Frammenti dell'Aldilà. Immagini nella Divina Commedia nell'Italia settentrionale del Trecento

Abstract

The scope of my thesis is to analyze the genesis and the development of the Divine Comedy illustration in Northern Italy during the XIV century. In section 1 I present the most representative manuscripts, that I selected because of the great number of illuminations and because of the particular iconographic solutions they present. Section 2 is dedicated to the analysis of the different illuminated images created by the first Divine Comedy illuminators to represent the main characters of Dante’s poem and the landscapes of the three Realms. In my analysis, I pay particular attention to the sources, visual and textual, that inspired illuminators when they had to face the difficult challenge of illustrating a new text with no previous iconographic tradition. In section 3 I analyze the relationship between text and images in the manuscripts chosen for my thesis. Also in this case, I pay great attention to the possible sources that may have inspired illuminators. Concerning this, medieval novel illumination turned out to be a very fruitful field of investigation, as the spread of illuminated novels in Northern Italy at the beginning of the XIV century seems to have been one of the main incitements for the development of a narrative pictorial style.Il mio lavoro ha come oggetto la genesi e lo sviluppo dell’illustrazione miniata della Divina Commedia nell’Italia nord-orientale nel XIV secolo. La tesi muove dall’individuazione di un corpus di manoscritti significativi per numero di immagini e tipologie illustrative impiegate. Ai manoscritti principali è dedicato un capitolo di approfondimento finalizzato soprattutto a rilevare le principali problematiche storico-artistiche ad essi correlate. Particolare attenzione è dedicata all’Egerton 943, per il quale si propone una nuova datazione. Il lavoro prosegue con un’attenta analisi delle soluzioni adottate dai miniatori della Divina Commedia per illustrare un testo nuovo e pertanto privo di una tradizione iconografica consolidata. Ampio spazio è dato allo studio delle fonti, visive e in alcuni casi testuali, cui si rivolsero i miniatori in cerca di ispirazione, partendo da alcuni affondi analitici sulle iconografie adottate per raffigurare i personaggi principali, quali ad esempio Caronte e Minosse, per poi passare allo studio dei modelli visivi scelti per ricreare le ambientazioni di inferno, purgatorio e paradiso. Allo studio della figurazione si aggiunge poi l’analisi delle principali forme di rapporto testo-immagine nei codici padani della Divina Commedia. Anche in questo caso vengono prese in esame le possibili fonti, attraverso un’approfondita ricognizione delle principali tipologie di racconto per immagine riscontrabili nell’Italia nord-orientale tra la fine del Duecento e l’inizio del secolo successivo. In particolare, si è rivelato proficuo lo studio dei codici cavallereschi, che paiono essere l’ambito privilegiato di elaborazione dei principali sistemi impaginativi che saranno poi impiegati nei più antichi testimoni settentrionali del poema

    Similar works