60 research outputs found

    Transgenic Mice for a Tamoxifen-Induced, Conditional Expression of the Cre Recombinase in Osteoclasts

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    Background: Studies on osteoclasts, the bone resorbing cells, have remained limited due to the lack of transgenic mice allowing the conditional knockout of genes in osteoclasts at any time during development or adulthood. Methodology/Principal Finding: We report here on the generation of transgenic mice which specifically express a tamoxifen-inducible Cre recombinase in osteoclasts. These mice, generated on C57BL/6 and FVB background, express a fusion Cre recombinase-ERT2 protein whose expression is driven by the promoter of cathepsin K (CtsK), a gene highly expressed in osteoclasts. We tested the cellular specificity of Cre activity in CtsKCreERT2 strains by breeding with Rosa26LacZ reporter mice. PCR and histological analyses of the CtsKCreERT2LacZ positive adult mice and E17.5 embryos show that Cre activity is restricted largely to bone tissue. In vitro, primary osteoclasts derived from the bone marrow of CtsKCreERT2+/2LacZ+/2 adult mice show a Cre-dependent b-galactosidase activity after tamoxifen stimulation

    DIA1R Is an X-Linked Gene Related to Deleted In Autism-1

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    Background: Autism spectrum disorders (ASDs) are frequently occurring disorders diagnosed by deficits in three core functional areas: social skills, communication, and behaviours and/or interests. Mental retardation frequently accompanies the most severe forms of ASDs, while overall ASDs are more commonly diagnosed in males. Most ASDs have a genetic origin and one gene recently implicated in the etiology of autism is the Deleted-In-Autism-1 (DIA1) gene. Methodology/Principal Findings: Using a bioinformatics-based approach, we have identified a human gene closely related to DIA1, we term DIA1R (DIA1-Related). While DIA1 is autosomal (chromosome 3, position 3q24), DIA1R localizes to the X chromosome at position Xp11.3 and is known to escape X-inactivation. The gene products are of similar size, with DIA1 encoding 430, and DIA1R 433, residues. At the amino acid level, DIA1 and DIA1R are 62 % similar overall (28 % identical), and both encode signal peptides for targeting to the secretory pathway. Both genes are ubiquitously expressed, including in fetal and adult brain tissue. Conclusions/Significance: Examination of published literature revealed point mutations in DIA1R are associated with X-linked mental retardation (XLMR) and DIA1R deletion is associated with syndromes with ASD-like traits and/or XLMR. Together, these results support a model where the DIA1 and DIA1R gene products regulate molecular traffic through the cellular secretory pathway or affect the function of secreted factors, and functional deficits cause disorders with ASD-lik

    Traslazioni dalla teoria al progetto

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    Questo saggio illustra la complessit\ue0 del rapporto che esiste tra teoria dell\u2019architettura, progetto e architettura realizzata. L\u2019argomento, data la sua vastit\ue0, viene affrontato solo parzialmente, tracciandone alcuni aspetti generali e soffermandosi su alcuni casi particolari. Il libro risulta dalla elaborazione di scritti prodotti in varie occasioni abbastanza diverse tra di loro: lezioni, seminari, riunioni. Sebbene gli scritti appartengano a tempi talora distanti tra loro, essi sono attraversati da medesimi filoni di pensiero. Uno di essi \ue8 la questione, a nostro avviso, fondamentale, dello svuotamento di contenuto metaforico e simbolico cui l\u2019architettura \ue8 soggetta. Rispetto a questa tematica culturale, che certo non riguarda solo l\u2019architettura ma \ue8 generale, le riflessioni elaborate da Edmund Husserl e Martin Heidegger rimangono centrali e sempre pi\uf9 valide rispetto a una cultura che accresce incessantemente il suo atteggiamento tecnocratico. Numerose questioni in cui si dibatte la progettazione architettonica contemporanea non possono essere correttamente affrontate se non alla luce delle meditazioni di questi pensatori. Ci riferiamo all\u2019avvento delle tecnologie informatiche, alla pragmatizzazione del progetto di architettura, ai sempre pi\uf9 frequenti tentativi \u2013 vedi valutazione di impatto ambientale, certificazioni di qualit\ue0, analisi costi-benefici \u2013- di inscrivere il progetto in una dimensione quantitativa e misurabile e, illusoriamente, razionalizzabile. Per questi fini risulta fondamentale enucleare alcune tappe particolarmente significative nell\u2019evoluzione del pensiero architettonico. In relazione a ci\uf2 un secondo filone di pensiero permea lo sviluppo di questo testo: \ue8 quello che riconosce queste tappe sintomatiche nei contributi di Leon Battista Alberti, Claude Perrault e Jean Nicolas Luis Durand. Rimane nostra convinzione che solo un appropriato riconoscimento delle loro posizioni pu\uf2 proficuamente introdurre il dibattito sul progetto di architettura contemporaneo. Il primo capitolo affronta un argomento relativamente circoscritto: il rapporto che esiste tra princ\uecpi costitutivi e progetto, tracciando, per sommi capi, il percorso che conduce dai princ\uecpi fino alla costruzione. Nel secondo capitolo lo stesso tema viene riproposto ma, questa volta, non nella sua essenzialit\ue0; di esso, piuttosto, si indagano le complicazioni, contaminazioni e specificit\ue0. Quanto era stato linearmente descritto nel primo capitolo viene, nel secondo, problematizzato. Il terzo capitolo affronta un tema pi\uf9 specifico e sposta l\u2019attenzione anche sul modo rappresentativo dell\u2019architettura. In questo capitolo \ue8 descritta una questione centrale e sintomatica dei riflessi teorici sulla rappresentazione architettonica, quella della \uablinearit\ue0\ubb. Il quarto capitolo \ue8 quello che, pi\uf9 di tutti, affronta le traslazioni di pensiero dalla cultura generale alla progettazione architettonica, pi\uf9 che quelle pi\uf9 specifiche dalla teoria al progetto: ci\uf2 viene visto attraverso il caso della progettazione ospedaliera. Un caso locale molto specifico di traslazioni tra pensiero ed edificio, tra teoria e costruzione, quello palermitano, \ue8 l\u2019argomento dell\u2019ultimo capitolo

