58 research outputs found

    Branded Versus Non-Branded: Differences in Consumer Preferences

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    Although brands can signal reputation and serve as proxies for trust, consumer preferences for attributes may differ for branded and non-branded products. The authors of this paper test this hypothesis using data from a particular experiment conducted with Italian jeans’ consumers. The results indicate that consumers appear uncertain when there is an absence of a brand; non-brand-oriented consumers ascribe greater importance to the attributes of a product, with emphasis on those that relate to the product model (fit, comfort, design). Price is important for both types of consumers. Factor and cluster analyses permit identification of elements for the positioning strategies of brand and non-branded products. For marketing managers, it is important to know the consumer’s perception of the product’s characteristics and, accordingly, adopt specific communication and positioning strategie

    Frequency of left ventricular hypertrophy in non-valvular atrial fibrillation

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    Left ventricular hypertrophy (LVH) is significantly related to adverse clinical outcomes in patients at high risk of cardiovascular events. In patients with atrial fibrillation (AF), data on LVH, that is, prevalence and determinants, are inconsistent mainly because of different definitions and heterogeneity of study populations. We determined echocardiographic-based LVH prevalence and clinical factors independently associated with its development in a prospective cohort of patients with non-valvular (NV) AF. From the "Atrial Fibrillation Registry for Ankle-brachial Index Prevalence Assessment: Collaborative Italian Study" (ARAPACIS) population, 1,184 patients with NVAF (mean age 72 \ub1 11 years; 56% men) with complete data to define LVH were selected. ARAPACIS is a multicenter, observational, prospective, longitudinal on-going study designed to estimate prevalence of peripheral artery disease in patients with NVAF. We found a high prevalence of LVH (52%) in patients with NVAF. Compared to those without LVH, patients with AF with LVH were older and had a higher prevalence of hypertension, diabetes, and previous myocardial infarction (MI). A higher prevalence of ankle-brachial index 640.90 was seen in patients with LVH (22 vs 17%, p = 0.0392). Patients with LVH were at significantly higher thromboembolic risk, with CHA2DS2-VASc 652 seen in 93% of LVH and in 73% of patients without LVH (p <0.05). Women with LVH had a higher prevalence of concentric hypertrophy than men (46% vs 29%, p = 0.0003). Logistic regression analysis demonstrated that female gender (odds ratio [OR] 2.80, p <0.0001), age (OR 1.03 per year, p <0.001), hypertension (OR 2.30, p <0.001), diabetes (OR 1.62, p = 0.004), and previous MI (OR 1.96, p = 0.001) were independently associated with LVH. In conclusion, patients with NVAF have a high prevalence of LVH, which is related to female gender, older age, hypertension, and previous MI. These patients are at high thromboembolic risk and deserve a holistic approach to cardiovascular prevention

    LA GESTIONE DEI RISCHI D'IMPRESA: TECNICHE DI COPERTURA, STRUTTURA OPERATIVA E FINANZIARIA

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    Le decisioni d’impresa, poiché riguardano situazioni future, implicano incertezza, ovvero un certo grado di rischio. Le problematiche dei rischi d’impresa sono riconducibili sia alla gestione delle negoziazioni commerciali, sia all’utilizzo della leva operativa e della leva finanziaria. In particolare, nel presente capitolo sono esaminati alcuni aspetti gestionali degli scambi commerciali generatori di rischi e le tecniche di controllo e copertura degli stessi, nonché sono analizzate le determinanti fondamentali della struttura operativa d’impresa nella sua dimensione reale, correlata alle scelte di investimento, che, in quanto tali, sono poco flessibili o immodificabili nell’ambito di brevi archi temporali ed il conseguente grado di rischio relativo all’elasticità della stessa struttura operativa ; quindi, è presentata la problematica delle decisioni di configurazione della struttura finanziaria d’impresa idonea a presidiare il rischio operativo ed a fronteggiare quello finanziario; infine, le caratteristiche della struttura operativa che di quella finanziaria sono esaminate anche con particolare riferimento alle imprese operanti nei diversi settori di attività. La gestione d’impresa fronteggia costantemente, assumendo internamente o trasferendo all’esterno, differenti gradi di rischio generati dalla propria interazione con i mercati e con il contesto ambientale. Anche la più elementare impresa commerciale, concludendo contratti di compravendita sia nella fase di approvvigionamento che nella fase distributiva, definisce e concorda clausole contrattuali che possono costituire vincoli o facoltà d’azione, rispettivamente generatori o riduttrici dell’esposizione complessiva al rischio dell’impresa. Inoltre, l’azione di governo dell’impresa si configura come modifica in senso evolutivo della sua struttura operativa; quest’ultima, nella sua dimensione reale, rappresenta l’effetto delle decisioni di investimento dell’organo di governo, le quali sono normalmente identificabili nella composizione delle attività dello stato patrimoniale; esse costituiscono gli impieghi (investimenti palesi), a cui sono stati destinati i finanziamenti raccolti ed ai quali si aggiungono anche i valori non sempre emergenti dalla contabilità, quali alcuni beni immateriali ed i differenziali tra valori correnti e storico-contabili (investimenti latenti). La funzione di governo, oltre ad occuparsi della più elementare gestione operativa delle decisioni contrattuali e delle più complesse scelte strategiche di impiego, allocando opportunamente le risorse finanziarie disponibili, attua le politiche di finanziamento, interagendo con il sovra-sistema finanziario e determinando la composizione delle relative fonti di capitale. Ne deriva che la dimensione patrimoniale dell’impresa, con la connessa struttura finanziaria, è il risultato di tali decisioni di finanziamento, intese essenzialmente sia come scelta tra capitale di terzi e capitale di rischio, sia come composizione degli stessi: le risorse finanziarie possono pervenire all’azienda da diverse fonti e possono essere vincolate ad essa in forme molto varie, che si riconducono sostanzialmente alle categorie del “capitale di credito” e del “capitale proprio”

    Governo e gestione dell’impresa agro-alimentare. L’approccio sistemico vitale nella filiera dell’olio d’oliva

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    Il presente lavoro nasce con il proposito di indagare, senza la pretesa di essere esaustivi, i presupposti ed i concetti fondamentali, i metodi e le problematiche di governo e gestione delle imprese agro-alimentari, tenendo conto della maggiore complessità e delle innovazioni e mutamenti del contesto, focalizzando in particolare l’attenzione sulle imprese operanti nella filiera produttiva dell’olio d’oliva le quali, inserite nella supply chain che dal produttore giunge al consumatore, possono integrarsi in macro organizzazioni consortili con finalità commerciali. Il lavoro è frutto delle attività di ricerca svolte presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Bari, sotto la direzione del Prof. Vito Stasolla e la guida indispensabile del Prof. Mario Scicutella. Gli argomenti trattati sviluppano anche alcuni spunti di riflessione emersi nell’ambito di preziose opportunità di incontro generosamente concesse dal Prof. Gaetano M. Golinelli, la cui opera rappresenta il riferimento scientifico basilare del lavoro
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