95 research outputs found

    Pain and Frailty in Hospitalized Older Adults

    Get PDF
    Introduction: Pain and frailty are prevalent conditions in the older population. Many chronic diseases are likely involved in their origin, and both have a negative impact on quality of life. However, few studies have analysed their association. Methods: In light of this knowledge gap, 3577 acutely hospitalized patients 65 years or older enrolled in the REPOSI register, an Italian network of internal medicine and geriatric hospital wards, were assessed to calculate the frailty index (FI). The impact of pain and some of its characteristics on the degree of frailty was evaluated using an ordinal logistic regression model after adjusting for age and gender. Results: The prevalence of pain was 24.7%, and among patients with pain, 42.9% was regarded as chronic pain. Chronic pain was associated with severe frailty (OR = 1.69, 95% CI 1.38–2.07). Somatic pain (OR = 1.59, 95% CI 1.23–2.07) and widespread pain (OR = 1.60, 95% CI 0.93–2.78) were associated with frailty. Osteoarthritis was the most common cause of chronic pain, diagnosed in 157 patients (33.5%). Polymyalgia, rheumatoid arthritis and other musculoskeletal diseases causing chronic pain were associated with a lower degree of frailty than osteoarthritis (OR = 0.49, 95%CI 0.28–0.85). Conclusions: Chronic and somatic pain negatively affect the degree of frailty. The duration and type of pain, as well as the underlying diseases associated with chronic pain, should be evaluated to improve the hospital management of frail older people

    The multifaceted spectrum of liver cirrhosis in older hospitalised patients: Analysis of the REPOSI registry

    Get PDF
    Background: Knowledge on the main clinical and prognostic characteristics of older multimorbid subjects with liver cirrhosis (LC) admitted to acute medical wards is scarce. Objectives: To estimate the prevalence of LC among older patients admitted to acute medical wards and to assess the main clinical characteristics of LC along with its association with major clinical outcomes and to explore the possibility that well-distinguished phenotypic profiles of LC have classificatory and prognostic properties. Methods: A cohort of 6,193 older subjects hospitalised between 2010 and 2018 and included in the REPOSI registry was analysed. Results: LC was diagnosed in 315 patients (5%). LC was associated with rehospitalisation (age-sex adjusted hazard ratio, [aHR] 1.44; 95% CI, 1.10-1.88) and with mortality after discharge, independently of all confounders (multiple aHR, 2.1; 95% CI, 1.37-3.22), but not with in-hospital mortality and incident disability. Three main clinical phenotypes of LC patients were recognised: relatively fit subjects (FIT, N = 150), subjects characterised by poor social support (PSS, N = 89) and, finally, subjects with disability and multimorbidity (D&M, N = 76). PSS subjects had an increased incident disability (35% vs 13%, P < 0.05) compared to FIT. D&M patients had a higher mortality (in-hospital: 12% vs 3%/1%, P < 0.01; post-discharge: 41% vs 12%/15%, P < 0.01) and less rehospitalisation (10% vs 32%/34%, P < 0.01) compared to PSS and FIT. Conclusions: LC has a relatively low prevalence in older hospitalised subjects but, when present, accounts for worse post-discharge outcomes. Phenotypic analysis unravelled the heterogeneity of LC older population and the association of selected phenotypes with different clinical and prognostic features

    Quale formazione per i futuri dottori commercialisti?

    No full text
    L\u2019intervento illustra il percorso formativo che il Corso di Laurea magistrale in Economia e Professione della Facolt\ue0 di Economia di Bologna ha strutturato per: A. \u201ccogliere\u201d le novit\ue0 in atto della professione, novit\ue0 nascenti dal modificarsi dello scenario economico; B.coordinare formazione universitaria e pratica di studio, accompagnando il laureato magistrale all\u2019esame di stato abilitante; C.seguire, anche dopo l\u2019abilitazione, il giovane dottore commercialista nei successivi momenti di aggiornamento professionale. Un percorso formativo che trasformi il tradizionale dottore commercialista che intermedia, con la propria attivit\ue0 Stato e Mercato in un consulente globale dei differenti attori presenti sul mercato. Considerati i cambiamenti in atto dello scenario economico i futuro professionista dovr\ue0 essere capace di gestire, oltre alla tradizionale pratica giuridica-contabile-tributaria, anche, nella impresa in cui opera, le: \u2022funzioni di programmazione e controllo gestionale e finanziario; \u2022funzioni di strutturazione di modelli di internal audit e di catene ispettive e di controllo, visto il recente affermarsi anche in Italia di una cultura della compliance; \u2022funzioni di rendicontazione di tipo sociale ed ambientale vista la crescente importanza della problematica della Corporate Social Responsability; \u2022funzioni di comunicazione e di intermediazione tra impresa e specifici \u201cterzi\u201d quali banche e tribunale

