dalla data del trapianto era di 7,2 anni. Per tutti i pazienti \ue8 stata valutata il tipo e la durata della terapia immunosoppressiva e la presenza di altri eventuali fattori di rischio endogeni (fototipo, familiarit\ue0\u2026) o esogeni (esposizione solare o a fonti artificiali di UV professionale o ricreativa, pregresse ustioni\u2026). In quattro pazienti all\u2019anamnesi risultava l\u2019exeresi di una neoplasia cutanea (3 epiteliomi, 1 melanoma) precedente il trapianto; altri 99 (34.5%) al momento della visita sono risultati affetti da una precancerosi (8) o una neoplasia (66 epiteliomi, 8 melanomi, 17 altre) insorta nel periodo successivo al trapianto. I melanomi erano prevalentemente \u201cin situ\u201d o sottili; tra gli epiteliomi, l\u2019istotipo spinocellulare era rappresentato pi\uf9 frequentemente rispetto alla popolazione non trapiantata e costituiva il 33.3% delle diagnosi. Per entrambe le neoplasie, le sedi pi\uf9 colpite erano quelle fotoesposte e i soggetti con maggior rischio erano quelli di et\ue0 pi\uf9 avanzata, con fototipo chiaro o anamnesi positiva per ustioni solari. Nel 12.4% dei pazienti sono state diagnosticate infezioni cutanee; queste erano nella maggior parte dei casi rappresentate da patologie virali (verruche, molluschi contagiosi) o micotiche (onicomicosi) di scarsa rilevanza clinica e comunque non tali da rendere necessaria la modificazione del trattamento immunosoppressivo. Le patologie cutanee infiammatorie croniche e autoimmuni erano scarsamente rappresentate, probabilmente come conseguenza di un ruolo terapeutico indiretto svolto dalla terapia immunosoppressiva. Anche per quanto riguarda gli effetti secondari di competenza dermatologica conseguenti alla terapia antirigetto non sono state osservate manifestazioni di particolare rilievo; il farmaco pi\uf9 frequentemente implicato era il cortisone e l\u2019effetto pi\uf9 comunemente osservato la follicolite. In conclusione, la nostra esperienza conferma la necessit\ue0 di un adeguato follow-up dermatologico per i pazienti sottoposti a trapianto di rene; i tempi e le modalit\ue0 dei controlli devono per\uf2 essere valutati prendendo in considerazione non solo la durata e il tipo di terapia immunosoppressiva ma anche le caratteristiche fenotipiche del paziente e la presenza di altri eventuali fattori di rischio

    Efficacy, safety, and drug survival of IL-23, IL-17, and TNF-alpha inhibitors for psoriasis treatment: a retrospective study

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    Background Real-life studies in psoriasis are lacking. Many monoclonal antibodies targeting tumor-necrosis factor (TNF)-alpha, interleukin 17, and 23 are approved drugs for psoriasis treatment. Objectives To compare the short and long-term efficacy, safety, and drug survival of anti TNF-alpha, anti-IL-17, and anti-IL-23 in a large case series. Methods Psoriasis area severity index (PASI) and retention rates for adalimumab, secukinumab, guselkumab, ixekizumab, and brodalumab were analised. Results A total of 263 patients were randomly selected among the five drugs register of the patients attending the Psoriasis Unit at the Turin University Hospital. The mean PASI at baseline was 14.3. Ixekizumab showed a significantly higher efficacy profile compared to other drugs in terms of PASI90 and PASI100 at week 12, 24, and week 48 even when adjusted for other confounding factors. This superiority was not followed by an expected higher drug survival. On the contrary, secukinumab was the only drug that showed a higher drug survival among bio-naïve patients

    Recurrent herpes labialis and Herpes simplex virus-1 genitalis: what is the link?

