14 research outputs found

    Evaluating the efficacy of psychodynamic treatment on a single case of autism. A qualitative research.

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    Autism spectrum disorder refers to a group of diseases determined by multiple conditions and primarily defined on the basis of behavioral patterns. The literature and guidelines provide indications regarding adequate treatments, underlying how psychologically and behaviorally structured interventions, should be considered the best programs. Anyway, there is still a scarcity of studies evidencing the effectiveness of therapeutic and developmental approaches situated in a psychodynamic framework and researches aimed to evaluate the quality of psychodynamic interventions on autism are rare. The present study illustrate a qualitative research on the single-case intervention with an autistic adolescent, admitted to the Educational - Rehabilitation Centre Antenna 112. The Centre bases its intervention on a specific psychodynamic approach, Lacanian Psychoanalysis, named Pratique \ue0 Plusieurs. The efficacy of the psychodynamic intervention is evaluated by monitoring the therapeutic process with the adolescent from his admission. The evaluation took place in three different stages of the intervention: at the beginning of the treatment, after 6 months and after 12 months. In particular, the level of adaptive behaviors (Vineland Adaptive Behavior Scale), Social Communication (Social Communication Questionnaire), and the seriousness of behavioral patterns, specific for the autism disorders (Childhood Autism Rating Scale) have been assessed. Results highlight that the psychodynamic setting of the Centre and the therapeutic intervention, which takes place in it, foster an improvement of adaptive behavior, such as life skills and socialization. Limitations of the present study and clinical implications regarding residential psychodynamic treatments in cases of autism disorders are discussed

    Parole minori : La psicoanalisi e le nuove generazioni

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    Sempre più spesso ci imbattiamo in giovani che manifestano nuove forme di disagio. Le classificazioni diagnostiche non mancano, anzi si aggiornano rapidamente e si moltiplicano in modo esponenziale sotto la categoria del “Disturbo di o della…”, che implicitamente rinvia alla necessità di trovare modi e mezzi per tacitarlo se non, addirittura, estirparlo. Genitori e Servizi sono spesso impotenti di fronte alle nuove forme del disagio contemporaneo, dove gli ideali che un tempo riuscivano in qualche modo a offrire delle soluzioni collettive o a temperarne l’angoscia hanno perso valore. Così il disagio si manifesta sempre più nella sua urgenza e l’unica soluzione possibile è la richiesta di interventi volti a “normalizzare” il comportamento del minore, interventi che spesso finiscono per acuire il disagio stesso e le modalità in cui ciascuno lo esprime. L’esperienza delle istituzioni che si rifanno alla psicoanalisi di Jacques Lacan rovesciano, invece, la prospettiva comune. Il disagio prima di tutto è una forma di appello, non un disturbo, e il comportamento che lo rivela è la parola, sebbene ridotta al torsolo, spesso mal formulata o espressa tramite agiti. Occorre ascoltarla nella sua declinazione singolare per farsi partner di ciascuno in modo unico, ritessendo relazioni di fiducia e sostenendo le invenzioni singolari che ognuno riesce a mettere in campo per trasformare il disagio in qualcosa d’altro. Quanto testimoniato in questo volume parte dalle esperienze di accoglienza di minori in diverse istituzioni, per introdurre una riflessione sul soggetto contemporaneo e abbozzare un discorso politico critico sulla spinta all’omologazione sempre più presente e offerta come l’unica possibile in una società che continua, invece, a dichiararsi democratica e globalizzata

    Introduzione

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    Nel seminario Problemi cruciali per la psicoanalisi del 1965 Lacan afferma che «non vi è una sola esclamazione che non sia un grido». Un grido è sempre un appello rivolto all’Altro, la cui risposta è legata al «potere discrezionale dell’uditore», non tanto – come ci insegna lo psicoanalista francese – dei genitori, degli insegnanti, degli educatori e di quant’altri si prendono cura del piccolo d’uomo fin dalla sua nascita, quanto del discorso e della cultura cui loro stessi sono assoggettati...

    Il paradigma dell’autismo

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    L’autismo si presta bene a essere il paradigma della situazione contemporanea dei minori. Potrebbe sembrare una forzatura, in quanto l’autismo è oggi pensato come una disabilità grave e, per quanto sempre più diffusa, rappresenta comunque una percentuale limitata. Eppure per alcuni aspetti esso illustra bene come oggi si affronti la questione del “fuori norma”. Una premessa necessaria Per indicare una persona con disabilità oggi non si usa più il termine handicappato, la cui etimo..

    Iper-attivitĂ 

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    L’agitazione ha sempre avuto un carattere ambivalente lungo i secoli – dalla possessione demoniaca a quella dei profeti con le loro danze sciamaniche – e di volta in volta andava interpretata per attribuirle un senso e una funzione sociale. Secondo Michel Foucault con la creazione degli “Asili”, distinti dalle «case di correzione» o dai «grandi ospedali destinati agli insensati» dove finivano un po’ tutti coloro che non seguivano la norma, il significante “agitazione” arriva a suggellare l’es..

