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    CRONOLOGIA DELLE LESIONI CUTANEE IN MEDICINA LEGALE: IL RUOLO DELL'IMMUNOISTOCHIMICA

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    L’esame di una lesione è indispensabile in medicina legale e può fornire importanti informazioni per determinarne la vitalità e l’epoca. Stabilire la cronologia di una lesione ha un’importanza notevole per le conseguenze applicative sul piano giudiziario e per questo, rappresenta un tema classico ma allo stesso tempo attuale. La guarigione è una risposta fibroproliferativa che inizia subito dopo l’azione della noxa patogena, si tratta di un processo finemente regolato nel quale sono coinvolte numerose sostanze biologiche che, ad oggi, sono utilizzate come marcatori per datare le lesioni. In questa trattazione vengono riportati i principali marcatori utilizzati, con particolare riferimento alle tecniche d’immunoistochimica che in questo ambito rappresentano il gold standard. Nella parte finale è stato riportato, a scopo esemplificativo, un caso peritale in cui le metodiche immunoistochimiche sono state applicate al fine di determinare la vitalità e la cronologia delle lesioni

    Mappatura organizzativa e strumenti di monitoraggio delle Cure Intermedie: elementi di analisi e discussione dell'esperienza dell' Ospedale di Comunita Campo di Marte, Zona Distretto Piana di Lucca.

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    I cambiamenti demografici, epidemiologici, economici e sociali concorrono a determinare una pressione sui Sistemi Sanitari Nazionali e Regionali tale da imporre un ripensamento nell'organizzazione e nell'utilizzo appropriato dei servizi, in una logica di sostenibilità a lungo termine. Il Decreto Ministeriale n°70/2015 (DM 70/2015) ribadisce il ruolo dell'ospedale come luogo di cura delle acuzie e afferma la necessità di integrazione tra gli ospedali, secondo il modello Hub & Spoke, e tra l'ospedale e il territorio. A proposito della continuità dell'assistenza tra ospedale e territorio viene citato il modello dell'ospedale di comunità (OdC), di cui sono descritte le principali caratteristiche, rimandando a livello Regionale le determinazioni più organizzative. Si configura quindi un ventaglio molto ampio ed eterogeneo di servizi territoriali e di strutture residenziali extraospedaliere, organizzate in modo differente, che hanno come massimo comune denominatore una popolazione rappresentata da pazienti perlopiù anziani e/o cronici, per i quali un ricovero ospedaliero sarebbe inappropriato, ma che non possono essere gestiti al proprio domicilio per condizioni che riguardano la sfera clinica e, talvolta, anche quella sociale. La Regione Toscana, con la Delibera di Giunta n°909 del 2017 ha riorganizzato il setting di Cure Intermedie, passando dai due livelli di intensità clinico-assistenziale precedentemente previsti, a tre livelli. Questa tesi intende proporre un modello di mappatura degli ospedali di comunità dove si riportano i risultati dell'OdC Campo di Marte di Lucca, relativamente ai seguenti aspetti: • dati di struttura, • gestione e modalità organizzative, • attività clinica, • personale infermieristico e di assistenza, • documentazione sanitaria e flussi informativi, • percorso del paziente, • assistenza farmaceutica e di riattivazione/riabilitazione, • procedure formalizzate di comunicazione e rischio clinico • partecipazione del caregiver e degli assistiti Vengono riportati anche i dati di attività della struttura relativamente alle ammissioni (ricoveri in OdC), in funzione della descrizione del percorso dei pazienti con riferimento a: setting di provenienza, modalità e setting di dimissione, ricovero in ospedale per acuti entro 30 giorni dall'uscita dall'OdC

    Applicazione di un sistema di notifica elettronica<BR>per la sorveglianza delle patologie associate <BR>a Clostridium difficile

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    Introduction. Point prevalence surveys carried out in Europe in 2012 showed that Clostridium difficile is one of the most relevant cause of Healthcare Associated Infection (HAIs). A region wide prevalence survey confirmed a relevant frequency of Clostridium difficile in Tuscany and in the University teaching hospital of Pisa. The incidence of Clostridium difficile infection may belowered by applying appropriate preventive measures. For this purpose an electronic alert system has been activated in the University Teaching Hospital of Pisa in March 2013. Aim of this study is to define the incidence of CDAD after the implementation of preventive measures. Methods. Data were collected from the laboratory detection database and the notification of clinical diagnosis. Incidence rates by ward, temporal trends of incidence and notification rates of CDAD were calculated. Results. The total incidence of CDAD was 4.95 cases per 10.000 patient days, with a great variability between different specialty wards. The highest rates were scored in the gastroenterology, infectious disease and paediatric oncohematology wards and in the emergency department. Discussion. The incidence of CDAD in the University teaching hospital of Pisa is higher than the Italian average of 3,6 per 10.000 patient days but is comparable to the European rates (4,1 per 10.000 patient days). Conclusions. The electronic alert system is an important tool for the timely implementation of control measures and the effectiveness check of the measures applie

