7 research outputs found
Il sindacato di legittimità costituzionale sulla misura delle pene detentive: un'indagine comparata The constitutional review of excessive prison terms: a comparative study
The study focuses on the jurisprudential development of the concept of proportionality of punishment in the Italian and american systems. The most important decisions dealing with such a issue, both of the Italian constitutional court and the SCOTUS are analyzed in detail. There is also an in depth analysis of lower federal courts' and state courts' proportionality jurisprudence, and a focus on the most significant theoretical perspectives elaborated by U.S. scholars, who strongly criticize the proportionality jurisprudence developed in the Suprem Court decisions, especially in the non-capital context
Una corte penale internazionale per il reato di corruzione?
il presente capitolo ha come obiettivo quello di valutare criticamente l’opportunità di istituire una International Anti Corruption Court alla luce degli insegnamenti che si possono trarre dall’istituzione di giurisdizioni comparabili, nonché alla luce delle possibili alternative rappresentate dall’uso di meccanismi giurisdizionali già esistenti
Le condotte punitive dell'art. 73 D.P.R. 309/1990. Le aggravanti e attenuanti
Il capitolo si occupa di analizzare le fattispecie di reato regolate all’interno dell’art. 73 del D.P.R. 309/1990, anche noto come il testo unico in materia di stupefacenti, prendendo le mosse da una prima ricostruzione storica, che ripercorre le tappe fondamentali dallo sviluppo e della modificazione della relativa disciplina, a partire dalla sua introduzione con la legge Iervolino-Vassalli, fino ad individuare un quadro il più possibile dettagliato della regolazione attuale. Si parte dunque da una breve ricognizione del sistema contenuto nell’art. 73, nella sua formulazione originaria, per poi analizzare le modifiche ad esso apportate dalla celebre legge 21 febbraio 2006, n. 49, c.d. Fini-Giovanardi, di conversione del d.l. 30 dicembre 2005, n. 272, che, tra le più importanti novità, eliminava il precedente sistema sanzionatorio a «doppio binario», che distingueva tra condotte illecite aventi ad oggetto droghe leggere ovvero droghe pesanti, e lo sostituiva con un sistema a «binario unico». Segue, poi, una approfondita analisi della sentenza 25 febbraio 2014, n. 32, con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimi gli artt. 4-bis e 4-vices ter della l. 49/2006, con l’effetto di espungere dall’ordinamento le modifiche da essi apportate alla precedente disciplina sui reati in materia di stupefacenti. Si analizzano, dunque, le principali conseguenze scaturite dalla declaratoria di illegittimità, ponendo particolare attenzione alle questioni più complesse, legate ai problemi di diritto intertemporale, connesse alla individuazione del trattamento sanzionatorio applicabile al singolo caso; per questo tipo di indagine si procede prestando peculiare attenzione ai pronunciamenti della giurisprudenza di legittimità sul punto.
Conclusa questa prima panoramica storica, il percorso di ricostruzione della disciplina si completa con l’analisi degli ultimi interventi normativi sul tema, tributando particolare enfasi alla l. 2 dicembre 2016, n. 242, in cui il legislatore ha disposto che le varietà di cannabis, c.d. sativa, iscritte nel Catalogo europeo delle varietà delle specie di piante agricole, non rientrano nell’ambito di applicazione del testo unico in materia di stupefacenti e che la coltivazione delle stesse è consentita senza necessità di autorizzazione.
La trattazione si cala poi nello studio analitico delle singole fattispecie di reato, quali regolate all’interno dell’art. 73 D.P.R. 309/1990; analizza la disciplina dell’uso esclusivamente personale di sostanze stupefacenti e si preoccupa di precisare il tema dell’uso di gruppo. Si procede, di poi, ad indagare il tema dei fatti di lieve entità, anche in questo caso, prendendo le mosse da una prima ricognizione degli effetti prodotti sulla relativa regolazione dalla sentenza della Corte cost. 32/2014 e dalla successiva giurisprudenza costituzionale.
A conclusione del capitolo segue la ricostruzione delle circostanze attenuanti e aggravanti
Respuestas nacionales e internacionales al fenómeno de la corrupción. Particular atención al ámbito iberoamericano
El trabajo que con el título de “Respuestas nacionales e internacionales al fenómeno de la corrupción: particular atención al ámbito iberoamericano” nos presentan los profesores Olasolo, Buitrago Díaz, Mané y Sánchez Sarmiento, y que constituye el duodécimo volumen de la “Colección Perspectivas Iberoamericanas sobre la Justicia”, representa una aportación muy valiosa y actual al estudio de la corrupción, sus formas, su evolución, las características específicas que presenta en la región iberoamericana, y la respuesta institucional y legal desde la perspectiva jurídico-penal a ese fenómeno criminal que, cuando es organizado, como viene ocurriendo en los últimos años, desborda crecientemente la capacidad de los Estados. Los coordinadores de la publicación han sabido reunir a un grupo de especialistas de la región de un nivel excepcional, que partiendo de algunos casos paradigmáticos, repasan, país a país, las singularidades locales del fenómeno, al tiempo que subrayan las características comunes a los diferentes ámbitos territoriales, que nos permiten constar enseguida que se trata de una actividad criminal crecientemente organizada, transnacional y supraestatal. El estudio se completa con el análisis de algunas de las manifestaciones más graves de la corrupción, tales como la financiación ilegal de los partidos políticos, que cuestiona la legitimidad democrática y la representatividad de las instituciones públicas; cuestiona las directrices de la política criminal enderezada a combatir la corrupción; y anticipa el camino que en mayor o menor medida deberemos sin duda recorrer en los próximos años, abriendo el debate sobre el ámbito en el que posiblemente tendrá que articularse la respuesta a un fenómeno que, en sus manifestaciones más graves, ha desbordado notoriamente desde hace algunos años el añejo marco de la soberanía de los Estados: el derecho internacional penal