    Prefazione

    No full text
    L\u2019imponente processo di \u201cfinanziarizzazione\u201d della seconda met\ue0 del secolo scorso e dei primi anni di quello in corso ha accorciato le distanze tra gli operatori economici, rendendo possibili nuove e maggiori interazioni. Allo stesso modo, tuttavia, ha amplificato le conseguenze negative generate da comportamenti illeciti (o, semplicemente, non conformi) di importanti aziende italiane e internazionali ed ha favorito rapidi fenomeni di distruzione di valori finanziari, generando perdite ingenti in molti Paesi. In un siffatto contesto va inquadrato il crescente interesse verso il tema della compliance, di recente oggetto (con sempre maggiore frequenza) di dibattiti accademici, corsi universitari e applicazioni professionali. Il contributo costituisce la prefazione al testo che si pone come obiettivo quello di analizzare il nuovo presidio organizzativo, imposto alle societ\ue0 di intermediazione finanziaria, ponendo a confronto il modello di \u201ccompliance\u201d completo con due alternative configurazioni semplificatorie: un modello \u201cdeburocratizzato\u201d ed uno \u201cpersonalizzato\u201d, pi\uf9 semplice e snello, configurazione minimale (nel pensiero dell\u2019Autore) stante la normativa vigente

    LA COMUNICAZIONE D\u2019IMPRESA: VERSO QUALE CONTENUTO?

    No full text
    Nella pi\uf9 recente dottrina aziendale si \ue8 andata affermando l\u2019idea che la comunicazione aziendale, specie per le imprese quotate, debba essere sempre pi\uf9 \u201cunitaria e sistematica\u201d dovendosi rendere noti gli esiti sia della responsabilit\ue0 economica sia di quella sociale che, si ritiene, gravino su di esse. Infatti lo sviluppo della tematica della C.S.R. \ue8 stato accompagnato, nella pratica e nella teoria, specie anglo-americana, dalla proposta del bilancio di sostenibilit\ue0 come strumento unico di verifica e di comunicazione della responsabilit\ue0 economica, sociale ed ambientale dell\u2019impresa; bilancio questo volto ad illustrare la cosiddetta Corporate Sustainability, intendendo quest\u2019ultima come l\u2019impegno assunto dall\u2019impresa che si propone di perseguire un modello di sviluppo correlato all\u2019ambiente ed alla dimensione sociale in cui vive, avendo un comportamento rispettoso verso i suoi stakeholders e utilizzando un profilo di rischio accettabile; modello di sviluppo che \u201csi basa su un criterio di equit\ue0 nella distribuzione inter-generazionale ed intra-generazionale del reddito, della ricchezza e delle risorse. (Sapendo che\u2026N.D.A.) la condizione inter-generazionale di sostenibilit\ue0 intende garantire che la libert\ue0 di scelta delle generazioni future non risulti compromessa dalla miopia decisionale delle generazioni precedenti. (Mentre\u2026N.D.A.) la condizione intra-generazionale di sostenibilit\ue0 si pone l\u2019obiettivo di garantire pari opportunit\ue0 a tutti i partecipanti alla competizione del mercato\u201d. Ci\uf2 significa prospettare una impresa che: 1. includa nel proprio finalismo responsabilit\ue0 non solo di tipo economico; 2. operi sul mercato secondo logiche competitive rispettose; 3. comunichi i risultati del proprio agire con la massima trasparenza; tutto ci\uf2 al fine di acquisire reputazione, legittimit\ue0 e consenso sociale. Fatta questa necessaria premessa, scopo di questo contributo \ue8 quello di verificare: 1. se esiste un modello interpretativo univalente della comunicazione, in particolare verso l\u2019esterno, delle imprese; 2. cosa si debba intendere per responsabilit\ue0 delle imprese ai giorni nostri e se ci\uf2 che emerge, dall\u2019odierno riscontro con la realt\ue0, ci permetta di parlare di comunicazione integrata; 3. quale comunicazione sia prevedibile per il futuro
    • …
    corecore