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SQLX: Test di Installazione e Funzionamento
SQLX è un software che si propone come strumento per il controllo di qualità dei segnali sismici registrati in continuo dalle reti di monitoraggio.
Attualmente è diventato un prodotto commerciale distribuito esclusivamente da Nanometrics Inc. (www.nanometrics.ca/products/sqlx) e sviluppato e supportato da Boaz Consultancy. SQLX sostituisce la vecchia versione conosciuta con il nome di PQLX.
I maggiori utilizzatori del prodotto sono lâUSGS-NEIC, lâIRIS-DMC e ORFEUS.
La possibilitĂ di verificare velocemente per ogni canale sismico acquisito le ordinate spettrali e la loro variabilità è utile per poter indagare i livelli di disturbo al sito, individuare le cause e le origini dei disturbi e monitorare le prestazioni degli strumenti. Infatti, lâelaborazione sistematica del segnale continuo e la produzione di parametri statistici che ne rappresentino il contenuto nel dominio delle frequenze evidenzia lâemergere delle caratteristiche stazionarie del rumore di fondo naturale presente in ogni sito, sempre presente ovunque si installi una stazione sismica. Il rumore di fondo può essere composto da sorgenti naturali e/o antropiche che si manifestano in differenti bande di frequenza a comporre una generale firma spettrale che è riconoscibile generalmente in tutti i siti di rilevamento. Questa forma dello spettro del rumore di fondo è ben riprodotta e contenuta allâinterno di curve di riferimento ottenute dagli estremi di tutti i segnali registrati in siti differenti sul pianeta [Peterson, 1993]. Il rumore di fondo, per la sua natura aleatoria, ha unâampia variabilitĂ che in gran parte è contenuta allâinterno delle curve di riferimento ed in generale si esprime con ben determinate caratteristiche. Ad esempio, se la strumentazione utilizzata lo permette, allâ interno dello spettro del rumore di fondo è sempre riconoscibile un picco spettrale intorno a 0.2 Hz generato dal segnale che si propaga a partire dai fondali marini al di sotto delle tempeste marine; oppure è caratterizzato da una risalita delle ampiezze con lâaumentare della frequenza al di sopra di 1 Hz se il sito è vicino a centri urbani e/o aree industriali. Quindi, risulta importante valutare quanto una stazione sismica sia disturbata rispetto agli obiettivi del monitoraggio sismico, confrontando le ampiezze spettrali dei segnali dei terremoti con quelle delle sorgenti di rumore sismico. Questa valutazione permette di definire quanto una stazione sismica risulta rumorosa e se è in grado di rilevare i segnali di eventi sismici. Inoltre, disponendo della strumentazione adeguata e allâavanguardia, è importante che tale strumentazione stia funzionando correttamente in modo da poterne sfruttare appieno le prestazioni. Individuando le anomalie e la loro periodicitĂ allâinterno del rumore di fondo medio di un sito, è possibile ipotizzare ed individuare guasti della strumentazione, malfunzionamenti e/o elementi che indicano possibili miglioramenti nelle configurazioni di installazione degli strumenti.
Produrre unâanalisi spettrale continua, il calcolo delle statistiche dei livelli di disturbo e lâarchiviazione in un Database (DB) su centinaia di canali sismici sono operazioni che richiedono buone risorse di calcolo e strumenti software adeguati per permettere rapide analisi e per gestire la mole di dati prodotta.
In questo rapporto è descritto il test di installazione e funzionamento eseguito con licenza di prova per verificare le potenzialitĂ e le nuove opzioni di analisi del programma SQLX. Inoltre vengono mostrati alcuni esempi di consultazione dei risultati per descrivere come sfruttare SQLX per ipotizzare lâorigine di alcune anomalie del segnale
SQLX: Test di Installazione e Funzionamento
SQLX è un software che si propone come strumento per il controllo di qualità dei segnali sismici registrati in continuo dalle reti di monitoraggio.
Attualmente è diventato un prodotto commerciale distribuito esclusivamente da Nanometrics Inc. (www.nanometrics.ca/products/sqlx) e sviluppato e supportato da Boaz Consultancy. SQLX sostituisce la vecchia versione conosciuta con il nome di PQLX.
I maggiori utilizzatori del prodotto sono lâUSGS-NEIC, lâIRIS-DMC e ORFEUS.