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    Recently, Herpes simplex virus (HSV)-1 seroprevalence declined among adolescents, rendering young people lacking HSV-1 antibodies more susceptible to genital HSV-1 acquisition, if sexually exposed. The aim of the present study was to identify the possible risk factors for the development of HSV-1 related Herpes genitalis (HG)

    Sharing Patient and Clinician Experiences of Moderate-to-Severe Psoriasis: A Nationwide Italian Survey and Expert Opinion to Explore Barriers Impacting upon Patient Wellbeing

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    A nationwide survey was conducted in adult patients with psoriasis (PsO) across Italy to obtain their real-world perspective of the impact of PsO on their wellbeing. Patients completed a 26-question survey (based on the patient benefit index; PBI, The Dermatology Life Quality Index; DLQI and the World Health Organization-five; WHO-5 wellbeing index) and workshop discussion sessions were undertaken by dermatologists to interpret results from the survey. 392 patients with PsO completed the survey. Analysis of results was restricted to patients who had moderate-to-severe plaque psoriasis (assessed by patients; n = 252; 64.3%). Dermatologists (n = 32) completed one question from the survey related to wellbeing and rated social, physical and mental domains as contributing to a similar extent, with comparable scores also observed by patients. For treatment, biologics yielded higher scores on average, whereas little difference was observed between topical and conventional systemic treatments. Only 23.8% of patients felt that their dermatologist was taking into consideration their wellbeing and 32.6% of the patients considered their therapy as inadequate in improving signs and symptoms of the disease. This survey identified key factors contributing to barriers impacting on patient wellbeing. Simple, but comprehensive questionnaires can provide important insight to patients' needs that may significantly increase clinician awareness during visits leading to tailored treatment

    Time trend analysis (2009-2016) of antimicrobial susceptibility in Neisseria gonorrhoeae isolated in Italy following the introduction of the combined antimicrobial therapy

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    INTRODUCTION: Neisseria gonorrhoeae (NG) antimicrobial susceptibility trends to azithromycin, cefixime and ceftriaxone were analyzed, from 2009 to 2016, to monitor changing antimicrobial susceptibility concomitant with the change in prescribing practice in 2012 from cefixime, or ceftriaxone, to ceftriaxone plus azithromycin. Patient characteristics predictive to be infected by antibiotic resistant N. gonorrhoeae were estimated. Finally, the protocol for the treatment of gonorrhoea, in comparison with the international guidelines, was also evaluated. MATERIALS AND METHODS: Data on NG antimicrobial resistance were obtained from a network of sexually transmitted diseases clinics and other laboratories in 12 cities in Italy. We tested the 1,433 gonococci for antimicrobial susceptibility to azithromycin, cefixime and ceftriaxone using a gradient diffusion method. Logistic-regression methods with cluster robust standard errors were used to investigate the association of resistance categories with demographic and clinical patient characteristics and to assess changes in prescribing practices. To minimize bias due to missing data, all statistical models were fitted to data with forty rounds of multiple imputation, using chained equations. RESULTS: The percentage of isolates resistant to cefixime was 17.10% in 2009 and declined up to 1.39% in 2016; at the same time, those resistant to azithromycin was 23.68% in 2009 and 3.00% in 2012. Starting from 2013, azithromycin resistant gonococci tended to increase up to 7.44% in 2016. No ceftriaxone resistant isolates were observed. By multivariate analysis, the men who have sex with women (MSW) and women had a proportional adjusted OR of resistance of 1.25 (95%CI: 0.90; 1.73) and 1.67 (95%CI: 1.16; 2.40), respectively, in comparison with men who have sex with men (MSM). An aOR of resistance of 0.48 (95%CI: 0.21; 1.12) among NG isolated in the pharynx, compared with those isolated in genital sites, was calculated. The proportional aOR of resistance was 0.58 (95%CI: 0.38; 0.89) for presence vs absence of co-infection and 2.00 (95%CI: 1.36; 2.96) for past history vs no history of gonorrhoea.Finally, at least for the period 2013-2016, the older, subjects with anorectal or pharyngeal gonorrhoea infection, subjects with a co-infection, subjects with a previous gonorrhoea infection were not always correctly treated. CONCLUSIONS: Overall, our findings suggest the shifts in N. gonorrhoeae susceptibility to cefixime and azithromycin in the time frame period. First of all, the increasing rate of azithromycin resistance in 2015-2016 in NG isolated in the country need to be monitor in the future. Finally, extensive information on treatment regimens may be useful to asses treatment adherence particularly for the older subjects, subjects with an anorectal or pharyngeal infection, subjects with a co-infection and subjects with a previous history of gonorrhoea. Gonorrhoea treatment strategy should be based on the evidence obtained by the local antimicrobial surveillance system and data about treatment failure
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