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    Urban food strategies and plans: considerations on the assessment construction

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    Abstract In a context of growing attention to the issue of feeding the city, this article focuses on the role of the assessments guiding the processes of urban food policy and planning to reach Sustainable Food Security. The starting point is a collection of experiences dealing with some cities that in recent years have launched strategies for developing healthier and more sustainable food systems. Their analysis highlights the innovations in the construction of cognitive frameworks supporting food policies and planning, as well as the difficulties to explore the food phenomenon on the qualitative and quantitative level. Within a current research meant to address the food agenda in Venice, the authors take advantage from the case studies comparison to propose key themes and investigation methods a preliminary assessment of the existing food system. Considering the strong impact of the huge tourist flow that invests the city, daily, the foodservice sector is considered as the main challenging and strategical core-area for boosting impactful changes in the urban food system

    Cambiamento climatico e paesaggio : dalla definizione degli impatti alla costruzione di nuovi modelli di governance

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    I cambiamenti climatici sono stati in questi ultimi anni al centro dell’at-tenzione mediatica per il crescente impatto di fenomeni estremi a tuttele latitudini e per l’evidenza empirica dei danni economici, sociali e am-bientali provocati dal riscaldamento globale. Analisi e ricerche scientifi-che descrivono con sempre maggiori dettagli le alterazioni avvenute ne-gli ecosistemi, mentre l’aumento della frequenza e della magnitudo diquesti fenomeni sta diventando una costante in ogni parte del Pianetacon impatti sociali che, proprio nelle aree in cui uomo e natura hannostrutturato una maggiore relazione, determinano conseguenze spessodrammatiche.Proprio questa fase di cambiamenti epocali, che con sempre maggiorevidenza stanno coinvolgendo città e territori di tutto il mondo, enfatizzainequivocabilmente che ci si trovi davanti a un problema che non è piùpossibile procrastinare. L’emergenza climatica, dichiarata a più voci ne-gli ultimi anni, è divenuta ormai un fattore che coinvolge la prospettivadell’agire quotidiano e rispetto alla quale l’imperativo vuol essere l’ac-quisizione di una maggior consapevolezza nell’intraprendere tecnica-mente e scientificamente azioni, misure e politiche concrete e di medioe lungo periodo.Il quadro però appare complesso: da una parte il cambiamento clima-tico è alla base di scenari tendenziali di forte mutamento paesaggistico,alterando il sistema di valori attraverso il quale le comunità locali tradi-zionalmente leggono e percepiscono i paesaggi (così come concepitidalla CEP), dall’altra sono le stesse misure di adattamento e mitigazio-ne a divenire driver di profonde trasformazioni del paesaggio stesso.Come affrontare quindi in un mondo che cambia, la tutela del paesag-gio storico? Con quali criteri e strumenti curare l’inserimento paesaggi-stico di nuove opere di risposta a questa crisi climatica? E ancora, comeconciliare le attese relative alla sicurezza e alla riduzione del rischio conla salvaguardia del patrimonio paesaggistico?Sono queste alcune delle sfide di domani, che attendono tutti i profes-sionisti che operano e modificano il paesaggio contemporaneo, i quali,hanno l’opportunità e gli strumenti per veicolare ed integrare la pianifi-cazione dell’adattamento climatico con una dimensione paesaggisticache proponga strategie e orientamenti per la salvaguardia e la pianifica-zione del paesaggio, attenta al mantenimento degli aspetti significativiin una prospettiva di sviluppo sostenibil

    Il quadro nazionale italiano

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    Il dibattito internazionale sui cambiamenti climatici ha spinto i policy maker a sostenere nuove iniziative nel campo delle energie alternative. Tra queste un ruolo rilevante è svolto dalle biomasse, sia per la loro stretta relazione con la produzione agricola, sia per i risvolti, spesso trascurati, che porano a classificarle come energie "verdi" senza un'appropriata riflessione sugli impatti ambientali complessivi e soprattutto dei conflitti nell'uso delle risorse necessarie per la loro produzione. Il saggio si sofferma sulle esperienze italiane in questi ultimi anni

    L’esperienza degli accordi agroambientali in Italia e in alcuni paesi europei, alla luce di fattori di contesto

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    All’interno della ricerca PRIN “Gli interventi paesaggistico-ambientali nelle politiche regionali di sviluppo rurale” , Matelda Reho ha curato, con Gianluca Brunori e Francesco Marangon il volume dal titolo “La gestione del paesaggio rurale tra governo e governance territoriale”. Il volume considera il tema della interazione tra attori e strumenti nello sviluppo rurale, nelle concettualizzazioni del paesaggio, emergenti contemporaneamente nell’attuazione di politiche comunitarie e della Convenzione Europea del paesaggio. Ci si interroga sul ruolo che il paesaggio rurale possa assumere all’interno del nuovo scenario, come possa divenire fattore di competitività e di ri-organizzazione di contesti locali. La ricerca e il volume hanno potuto contare su competenze interdisciplinari, che hanno spesso messo in discussione alcune posizioni tradizionalmente accettate. E’ apparso con chiarezza che l’azione pubblica per il paesaggio non può limitarsi a pratiche di pianificazione, perché si perderebbero di vista tutte quelle trasformazioni che spesso sono prodotte dalla stessa azione pubblica, con altri piani o con politiche di settore. E’, d’altra parte, emerso il limite di alcuni strumenti: se rimane utile ricorrere a più tradizionali strumenti command control laddove la tutela e protezione del paesaggio sono improcrastinabili, in molti altri casi possono efficacemente essere impiegati strumenti di incentivazione, negoziali, ecc. più sperimentati in altri ambiti della costruzione di politiche. Il saggio specifico, “L’esperienza degli accordi agroambientali in Italia e in alcuni paesi europei, alla luce di fattori di contesto”, fa emergere l’innovazione insita in alcune recenti pratiche, insieme con i fattori che hanno creato un terreno fertile per un approccio di governance territoriale. Ne emerge un quadro più o meno maturo per l’implementazione delle misure comunitarie, che non sempre è stato però colto come opportunità. Se, inoltre, alcune “preesistenze”, la sedimentazione di pratiche di governance territoriale hanno contribuito alla crescita di attori più attenti alla tutela e valorizzazione del paesaggio rurale, rimangono comunque ancora piuttosto alti i costi di transazione legati all’attuazione degli accordi agroambientali, limitata la capacità di raggiungere un universo di imprese tanto ampio
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