58 research outputs found
Seismic strain and seismogenic stress regimes in the crust of the southern Tyrrhenian region
An investigation has been performed to identify and characterize the seismic deformation zones active over the last decades in the region of Italy that has experienced the strongest seismicity during the last centuries. The study is based on the estimate of hypocenter locations, fault plane solutions, seismogenic stress and seismic strain tensor orientations carried out using the entire dataset of the national and local seismic networks, and the recently improved three-dimensional (3D) crustal velocity model of the study area. A series of simulation tests have been performed to evaluate the significance of the earthquake space distribution obtained and whether it was influenced by network geometry problems related to the sea and the lack of ocean bottom seismometers. In the sectors where hypocentral location was synthetically proved to be reliable, space distributions of earthquakes located with epicenter and focal depth errors less than 3 and 4 km, respectively, have been compared with local geology in order to identify seismogenic faults. The dataset of 32 fault plane solutions estimated with fault parameter errors less than 20° has been used to investigate space variations of seismogenic stress and seismic strain orientations over the study area. Stress was found to be uniform in the Messina Strait and southern Calabria where inversion of the available set of 11 fault plane solutions showed clear evidence of an extensional regime. The different orientations of the minimum compressive stress and strain found in this sector, together with the information available on local geology and tectonics, lead us to propose that the seismicity occurring over the last decades in the Messina Strait and southern Calabria was not in general produced at the main faults, but at minor faults activated by the main tectonic stress field acting in the area. To the west, in the sector including western Etna, the Nebrodi chain and the western Aeolian Islands, analysis of the available set of 16 fault plane solutions revealed a certain degree of stress heterogeneity with an apparent prevalence of northâsouth compression. This east to west change of stressâstrain regimes is evaluated in the light of current hypotheses regarding the geodynamics of the study region
Localizzazione probabilistica 3D (NonLinLoc) applicata allâarea calabro-peloritana
Sono presentati e discussi i risultati
preliminari relativi ad una ri-localizzazione
probabilistica non-lineare 3D dei terremoti
dellâarea compresa tra il Tirreno meridionale
e lâArco Calabro-Peloritano (Italia
meridionale).
Scopo del lavoro è dimostrare che
lâapplicazione di unâapproccio probabilistico
non-lineare nella localizzazione dei terremoti
può fornire dei risultati piÚ accurati ai fini
della sorveglianza, ovviando al problema
degli outlier, rispetto alle tecniche di
localizzazione lineari (e.g. Hypoellipse), che
minimizzano simultaneamente tutti i residui
tra fasi osservate e calcolate.
Il programma utilizzato è NonLinLoc
[Lomax, et al., 2000; Lomax, et al., 2001;
Lomax, 2005; http://www.alomax.net/nlloc;
NonLinLoc di seguito] il quale permette di
effettuare unâefficiente ricerca globale dello
spazio dei parametri ipocentrali (coordinate
spaziali e tempo origine) ottenendo una
stima della funzione densitĂ di probabilitĂ
(pdf, probability density function) a
posteriori. La pdf fornisce una descrizione
completa della localizzazione e delle sue
incertezze; il campionamento dello spazio
dei parametri ipocentrali è stato fatto
mediante la tecnica Oct-tree nella regione
compresa tra 37.75 e 39.40 N in latitudine e
tra 14.80 e 16.80 E in longitudine, e
utilizzando tutti gli eventi con profonditĂ H
â¤30 km.
La struttura dellâOct-tree è stata imposta in
100,000 celle ed un insieme di queste celle
viene poi salvata in modo da poter
rappresentare graficamente la pdf mediante
nubi di punti a diversa densitĂ .
Il dataset utilizzato per le nostre analisi è
composto da 1,304 terremoti, di 1.0<M<4.3,
registrati nel periodo compreso tra il 1994 e
il 2006; il modello di velocità 3D adottato è
stato ottenuto da Barberi et al., 2008 [poster
presentato a questo convegno] invertendo lo stesso dataset, mediante lâutilizzo del
software TomoDD.