La possibilitĂ di verificare velocemente per ogni canale sismico acquisito le ordinate spettrali e la loro variabilità è utile per poter indagare i livelli di disturbo al sito, individuare le cause e le origini dei disturbi e monitorare le prestazioni degli strumenti. Infatti, lâelaborazione sistematica del segnale continuo e la produzione di parametri statistici che ne rappresentino il contenuto nel dominio delle frequenze evidenzia lâemergere delle caratteristiche stazionarie del rumore di fondo naturale presente in ogni sito, sempre presente ovunque si installi una stazione sismica. Il rumore di fondo può essere composto da sorgenti naturali e/o antropiche che si manifestano in differenti bande di frequenza a comporre una generale firma spettrale che è riconoscibile generalmente in tutti i siti di rilevamento. Questa forma dello spettro del rumore di fondo è ben riprodotta e contenuta allâinterno di curve di riferimento ottenute dagli estremi di tutti i segnali registrati in siti differenti sul pianeta [Peterson, 1993]. Il rumore di fondo, per la sua natura aleatoria, ha unâampia variabilitĂ che in gran parte è contenuta allâinterno delle curve di riferimento ed in generale si esprime con ben determinate caratteristiche. Ad esempio, se la strumentazione utilizzata lo permette, allâ interno dello spettro del rumore di fondo è sempre riconoscibile un picco spettrale intorno a 0.2 Hz generato dal segnale che si propaga a partire dai fondali marini al di sotto delle tempeste marine; oppure è caratterizzato da una risalita delle ampiezze con lâaumentare della frequenza al di sopra di 1 Hz se il sito è vicino a centri urbani e/o aree industriali. Quindi, risulta importante valutare quanto una stazione sismica sia disturbata rispetto agli obiettivi del monitoraggio sismico, confrontando le ampiezze spettrali dei segnali dei terremoti con quelle delle sorgenti di rumore sismico. Questa valutazione permette di definire quanto una stazione sismica risulta rumorosa e se è in grado di rilevare i segnali di eventi sismici. Inoltre, disponendo della strumentazione adeguata e allâavanguardia, è importante che tale strumentazione stia funzionando correttamente in modo da poterne sfruttare appieno le prestazioni. Individuando le anomalie e la loro periodicitĂ allâinterno del rumore di fondo medio di un sito, è possibile ipotizzare ed individuare guasti della strumentazione, malfunzionamenti e/o elementi che indicano possibili miglioramenti nelle configurazioni di installazione degli strumenti.
Produrre unâanalisi spettrale continua, il calcolo delle statistiche dei livelli di disturbo e lâarchiviazione in un Database (DB) su centinaia di canali sismici sono operazioni che richiedono buone risorse di calcolo e strumenti software adeguati per permettere rapide analisi e per gestire la mole di dati prodotta.
In questo rapporto è descritto il test di installazione e funzionamento eseguito con licenza di prova per verificare le potenzialitĂ e le nuove opzioni di analisi del programma SQLX. Inoltre vengono mostrati alcuni esempi di consultazione dei risultati per descrivere come sfruttare SQLX per ipotizzare lâorigine di alcune anomalie del segnale
Campagna di Misure Sismiche nella conca Subequana
A seguito del terremoto del 6 aprile 2009 che ha colpito la cittĂ de LâAquila e la valle dellâAterno, la
Sezione di Milano-Pavia dellâIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV-MIPV) ha intrapreso
una serie di attivitĂ strumentali che hanno riguardato lâinstallazione di stazioni sismiche temporanee e misure
di noise sismico ambientale. INGV-MIPV è intervenuta sia durante le fasi di emergenza nei giorni seguenti il
sisma, sia durante successive indagini utili a studi di microzonazione per la caratterizzazione sismica dei
territori colpiti dal terremoto [Ameri et al., 2009].
Gli studi di effetti locali in alcuni paesi colpiti dal sisma e gli studi di sismotettonica in corso nellâarea
abruzzese hanno condotto alcune ricerche di INGV-MIPV a concentrarsi nella conca Subequana, bacino
sedimentario a sud della media valle dellâAterno. In tale area sono presenti piccoli centri urbani, dotati di
centri storici antichi che hanno subito gravi danni allâedificato pur essendo giĂ a notevole distanza dallâarea
epicentrale del sisma del 6 Aprile 2009 (circa 50 Km). Come indicato nel rapporto macrosismico redatto
congiuntamente da INGV e il Dipartimento di Protezione Civile Nazionale [Galli e Camassi, 2009], i centri
abitati della conca Subequana Castelvecchio Subequo, Goriano Sicoli e Castel di Ieri hanno subito un danno
rispettivamente di grado 7.0, 7.0 e 6.5 della scala MCS. Castelvecchio Subequo è stato indicato nel rapporto
macrosismico tra i paesi con possibili effetti di sito.
