The megalithic building of S.Erasmo di Cesi: architecture, astronomy, and landscape

Abstract. One of the most enigmatic megalithic buildings of Italy is the structure which lies on the S. Erasmo hill near Cesi, in Umbria, a huge complex encompassing an area of around 8000 square meters and enclosed by refined cyclopean walls. Although its date is uncertain, suggested dates comprise the Iron Age and archaic period, down to the third century B.C. The building’s function is also uncertain. Usually identified as a fortified structure, in fact there is a megalithic platform at the southern end of the enclosure which could have served as foundation of a temple or palace and, from the top of Monte Torre Maggiore, a complex of temples dating from the fourth century B.C. overlooks the hill. Similar combinations of megalithic buildings resting half-way to temples placed on high peaks are known to exist. In order to clarify the function of this structure and its position in relation to the surrounding landscape, with particular attention to its visibility and to the directions of visibility from the complex, as well as to the possible astronomical alignments, we present a multi-disciplinary approach to the study of the S. Erasmo complex, which includes the mapping of the sky at the various possible epochs of construction, the creation of a digital model of the landscape in forms of digital maps using Geographic Information System technologies, and a 3D model using various 3D software packages

Cortisol, Temperament and Serotonin in Karate Combats: An Evolutionary Psychobiological Perspective

Objectives: There is evidence suggesting that in martial arts competitions athletes characterized by higher anxiety and harm avoidance may be more likely to lose a fight. This psychological profile has been hypothesized to explain in part the observation that cortisol is higher in losers before and in response to a competition. An important research target that needs further exploration is the identification of phenotypic traits that can be helpful in predicting athletes’ performance. Here we present a brief description of the theoretical bases that drives our research in the evolutionary psychobiology of sports and illustrate preliminary data on the relationship between the 5HTTLPR genotype, salivary cortisol, temperament and competition. Methods: Sixty-five healthy male non-professional athletes provided saliva samples 10 min before and after a kumite session and filled out the Tridimensional Personality Questionnaire. Results: Salivary cortisol levels 10 min before the competition were higher in losers and in athletes with the S allele. Temperament was associated with competition outcome and cortisol: losers were characterized by higher scores of harm avoidance and harm avoidance was positively correlated with cortisol levels. Conclusions: The results confirm previous findings linking temperamental traits, pre-and post- competition physiological stress response with competition outcome in kumite fight. Moreover, they indicate an association between the 5HTTLPR polymorphism and pre-competition salivary cortisol, thus providing a preliminary but non-conclusive evidence on the role played by the 5HTTLPR genotype as a vulnerability factor in sport competition

The hyperornithinemia-hyperammonemia-homocitrullinuria syndrome

Hyperornithinemia-hyperammonemia-homocitrullinuria (HHH) syndrome is a rare autosomal recessive disorder of the urea cycle. HHH has a panethnic distribution, with a major prevalence in Canada, Italy and Japan. Acute clinical signs include intermittent episodes of vomiting, confusion or coma and hepatitis-like attacks. Alternatively, patients show a chronic course with aversion for protein rich foods, developmental delay/intellectual disability, myoclonic seizures, ataxia and pyramidal dysfunction. HHH syndrome is caused by impaired ornithine transport across the inner mitochondrial membrane due to mutations in SLC25A15 gene, which encodes for the mitochondrial ornithine carrier ORC1. The diagnosis relies on clinical signs and the peculiar metabolic triad of hyperammonemia, hyperornithinemia, and urinary excretion of homocitrulline. HHH syndrome enters in the differential diagnosis with other inherited or acquired conditions presenting with hyperammonemia