    Unplanned readmissions within 30 days after discharge: Improving quality through easy prediction

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    Objective: To propose an easy predictive model for the risk of rehospitalization, built from hospital administrative data, in order to prevent repeated admissions and to improve transitional care. Design: Retrospective cohort study. Setting: Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana (Pisa University Hospital). Participants: Patients residing in the territory of the province of Pisa (Tuscany Region) with at least one unplanned hospital admission leading to a medical Diagnosis-Related Group (DRG) in the calendar year 2012. Intervention: We compared two groups of patients: patients coded as 'RA30' (readmitted within 30 days after the previous discharge) and patients coded as 'NRA30' (either admitted only once or readmitted after 30 days since the latest discharge). Main Outcome Measures: The effect of age, sex, length of stay, number of diagnoses, normalized number of admissions and presence of diseases on the probability of rehospitalization within 30 days after discharge was evaluated. Results: The significant variables included in the predictive model were: age, odds ratio (OR) = 1.018, 95% confidence interval (CI) = 1.011-1.026; normalized number of admissions, OR = 1.257, CI = 1.225-1.290; number of diagnoses, OR = 1.306, CI = 1.174-1.452 and presence of cancer diagnosis, OR = 1.479, CI = 1.088-2.011. Conclusions: The model can be easily applied when discharging patients who have been hospitalized after an access to the Emergency Department to predict the risk of rehospitalization within 30 days. The prediction can be used to activate focused hospital-primary care transitional interventions. The model has to be validated first in order to be implemented in clinical practice

    ADOZIONE DI UN SISTEMA DI ALERT ELETTRONICO PER LA SORVEGLIANZA E IL CONTROLLO DELLE INFEZIONI DA ACINETOBACTER BAUMANII NELL’AZIENDA OSPEDALIERO UNIVERSITARIA PISANA (A.O.U.P)

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    Introduzione. Acinetobacter baumannii è un importante patogeno opportunista responsabile di gravi infezioni correlate all’assistenza (ICA) La resistenza agli antimicrobici rappresenta il principale vantaggio selettivo che consente al microrganismo di diffondere in ambiente ospedaliero, considerata anche la capacità intrinseca del batterio di persistere nell’ambiente a lungo. In Italia Acinetobacter baumanii è responsabile del 5,7% delle ICA e nel 50% degli isolati è stata riscontrata resistenza combinata. La conoscenza precoce di pazienti infetti o colonizzati attraverso sistemi di alert elettronici generati dal laboratorio di microbiologia in tempo reale permette al gruppo aziendale di intervenire attraverso le misure di controllo e la terapia antiinfettiva appropriata. Metodi. A partire dai referti degli alert elettronici è stato creato un database in cui sono riportati gli identificativi del paziente, il reparto richiedente e il tipo di campione. Quotidianamente viene valutata la presenza di cluster epidemici nei reparti a maggior rischio e mensilmente viene restituito ai direttori di dipartimento un report sulle infezioni nei reparti afferenti. Sulla base della positività a campioni richiesti a scopo diagnostico o di sorveglianza, i pazienti sono distinti in colonizzati o infetti. Risultati. Dei 101 pazienti per cui abbiamo avuto almeno un alert positivo, 66 (65,3%) erano infetti e 35 (34,6%) colonizzati. I reparti ad alta intensità di cure sono risultati i più critici: Anestesia e Rianimazione di Urgenza con 17 pazienti infetti (26%) e 3 (8,5%) colonizzati; Chirurgia generale dei trapianti con 13 (20%) infetti e 10 (28,5%) colonizzati; Centro Ustioni con 5 (7,6%) infetti e 2 (5,8%) colonizzati. Il rapporto colonizzati infetti è 0,53. Conclusioni. L’implementazione del sistema di alert elettronico rappresenta un valido strumento di sorveglianza delle infezioni da Acinetobacter baumanii al fine di adottare tempestivamente misure di controllo