Utilizzando strumentazione mobile è stata realizzata una campagna di misure di noise sismico
ambientale che ha coperto lâarea del bacino sedimentario della conca Subequana e lâabitato di Castelvecchio
Subequo. Le misure effettuate sulla superficie del bacino sedimentario sono utili per indagare la risposta 1D
del bacino, attraverso la tecnica di Nakamura [Nakamura, 1989] e per stimare la profonditĂ del substrato
roccioso. Inoltre, la serie di misure allâinterno del centro storico di Castelvecchio Subequo può essere
utilizzata per indagare alcuni aspetti della risposta sismica locale dovuti alla morfologia sulla quale è
costruito il centro urbano.
Una micro rete di monitoraggio di terremoti, composta da tre stazioni, è stata installata per ottenere
ulteriori informazioni sulla risposta sismica locale del centro urbano, applicando le tecniche dâanalisi con
stazione di riferimento
The April 6, 2009, Mw 6.3, L'Aquila sequence: weak-motion and strong-motion data recorded by the RAIS temporary stations
The aim of this study is the sharing of waveforms recorded by several Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) temporary stations (managed by the Milan-Pavia section; INGV MI-PV). These stations were installed after the April 6, 2009, Mw 6.3, L'Aquila earthquake (central Italy). The work synthesizes the activities conducted in the field by the INGV MI-PV working group over the three months following the mainshock. The field activities were developed in four different phases that were defined according to their time periods. Starting from April 7, 2009, for the first phase, the temporary stations were installed in correspondence with the more damaged areas. The scope was to record the strongest aftershocks in the days that followed the mainshock. In this phase, the stations were composed of a six-component acquisition system that was coupled with both a weak-motion and a strong-motion sensor. After the first month, the last three phases of installation investigated the seismic responses of sites located in the epicentral area, involving villages within a radius of about 20 km from the epicenter of the April 6 mainshock. In this way, over four specific time-period phases, the stations were installed in sites with different lithological and geomorphological conditions. The instruments worked from April 7 to July 14, 2009; in this period, 9,155 aftershocks (134,262 accelerometric waveforms and 133,242 velocimetric waveforms), with ML â¤5.3 were recorded. This study describes the dataset of these earthquake waveforms recorded with both velocity and acceleration transducers. Selected waveforms are available through ftp://ftp.mi.ingv.it/download/RAIS-TS_rel01/, with their corresponding information concerning instrumental characteristics, installation sites, and earthquakes recorded
Functional impairment of skeletal muscle oxidative metabolism during knee-extension exercise after bed rest
ISMD, a Web Portal for Real-Time Processing and Dissemination of INGV Strong-Motion Data
In Italy, strong-motion monitoring started in the early 1970s,
when the Rete Accelerometrica Nazionale (RAN, the Italian
National Strong Motion Network; http://www.protezionecivile.
gov.it/jcms/it/ran.wp;seeData and Resources for a complete listing
of all websites listed in this article) was designed and installed
by the Agenzia Nazionale per le NuoveTecnologie, lâEnergia e lo
Sviluppo Economico Sostenibile (ENEA) and ENEL (an Italian
power company). The aim was to evaluate the seismic risk in
connection with the construction of nuclear power plants. Since
1997, the RAN (Gorini et al.,2010) has been run by the Dipartimento
della Protezione Civile (DPC). At present, the RAN
includes about 500 digital strong-motion stations.
The contribution of the Istituto Nazionale di Geofisica e
Vulcanologia (INGV) to Italian strong-motion monitoring
started some years later. Through the 2004â2006 agreement
between the INGV and the DPC (Strong-Motion Stations
Project), the INGV began the phase of strong-motion monitoring
(Augliera et al., 2010, 2011). Since 2006, a complete
renewal of the (velocimetric) Rete Sismica Nazionale (RSN;
Amato and Mele, 2008) was made by installing accelerometers
to sites where broadband RSN velocimeters were already
present. Altogether, the currentâź150 high-dynamics digital
strong-motion stations that cover the Italian territory constitute
the INGV strong-motion network.
