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Guided Tours Across a Collection of Historical Digital Images
We propose the use of short lectures, called narratives, embedded in a digital archive as a personalization method to support and guide users within a collection of historical material. The effectiveness of the approach has been evaluated with two groups of users. An analysis of the results has been conducted enabling the presentation of preliminary results
Un' indagine comparativa su alcuni aspetti iconografici del ms. Yates Thompson 36
Il manoscritto Yates Thompson 36 della British Library è un codice che per la straordinaria ricchezza dell'apparato illustrativo, realizzato da Giovanni di Paolo e da un'ignota mano senese, ha a lungo richiamato l'acceso interesse della critica, che ne ha approfonditamente indagato le miniature sia dal punto di vista stilistico sia iconografico. Quest'articolo mira ad aumentare e affinare l'attuale conoscenza del ms. Yates Thompson 36, e dell'illustrazione dantesca in generale, attraverso un'analisi iconografica di alcuni personaggi infernali condotta in un'ottica comparativa, che tiene conto delle principali scelte figurative degli altri manoscritti miniati del poema.El manuscrit Yates Thompson 36 de la Biblioteca BritĂ nica Ă©s un còdex que per l'extraordinĂ ria riquesa de l'aparell il·lustratiu, creat per Giovanni di Paolo i una mĂ sienesa desconeguda, ha atret durant molt de temps l'agut interès dels crĂtics, que han investigat a fons les miniatures tant des d'un punt de vista estilĂstic com iconogrĂ fic. Aquest article pretĂ©n augmentar i perfeccionar el coneixement actual de Yates Thompson 36, i de la il·lustraciĂł de Dante en general, a travĂ©s d'una anĂ lisi iconogrĂ fica d'alguns personatges infernals realitzada des d'una perspectiva comparativa, que tĂ© en compte les principals opcions figuratives dels altres manuscrits il·luminats del poema.The Yates Thompson 36 manuscript in the British Library is a codex whose extraordinarily rich illustrations, created by Giovanni di Paolo and an unknown Sienese hand, have long attracted the interest of critics who have thoroughly investigated the miniatures both stylistically and iconographically. This article expands upon our current knowledge of the Yates Thompson 36 manuscript, and of Dante's illustrations in general, by an iconographic analysis of some infernal characters conducted in a comparative perspective that takes into account the main figurative choices of the other illuminated manuscripts of the poem.El manuscrito Yates Thompson 36 de la Biblioteca Británica es un cĂłdice que por la extraordinaria riqueza del aparato ilustrativo, creado por Giovanni di Paolo y una mano desconocida de Siena, ha atraĂdo durante mucho tiempo el gran interĂ©s de los crĂticos, que han investigado a fondo las miniaturas tanto desde un punto de vista estilĂstico como iconográfico. Este artĂculo tiene como objetivo aumentar y refinar el conocimiento actual de la Sra. Yates Thompson 36, y de la ilustraciĂłn de Dante en general, a travĂ©s de un análisis iconográfico de algunos personajes infernales realizado en una perspectiva comparada, que tiene en cuenta las principales elecciones figurativas de los otros manuscritos iluminados del poema.Le manuscrit Yates Thompson 36 de la British Library est un codex qui, pour l'extraordinaire richesse de l'appareil d'illustration, crĂ©Ă© par Giovanni di Paolo et une main siennoise inconnue, a longtemps suscitĂ© le vif intĂ©rĂŞt des critiques, qui ont Ă©tudiĂ© en profondeur les miniatures Ă la fois d'un point de vue stylistique et iconographique. Cet article vise Ă accroĂ®tre et Ă affiner les connaissances actuelles de Mme Yates Thompson 36, et de l'illustration de Dante en gĂ©nĂ©ral, Ă travers une analyse iconographique de certains personnages infernaux menĂ©e dans une perspective comparative, qui prend en compte les principaux choix figuratifs des autres manuscrits enluminĂ©s du poème
Un nuovo foglio miniato da una perduta mariegola per la Scuola di San Giovanni Evangelista a Venezia
L’articolo presenta un’approfondita analisi di un foglio staccato con San Giovanni Evangelista allo scrittoio e due flagellanti, oggi incollato al verso della seconda carta di guardia del ms. Vat. lat. 8892, un Evangelistario datato tra XI e XII secolo.
