46 research outputs found

    The ROSAT Deep Cluster Survey: the X-ray Luminosity Function out to z=0.8

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    We present the X-ray Luminosity Function (XLF) of the ROSAT Deep Cluster Survey (RDCS) sample over the redshift range 0.05-0.8. Our results are derived from a complete flux-limited subsample of 70 galaxy clusters, representing the brightest half of the total sample, which have been spectroscopically identified down to the flux limit of 4*10^{-14} erg/cm^2/s (0.5-2.0 keV) and have been selected via a serendipitous search in ROSAT-PSPC pointed observations. The redshift baseline is large enough that evolutionary effects can be studied within the sample. The local XLF (z < 0.25) is found to be in excellent agreement with previous determinations using the ROSAT All-Sky Survey data. The XLF at higher redshifts, when combined with the deepest number counts constructed to date (f>2*10^{-14} arg/cm^2/s), reveal no significant evolution at least out to z=0.8, over a luminosity range 2*10^{42}-3*10^{44} erg/s in the [0.5-2 keV] band. These findings extend the study of cluster evolution to the highest redshifts and the faintest fluxes probed so far in X-ray surveys. They complement and do not necessarily conflict with those of the Einstein Extended Medium Sensitivity Survey, leaving the possibility of negative evolution of the brightest end of the XLF at high redshifts.Comment: 12 pages, 4 figures, LaTeX (aasms4.sty). To appear in ApJ Letter

    La sicurezza spaziale via sorveglianza dello spazio e tracciamento di oggetti naturali ed artificiali e monitoraggio e previsione dello stato fisico dello spazio e degli ambienti planetari (Space Weather): il contributo nazionale

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    Contributo dato nella primavera del 2019 al "Gruppo di Consulenza e Coordinamento, del Dipartimento per la Formazione Superiore e la Ricerca, per il Nuovo Piano Nazionale della Ricerca (PNR) per le Proposte e Strategie Nazionali e per Horizon Europee 2021-2027 (coordinato dai Prof. Giuseppe Valditara, Dott. Paolo Branchini e Prof. Andrea Lenzi)" Area 9: Space and Aeronautics coordinata dal Prof. Ezio Bussoletti.Il presente documento, di cui gli autori costituiscono il “Board editoriale”, presenta una sintesi delle attività del Paese nel campo della Sicurezza dello Spazio, effettuate dallo spazio e da Terra. I dati citati sono estratti principalmente dal Piano Triennale e dal Documento di Vision dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), predisposti attraverso protocolli di consultazione con gli organismi e le articolazioni dell’Ente, e dai documenti nazionali ed internazionali di "roadmap" redatti con un ampio coinvolgimento di tutta la comunità di riferimento nel campo spaziale e terrestre (si stimano molte centinaia di ricercatori fra INAF, svariati altri Enti di Ricerca, Università e organizzazioni in ambito miltare)

    Apparecchiature e strumentazioni locate nelle strutture dello Istituto Nazionale di Astrofisica utilizzabili nell’ambito dei programmi spaziali

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    Viene presentata una ricognizione, il più possibile completa, delle apparecchiature e strumentazioni di potenziale interesse per lo sviluppo di progetti spaziali presenti nelle strutture dello Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) o nelle sezioni INAF presso le Università. I principali obiettivi della ricognizione sono: a) incrementare la conoscenza delle risorse distribuite nelle varie strutture e del loro stato; b) ottimizzare l'uso delle risorse già disponibili presso INAF (o nelle sezioni universitarie associate); c) incentivare la collaborazione tra gruppi INAF operanti nel settore spazio; d) identificare apparecchiature e strumentazioni che potenzialmente potrebbero essere usate per attività in conto terzi. Le 86 schede illustrative delle apparecchiature e strumentazioni di maggiore interesse rispondono a poche semplici domande: a) Tipologia e luogo dove è presente l’apparecchiatura e/o strumentazione; b) Descrizione succinta; c) Caratteristiche Tecniche; d) Se e per cosa è stata usata in passato; e) Anno di costruzione, ammodernamenti successivi e stato attuale; f) Eventuali altre informazioni di interess

    Astrofisica, Cosmologia, Fisica Fondamentale e Fisica del Sistema Solare dallo Spazio: il contributo nazionale