The first channel chosen by the INGV to disseminate the
recorded waveforms was through the European Integrated
Data Archive (EIDA;http://eida.rm.ingv.it/;http://www.orfeus
-eu.org/eida/eida.html), a web portal devoted to seismic data
exchange that was developed in the framework of the Network
of Research Infrastructures for European Seismology (NERIES)
European project (www.neries-eu.org, Networking Activity 3
[NA3]). Since 2008, the INGV raw signals have been downloadable
in the Standard for the Exchange of Earthquake Data
(SEED) format from the continuous data archive of the INGV
National Earthquake Centre (Centro Nazionale Terremoti,
CNT). However, the EIDA web portal is devoted in particular
to expert end users, and it provides raw data without further
information about the waveform metadata and recording sites,
which is fundamental for engineering purposes.
The recorded RAN strong-motion data from 1972 to
2007 have been available to the scientific community only
through specific data requests to the DPC. This changed in
2007, when the RAN data were also disseminated online
through the ITalian ACcelerometric Archive (ITACA; Pacor
et al., 2011), a static databank that arose in the framework
of the S6 Seismological Project (Luzi et al., 2008), with the
aim of periodically (usually every 1 year) distributing highquality
corrected (i.e., manually processed by expert operators)
data to the scientific community. Now, in the last release of
ITACA version 2.0 (http://itaca.mi.ingv.it), users can find
the RAN strong-motion corrected data up to the end of 2013.
Even if the periodic publication of an updated version of
ITACA provides new data for the scientific community, within
the time span of two subsequent versions, significant earthquakes
generally shake the Italian territory. Increasing demands for
strong-motion data come from the scientific community soon
after an important earthquake, in particular, and the INGV
needed to homogeneously organize and disseminate the strongmotion
data recorded by its own stations through a new dedicated
channel. This motivated the co-operation of several INGV
Working Groups to design and develop INGV Strong-Motion
Data (ISMD), the first Italian real-time strong-motion web portal.
The main scope of the ISMD is real-time archiving,
processing, and distribution of strong-motion data recorded
by the INGV and partner networks, complete with all of
the necessary side information to correctly use the published
data. In particular, the automatic system on which the new web
portal is based can do the following:
1. check the quality of the raw accelerograms recorded by the
INGV strong-motion network;
2. archive and process the data in real time to provide rapid
estimations of the main strong-motion parameters of an
earthquake;
3. disseminate high-quality strong-motion waveforms and
related metadata in real time;
4. collect and distribute all of the available information about
the recording sites (i.e., geological, morphological, geophysical);
5. check, update, and homogenize the information related
to the INGV strong-motion stations currently installed
throughout the entire Italian territory (e.g., coordinates,
instrumentation); and
6. within minutes after an earthquake occurs, publish on the
website (http://ismd.mi.ingv.it/) a real-time report of the
event (e.g., event and waveform metadata, seismic response
of recording sites, comparisons between observed and predicted
data), jointly providing the binaryâSeismic Analysis
Code (SAC) uncorrected data (i.e., the raw SEED signals,
converted into a new data format), the American Standard
Code for Information Interchange (ASCII) corrected
accelerograms (i.e., binary-SAC converted into ASCII format,
and then processed), as well as the velocity and displacement
time series and the related response spectra.