I risultati ottenuti sono stati confrontati sia
con le localizzazioni 1D (Hypoellipse) che
con quelle 3D. Si evidenzia una maggiore
clusterizzazione degli eventi e, soprattutto,
un evidente miglioramento della qualitĂ delle
localizzazioni utilizzando il modello di
velocitĂ crostale 3D. Per cui riteniamo che,
lâapplicazione del metodo probabilistico
associato ad un buon modello di velocitĂ 3D,
può essere utilizzato ai fini di sorveglianza
Localizzazione probabilistica 3D (NonLinLoc) applicata allâarea calabro-peloritana
Sono presentati e discussi i risultati
preliminari relativi ad una ri-localizzazione
probabilistica non-lineare 3D dei terremoti
dellâarea compresa tra il Tirreno meridionale
e lâArco Calabro-Peloritano (Italia
meridionale).
Scopo del lavoro è dimostrare che
lâapplicazione di unâapproccio probabilistico
non-lineare nella localizzazione dei terremoti
può fornire dei risultati piÚ accurati ai fini
della sorveglianza, ovviando al problema
degli outlier, rispetto alle tecniche di
localizzazione lineari (e.g. Hypoellipse), che
minimizzano simultaneamente tutti i residui
tra fasi osservate e calcolate.
Il programma utilizzato è NonLinLoc
[Lomax, et al., 2000; Lomax, et al., 2001;
Lomax, 2005; http://www.alomax.net/nlloc;
NonLinLoc di seguito] il quale permette di
effettuare unâefficiente ricerca globale dello
spazio dei parametri ipocentrali (coordinate
spaziali e tempo origine) ottenendo una
stima della funzione densitĂ di probabilitĂ
(pdf, probability density function) a
posteriori. La pdf fornisce una descrizione
completa della localizzazione e delle sue
incertezze; il campionamento dello spazio
dei parametri ipocentrali è stato fatto
mediante la tecnica Oct-tree nella regione
compresa tra 37.75 e 39.40 N in latitudine e
tra 14.80 e 16.80 E in longitudine, e
utilizzando tutti gli eventi con profonditĂ H
â¤30 km.
La struttura dellâOct-tree è stata imposta in
100,000 celle ed un insieme di queste celle
viene poi salvata in modo da poter
rappresentare graficamente la pdf mediante
nubi di punti a diversa densitĂ .
Il dataset utilizzato per le nostre analisi è
composto da 1,304 terremoti, di 1.0<M<4.3,
registrati nel periodo compreso tra il 1994 e
il 2006; il modello di velocità 3D adottato è
stato ottenuto da Barberi et al., 2008 [poster
presentato a questo convegno] invertendo lo stesso dataset, mediante lâutilizzo del
software TomoDD.
I risultati ottenuti sono stati confrontati sia
con le localizzazioni 1D (Hypoellipse) che
con quelle 3D. Si evidenzia una maggiore
clusterizzazione degli eventi e, soprattutto,
un evidente miglioramento della qualitĂ delle
localizzazioni utilizzando il modello di
velocitĂ crostale 3D. Per cui riteniamo che,
lâapplicazione del metodo probabilistico
associato ad un buon modello di velocitĂ 3D,
può essere utilizzato ai fini di sorveglianza
Structural features of the Pernicana Fault (M. Etna, Sicily, Italy) inferred by high precise location of the microseismicity
The north-eastern ďŹank of Mt. Etna is crossed by an important and active tectonic structure, the Pernicana Fault
having a mean strike WNWâESE. It links westward to the active NE Rift and seems to have an important
role in controlling instability processes affecting the eastern ďŹank of the volcano. Recent studies suggest that
Pernicana Fault is very active through sinistral, oblique-slip movements and is also characterised by frequent
shallow seismicity (depth < 2 km bsl) on the uphill western segment and by remarkable creeping on the downhill
eastern one. The Pernicana Fault earthquakes, which can reach magnitudes up to 4.2, sometimes with coseismic
surface faulting, caused severe damages to tourist resorts and villages along or close this structure. In the last
years, a strong increase of seismicity, also characterized by swarms, was recorded by INGV-CT permanent local
seismic network close the Pernicana Fault. A three-step procedure was applied to calculate precise hypocentre
locations. In a ďŹrst step, we chose to apply cross-correlation analysis, in order to easily evaluate the similarity
of waveforms useful to identify earthquakes families. In a second step, we calculate probabilistic earthquake
locations using the software package NONLINLOC, which includes systematic, complete grid search and global,
non-linear search methods. Subsequently, we perform relative relocation of correlated event pairs using the
double-difference earthquake algorithm and the program HypoDD. The double-difference algorithm minimizes
the residuals between observed and calculated travel time difference for pairs of earthquakes at common stations
by iteratively adjusting the vector difference between the hypocenters.
