7 research outputs found

    The art of dueling with words : Toward a new understanding of verbal duels across the world

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    In this article, I will argue for abandoning definitions and will suggest the following. First, it is crucial to consider the enormous variety of forms of verbal duels across the world, many of which may not deploy insults or at least may not do so most of the time, and are not performed by young people or by males. Second, it is important for future inquiry to carefully distinguish insults from what I will call "outrageous speech" such as "dirty words" and profanity. Third, we need to rethink the link between insults and aggressiveness. Insults are not necessarily threatening, and cannot always be interpreted as aggressive or violent behavior, or even as "causing offense" to the other party. Finally, it is important to avoid conflating verbal duels with ritual insults, since these are substantially different, albeit overlapping, genres. I will try to tackle each of these issues in order. In conclusion, I will ask the question of why, despite so much evidence to the contrary, a reductionist and overgeneralizing perception of verbal duels as the catharsis of aggression among young men persists. The answer, I will suggest, may be connected to a tendency to dismiss and gloss over argumentative genres of language./

    Singing gender: Contested discourses of womanhood in Tuscan-Italian verbal art

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    In this article, we explore the presentation and contestation of discourses of womanhood in verbal art performance. In Tuscan-Italian Contrasto verbal duels the artists, both males and females, may impersonate female characters as they exchange insults between each other. In doing so, they deploy multiple discourses of womanhood to demonstrate their wit and verbal artistry. As a consequence, they often subvert and contest appropriate female behavior as well as ideas of morality, which might be connected to those behaviors. This highlights the manipulability of discourses of womanhood to obtain particular goals. We analyze Contrasti performances where characters of mother-in-law and daughter-in-law are impersonated. We further argue that the contraposition of different discourses on stage increases the fluidity of gender as a category. In this sense poetic performances are revealed as a loci where perceptions of established gender roles and the connected moral order might be negotiated or destabilized

    Seminare il dialogo, coltivare la pace, raccogliere umanitaĢ€. AttivitaĢ€ partecipative per lā€™educAzione alla cittadinanza globale

