78 research outputs found
Swords and Plowshares: Regional Trade Agreements and Political Conflict in Africa
The end of the Cold War and the apparent stability of the contemporary international system, in which the probability of a major war is at its lowest for centuries, have spurred a lively debate on the causes of peace. One of the most popular explanations is based on the classic liberal statement that economic interdependence reduces political conflict. Globalisation, narrowly defined as the increase in the quantity and quality of international economic exchanges experienced in the last few years, would then be one of the main reasons for international political stability. Even at the regional level, therefore, the increase in economic intercourse should bring, as a welcome political externality, the amelioration of international conflict. This view posits, for instance, that the emergence of a «zone of peace» within Western Europe has been brought about by the creation of a common market which has created a powerful incentive to avoid political conflict. Or that in other areas, such as Latin America, the recent increase in regional stability would rest on the launch of Mercosur and the greater interdependence that it has brought about. The hypothesis is that Regional Trade Agreements (RTAs) facilitate economic interdependence, which in turn facilitate political stability. In this paper we apply this hypothesis to the African case where a significant number of RTAs has been created in the last decades. Expectations of increased political stability have not, however, been confirmed. This does not necessarily undermine the general proposition of a positive correlation between interdependence and peace, but it does suggest that the relationship between the two elements may be more complicated than often acknowledged. On the one hand, African RTAs may simply not have produced the necessary level of trade and investment for a significant modification of political preferences. On the other hand, interdependence may be a necessary condition for peace, but it may also be insufficient, as its full impact on political preferences may require specific domestic institutions
Democrazia, populismo e autoritarismo: Trasformazioni politiche in Asia, Africa, Europa centro-orientale e Americhe
La democrazia alla prova di auoaritarismi e populismi, fra Covid-19 e guerra russo-ucraina
Storia orale e decolonizzazione dell\u2019Africa australe
Il saggio ricostruisce il contributo della storia orale allo studio dei processi di decolonizzazione in Africa australe
Crisi e futuro del partenariato Africa-UE
Questo saggio offre una rilettura critica dell\u2019evoluzione storica della cooperazione allo sviluppo tra UE e Africa, dei suoi obiettivi e assunti ideologici e dei risultati conseguiti dagli anni \u201960 ad oggi, individuando la causa dei deludenti risultati della cooperazione allo sviluppo tra l\u2019UE e i paesi africani nel duplice processo di depoliticizzazione della visione di sviluppo alla sua base e di politicizzazione dei suoi strumenti e obiettivi
The Chinese Penetration in Sub-Saharan Africa: The Case of Tanzania
This essay puts into question the mainstream view of the African states as passive actors within the international system by investigating the historical evolution of relations between Tanzania and China during and after the Cold War
“Hapa kazi tu”. La Presidenza di John Pombe Magufuli e l’eclissi del processo di democratizzazione in Tanzania
Nella maggioranza dei casi, le transizioni democratiche in Africa sub-sahariana hanno deluso le attese. Gli studiosi hanno generalmente individuato nelle istituzioni troppo deboli (o troppo forti) del sistema politico l'ostacolo principale al consolidamento della democrazia nel continente. Questo saggio offre una spiegazione differente, individuando la causa dell'attuale crisi del processo di democratizzazione in Tanzania nella reazione autoritaria della leadeship di un partito, il Chama cha Mapinduzi (CCM), da sempre dominante nel paese, che ha visto seriamente minacciato il suo potere dalla crescita elettorale di un partito di opposizione, il Chama cha Demokrasia na Maendeleo, che ha saputo far leva sul diffuso malcontento per la persistenza di alti tassi di povertà e l'approfondirsi delle disuguaglianze socio-economiche in un contesto di rapida crescita economica. Il presidente John Magufuli, al potere dal 2015 al 2021, ha tentato di rinsaldare l'egemonia del CCM promuovendo la crescita economica e soffocando le attività dei partiti di opposizione, dei mass media e delle organizzazioni della società civile. Così, se da una parte alle elezioni del 2020 il CCM ha vinto tutti i seggi in parlamento tranne uno, dall'altra Magufuli non solo non è riuscito a promuovere un modello di crescita inclusiva, ma ha anche profondamente disarticolato il campo dell'opposizione, lasciando una grave ipoteca sul futuro del processo di democratizzazione in Tanzania
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