The beta version of the ISMD was published during the
MayâJune 2012 ML 5.9 Emilia (northern Italy) seismic
sequence. At present it has archived about 23,500 three-
component strong-motion records fromâź360 Italian events
that occurred from 1 January 2012 to the present update of
15 April 2014 with an MLâĽ3:0Published863-8774T. Sismologia, geofisica e geologia per l'ingegneria sismicaJCR Journa
Urban Seismic Networks, Structural Health and Cultural Heritage Monitoring: The National Earthquakes Observatory (INGV, Italy) Experience
A multiscale approach to the monitoring of earthquakes and their effects can represent an effective tool for the reduction of seismic risk. Devoted monitoring networks are essential to cope with the seismic emergency in urban areas, to assess the damage scenarios, which are useful for the preservation of the strategic functions and services and to improve the community resilience to earthquakes. The National Earthquake Observatory, Italian Institute for Geophysics and Volcanology (ONT-INGV, Italy), has been recently involved in several projects devoted to the reduction of seismic risk by means of the implementation of urban-scale and building-scale monitoring networks. Such systems represent a necessary support for the well-established national seismic network. All these approaches (country, urban, and building scale) could be framed within of a unique system in which each part holds different tasks, with the common final objective of the earthquake risk reduction. In this paper different approaches, experiences and potential capabilities on urban seismic networks, structural health and cultural heritage monitoring implemented in Italy by the ONT-INGV will be presented, with the ultimate goal of achieving an effective integrated multi-scale system.PublishedArticle 1271IT. Reti di monitoraggio e sorveglianzaN/A or not JC
The Alto Tiberina Near Fault Observatory (northern Apennines, Italy)
The availability of multidisciplinary and high-resolution data is a fundamental requirement to understand the physics of earthquakes and faulting. We present the Alto Tiberina Near Fault Observatory (TABOO), a research infrastructure devoted to studying preparatory processes, slow and fast deformation along a fault system located in the upper Tiber Valley (northern Apennines), dominated by a 60 km long low-angle normal fault (Alto Tiberina, ATF) active since the Quaternary. TABOO consists of 50 permanent seismic stations covering an area of 120 à 120 km2. The surface seismic stations are equipped with 3-components seismometers, one third of them hosting accelerometers. We instrumented three shallow (250 m) boreholes with seismometers, creating a 3-dimensional antenna for studying micro-earthquakes sources (detection threshold is ML 0.5) and detecting transient signals. 24 of these sites are equipped with continuous geodetic GPS, forming two transects across the fault system. Geochemical and electromagnetic stations have been also deployed in the study area. In 36 months TABOO recorded 19,422 events with ML ⤠3.8 corresponding to 23.36e-04 events per day per squared kilometres; one of the highest seismicity rate value observed in Italy. Seismicity distribution images the geometry of the ATF and its antithetic/synthetic structures located in the hanging-wall. TABOO can allow us to understand the seismogenic potential of the ATF and therefore contribute to the seismic hazard assessment of the area. The collected information on the geometry and deformation style of the fault will be used to elaborate ground shaking scenarios adopting diverse slip distributions and rupture directivity models.PublishedS03275T. Sismologia, geofisica e geologia per l'ingegneria sismicaJCR Journa
Il terremoto del 23 dicembre 2008 nell'Appennino Reggiano-Parmense: l'intervento della Re.Mo. (Rete Sismica Mobile stand-alone)
Il 23 dicembre 2008 un terremoto di magnitudo (ML) 5.2 ha interessato lâarea pede-appenninica fra le provincie di Reggio Emilia e Parma. Lâevento sismico, avvertito da gran parte della popolazione dellâItalia centro-settentrionale, eĚ stato localizzato dallâIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ad una profonditaĚ ipocentrale di circa 23 km tra i comuni di Vetto, Canossa e Neviano degli Arduini (Lat. 44.544N e Lon. 10.345E). La scossa principale eĚ stata preceduta di 6 minuti da un evento di ML 3.4 e seguita nelle ore e nei giorni successivi da numerose repliche alcune delle quali hanno superato la soglia di magnitudo 31.
A parte il comprensibile effetto sulla popolazione, che dopo l'evento sismico si eĚ in molti casi riversata nelle strade, sono stati registrati danni moderati distribuiti in una zona piuttosto ampia delle provincie di Parma, Reggio Emilia e Modena. Il rilievo diretto degli effetti macrosismici effettuato dal gruppo QUEST2 nei giorni immediatamente successivi all'evento "ha evidenziato situazioni di danneggiamento sporadico, distribuito su unâarea abbastanza ampia. Si tratta in genere di caduta di comignoli, slittamento di tegole, crepe sui muri, talvolta passanti, e fessurazioni negli intonaci. Raramente crollo di vecchie murature. Prevalentemente il danneggiamento eĚ limitato allâedilizia monumentale (chiese, castelli, palazzi comunali, ecc.) e a situazioni di generale degrado preesistente, sia sullâedilizia monumentale stessa (in particolare numerose chiese di campagna, utilizzate di rado) che su quella ad uso abitativoâ [Ercolani et al., 2009].
