38 research outputs found

    Noi contro tutti: la solidariet\ue0 aggressiva nella web communitas No Lombroso

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    In November 2009 the renewed display of the Museum \u201cCesare Lombroso\u201d opened to visitors in Turin. A \u201cNo Lombroso\u201d cartel of Neo-bourbon and other Southern political associations moved to protest against the Museum. They went to demand the repatriation of the brigand\u2019s Villella skull for burial in his birthplace Motta Santa Lucia (CZ). In September 2012, I entered the No Lombroso Facebook group to conduct my online participant observation. The involvement in the day-to-day Facebook interactions highlights the performative construction of the aggressive solidarity into the web communitas

    Postcolonialismo o postmeridionalismo? Riflessioni sulla teoria postcoloniale a partire dalla ricerca sul campo "Into the heart of Italy"

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    Nel 2009 l\u2019apertura al pubblico del nuovo allestimento del Museo di Antropologia Criminale \uabCesare Lombroso\ubb \ue8 stata accolta dalle proteste del Movimento neoborbonico e di numerose Associazioni politiche neo-meridionaliste. Il museo \ue8 accusato di diffondere pregiudizi razzisti contro i meridionali: in particolare l\u2019esposizione del cranio di Giuseppe Villella, il \u201cfamoso brigante\u201d nativo di Motta Santa Lucia in Calabria, che ispir\uf2 la teoria lombrosiana dell\u2019atavismo del criminale, \ue8 stato considerato un\u2019offesa deliberata dei \u201cpiemontesi\u201d contro i \u201cterroni\u201d, proprio alla vigilia dei controversi festeggiamenti dei 150 anni dell\u2019Unit\ue0 d\u2019Italia. Il Comitato \u201cNo Lombroso\u201d, di cui \ue8 cofondatore il sindaco di Motta Santa Lucia, continua a portare avanti una battaglia politica e legale per la repatriation del cranio di Villella nel paese natale. Per il movimento di protesta la lotta per la restituzione del cranio del \u201cbrigante\u201d \ue8 diventata il simbolo del riscatto delle popolazioni del Regno delle Due Sicilie, conquistate e colonizzate con la violenza dai \u201cpiemontesi\u201d. La ricerca etnografia multisituata (Motta Santa Lucia \u2013 social network della protesta sul web \u2013 museo Lombroso), che sto conducendo dal 2011, si \ue8 rivelata un osservatorio privilegiato per riflettere sulla pertinenza dell\u2019applicazione della categoria postcolonial all\u2019eredit\ue0 conflittuale dell\u2019unificazione delle \u201cdue Italie\u201d. La richiesta di restituzione del cranio di Villella e di tutti gli \u201cinsorgenti meridionali\u201d colloca la protesta nell\u2019ambito del vasto movimento postcoloniale di repatriation che ha rappresentato, fin dagli anni Settanta, un\u2019importante forma di lotta delle associazioni nativiste americane, degli aborigeni australiani, dei maori, solo per citare i casi pi\uf9 noti. Nel mio contributo mi propongo di analizzare analogie e differenze fra le rivendicazioni dei nativi del Sud Italia e i nativi \u201caltri\u201d, per offrire alcuni spunti di riflessione utili alla chiarificazione teorica del dibattito sul \u201cMezzogiorno postcoloniale\u201d

    Noi contro tutti: la solidarietĂ  aggressiva nella web communitas No Lombroso

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    In November 2009 the renewed  display of the Museum  “Cesare Lombroso” opened to visitors in Turin. A “No Lombroso” cartel of Neo-bourbon and other Southern political associations moved to protest against the Museum. They went to  demand the repatriation of the brigand’s Villella skull for burial in his birthplace Motta Santa Lucia (CZ). In September 2012, I entered the No Lombroso Facebook group to conduct my online participant observation. The involvement in the day-to-day Facebook interactions highlights the performative construction of the aggressive solidarity into the web communitas

    Nel laboratorio sociale dell'odio: un anno di ordinario razzismo su Facebook

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    Da settembre 2012 a marzo 2014 ho condotto un\u2019etnografia online nel gruppo Facebook \u201cNo Lombroso\u201d. La partecipazione quotidiana alla circolazione virale di immagini e commenti razzisti, di cui l\u2019allora ministra dell\u2019integrazione C\ue9cile Kyenge era il principale bersaglio, mi ha dato accesso ai nodi della rete di diffusione delle retoriche razziste sui social media. Il saggio si propone di esplorare la fenomenologia del linguaggio dell\u2019odio nello spazio comunicativo di Facebook, a partire dall\u2019analisi del palinsesto degli eventi costruito da uno dei partecipanti pi\uf9 attivi del gruppo oggetto della ricerca. La decisione di seguire il punto di vista di un singolo attore, selezionato come \u201ccaso esemplare\u201d, fornisce un utile ancoraggio metodologico per ordinare l\u2019enorme proliferazione di dati, connaturati alla specificit\ue0 del terreno virtuale della ricerca, e contribuisce a evitare la costruzione stereotipata e astratta del profilo del razzista. Nella stessa persona, infatti, convive l\u2019appassionata militanza antirazzista contro il razzismo antimeridionale insieme con il razzismo contro gli \u201cstranieri\u201d. Le forme di interazione quotidiana online riproducono un ambiente performativo che agisce come rituale di trasformazione di s\ue9 e della relazione con l\u2019altro da s\ue9. In questo senso, Kyenge assume la funzione di un\u2019alterit\ue0 spettrale evocata per l\u2019edificazione di una communitas dell\u2019immaginario che offre un rifugio salvifico alla deriva politica delle identit\ue0 minacciate

    La maschera e il volto: l'identificazione del nemico nella "Difesa della Razza".

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    In 1938 the fascist journal \uabLa Difesa della Razza\ubb began its editorial life. In the aim of legitimating the soon to be enacted Racial Law and further Jews persecution, the journal provided to produce and divulge the scientific and aesthetic visibility of enemy's identity. By following the metaphor of mask in its visual and textual implications inside the journal, this article suggests a research line to illuminate the deep similarity, in different genocidarian contexts, of discursive practices of violence, that endorse the escalation to physical elimination of envisioned enemy

    Le pagine del diario di Nicole F.

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    Uomini, scimmie e discorsi di altra natura. A colloquio con Giorgio Manzi

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    From the\uab missing link\ubb to current taxonomy revolution of the post genomic era, differences as well as similarities between humans and anthropoid apes had been played a fundamental role in evolutionary studies. The text of the interwiew is excerpted from two long conversations with Giorgio Manzi, paleoanthropologist of the University \uabSapienza\ubb, that offers a reflexive focus on the \uabstate of art\ubb in bio-anthropological studies. In particular, Manzi discusses some important themes that inform his work, as the social role of the anthropologist in dissemination of scientific knowledge
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