Klassische Moderne. Un paradigma del Novecento

Il libro, che pubblica gli atti del convegno internazionale, svoltosi a Roma nel maggio del 2007 nell’ambito della ricerca PRIN-2005 (Università di Roma La Sapienza, Trento, Bari e Urbino), analizza il periodo della cultura tedesca della fine-secolo con particolare attenzione ai personaggi e ai movimenti che si sono collocati negli “spazi intermedi”, intesi non solo e non tanto come zone di confine in senso territoriale, quanto piuttosto come zone di interscambio culturale e disciplinare, come tentativi di “superamento” degli ordini mentali e culturali costituiti. L’ambito cronologico che il gruppo di ricerca prende in esame va da 1888 al 1933. La periodizzazione proposta vuole rinviare a quella serie di movimenti e di pensatori che hanno dato il via alla messa in discussione di quei valori costituiti, dalla cui frammentazione è nata la cultura del “secolo breve”. In questo periodo, a partire dalla Jahrhundertwende, sono state elaborate e sperimentate nella prassi letteraria e artistica, una serie di teorie, una serie di “visioni del mondo” che implicavano tanto una pratica produttiva quanto un ruolo dell’artista e dell’arte quanto una visione più generale dei cambiamenti epocali e dell’epoca moderna. Tali teorie e pratiche artistiche, di vario genere e di vario livello, costituiscono un patrimonio concettuale perché in esse si trovano sperimentate e a volte anticipate molte questioni che oggi sono di estrema attualità: dal rapporto uomo-macchina al rapporto parola-immagine, dalla definizione degli spazi urbani alla questione della guerra, dalla ricerca della identità monoculturale alla presa d’atto dell’esistenza dell’estraneo. Queste varie problematiche sono state espresse in termini linguistici nuovi giacché gli autori si sono posti – teoricamente e praticamente – il problema del linguaggio artistico e ne hanno modificato (a volte radicalmente) i codici espressivi. Il libro di divide in tre parti: I: Per una definizione della Klassische Moderne che presenta l’ampia e animata discussione sulla stessa definizione teorica del movimento artistico-culturale, sia sui termini cronologici di questa nuova periodizzazione. Questa parte raccoglie i contributi di Aldo Venturelli, Helmut Kiesel e Fabrizio Cambi. II: La rivoluzione delle forme, che analizza la produzione delle avanguardie (sia pure definite “marginali” ) e prende in considerazione anche aspetti della produzione musicale, nonché forme di narratologia e nuove forme di scrittura. Questa seconda parte pubblica i saggi di Mauro Ponzi, Rosmarie Keller, Silvio Vietta, Hans Dieter Zimmermann, Elio Matassi e Sabine Meine. III: La fucina dei nuovi linguaggi che analizza l’innovazione dei linguaggi artistici sull’esempio di autori meno radicali che quelli delle avanguardie storiche. Questi autori, tipici esponenti della Klassische Moderne, hanno cercato di coniugare l’innovazione dei linguaggi con il recupero di alcuni aspetti della tradizione. Nella terza parte del volume vengono pubblicati i saggi di Alain Montandon, Giovanni Tateo, Gouseppe Farese, Gabriella Rovagnati, Sabine Schneider e Alessandro Fambrini

Goethe e l'antico

Il tema Goethe e l’antico, contrariamente alle aspettative, non è un campo di ricerca molto frequentato dalla germanistica internazionale. Il presente volume, che raccoglie – in gran parte – i contributi tenuti al convegno internazionale svoltosi a Roma nel novembre del 1998, vuole rappresentare un cambio di paradigma nell’approccio al problema, in quanto prende in considerazione l’assieme del conforto di Goethe con l’antico, tanto nei suoi aspetti di teoria dell’arte, quanto nei suoi aspetti poetologici. Prima del 1770 il testo letterario acquisiva la sua autorità dalla tradizione antecedente che costituiva un rapporto con il passato come una catena senza soluzione di continuità. A partire da Goethe il testo non fonda più la sua autorità nei suoi riferimenti ad Omero o a Orazio, ma nella capacità combinatoria dell'autore che è in grado di riformulare i motivi poetici in modo da ricollocarli nel suo tempo e nel contempo di ridefinirne il significato anche rispetto all'antico. Goethe ha preso dall’antico temi, immagini, motivi perchè credeva che essi potessero esprimere letterariamente una serie di situazioni archetipiche in grado di essere recepite in ogni caso. Ma ha anche avuto l’intuizione geniale, e di una sconcertante modernità, di rappresentare tali immagini e tali motivi con un linguaggio adeguato alla capacità recettiva dei sui contemporanei e di costruirli in un contesto artistico adeguato alla comunicazione della sua epoca

Spazi di transizone. Il classico moderno (1888-1933)

Il libro si propone di analizzare il periodo della cultura tedesca della fine-secolo e dei primi decenni del Novecento con particolare attenzione ai personaggi e ai movimenti che si sono collocati negli “spazi intermedi”, intesi non solo e non tanto come zone di confine in senso territoriale, quanto piuttosto come zone di interscambio culturale e disciplinare, come tentativi di “superamento” degli ordini mentali e culturali costituiti. Il volume ricostruisce anche i complessi rapporti storico-culturali che legano intellettuali, scrittori e artisti di lingua tedesca residenti a vario titolo nel primo Novecento a Capri e sulla costiera amalfitana, in particolar modo a Positano, con esponenti di punta dei più innovativi movimenti letterari e artistici italiani, dal Futurismo alla Metafisica. L’elemento determinante della klassische Moderne consiste in primo luogo proprio nel carattere di processo sperimentale di una costruzione testuale. La letteratura e l’arte si trasformano in un laboratorio di innovazione anticonvenzionale delle modalità espressive e producono un continuo arricchimento della concezione testuale e linguistica. Per un verso la letteratura viene a fondarsi sul calcolo: il testo non è più soltanto prodotto dell’intenzionalità dell’autore e delle sue decisioni, ma è il prodotto che consegue ad una ipotesi, e quindi appunto il risultato di un calcolo, che procede quasi automaticamente e indipendentemente dal suo autore. Il libro pubblica i primi risultati della ricerca PRIN sulla “klassische Moderne”e in particolare le relazioni svolte da tutti partecipanti ai gruppi di ricerca, tenute al convegno di Raito nel 2006 e si articola in tre settori: Spazi dell’esilio (che esamina i rapporti interculturali e interdisciplinari degli artisti che vivevano e operavano sulla costiera amalfitana all’inizio del Novecento), Spazi della distruzione (che prende in considerazione l’influenza del nihilismo di Nietzsche su alcuni autori tedeschi, riconducibili alla Klassische Moderne), e Spazi della produzione (che prende in considerazione una costellazione di autori che hanno applicato alle loro opere letterarie tanto il nihilismo che lo sperimentalismo in maniera più articolata e sfumata)