    Casa Marklund Oldenburg. Contrada Cavarretto - Menfi

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    Si tratta della documentazione di un edificio progettato dall'autore, il testo di commento \ue8 a cura della redazione della rivist

    Landscape Urbanism and Architecture of the Voids

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    Il paper \ue8 focalizzato sull'importanza che la nozione di "vuoto" riveste nello sviluppo del Landscape Urbanism. Vengono prese in considerazione le teorie di Secchi e Koolhaas per quanto riguarda la possibilit\ue0 di una nuova ricezione dll'idea di vuoto. Inoltre l'intervento Chass\ue9 Terrain a Breda ddegli OMa \ue8 analizzato in modo da mostrare come esso costituisce una tappa importante per i successivi progetti urbanistici.This paper is focused on the relevance of the idea of \u201cvoid\u201d for the development of landscape urbanism. The theories of Secchi and Koolhaas are considered as far as a new acceptance of void is concerned. Furthermore the highly influential Chass\ue9 Terrain intervention in Breda by OMA is analyzed in order to show how it constitutes an important root for later landscape urbanism projects. In linking the theme of \u201creappraisal of void\u201d with landscape urbanism this paper aims to contribute to a detailed understanding of landscape urbanism and its relation to the stricter realm of architecture

    Brutalismo: 4 taglie

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    Limitandosi a vedere questo ampio argomento solo in relazione all\u2019opera di Artigas, si propone di definire la nozione di Brutalismo in 4 diverse taglie. Il clich\ue9 storiografico ci propone usualmente una taglia ridotta (small) che vede il brutalismo come un \u201cmovimento omogeneo internazionale connotato dall\u2019uso del cemento armato a faccia vista\u201d. Diversi apporti recenti o tentativi di riscontro effettuati personalmente ci inducono ad utilizzare quantomeno una definizione pi\uf9 critica e problematica (medium) dove atteggiamenti, tendenze e azioni sono spesso anche contaddittori. Le reali adesioni al movimento londinese, il ruolo dei fotografi, i rapporti tra brasiliani ed europei sono in questo senso rivelatori. Si propone comunque una taglia pi\uf9 ampia (large) nella quale venga considerato il rifiuto ideologico da parte di Artigas nei confronti del New Brutalism, considerato un prodotto occidentale, alla stessa stregua di quello che lui chiamava l\u2019imperialismo di LC. Eppure nel vasto coacervo di esperienze inglesi degli anni 50 e 60 si pu\uf2 ritrovare un filo rosso che lega le due sperimentazioni: il nodo \ue8 l\u2019atteggiamento nei confronti dei sistemi proporzionali e del Modulor. Sintomatico \ue8 anche il rapporto di Artigas con l\u2019opera e la figura di Sullivan, ma soprattutto con quella di Wright, in un certo senso \u201cprimitiva\u201d e \u201crustica\u201d come lui voleva. Infine si propone una definizione estesa e contemporanea (extralarge) che tenga conto di ricerche recenti (cfr. Herzog & De Meuron, Koolhaas)

    Le giuste operazioni

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    The relationship between abstract art and architecture is briefly commented as against the research work of Lorenzo Degli Esposti's book Operazioni in arte ed in architettura. especially the conceptual work of Sol LeWitt, and Smythson is focused commenting upon its use in architectural design and namely in compositional methods

    Ponti abitati, tipologie complesse - Intervista a Michele Sbacchi

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    Si tratta di una intervista a Michele Sbacchi, docente del Workshop La casa ponte, uno dei 30 workshop estivi organizzati dalla Universit\ue0 IUAV nel 2009. Sbacchi spiega i suoi interessi di ricerca ed il suo lavoro di architetto, che lo vede impegnato nella costa sud della Sicilia. Nella seconda parte si descrive il tema del workshop e le motivazioni che hanno spinto a questa tema
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