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    Lo scoppio della guerra in Ucraina ha (ri)acceso il dibattito sullā€™importanza di costruire una cultura di pace e del ruolo-chiave giocato dalla scuola per promuovere tale valore. Il conflitto, inteso come assenza di pace e come contrasto tra simili, presenta varie declinazioni giaĢ€ in ambito scolastico: la comunitaĢ€ pedagogica deve quindi riflettere sulle strategie utili affincheĢ si riesca a formare una vera e duratura cultura della pace. Il contributo verte sullā€™efficacia delle attivitaĢ€ partecipative e sullā€™apprendimento situato inerenti la gestione del conflitto e il valore della mediazione in ambito educativo. In particolare si analizza, attraverso la descrizione di uno studio di caso offerto da un gemellaggio tra una scuola primaria fiorentina ed una ucraina avvenuto nel maggio 2022, gli effetti che il lavoro sulla mediazione, declinato in gioco di ruolo, possono avere sugli studenti nella costruzione della consapevolezza che la pace sia lā€™unica strada possibile. Dal termine del secondo conflitto mondiale lā€™Europa, con la sola eccezione della guerra nella ex Iugoslavia, ha vissuto piuĢ€ di settantā€™anni di pace. Contestualmente, la nascita delle Nazioni Unite e dellā€™Unione Europea ha contribuito non solo a evitare altri conflitti su scala mondiale, ma a stimolare la cooperazione tra Stati. Se la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, cosiĢ€ come la Carta di Nizza del 2000, danno un preciso quadro di riferimento valoriale su tematiche quali i diritti, lā€™inclusione, la collaborazione tra stati e il mantenimento della pace, tradotti in linee guida educative che, in Italia, sono state tradotte nella Legge 20 agosto 209, n. 92 sullā€™educazione civica, dallā€™altra il contesto geopolitico internazionale, unitamente allo scenario sociale, economico ed emotivo scaturito dalla pandemia da Covid-19, rischiano di allontanare le nuove generazioni da un coinvolgimento diretto nella costruzione di comunitaĢ€ sostenibili, inclusive e pacifiche. Il Learning Framework 2030 ā€œThe future of education and skillsā€ pone al centro della formazione scolastica il concetto di agency dei soggetti, ovvero la loro capacitaĢ€ di intervenire sia sul proprio contesto di riferimento, che sullā€™ambiente, trasformandoli in funzione delle proprie anticipazioni e previsioni rispetto ad eventi futuri. Lā€™agency si sostanzia in una progettualitaĢ€ a lungo termine, che faccia leva sulle potenzialitaĢ€ dei singoli e sulla capacitaĢ€ decisionale per modificare le proprie condizioni di vita. GiaĢ€ J. Dewey aveva descritto le caratteristiche e le qualitaĢ€ che i percorsi esperienziali devono avere per co-costruire un apprendimento profondo e duraturo. Per J. Dewey il principale problema di unā€™educazione basata sullā€™esperienza eĢ€ quello di selezionare il tipo di esperienze che avranno un peso a livello creativo e generativo su quelle che verranno successivamente, basandole sui principi di continuitaĢ€, crescita e interazione. Nel pianificare le ā€œsituazioniā€ di apprendimento, lā€™educatore deve rispettare i principi di continuitaĢ€ e di sviluppo mettendo in connessione passato, presente e futuro, percheĢ tutte le esperienze portano in seĢ qualcosa di quelle che le hanno precedute e gettano le basi di quelle che le seguiranno e deve connettere il soggetto col proprio contesto affincheĢ lā€™esperienza formativa sia collettiva. Tali percorsi, connessi, duraturi, generativi, basati sullā€™interconnessione tra gli esseri umani, sono in grado di instillare nelle generazioni presenti e future la consapevolezza di vivere in un mondo globale in cui le azioni dellā€™uno ricadono sulla vita dellā€™altro. La paralisi dei rapporti sociali verificatasi con la pandemia, che ha sospeso sia il normale scambio tra coetanei, cosiĢ€ esiziale durante il periodo di formazione dellā€™io, sia le normali attivitaĢ€ scolastiche presenziali e ricreative, ha allontanato le nuove generazioni e non solo dalle urgenze del nostro tempo, relegandole a bisogni impellenti dellā€™era pre-pandemica. Nazioni Unite, Consiglio dā€™Europa e non ultimo il Ministero dellā€™Istruzione e del Merito esortano il mondo della scuola ad attingere dagli altri contesti educativi -non formali, informali- buone pratiche e collaborazioni per lavorare sia sulle tematiche sottese ai diritti, alla sostenibilitaĢ€ e allā€™inclusione, sia sulle competenze di base e trasversali. Lā€™Associazione Robert F. Kennedy Foundation of Italy ONLUS (RFK Italia), ente formatore riconosciuto dal Ministero secondo la Dir. 170/2016 e attiva nel capo dellā€™educazione ai diritti umani dal 2007, ha sviluppato una piattaforma educativa dal titolo CivicAttiva rivolta ai docenti delle scuole di ogni ordine e grado e, attraverso di loro, a gli studenti. La metodologia utilizzata eĢ€ quella del gioco di ruolo e dellā€™apprendimento situato, al fine di stimolare negli studenti lā€™empatia verso lā€™altro da seĢ. In particolare con lo scoppio della guerra in Ucraina e il conseguente ingresso di bambine e bambini nelle scuole italiane, eĢ€ stato riscontrato un crescente interesse da parte dei docenti bei confronti di attivitaĢ€ sulla gestione del conflitto. RFK Italia, giaĢ€ allā€™indomani dellā€™invasione russa del febbraio 2022, si eĢ€ attivata insieme allā€™organizzazione Colors for Peace per portare beni di prima necessitaĢ€ al popolo ucraino, coinvolgendo altre organizzazioni sul territorio toscano -dove entrambe le realtaĢ€ hanno sede- alle cui attivitaĢ€ hanno partecipato anche scuole nellā€™ambito dei PCTO. Una classe IV della scuola primaria ā€œCompagni-Carducciā€ di Firenze ha chiesto invece la realizzazione di un laboratorio sulla gestione del conflitto che eĢ€ stato realizzato sulla base di unā€™esercitazione utilizzata alle Nazioni Unite. Dopo un brainstorming sulle cause dei conflitti in ambito internazionale, legate per lo piuĢ€ alle risorse, la classe eĢ€ stata divisa in due gruppi, delimitati da una linea che simboleggiava il confine territoriale, al centro della quale eĢ€ stata posta una cesta con delle spille che rappresentavano le risorse. A ogni gruppo eĢ€ stato chiesto di identificare un leader, dopo aver dibattuto sulle sue caratteristiche (empatico, disposto ad ascoltare le istanze dei singoli membri del gruppo, sicuro ma non arrogante): i leader sono stati scelti senza troppa esitazione e tra i dati significativi si rileva che entrambi i gruppi hanno scelto una bambina, riconoscendole quindi quelle dote che fanno del leader una persona credibile. EĢ€ stato poi fatto un sorteggio per decidere quale delle due squadre dovesse detenere il controllo delle risorse: la squadra vincitrice si eĢ€ riunita per formulare delle proposte di co-gestione delle risorse, tenendo presente che la proposta avrebbe dovuto soddisfare i propri bisogni garantendo anche la sopravvivenza dellā€™altra squadr
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