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    Rodolfo Mario Agoglia

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    Fil: Pucciarelli, Eugenio

    Progetto di un nuovo sistema di controllo della sosta nella cittĂ  di Massa

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    Il sistema della mobilità è strategico per il funzionamento delle aree urbane ed è composto da una serie di elementi e di funzioni correlate strettamente con il territorio di riferimento. Tra queste funzioni la sosta rappresenta un’attività primaria e la sua organizzazione e pianificazione un punto nodale per una corretta progettazione della mobilità: questo a causa principalmente della caratteristica fondamentale delle aree urbane, ossia l’essere attrattrici di flussi veicolari. La localizzazione delle strutture per la sosta e la determinazione delle relative caratteristiche gestionali va effettuata con una particolare attenzione agli impatti sulla organizzazione e sulla vivibilità della città stessa, il che si traduce in una stretta connessione con la pianificazione urbanistica e in una considerazione profonda dei caratteri morfologici delle diverse parti che compongono la città. Diversi sono gli strumenti di programmazione del sistema della mobilità e, al suo interno, della sosta. Lo studio presente si prefigge pertanto l’obiettivo di elaborare un Nuovo Piano della Sosta della Città di Massa proponendo una soluzione alternativa all’attuale piano includendo l’analisi del sistema della mobilità nel suo complesso mediante una generale razionalizzazione ed evoluzione delle reti esistenti. Partendo da una valutazione delle principali criticità, sono state studiate soluzioni migliorative per quanto riguarda la circolazione veicolare limitando il più possibile il traffico parassita generatore di inquinamento acustico e ambientale e ottimizzando, ove possibile, la geometria della piattaforma stradale con particolare riguardo nei confronti della sicurezza stradale e degli utenti deboli. L’attuale scenario della città di Massa presenta grandi criticità a partire dal Centro Storico cittadino, quasi interamente interessato da una Zona a Traffico Limitato attiva solo in orari notturni e pertanto inefficiente sotto molteplici punti di vista, costituito da un’area tutto sommato limitata ma significativo polo attrattore in cui ha sede la Provincia di Massa Carrara, la Prefettura e il Palazzo Comunale. Allontanandosi dal Centro è altrettanto facilmente riscontrabile l’inadeguatezza dell’attuale Piano della Sosta e della Mobilità cittadina che non disincentiva in alcun modo la sosta prolungata in prossimità del Centro impedendo un’efficace rotazione nell’occupazione degli stalli e di conseguenza congestionando la viabilità col traffico parassita che, in cerca di un posteggio, porta il trasporto privato, seppur per brevi spostamenti, nelle vicinanze del Centro stesso. Lo studio, basandosi sull’analisi dello scenario attuale, si prefigge di sviluppare un nuovo Piano della Sosta integrando tutti i fattori e le peculiarità che risultano essere direttamente collegate tra loro, includendo una nuova regolamentazione della ZTL cittadina che, per forza di cose, non può non essere inclusa nello studio. Il progetto proposto nasce dalla necessità di conciliare le esigenze dell’Amministrazione con le richieste degli abitanti e degli addetti che interagiscono, per motivi differenti, con la zona in esame. Gli obiettivi proposti sono i seguenti: - aumentare l’offerta della sosta incrementando il numero degli stalli fisici e disciplinando in modo opportuno i parcheggi esistenti garantendo da un lato l’eliminazione quasi completa del traffico parassita e dall’altro generando una rotazione nell’occupazione degli stalli; - disincentivare il trasporto privato promuovendo l’uso dei mezzi pubblici; - eliminare il traffico di attraversamento dalle strade del Centro Storico, e quindi diminuire ulteriormente l’inquinamento atmosferico e acustico prodotto dalla circolazione veicolare; - garantire una migliore vivibilità della collettività; - garantire una maggiore sicurezza, soprattutto per le utenze deboli. La tesi parte da un inquadramento generale della mobilità della città di Massa e dall’analisi dello stato attuale a cui segue la determinazione dell’offerta di sosta prodotta dalle regolamentazioni tariffarie vigenti. Conseguentemente viene proposta una soluzione progettuale di riordino della sosta a cui segue un confronto con lo scenario attuale

    Review- Archives and Human Rights

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    Archives and Human Rights edited by Jens Boel, Perrine Canavaggio, and Antonio González Quintana utilizes seventeen case studies to examine the role archives and archivists can play in international justice after human rights violations. The cases include but are not limited to; Rwanda, Spain, and Cambodia

    Meaning and fate of critique in the Ontological Turn

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    The paper explores the meaning and fate of the category of critique within the so-called “ontological” or “speculative turn”. First, the article addresses the question of knowing what could give consistency to the very concept of a contemporary ontological turn, in order to present, in a second moment, the tension that, since Kant, constitutes the relationship between critique and ontology. Finally, the paper explores – particularly in the work of Quentin Meillassoux – the possibility of a new ontology that claims to be both non-dogmatic and immune to the neutralization of ontology carried out by critique

    Bioaccumulation modelling and sensitivity analysis for discovering key players in contaminated food webs: the case study of PCBs in the Adriatic Sea

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    Modelling bioaccumulation processes at the food web level is the main step to analyse the effects of pollutants at the global ecosystem level. A crucial question is understanding which species play a key role in the trophic transfer of contaminants to disclose the contribution of feeding linkages and the importance of trophic dependencies in bioaccumulation dynamics. In this work we present a computational framework to model the bioaccumulation of organic chemicals in aquatic food webs, and to discover key species in polluted ecosystems. As a result, we reconstruct the first PCBs bioaccumulation model of the Adriatic food web, estimated after an extensive review of published concentration data. We define a novel index aimed to identify the key species in contaminated networks, Sensitivity Centrality, and based on sensitivity analysis. The index is computed from a dynamic ODE model parametrised from the estimated PCBs bioaccumulation model and compared with a set of established trophic indices of centrality. Results evidence the occurrence of PCBs biomagnification in the Adriatic food web, and highlight the dependence of bioaccumulation on trophic dynamics and external factors like fishing activity. We demonstrate the effectiveness of the introduced Sensitivity Centrality in identifying the set of species with the highest impact on the total contaminant flows and on the efficiency of contaminant transport within the food web