    Making the use of psychotropic drugs more rational through the development of GRADE recommendations in specialist mental healthcare

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    INTRODUCTION: In recent years the Grading of Recommendations Assessment, Development and Evaluation (GRADE) methodology has often been used by international or national health authorities, or scientific societies, for developing evidence-based treatment recommendations. However, the GRADE approach has never been used by practicing physicians who aim at harmonizing their prescribing behaviours paying due attention to the best available evidence. This paper describes the experience of a working group of psychiatrists who adopted the GRADE approach to develop clinical recommendations on the use of psychotropic drugs in specialist mental healthcare.CASE DESCRIPTION: The project was conducted in the Department of Mental Health of Verona, Italy, a city located in the north of Italy. At the beginning of 2012, psychiatrists with a specific interest in the rational use of psychotropic drugs were identified and appointed as members of a Guideline Development Group (GDG). The first task of the GDG was the identification of controversial areas in the use of psychotropic drugs, the definition of scoping questions, and the identification of outcomes of interest. The GDG was supported by a scientific secretariat, who searched the evidence, identified one or more systematic reviews matching the scoping questions, and drafted GRADE tables.DISCUSSION AND EVALUATION: On the basis of efficacy, acceptability, tolerability and safety data, considering the risk of bias and confidence in estimates, and taking also into consideration preferences, values and practical aspects in favour and against the intervention under scrutiny, a draft recommendation with its strength was formulated and agreed by GDG members. Recommendations were submitted for consideration to all specialists of the Department, discussed in two plenary sessions open to the whole staff, and finally approved at the end of 2012.CONCLUSION: The present project of guideline development raised several challenging and innovating aspects, including a "bottom-up" approach, as it was motivated by reasons that found agreement among specialists, those who developed the recommendations were those who were supposed to follow them, and values, preferences and feasibility issues were considered paying due attention to local context variables

    Parole minori

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    Sempre più spesso ci imbattiamo in giovani che manifestano nuove forme di disagio. Le classificazioni diagnostiche non mancano, anzi si aggiornano rapidamente e si moltiplicano in modo esponenziale sotto la categoria del “Disturbo di o della…”, che implicitamente rinvia alla necessità di trovare modi e mezzi per tacitarlo se non, addirittura, estirparlo. Genitori e Servizi sono spesso impotenti di fronte alle nuove forme del disagio contemporaneo, dove gli ideali che un tempo riuscivano in qualche modo a offrire delle soluzioni collettive o a temperarne l’angoscia hanno perso valore. Così il disagio si manifesta sempre più nella sua urgenza e l’unica soluzione possibile è la richiesta di interventi volti a “normalizzare” il comportamento del minore, interventi che spesso finiscono per acuire il disagio stesso e le modalità in cui ciascuno lo esprime. L’esperienza delle istituzioni che si rifanno alla psicoanalisi di Jacques Lacan rovesciano, invece, la prospettiva comune. Il disagio prima di tutto è una forma di appello, non un disturbo, e il comportamento che lo rivela è la parola, sebbene ridotta al torsolo, spesso mal formulata o espressa tramite agiti. Occorre ascoltarla nella sua declinazione singolare per farsi partner di ciascuno in modo unico, ritessendo relazioni di fiducia e sostenendo le invenzioni singolari che ognuno riesce a mettere in campo per trasformare il disagio in qualcosa d’altro. Quanto testimoniato in questo volume parte dalle esperienze di accoglienza di minori in diverse istituzioni, per introdurre una riflessione sul soggetto contemporaneo e abbozzare un discorso politico critico sulla spinta all’omologazione sempre più presente e offerta come l’unica possibile in una società che continua, invece, a dichiararsi democratica e globalizzata

    Adoviolenza

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    La violenza fra i giovani, quella violenza efferata che colpisce se stessi o gli altri, si presenta per gli adulti come perturbante: muta, senza ragione, senza senso, pura spinta distruttiva. Le risposte che vediamo dispiegarsi a livello sociale in generale testimoniano i loro effetti di impotenza: né la comprensione, né l’autorità, paiono infatti poter arginare questo tipo di fenomeni. E per i giovani che vi sono coinvolti, raramente si apre un’interrogazione: la violenza agita non fa sintomo, se intendiamo il sintomo nel senso psicoanalitico, come soluzione di compromesso, risultante di una sostituzione del soddisfacimento pulsionale; la violenza agita non produce interrogazione. Questo volume nasce da questa prospettiva: lasciarsi interrogare dal fenomeno della violenza nelle giovani generazioni per cogliere, da un lato cosa nel nostro legame sociale produce violenza, dall’altro se e come l’esperienza psicoanalitica possa proporre una via per tessere un legame laddove il legame sembra presentarsi come impossibile
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