We show the recognized spatial seismic clusters identifying the most active and hazarding sectors of the structure,
their geometry and depth.
Finally, in order to clarify the geodynamic framework of the area, we associate these results with calculated focal
mechanisms for the most energetic earthquakes
Terremoti con effetti macrosismici in Sicilia orientale nel periodo Gennaio 2009 - Dicembre 2013
Sono analizzati ed elaborati i dati dei rilievi macrosismici relativi ai terremoti verificatisi in Sicilia nel periodo
2009-2013. Si tratta di eventi che hanno provocato effetti macrosismici di rilievo e/o danneggiamento per
la maggior parte localizzati nellâ area etnea, cui si aggiungono alcuni terremoti di magnitudo moderata,
legati a sequenze sismiche significative verificatisi nei settori ibleo, peloritano e eoliano.
I dati sono stati raccolti e elaborati secondo le procedure operative di prassi adottate in questi casi dal gruppo
QUEST (ex-TTC 1.11 â Osservazioni e monitoraggio macrosismico del territorio nazionaleâ ) dellâ INGV, e
successivamente parametrizzati secondo gli standard adottati per la compilazione del catalogo CPTI e banca dati
macrosismica DBMI (ex-TTC 5.1 â Banche dati e metodi macrosismiciâ )
Caratterizzazione sismica del sistema strutturale Pernicana - Provenzana (settore NE dell'Etna) attraverso l'utilizzo di differenti tecniche di rilocalizzazione.
Il fianco nord-orientale dellâEtna è interessato da un noto sistema strutturale denominato Pernicana-Provenzana, che ha un andamento WNWâESE. Esso è collegato ad ovest ad un altro importante elemento strutturale, il Rift di Nord-Est, che mostra avere un ruolo importante nel controllo dei fenomeni di instabilitĂ del fianco orientale del vulcano. La sismicitĂ associata a questo sistema strutturale è di tipo superficiale (max 2-3 km b.s.l.) e rilevanti fenomeni di creeping sono rilevabili sul suo segmento orientale. I terremoti associati a questo sistema di faglie, che possono raggiungere magnitudo sino a 4.3, qualche volta con fenomeni di fagliazione superficiale, hanno provocato danni importanti alle principali strutture alberghiere ed ai paesi ubicati in prossimitĂ della struttura.
Nel presente lavoro, sono riportati i risultati di uno studio di dettaglio della sismicitĂ localizzata lungo tale sistema strutturale, nel periodo 1999-2009. I terremoti registrati dalla rete sismica permanente dellâIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia â Sezione di Catania, localizzati con un modello 1D utilizzando lâalgoritmo Hypoellipse (Gruppo Analisi Dati Sismici, 2010), sono stati rilocalizzati applicando due differenti tecniche di localizzazione: NonLinLoc sviluppato da Lomax et al. (2000) e HypoDD proposto da Waldhauser & Ellsworth (2000). La prima metodologia è basata su un processo di ricerca globale, nello spazio 3D, dei parametri di localizzazione che possono essere ottenuti utilizzando diversi algoritmi. Il metodo HypoDD, che non prevede lâutilizzo di un modello 3D, è invece basato sullâalgoritmo della doppia differenza che minimizza i residui tra le differenze dei traveltime osservati e calcolati per coppie di terremoti a stazioni comuni. Lâapplicazione di tali tecniche ha permesso di ottenere localizzazioni ipocentrali di migliore qualitĂ , fondamentali per la caratterizzazione sismica della struttura.