A poche ore dal mainshock personale afferente alla Rete Sismica Mobile (RSM) del Centro Nazionale Terremoti (CNT), in sinergia con i colleghi della Sezione MilanoâPavia, ha installato alcune stazioni sismiche ad integrazione della Rete Sismica Nazionale (RSN) dellâINGV giaĚ presente nellâarea con lâobiettivo di acquisire dati di maggiore qualitaĚ e dettaglio in modo tale da poter studiare le sorgenti sismiche, lâevoluzione spazio-temporale della sequenza e caratterizzare attraverso la micro sismicitaĚ, le strutture di faglia attivate. Lâacquisizione del segnale sismico eĚ continuata per circa 2 mesi fornendo dati in continuo per circa 15Gb.
Tale dataset eĚ oggi disponibile integrato nel sistema di archiviazione e gestione dei dati prodotti dalla RSN dellâINGV [Moretti et al., 2010c] e distribuito nel formato standard internazionale SEED (Standard for the Exchange of Earthquake Data) attraverso il portale EIDA3.
In questo lavoro, dopo una breve descrizione sismologica dellâarea, vengono presentati i dettagli tecnici dellâintervento e le specifiche relative allâarchiviazione e distribuzione dei dati.Istituto Nazionale di Geofisica e VulcanologiaPublished1.1. TTC - Monitoraggio sismico del territorio nazionaleope
Il terremoto del 23 dicembre 2008 nell'Appennino Reggiano-Parmense: l'intervento della Re.Mo. (Rete Sismica Mobile stand-alone)
Il 23 dicembre 2008 un terremoto di magnitudo (ML) 5.2 ha interessato lâarea pede-appenninica fra le provincie di Reggio Emilia e Parma. Lâevento sismico, avvertito da gran parte della popolazione dellâItalia centro-settentrionale, eĚ stato localizzato dallâIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ad una profonditaĚ ipocentrale di circa 23 km tra i comuni di Vetto, Canossa e Neviano degli Arduini (Lat. 44.544N e Lon. 10.345E). La scossa principale eĚ stata preceduta di 6 minuti da un evento di ML 3.4 e seguita nelle ore e nei giorni successivi da numerose repliche alcune delle quali hanno superato la soglia di magnitudo 31.
A parte il comprensibile effetto sulla popolazione, che dopo l'evento sismico si eĚ in molti casi riversata nelle strade, sono stati registrati danni moderati distribuiti in una zona piuttosto ampia delle provincie di Parma, Reggio Emilia e Modena. Il rilievo diretto degli effetti macrosismici effettuato dal gruppo QUEST2 nei giorni immediatamente successivi all'evento "ha evidenziato situazioni di danneggiamento sporadico, distribuito su unâarea abbastanza ampia. Si tratta in genere di caduta di comignoli, slittamento di tegole, crepe sui muri, talvolta passanti, e fessurazioni negli intonaci. Raramente crollo di vecchie murature. Prevalentemente il danneggiamento eĚ limitato allâedilizia monumentale (chiese, castelli, palazzi comunali, ecc.) e a situazioni di generale degrado preesistente, sia sullâedilizia monumentale stessa (in particolare numerose chiese di campagna, utilizzate di rado) che su quella ad uso abitativoâ [Ercolani et al., 2009].
A poche ore dal mainshock personale afferente alla Rete Sismica Mobile (RSM) del Centro Nazionale Terremoti (CNT), in sinergia con i colleghi della Sezione MilanoâPavia, ha installato alcune stazioni sismiche ad integrazione della Rete Sismica Nazionale (RSN) dellâINGV giaĚ presente nellâarea con lâobiettivo di acquisire dati di maggiore qualitaĚ e dettaglio in modo tale da poter studiare le sorgenti sismiche, lâevoluzione spazio-temporale della sequenza e caratterizzare attraverso la micro sismicitaĚ, le strutture di faglia attivate. Lâacquisizione del segnale sismico eĚ continuata per circa 2 mesi fornendo dati in continuo per circa 15Gb.
Tale dataset eĚ oggi disponibile integrato nel sistema di archiviazione e gestione dei dati prodotti dalla RSN dellâINGV [Moretti et al., 2010c] e distribuito nel formato standard internazionale SEED (Standard for the Exchange of Earthquake Data) attraverso il portale EIDA3.
In questo lavoro, dopo una breve descrizione sismologica dellâarea, vengono presentati i dettagli tecnici dellâintervento e le specifiche relative allâarchiviazione e distribuzione dei dati
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