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    Contributo dato nella primavera del 2019 al "Gruppo di Consulenza e Coordinamento, del Dipartimento per la Formazione Superiore e la Ricerca, per il Nuovo Piano Nazionale della Ricerca (PNR) per le Proposte e Strategie Nazionali e per Horizon Europee 2021-2027 (coordinato dai Prof. Giuseppe Valditara, Dott. Paolo Branchini e Prof. Andrea Lenzi)" Area 9: Space and Aeronautics coordinata dal Prof. Ezio Bussoletti.Il presente documento, di cui gli autori costituiscono il “Board editoriale”, presenta una sintesi delle attività del Paese nell'esplorazione del Sistema Solare e nell'osservazione dell’Universo effettuate dallo Spazio. I dati citati sono estratti principalmente dal Piano Triennale e dal Documento di Vision dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), predisposti attraverso protocolli di consultazione con gli organismi e le articolazioni dell’Ente, e con un ampio coinvolgimento di tutta la comunità di riferimento in campo spaziale (si stima circa 1500 ricercatori fra INAF, che di norma è capofila delle iniziative, e svariati altri Enti di Ricerca e Università)

    Attività "spaziali" dell'INAF nei campi della Fisica del Sistema Solare, dell'Astrofisica e della Cosmologia

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    Il materiale riportato in questo documento (46 missioni spaziali, 21 programmi di ricerca e sviluppo e 6 attività di “supporto”) rappresenta uno spaccato succinto delle attività/progetti “spaziali” dell’INAF nei campi della Fisica del Sistema Solare, dell’Astrofisica e della Cosmologia aggiornato a Maggio 2020

    Investigating the origin of X-ray variability through XMM-Newton and WISE data

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    An efficient diagnostic method to find local (z<0.1) Compton-thick AGN consists in selecting sources characterized by hard X-ray colors and low X-ray to mid-IR flux ratio (HR vs. F_{X}/F_{IR}). This has been done efficiently in the past using 2XMM and IRAS data (Severgnini et al. 2012). I will here summarize my master thesis work, in which I tested the stability of the method outlined above using the latest 3XMM and WISE data, and I investigated its potentialities in finding interesting spectrally variable (including changing-look) XMM-Newton sources

    AGN Diagnostic Plot In The WISE And 3XMM Era: The Role Of Variability

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    An efficient diagnostic method to find local (z<0.1) Compton-thick AGN consists in selecting sources characterized by hard X- ray colors and low hard X-ray over mid-IR flux ratio. This has been done efficiently in the past using 2XMM and IRAS data (Severgnini et al. 2012). In this talk I will present my thesis work in which I tested this technique using the latest 3XMM and WISE data for the sample presented by Severgnini et al. I will also briefly discuss the X-ray spectral properties of all of those sources showing flux and/or spectral variability in the XMM-Newton observations

    The space density of z>4 blazars

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    High redshift blazars are an important class of Active Galactic Nuclei (AGN) that can provide an independent estimate of the supermassive black-hole mass function in high redshift radio-loud AGN without the bias due to absorption along the line-of-sight. Using the Cosmic Lens All Sky Survey (CLASS) we built a complete radio flux-limited sample of high redshift (z>4) blazars suitable for statistical studies. By combining dedicated optical observations and the SDSS spectroscopic database, we obtained a sample of 26 blazar candidates with a spectroscopic redshift above 4. On the basis of their radio spectrum we distinguish between blazars and QSO with a Gigahertz Peaked Spectrum (GPS) like spectrum. Out of the 18 confirmed blazars 14 constitute a completely identified, flux-limited sample down to a magnitude of 21 (AB). Using this complete sample we derive a space density of blazars with 4<z<5.5 of rho=0.13 (+0.05,-0.03) Gpc^-3. This is the first actual estimate of the blazar space density in this range of redshift. This value is in good agreement with the extrapolation of the luminosity function and cosmological evolution based on a sample of flat-spectrum radio quasars selected at lower redshifts and it is consistent with a cosmological evolution peaking at z\sim2 similar to radio-quiet QSO. We do not confirm, instead, the presence of a peak at z~4 in the space density evolution, recently suggested using an X-ray selected sample of blazars. It is possible that this extreme peak of the evolution is present only among the most luminous blazars.Comment: 14 pages, accepted for publication on MNRAS (https://doi.org/10.1093/mnras/sty3526
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