Lâapplicazione di queste differenti metodologie ha permesso di evidenziare che il sistema strutturale Pernicana- Provenzana risulta composto da segmenti caratterizzati da differenti rilasci di energia sismica. Sono stati individuati due cluster principali di terremoti, la cui distribuzione spaziale ha evidenziato un differente verso nellâimmersione dei piani di faglia collegabili a questa sismicitĂ . Infine, lâapplicazione di tecniche di cross-correlazione delle forme dâonda registrate nel periodo indagato ha consentito di individuare âfamiglieâ di terremoti.
Lâanalisi spazio â temporale delle famiglie individuate ha evidenziato per alcune di esse, una ricorrenza temporale ed ha permesso di ipotizzare che lâapplicazione di un campo di stress sul sistema Pernicana-Provenzana potrebbe essere capace di attivare le stesse sorgenti sismiche in differenti periodi
Surface and deep strain at Mt. Etna volcano (Sicily, Italy) during the 2003-2004 inflation phase
We carried out a study of the seismicity and ground deformation occurred on Mount Etna volcano after the end
of 2002-2003 eruption and before the onset of 2004-2005 eruption, and recorded by the permanent local seismic
network run by Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - Sezione di Catania and by the geodetic surveys
carried out in July 2003 and July 2004 on the GPS network. We provided a description of seismicity rate and
main seismic swarms which occurred during the investigated period. Mostly of the earthquakes are clustered in
two main clusters located on the north-eastern (E-W aligned and above the sea level) and south-eastern (NW-SE
aligned and from 3 to 8 Km below the sea level) sectors of the volcano. in order to better understand the kinematic
processes of the volcano, the 3D relocation were used to compute fault plane solutions and a selected dataset was
inverted to determine stress and strain tensors. The focal solutions on the north-eastern sector show clear left-lateral
kinematics along an E-W fault plane, in good agreement with the Pernicana fault kinematics. The focal solutions
on the south-eastern sector show a main right-lateral kinematics along a NW-SE fault plane evidencing a roughly
E-W oriented compression coupled with a N-S extension.
Surface ground deformation affecting Mt Etna and measured by GPS surveys highlights a marked inflation during
the same period, mainly visible on the western and upper sectors of the volcano; on the contrary, its eastern
side shows an exceptionally strong seawards and downwards motion with displacements ranging from 5 up to
10 cm along the coastline. The 2D geodetic strain tensor distribution was calculated on a 1.5 km spaced grid,
in order to detail the strain axes orientation above the entire GPS network. The results of the 2D geodetic strain
calculation evidenced the very strong extension (mainly along an- ENE-WSW axis) of the summit area that was
already considered as the cause of the 2004-2005 eruption; this main ENE-WSW extension continues throughout
the eastern flank, but here coupled with a WNW-ESE contraction, meaning a right-lateral shear along a NW-SE
oriented fault plane.
The opposite deformation of the eastern sector of the volcano, as measured by seismicity and ground deformation
has to be interpreted by considering the different depths of the two signals. Seismic activity along the NW-SE
alignment is, in fact, located between 3 and 8 km b.s.l. and it is then affected by the very strong additional EW
compression induced by the inflating source located by inverting GPS data just westwards and at the same
depth. Ground deformation measured by GPS at the surface, on the contrary, is mainly affected by the shallower
dynamics of the eastern flank, fastly moving towards East that produces an opposite (extension) E-W strain. It
is also meaningful, confirming the decoupling between the surface and deep strain, that all the seismicity of the
south-eastern sector lies beneath the sliding plane already modeled by geodetic data for the same time interval and
for the 2004-2006 period and also beneath the deeper one previously modeled during the 1993-1998 period when
the eastern flank velocity was much slower
La sequenza sismica nel versante nord-occidentale dell'Etna del 19-27 Dicembre 2009 : evidenze di ricarica magmatica profonda?