La miniatura, di straordinaria qualità , è stilisticamente affine ai due ben noti cutting oggi al Cleveland Art Museum (inv. 59.128) e al Musée Marmottan Monet di Parigi (inv. M. 6098), raffiguranti rispettivamente Cristo in maestà tra la Vergine e san Giovanni Evangelista con una gloria di angeli e battuti e la Flagellazione di Cristo, provenienti da una trecentesca mariegola della Scuola di San Giovanni Evangelista e attribuiti dalla critica al Maestro dell’Incoronazione del 1324. I tre fogli, oltre ad essere stilisticamente omogenei, condividono le stesse dimensioni, documentando come il foglio vaticano facesse un tempo parte della stessa perduta mariegola, un riconoscimento confortato dalla presenza del santo evangelista titolare della confraternita e dei due battuti in veste bianca.
Identificata la provenienza del foglio vaticano, l’articolo si propone infine di rispondere ai nuovi quesiti che questo riconoscimento comporta, da quale fosse la posizione originaria del cutting nella mariegola, a quando la bella miniatura venne inserita nel ms. Vat. lat. 8892
Frammenti dell'AldilĂ . Immagini nella Divina Commedia nell'Italia settentrionale del Trecento
The scope of my thesis is to analyze the genesis and the development of the Divine Comedy illustration in Northern Italy during the XIV century.
In section 1 I present the most representative manuscripts, that I selected because of the great number of illuminations and because of the particular iconographic solutions they present. Section 2 is dedicated to the analysis of the different illuminated images created by the first Divine Comedy illuminators to represent the main characters of Dante’s poem and the landscapes of the three Realms. In my analysis, I pay particular attention to the sources, visual and textual, that inspired illuminators when they had to face the difficult challenge of illustrating a new text with no previous iconographic tradition.
In section 3 I analyze the relationship between text and images in the manuscripts chosen for my thesis. Also in this case, I pay great attention to the possible sources that may have inspired illuminators. Concerning this, medieval novel illumination turned out to be a very fruitful field of investigation, as the spread of illuminated novels in Northern Italy at the beginning of the XIV century seems to have been one of the main incitements for the development of a narrative pictorial style.Il mio lavoro ha come oggetto la genesi e lo sviluppo dell’illustrazione miniata della Divina Commedia nell’Italia nord-orientale nel XIV secolo.
La tesi muove dall’individuazione di un corpus di manoscritti significativi per numero di immagini e tipologie illustrative impiegate. Ai manoscritti principali è dedicato un capitolo di approfondimento finalizzato soprattutto a rilevare le principali problematiche storico-artistiche ad essi correlate. Particolare attenzione è dedicata all’Egerton 943, per il quale si propone una nuova datazione. Il lavoro prosegue con un’attenta analisi delle soluzioni adottate dai miniatori della Divina Commedia per illustrare un testo nuovo e pertanto privo di una tradizione iconografica consolidata. Ampio spazio è dato allo studio delle fonti, visive e in alcuni casi testuali, cui si rivolsero i miniatori in cerca di ispirazione, partendo da alcuni affondi analitici sulle iconografie adottate per raffigurare i personaggi principali, quali ad esempio Caronte e Minosse, per poi passare allo studio dei modelli visivi scelti per ricreare le ambientazioni di inferno, purgatorio e paradiso. Allo studio della figurazione si aggiunge poi l’analisi delle principali forme di rapporto testo-immagine nei codici padani della Divina Commedia. Anche in questo caso vengono prese in esame le possibili fonti, attraverso un’approfondita ricognizione delle principali tipologie di racconto per immagine riscontrabili nell’Italia nord-orientale tra la fine del Duecento e l’inizio del secolo successivo. In particolare, si è rivelato proficuo lo studio dei codici cavallereschi, che paiono essere l’ambito privilegiato di elaborazione dei principali sistemi impaginativi che saranno poi impiegati nei più antichi testimoni settentrionali del poema
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