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    L'abuso di posizione dominante fra tipicitĂ  e atipicitĂ 

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    La tutela del consumatore viene spesso percepita limitatamente ai rapporti che si instaurano fra questi ed un soggetto professionale. Eppure, la messa al bando delle clausole vessatorie e la previsione degli obblighi informativi, non sono gli unici strumenti demandati a tal fine, dovendosi tener conto dei pur indiretti effetti della normativa antitrust sul benessere del consumatore. Invero, il diritto antitrust, promuove la dinamica concorrenziale in virtù delle positive implicazione che da questa discendono, in termini di innovazione e miglior soddisfacimento dei bisogni della società, determinando un vantaggio, in ultima analisi, per il consumatore. Tuttavia, affinché il meccanismo funzioni, è necessario che dal gioco della concorrenza non emerga un vincitore indiscusso, posto che ciò determinerebbe il venir meno del meccanismo stesso. Il paradosso secondo il quale si incentiva l’ambizione dell’agente economico temendone al contempo il suo successo, caratterizza il peculiare rimedio previsto dalla normativa comunitaria e nazionale in tema di abuso di posizione dominante, ossia l’attribuzione di una speciale responsabilità in capo al soggetto che riesca ad acquisire, in un dato mercato, un potere economico tale da controllarlo. Il presente elaborato nasce dall’analisi della ricca casistica giurisprudenziale in tema di abuso di posizione dominante, con riferimento alla quale, seguendo un metodo deduttivo, l’autore ha inteso ricercare un profilo sistematico e coerente rispetto alle astratte finalità storicamente attribuite alla tutela della concorrenza. In tal senso, è stato necessario verificare innanzitutto la corrispondenza della casistica concreta all’insieme delle condotte abusive tipizzate dalla norma stessa, dalla cui precisazione si ricava l’ovvio presupposto per la ricerca di forme di abuso ulteriori, c.d. “atipiche”. Le prime difficoltà sorgono fin dall’analisi delle formule adoperate per descrivere le condotte tipiche, essendo quest’ultime talmente late da generare un ampio dibattito in dottrina circa parametri più consoni per l’applicazione del divieto. In effetti, la norma descrive condotte normalmente lecite (ed anzi solitamente poste in essere dalla generalità degli agenti economici) che divengono sanzionabili ove risultino compiute sfruttando una posizione di dominio. Ma affinché la speciale responsabilità non divenga una sanzione della posizione dominante in sé considerata, servono parametri certi per distinguere lo sfruttamento abusivo dalla lecita manifestazione del diritto dell’incumbent di concorrere nel mercato secondo i propri meriti. A tal fine, i recenti sviluppi hanno decretato il trionfo del “more economic approach”, ancorando a valutazioni legate all’efficienza produttiva l’effettivo concretizzarsi dell’abuso, sebbene non risulti sempre possibile limitars i ad un simile approccio, specie in relazione alle manifestazioni atipiche dell’abuso. Si giunge a tale conclusione considerando che un’interpretazione estensiva della norma porterebbe ad includere fra le ipotesi tipizzate pressoché qualsiasi espressione dell’illecito realizzabile attraverso politiche di prezzo, modalità di distribuzione o, più in generale, uno qualunque degli strumenti ordinariamente adoperati per produrre e collocare nel mercato un prodotto o un servizio. Dalle ipotesi tipiche, dunque, esulerebbero soltanto gli abusi perpetrati attraverso modalità del tutto avulse rispetto all'ordinaria interazione concorrenziale, circoscrivendo l’individuazione di abusi c.d. atipici alle sole condotte che si sostanzino nell’uso distorto e strumentale di diritti e prerogative a vario titolo riconosciuti dall'ordinamento. Se la precedente tendenza sembrava puntare alla massima circoscrizione della speciale responsabilità dell’incumbent a valutazioni efficientistiche, alcune recenti sentenze del Consiglio di Stato hanno espresso un indirizzo opposto, manifestando la necessità di valutare l’illecito seguendo una logica differente ed ancor più delicata, fino ad incrociare il controverso principio dell’abuso del diritto per meglio tutelare il benessere del consumatore

    Modellizzazione di rotte migratorie di tartarughe marine adulte per valutare le strategie di navigazione impiegate