Functional evidence of mTORβ splice variant involvement in the pathogenesis of congenital heart defects

mTOR dysregulation has been described in pathological conditions, such as cardiovascular and overgrowth disorders. Here we report on the first case of a patient with a complex congenital heart disease and an interstitial duplication in the short arm of chromosome 1, encompassing part of the mTOR gene. Our results suggest that an intragenic mTOR microduplication might play a role in the pathogenesis of non-syndromic congenital heart defects (CHDs) due to an upregulation of mTOR/Rictor and consequently an increased phosphorylation of PI3K/AKT and MEK/ERK signaling pathways in patient-derived amniocytes. This is the first report which shows a causative role of intragenic mTOR microduplication in the etiology of an isolated complex CHD

Epstein-Barr Virus in Cutaneous T-Cell Lymphomas: Evaluation of the Viral Presence and Significance in Skin and Peripheral Blood

The importance of viral agents in the development of cutaneous T-cell lymphomas (CTCL) is still debated. For this purpose, we retrospectively evaluated the Epstein-Barr virus (EBV) presence in Sézary syndrome (SS), mycosis fungoides (MF), inflammatory dermatoses (ID), and healthy donors (HD) using different approaches: EBV-DNA was quantified in skin biopsies and peripheral blood using real-time PCR, EBV-encoded small RNA (EBER) transcripts were detected by in situ hybridization (ISH), and latent membrane protein1-2 antigens were detected by immunohistochemistry. Skin biopsies were EBV-DNA-positive in 8/30 (27%) SS, 7/71 (10%) MF, and 2/18 (11%) ID patients and in none of the 25 normal skin samples. Positive mRNA (EBER) signals, always confined to cerebriform T lymphocytes, were found in 5/30 SS patients (17%), whereas signals in all MF and ID patients were negative. The presence of EBV-DNA in skin and blood samples was associated with a significantly lower survival in MF/SS patients. In evaluating EBV serological status, most (>70%) SS, MF, and ID patients showed a serological reactivation demonstrated by the presence of anti-EA IgG. In conclusion, although the finding of EBV-DNA in CTCL does not prove its etiopathogenetic role and may be related instead to immunosuppression, our study demonstrates that it has prognostic relevance

Combinatorial effects on gene expression at the Lbx1/Fgf8 locus resolve Split-Hand/Foot Malformation type 3

Split-Hand/Foot Malformation type 3 (SHFM3) is a congenital limb malformation associated with tandem duplications at the LBX1/FGF8 locus. Yet, the disease patho-mechanism remains unsolved. Here we investigated the functional consequences of SHFM3-associated rearrangements on chromatin conformation and gene expression in vivo in transgenic mice. We show that the Lbx1/Fgf8 locus consists of two separate, but interacting, regulatory domains. Re-engineering of a SHFM3-associated duplication and a newly reported inversion in mice resulted in restructuring of the chromatin architecture. This led to an ectopic activation of the Lbx1 and Btrc genes in the apical ectodermal ridge (AER) in an Fgf8-like pattern. Artificial repositioning of the AER-specific enhancers of Fgf8 was sufficient to induce misexpression of Lbx1 and Btrc. We provide evidence that the SHFM3 phenotype is the result of a combinatorial effect on gene misexpression and dosage in the developing limb. Our results reveal new insights into the molecular mechanism underlying SHFM3 and provide novel conceptual framework for how genomic rearrangements can cause gene misexpression and disease

Tungsten Oxide Nanorods Array and Nanobundle Prepared by Using Chemical Vapor Deposition Technique

Tungsten oxide (WO3) nanorods array prepared using chemical vapor deposition techniques was studied. The influence of oxygen gas concentration on the nanoscale tungsten oxide structure was observed; it was responsible for the stoichiometric and morphology variation from nanoscale particle to nanorods array. Experimental results also indicated that the deposition temperature was highly related to the morphology; the chemical structure, however, was stable. The evolution of the crystalline structure and surface morphology was analyzed by scanning electron microscopy, Raman spectra and X-ray diffraction approaches. The stoichiometric variation was indicated by energy dispersive X-ray spectroscopy and X-ray photoelectron spectroscopy