    Characterization of the first eukaryotic cold-adapted patatin-like phospholipase from the psychrophilic Euplotes focardii: Identification of putative determinants of thermal-adaptation by comparison with the homologous protein from the mesophilic Euplotes crassus

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    The ciliated protozoon Euplotes focardii, originally isolated from the coastal seawaters of Terra Nova Bay in Antarctica, shows a strictly psychrophilic phenotype, including optimal survival and multiplication rates at 4e5 C. This characteristic makes E. focardii an ideal model species for identifying the molecular bases of cold adaptation in psychrophilic organisms, as well as a suitable source of novel cold-active enzymes for industrial applications. In the current study, we characterized the patatin-like phospholipase from E. focardii (EfPLP), and its enzymatic activity was compared to that of the homologous protein from the mesophilic congeneric species Euplotes crassus (EcPLP). Both EfPLP and EcPLP have consensus motifs conserved in other patatin-like phospholipases. By analyzing both esterase and phospholipase A2 activity, we determined the thermostability and the optimal pH, temperature dependence and substrates of these enzymes. We demonstrated that EfPLP shows the characteristics of a psychrophilic phospholipase. Furthermore, we analyzed the enzymatic activity of three engineered versions of the EfPLP, in which unique residues of EfPLP, Gly80, Ala201 and Val204, were substituted through site-directed mutagenesis with residues found in the E. crassus homolog (Glu, Pro and Ile, respectively). Additionally, three corresponding mutants of EcPLP were also generated and characterized. These analyses showed that the substitution of amino acids with rigid and bulky charged/hydrophobic side chain in the psychrophilic EfPLP confers enzymatic properties similar to those of the mesophilic patatin-like phospholipase, and vice versa. This is the first report on the isolation and characterization of a cold-adapted patatin-like phospholipase from eukaryotes. The results reported in this paper support the idea that enzyme thermaladaptation is based mainly on some amino acid residues that influence the structural flexibility of polypeptides and that EfPLP is an attractive biocatalyst for industrial processes at low temperatures

    Complejidad de los ecosistemas del norte de Mendoza

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    El trabajo apunta al estudio de los ecosistemas como entidades complejas y jerárquicas, tanto desde el punto de vista escalar como de su diversidad estructural, en el norte de la provincia de Mendoza, hasta los 34º de latitud sur. Se enfoca el estudio espacial jerárquico desde las diferentes escalas de análisis: micro, meso y macroescala. La macroescala es semejante al nivel de los biomas (macroecosistema); la mesoescala, a los ecosistemas definidos, por la diferenciación geomorfológica, entre otros factores, (mesoecosistema) y la microescala, a los sub-ecosistemas que surgen de las diferenciaciones topográficas y edáficas vinculadas con las formaciones vegetales y su ambiente (microecosistema). Para dicho estudio se toma un factor de control que conduce nuestro camino en el análisis, cual es el clima en sus tres jerarquías. Por otro lado se consideran las diferenciaciones jerárquicas espaciales de los ecosistemas basados en: el clima zonal, las unidades geomorfológicas que modifican el clima zonal y la topografía el suelo con su disponibilidad de agua que modifica el clima local. Los objetivos generales se basan en la identificación y localización de los ecosistemas jerárquicos y su análisis multiescalar integrado. Las hipótesis planteadas afirman que, en las diferentes escalas de ecosistemas, el clima es el denominador común que organiza la distribución de los mismos y además se afirma que existen agentes degradadores en todos los niveles de análisis. Se utiliza el método geográfico. En el análisis, se aplican los métodos deductivo-inductivos vinculando las escalas jerárquicas de los ecosistemas y los estudios de casos. Con este trabajo se pretende profundizar el conocimiento de la complejidad de los ecosistemas mendocinos, con un enfoque original.The work aims at the study of the ecosystems like complex and hierarchic organizations, as much from the scalar point of view like of its structural diversity, in the north of the province of Mendoza, to 34º of South latitude. The hierarchic space study focuses from the different scales from analysis: The macro scale is the equivalent to the biomes, (macroecosystem); mesoescale, to the ecosystems defined by the geomorphologic differentiation, (middle-ecosystem) and micro scale is referred to the subecosystems that arise from topographic and soil differentiations (micro-ecosystem). For this study a control factor is taken to lead our way in the analysis. On the other hand, the space hierarchic differentiations of the ecosystems are based on: the zonal climate, the geomorphologic units that modify the zonal climate and the topography, the ground with its water availability that modifies the local climate. The general objectives tend to the identification and location of the hierarchic ecosystems and its integrated multiscalar analysis. The raised hypotheses affirm that, in the different scales from ecosystems, the climate is the common denominator that organizes the distribution of them and in addition affirms that negative natural or anthropogenic agents exist in all the levels of analysis. The geographic method is used. In the analysis, the deductiveinductive methods are applied linking the ecosystems hierarchic scales to the studies of cases, to be able to deep the knowledge of the complexity of the mendocinian ecosystems, with an original approach.Fil: Alessandro de Rodríguez, Moira. Universidad Nacional de Cuyo. Facultad de Filosofía y Letras. Instituto de GeografíaFil: Pucciarelli, Natalia. Universidad Nacional de Cuyo. Facultad de Filosofía y Letras. Instituto de Geografí
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