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    Le tartarughe marine trascorrono lunghissimi periodi della loro vita in movimento, spesso spostandosi in ambiente oceanico. Lo sviluppo delle tecniche di telemetria satellitare ha permesso di ricostruire in modo dettagliato i movimenti delle tartarughe, soprattutto nelle femmine adulte durante la migrazione post-riproduttiva verso le aree di foraggiamento. I meccanismi di orientamento e navigazione impiegati in questi viaggi sono però poco noti e sono in gran parte oggetto di speculazioni. Una possibilità è che le tartarughe si affidino a sistemi di orientamento vettoriale, riferendosi essenzialmente ad una bussola e un orologio biologico (clock-and-compass). Un tale sistema, simile a quello noto nei giovani degli uccelli passeriformi, potrebbe consentire loro almeno di compiere la parte della migrazione effettuata in ambiente oceanico e di giungere nelle vicinanze dei loro obiettivi. In questo lavoro di tesi ho saggiato questa ipotesi valutando quanto i tratti oceanici delle rotte migratorie ricostruite via satellite in femmine adulte di tartarughe, possano in effetti derivare da una navigazione vettoriale di questo tipo. A questo scopo, è stato messo a punto un metodo che ci ha permesso di simulare la rotta migratoria di una tartaruga virtuale che si muove impiegando una navigazione vettoriale e incontra le correnti incontrate dalle tartarughe reali nei loro viaggi. In questo modo è possibile comparare queste traiettorie virtuali con quelle realmente tenute dalle tartarughe seguite via satellite e valutare la corrispondenza tra le due. Il lavoro da me svolto ha considerato le rotte migratorie post-riproduttive di 7 tartarughe verdi (Chelonia mydas) nidificanti sull’isola di Mayotte, nell’arcipelago delle Comore, di 6 tartarughe verdi nidificanti sull’isola di Ascensione, nell’Oceano Atlantico meridionale e di 5 tartarughe comuni (Caretta caretta ) nidificanti sulle coste della Calabria. I dati di posizione delle tartarughe sono stati ottenuti tramite il sistema satellitare Argos, grazie ad apposite radiotrasmittenti applicate sul carapace. Le rotte delle tartarughe seguite sono state confrontate con i dati ricavati da boe oceanografiche monitorate nell’area di studio e poi integrate con dati oceanografici sulla velocità assoluta delle correnti geostrofiche. Le localizzazioni così ottenute naturalmente hanno intervalli irregolari, dato che sono determinate solo quando la tartaruga emerge per respirare, per cui è stato necessario effettuare un’interpolazione dei dati stessi per ottenere una frequenza omogenea di localizzazione ogni quattro ore. Le correnti presenti nelle aree oceaniche attraversate dalle tartarughe considerate sono state determinate riferendosi a modelli oceanografici disponibili in rete (Hycom per l’oceano Atlantico e Indiano; My Ocean per il mar Mediterraneo). Questi dati derivano dall’integrazione di varie misurazioni oceanografiche effettuate in una data area e forniscono stime quantitative della direzione e intensità delle correnti presenti in un dato momento in un dato punto dell’oceano, con una risoluzione di 1/13 di grado. Tramite routine scritte con il programma R, abbiamo inizialmente integrato le rotte interpolate delle tartarughe con i dati di velocità e direzione delle correnti marine, in modo da associare i singoli fix con il vettore corrente corrispondente nello spazio e nel tempo. Visto che lo spostamento delle tartarughe rilevato via satellite deriva dalla somma tra l’azione del flusso delle correnti e la componente di nuoto attivo delle tartarughe stesse, questa rilevazione delle correnti ha reso possibile enucleare l’azione di deriva prodotta dalle correnti sugli spostamenti delle tartarughe e quindi determinare la reale velocità di spostamento derivante dal solo nuoto delle tartarughe. Le informazioni così ottenute sono state inserite in una routine apposita in R per la simulazione delle rotte delle tartarughe virtuali. Queste simulazioni sono state effettuate applicando semplici regole per il moto delle tartarughe virtuali: i) mantenimento di una velocità costante simile alle velocità di nuoto determinata con le procedure descritte sopra; ii) assunzione di una o due direzioni di movimento durante il percorso migratorio. I risultati ottenuti finora indicano come in alcuni casi le rotte virtuali riescano a simulare molto accuratamente le rotte reali tenute dalle tartarughe, mentre in altre situazioni questa corrispondenza è meno evidente

    Takotsubo cardiomyopathy and sepsis: a systematic review

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    Takotsubo cardiomyopathy (TTC) is characterized by a systolic dysfunction localized in the apical and medial aspect of the left ventricle. It is usually related to physical or emotional stress. Recent evidence highlighting the role of infection led us to analyze the links between TTC and sepsis. A systematic review of the literature was undertaken to assess any trends in clinical findings, diagnosis, and outcomes in such patients. We identified 23 selected papers reporting a total of 26 patients, having sepsis, in whom TTC occurred. For each case, we collected data identifying population characteristics, source of sepsis, clinical disease description, and the results of cardiovascular investigations. The majority of patients were females (n = 16), mean age was 62.8 (14.0 standard deviation) years, and clinical outcome was favorable in 92.3% of the cases once the management of sepsis was initiated. A better understanding of the mechanisms of sepsis-associated TTC may generate novel strategies to treat the complications of this cardiomyopathy and may even help predict and prevent its occurrence

    A Case of Atrophoderma of Pasini and Pierini Associated with Borrelia burgdorferi Infection Successfully Treated with Oral Doxycycline

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    Atrophoderma of Pasini and Pierini is a form of dermal atrophy that manifests as either single or multiple, sharply demarcated, hyperpigmented, non-indurated patches. These patches are marked by a slight depression of the skin, with an abrupt edge (i.e., the "cliff-drop" borders), usually located on the backs of adolescents or young adults. The pathophysiology of the disease is unknown, but some authors have suggested a role of Borrelia burgdorferi infection. A 35-year-old woman visited our department because of asymptomatic, hypopigmented, depressed patches on her chest and back lasting for three months. Laboratory evaluations were normal, except for positive serum antibodies to Borrelia burgdorferi. Histologic examination revealed a significantly decreased thickness of the dermis. The patient underwent treatment with oral doxycycline 200 mg/day for six weeks, after which the depth of depression was improved. Herein, we report a case of atrophoderma of Pasini and Pierini, associated with Borrelia burgdorferi infection, successfully treated with oral doxycycline
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