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    Le misure di contrasto alla corruzione nel diritto pubblico. Dalla repressione penale alla prevenzione amministrativa

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    La dimensione endemica assunta dal fenomeno corruttivo, specie nei settori fisiologicamente caratterizzati dall'esercizio di alta discrezionalità nella gestione delle risorse pubbliche, ed i recenti scandali giudiziari che hanno coinvolto il settore degli appalti hanno indotto ad un ripensamento dei modelli di contrasto sino ad ora vigenti. Il sensibile incremento delle fattispecie corruttive nel mondo delle commesse pubbliche ha, infatti, evidenziato i limiti di un sistema di contrasto alla corruzione fondato interamente sulla repressione penale. Di tale analisi si fa carico il presente lavoro, che cerca di porre in evidenza lo iato tra la non rinunciabilità al presidio penale e l'esigenza, ormai improcrastinabile, di una strategia di prevenzione amministrativa che consenta di promuovere la cultura della legalità in modo da ricostruire il (compromesso) rapporto fiduciario tra cittadini ed amministrazione

    Processi cognitivi e cognizione giurisdizionale

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    Come bene messo in evidenza dalla teoria dell'argomentazione, il solo riferimento alla lettera delle disposizioni normative e ai fatti concreti da sussumere nella ipotesi astratta, non è sufficiente a realizzare una corretta interpretazione e applicazione del diritto, essendo necessario, a tal fine, introdurre elementi fattuali e valutativi che non sono offerti dal legislatore . I dati scientifici prodotti attraverso processi cognitivi propri di aree scientifiche diverse da quella giuridica concorrono significativamente a determinare la precomprensione del giudice, entrando nel processo sia come elementi fattuali e/o valutativi da utilizzare nella ricostruzione del fatto, sia come elementi di integrazione del parametro normativo nel quale sussumere i fatti del giudizio. Del resto, non solo i dati scientifici consolidati, prodotti da altre scienze, vengono introdotti nel giudizio come elementi di conoscenza già acquisiti, ma gli stessi metodi cognitivi propri di scienze diverse da quella giuridica vengono utilizzati per raggiungere risultati conoscitivi all’interno del processo. L’utilizzo delle conoscenze prodotte dalle altre scienze e dei diversi metodi di ricerca nella sede giurisdizionale, presuppone, tuttavia, che si formi un in idem sentire tra scienza giuridica e altre aree scientifiche. Per questo, la ricerca di una logica e di un linguaggio comune tra scienza giuridica e altre aree scientifiche è uno dei compiti più attuali e urgenti dei giudici, ma più in generale di tutti gli studiosi e di tutti gli operatori del diritto

    La disciplina delle misure di allerta e prevenzione delle crisi aziendali nelle società "a controllo pubblico".

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    Lo scritto analizza la disciplina delle misure di previsione delle crisi aziendali prevista dal "Testo unico delle società a partecipazione pubblica" - anche quale microsistema normativo anticipatorio della disciplina generale delle misure di allerta e prevenzione dei fenomeno di crisi d'impresa dettata dal d.lgs. n. 14/2019 (Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza) - ponendone in evidenza i più rilevanti problemi di inquadramento sistematico e i più complessi nodi interpretativi, nella prospettiva di individuare, con riguardo agli uni e agli altri, le possibili soluzioni

    Reclamo al CICR- commento all'art.9 TUB

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    Il reclamo al CICR resta apparentemente immutato come reclamo nazionale avverso i provvedimenti di vigilanza, mentre gli assetti dei poteri di vigilanza bancaria sono da tempo profondamente riconfigurati e incentrati sulla BCE. Nel nuovo sistema di vigilanza è previsto un diverso procediento di reclamo. Si affronta, quindi, principalmente il problema della convivenza dei due rimedi
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