    RISCHIO DI TRASMISSIONE DI KPC-PRODUCING KLEBSIELLA PNEUMONIAE IN ENDOSCOPIA DIGESTIVA

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    Introduzione L’endoscopia digestiva, in particolare l’uso dei duodenoscopi nella colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP), è stata recentemente associata a cluster di infezioni/colonizzazioni da Enterobatteri Resistenti ai Carbapenemi (CRE), con aumento della morbosità e mortalità per i pazienti esposti. Metodi A seguito della segnalazione di due casi di batteriemia da Klebsiella pneumoniae KPC-producing temporalmente riconducibili all’effettuazione di ERCP all’interno di un ospedale di alta specializzazione, al fine di evidenziare criticità nel reprocessing degli endoscopi sia di ordine ambientale-strutturale che strettamente operativo, sono stati applicati gli strumenti valutativi proposti nel documento dell’ARS Toscana “Il reprocessing in endoscopia digestiva: criticità e strumenti per la sicurezza del percorso”. Risultati L’indagine ha evidenziato alcune criticità nei percorsi pulito-sporco degli strumenti, nell’inadeguatezza delle procedure di detersione manuale, oltre a carenze strutturali all’interno di uno dei locali di reprocessing. Non conformità all’analisi microbiologica, riconducibili a cariche microbiche superiori ai limiti e alla presenza di indicatori microbici (E. coli, P. aeruginosa, ecc), sono derivate dal mancato ottenimento della disinfezione di alto livello degli endoscopi trattati con alcune coppie macchina/prodotto. In particolare, Klebsiella pneumoniae KPC-producing è stata isolata nel liquido di lavaggio dei canali interni di due duodenoscopi. Conclusioni In situazioni endemo-epidemiche per K. pneumoniae KPC-producing è fondamentale un’analisi proattiva del rischio infettivo derivante dalla non corretta applicazione della procedura di reprocessing degli endoscopi. La disinfezione di alto livello può non essere in grado di raggiungere livelli elevati di sicurezza, laddove la detersione manuale non sia stata adeguatamente condotta

    Why, when and for what diseases pregnant and new mothers “should” be vaccinated

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    Immunological and serological changes that occur during pregnancy can alter the susceptibility of both the mother and the fetus against various infectious diseases. The pregnant woman has an altered immune response and, for some pathologies, is at increased risk of infection and of developing complications and serious outcomes. In addition, maternal infections can result in congenital anomalies, malformations or severe neonatal diseases. Vaccination of pregnant women can therefore have a double goal: to protect the mother from diseases that could have an impact on her health and to avoid infection/disease transmission to the fetus or the newborn. Despite the potential benefits of immunization in pregnant women, it is still evident reluctance and/or refusal of vaccinations by health professionals as well as by pregnant women, who are wary of the real advantages linked to vaccines. For these reasons a group of experts has evaluated the latest scientific evidence reported in the international literature on this relevant topic

    Adapted Physical Activity for the Promotion of Health and the Prevention of Multifactorial Chronic Diseases: the Erice Charter

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    The Erice Charter was unanimously approved at the conclusion of the 47th Residential Course "Adapted Physical Activity in Sport, Wellness and Fitness: New Challenges for Prevention and Health Promotion", held on 20-24 April 2015 in Erice, Italy, at the "Ettore Majorana" Foundation and Centre for Scientific Culture, and promoted by the International School of Epidemiology and Preventive Medicine "G. D'Alessandro" and the Study Group on Movement Sciences for Health of the Italian Society of Hygiene, Preventive Medicine and Public Health. After an intense discussion the participants identified the main points associated with the relevance of physical activity for Public Health, claiming the pivotal role of the Department of Prevention in coordinating and managing preventive actions. The participants underlined the importance of the physicians specialized in Hygiene, Preventive Medicine and Public Health. The contribution of other operators such as physicians specialized in Sport Medicine was stressed. Further, the holders of the new degree in Human Movement and Sport Sciences were considered fundamental contributors for the performance of physical activity and their presence was seen as a promising opportunity for the Departments of Prevention. Primary prevention based on recreational physical activities should become easily accessible for the population, avoiding obstacles such as certification steps or complex bureaucracy. The Sport Doctor is recognized as the principal referent for preliminary physical evaluation and clinical monitoring in secondary and tertiary prevention actions based on adapted physical activities. Developing research in the field is essential as well as implementing higher education on physical activity management in Schools of Public Health
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