107 research outputs found

    Incremental Peritoneal Dialysis Favourably Compares with Hemodialysis as a Bridge to Renal Transplantation

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    Background. The value of incremental peritoneal dialysis (PD) as a bridge to renal transplantation (Tx) has not been specifically addressed. Methods. All consecutive Stage 5 CKD patients with at least 1 year predialysis followup, starting incremental PD or HD under our care and subsequently receiving their first renal Tx were included in this observational cohort study. Age, gender, BMI, underlying nephropathy, residual renal function (RRF) loss rate before dialysis and RRF at RRT start, comorbidity, RRT schedules and adequacy measures, dialysis-related morbidity, Tx waiting time, RRF at Tx, incidence of delayed graft function (DGF), in-hospital stay for Tx, serum creatinine at discharge and one year later were collected and compared between patients on incremental PD or HD before Tx. Results. Seventeen patients on incremental PD and 24 on HD received their first renal Tx during the study period. Age, underlying nephropathy, RRF loss rate in predialysis, RRF at the start of RRT and comorbidity did not differ significantly. While on dialysis, patients on PD had significantly lower epoetin requirements, serum phosphate, calciumxphosphate product and better RRF preservation. Delayed graft function (DGF) occurred in 12 patients (29%), 1 on incremental PD and 11 on HD. Serum creatinine at discharge and 1 year later was significantly higher in patients who had been on HD. Conclusions. In patients receiving their first renal Tx, previous incremental PD was associated with low morbidity, excellent preservation of RRF, easier attainment of adequacy targets and significantly better immediate and 1-year graft function than those observed in otherwise well-matched patients previously treated with HD

    Reliability of the Performance of Upper Limb assessment in Duchenne muscular dystrophy

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    Abstract The Performance of Upper Limb was specifically designed to assess upper limb function in Duchenne muscular dystrophy. The aim of this study was to assess (1) a cohort of typically developing children from the age of 3 years onwards in order to identify the age when the activities assessed in the individual items are consistently achieved, and (2) a cohort of 322 Duchenne children and young adults to establish the range of findings at different ages. We collected normative data for the scale validation on 277 typically developing subjects from 3 to 25 years old. A full score was consistently achieved by the age of 5 years. In the Duchenne cohort there was early involvement of the proximal muscles and a proximal to distal progressive involvement. The scale was capable of measuring small distal movements, related to activities of daily living, even in the oldest and weakest patients. Our data suggest that the assessment can be reliably used in both ambulant and non ambulant Duchenne patients in a multicentric setting and could therefore be considered as an outcome measure for future trials

    De sancto Ypolito

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    Enea Silvio Piccolomini, Historia Gothorum, a cura di F. Sivo

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    Verso la fine del 1452 o, più probabilmente, agli inizi del 1453, Enea Silvio Piccolomini inviava da Vienna al cardinale Giovanni di Carvajal la copia di uno scritto appena portato a termine: l’Historia Gothorum, un’epitome dei Getica dello storiografo Giorda ne (VI sec.), di cui qui si propone la prima edizione critica, fondata sull’esame completo dei sei testimoni manoscritti superstiti e dell’unica edizione a stampa, apparsa a Francoforte nel 1730. Nella lettera di accompagnamento, l’allora vescovo di Siena, in missione diplomatica nella capitale austriaca, spiegava le circostanze e le ragioni che ne avevano propiziato la redazione: il fortuito ritrovamento, nella biblioteca del monastero benedettino di Goettweig, nella Bassa Austria, di un esemplare dell’opera altomedievale, e la curiositas che da tempo lo sollecitava ad approfondire, sulla base di autorevoli testimonianze scritte, la conoscenza della storia del popolo goto, su cui circolavano notizie imprecise e inadeguate; una curiositas che non aveva ancora soddisfatto, non essendo riuscito a procurarsi il De bello Italico adversus Gothos gesto libri quattuor di Leonardo Bruni, e che gli consentì di ampliare le proprie conoscenze storiche, considerate come un patrimonio di erudizione di grande importanza su cui fondare la sua intensa attività diplomatica e la sua futura politica pontificia, all’interno della quale la lotta contro i Turchi avrebbe assunto un ruolo centrale. Il grande interesse dell’umanista per le vicende del passa to e per la storia dei popoli si inseriva peraltro in un pluriennale, denso impegno di studio e di scrittura che, tra il 1450 e il 1458, si concretizzò nella stesura di numerose opere di contenuto pedagogico- formativo, storiografico e geografico

    La curiositas di Enea Silvio Piccolomini per la storia dei popoli: l’Historia Gothorum tra imitazione, travisamenti e spunti innovativi

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    Tra il 1450 e il 1458, Enea Silvio Piccolomini compose numerosi scritti di contenuto pedagogico formativo, storiografico e geografico, tra i quali si annovera anche un’epitome dei Getica di Giordane, redatta dopo il ritrovamento, nel monastero benedettino di Göttweig, di un esemplare dell’opera altomedievale. Si tratta dell’Historia Gothorum, edita per la prima volta (SISMEL - Edizioni del Galluzzo, Firenze 2021) sulla base dei sei codici superstiti e dell’unica edizione a stampa (Francoforte 1730). Il presente contributo prende in esame le circostanze e le motivazioni che condussero alla redazione dell’epitome, per poi focalizzare l’attenzione sulla sua articolazione contenutistica e, soprattutto, sulle modalità compositive adottate dall’umanista, tra imitazione, travisamenti e qualche spunto di originalità

    Elementi classici e cristiani nella "Novissima linguarum methodus" di Comenio

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    Il presente contributo ha come oggetto la trattazione analitica dei fondamenti dell’'ars didactica', illustrata da Jan Amos Komensky nel capitolo 10 della "Novissima linguarum methodus". Partendo dall’esame dei requisiti principali dell’arte dell’insegnamento e dell’apprendimento enunciati dal pedagogo boemo, si ci sofferma su alcuni aspetti significativi del processo educativo, quali il rapporto tra maestro e discepolo, i compiti del precettore modello e le peculiarità del buon allievo. L’analisi condotta si fonda sull’individuazione del ricco patrimonio di idee, precetti, motivi, suggestioni già presenti nelle opere di autori classici e cristiani (e in seguito ripresi da autori di età medievale e umanistica), che Comenio recupera e rielabora nella formulazione del proprio “metodo nuovissimo”. In particolare, si pongono a confronto le esperienze di insegnamento di Comenio e Quintiliano, ravvisando numerosi punti di concordanza tra il pensiero pedagogico comeniano e quello elaborato dal retore latino nell’"Institutio oratoria"

    Gaufridus Maior

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    Bibliografia classica

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