Eâ stata analizzata la sequenza sismica che ha interessato il versante nord-occidentale dellâEtna nel periodo 19-27 dicembre 2009 (Fig. 1). Essa è stata caratterizzata da oltre 400 scosse di magnitudo compresa tra 1.0 e 4.8, localizzate ad una profonditĂ tra 20 e 30 km, con un rilevante rilascio energetico, come si osserva dalla distribuzione temporale del numero delle scosse e dellâenergia ad esse associata nel tempo (Fig. 2). Ă interessante notare come lâenergia rilasciata durante la sequenza risulti essere quasi il triplo dellâenergia del periodo sineruttivo 2008, pur essendo pressochĂŠ uguale il numero di scosse registrate.
In questo settore dellâarea etnea, caratterizzato da sismicitĂ profonda, poco frequente e di modesta energia, la modalitĂ di rilascio sismico della sequenza in oggetto costituisce un elemento di novitĂ . Infatti, piĂš del 50% delle scosse si sono verificate nel corso delle prime 24 ore, come tipicamente osservato nel corso di sciami vulcanici sineruttivi.
Eâ importante evidenziare che nellâarea etnea eventi sismici con profonditĂ focali comprese tra i 10 e i 30 km vengono considerati dei veri e propri âmarkersâ di attivitĂ vulcanica (e.g. Puglisi et al., 2001), in quanto si verificano abbastanza regolarmente durante i periodi intra-eruttivi e possono essere messi in relazione con i meccanismi di ricarica magmatica (e.g. Bonaccorso, 2001). Essi sono principalmente localizzati nei settori occidentale e meridionale del vulcano lungo strutture orientate NO-SE e NNO-SSE e, occasionalmente, lungo strutture orientate NE-SO (Patanè et al., 2004). Pertanto è ragionevole ipotizzare che il fenomeno oggetto del presente studio possa essere ricondotto ad una fase di ricarica profonda del sistema magmatico etneo
Terremoti con effetti macrosismici in Sicilia orientale nel periodo Gennaio 2006 - Dicembre 2008
The macroseismic surveys of earthquakes occurred in Sicily during the time-span 2006-2008, are hereinafter
presented. Analysed data mainly concern events located in the volcanic region of Mt. Etna, together with other
regional shocks which have produced relevant macroseismic effects in northern and southern Sicily. Data have been
collected following the guidelines of the QUEST working group (QUick Earthquake Survey Team, and then processed
according to the procedures used for compiling the catalogue and macroseismic database issued in the framework of the
TTC (Transversely Coordinated Theme) 5.1 âBanche dati e metodi macrosismiciâ of INGV
Instrumental seismic catalogue of Mt. Etna earthquakes (Sicily, Italy): ten years (2000-2010) of instrumental recordings
Instrumental seismic catalogues are an essential tool for the zonation of
the territory and the production of seismic hazard maps. They are also a
valuable instrument for detailed seismological studies regarding active
volcanoes and, above all, for interpreting the magma dynamics and the
evolution of eruptive phenomena. In this paper, we show the first instrumental
earthquake catalogue of Mt. Etna, for the period 2000-2010, with
the purpose of producing a homogeneous dataset of 10 years of seismological
observations. During this period, 16,845 earthquakes have been
recorded by the seismic network run by the Istituto Nazionale di Geofisica
and Vulcanologia, Osservatorio Etneo, in Catania. A total of 6,330 events,
corresponding to approximately 40% of all earthquakes recorded, were located
by using a one-dimensional VP velocity model. The magnitude completeness
of the catalogue is equal to about 1.5 for the whole period, except
for some short periods in 2001 and 2002-2003 and at the end of 2009. The
reliability of the data collected is supported by the good values of the main
hypocentral parameters through the time. The spatial distribution of seismicity
allowed the highlighting of several seismogenetic areas characterized
by different seismic rates and focal depths. This seismic catalogue
represents a fundamental tool for several research aiming to a better understanding
of the behavior of an active volcano such as Mt. Etna
- âŚ