23 research outputs found
Per la valorizzazione del patrimonio culturale della Campania. Il contributo degli studi medio- e neo-latini
L’idea di allestire il presente volume è nata dall’esigenza di mettere a fuoco alcuni fra i complessi rapporti esistenti fra patrimoni materiali ed immateriali della cultura – una tematica cardine nella ricerca umanistica degli ultimi decenni – ma anche dalla volontà di meditare sul contributo che gli studi medio- e neo-latini hanno dato e possono ancora dare nell’ottica della valorizzazione del territorio. A tale scopo si è focalizzata l’attenzione sul patrimonio culturale della Campania che, con la sua variegata ricchezza, sia materiale, sia immateriale, e col suo esser divenuto centro e crocevia di molteplici ed importanti tradizioni, si presta a fornire interessanti spunti per ogni genere di ricerche e dibattiti. Così, ha trovato luogo qui, sotto una medesima copertina, una variegata miscellanea di saggi che mirano a sottolineare come la letteratura in generale ed in particolare quella medio- e neo-latina manifestino un’intrinseca capacità , nella loro qualità di patrimonio immateriale della cultura, di spiegarne ed al tempo stesso valorizzarne i patrimoni materiali all’interno di un processo osmotico che non può prescindere da nessuno degli elementi in gioco e, men che mai, dall’ambito del territorio in cui quei patrimoni abbiano preso forma ed abbiano trovato la loro naturale collocazione.
Emerge la coscienza che lo studio della letteratura e di ogni tipo di patrimonio immateriale della cultura non rappresenti affatto una raffinata forma d’ozio di viziati parassiti di una società che sia costretta a sopportarne inutilmente il peso, ma costituisca invece la scaturigine di nuove ed imprescindibili occasioni per valorizzarne i patrimoni materiali in tutte le loro forme. Si ribadisce altresì il valore della lingua e della cultura medio- e neo-latine come espressione della comune radice della maggior parte della cultura moderna occidentale: esse hanno lasciato un’impronta senz’altro indelebile, ma troppo spesso negata, o relegata sotto la soglia della nostra coscienza lucida, su buona parte di quel che ci sembra null’altro che l’ovvio patrimonio del nostro presente
Sensitivity of endoscopic biopsy for the detection of gastric and duodenal lesions in dogs and cats
Our aim was to determine how many endoscopic biopsies were necessary to have 99% confidence of finding a gastric/duodenal lesion, and if quality of tissue sample impacted the number of pieces of tissue required for diagnosis. Histopathology slides containing 2,126 tissue samples from 130 animals were solicited from 8 institutions in 5 countries. Slides were randomized using a table of random numbers and coded. Each tissue on each slide was evaluated for diagnosis, severity of pathologic change and quality of sample. Quality of biopsy was assessed as inadequate, marginal, adequate or superior. Severity of lesion was assessed as unreadable, normal, mild, moderate or severe.
Sensitivity (Se) was estimated overall and by subsets of species (cat versus dog), biopsy quality (0-3), organ (stomach, duodenum), participating institution and specific lesion type. There was an inverse linear relationship between the number of biopsies needed for diagnosis and the quality of the tissue samples. If tissue quality was not considered, 99% confidence for finding increased cellularity/epithelial lesions required 3 pieces of duodenal tissue in cats and 6 in dogs; and 4 gastric pieces in cats and 3 in dogs. Finding blunt villi required 6 pieces in cats and 9 in dogs; 18 pieces for canine duodenal crypt lesions (this fell to 13 when only adequate tissue samples are considered); and 8 pieces for canine lymphangiectasia. The necessity of taking sufficient numbers of adequate quality biopsies was confirmed, and adequate tissue samples were significantly more likely to find lesions than poor tissue samples