5 research outputs found
Risposta dell'orzo (<i>Hordeum vulgare</i> L.) a differenti livelli di intensificazione colturale
Two source of barley germplasm (pure lines selected from local populations and improved varieties) were compared at
3 locations in Sardinia (Ottava, SS; Cabras, OR; Ussana, Ca) under different levels of agronomic treatments: with and without
chemical weed control and at two levels of nitrogen (80 g ha-1 e 40 kg ha-1 N).
The results of commerciaI barley varieties show different responses according to the input level.
Within Sardinian germplasm several interesting genotypes, for low-input conditions have been identified. The comparison
between the genotypes selected from the local populations and the commerciaI barley varieties underline that plant breeding for
low-input conditions could be improved by the utilization of germplasm adapted to extensive practices.
In tre località della Sardegna (Ottava, SS; Cabras, OR; Ussana, Ca) è stata effettuata una serie di prove comparative fra il
1990 e il 1993 utilizzando due gruppi di genotipi: varietĂ commerciali e linee pure selezionate all'interno di alcune popolazioni
locali sarde.
Gli interventi tecnici considerati sono stati la concimazione azotata e il controllo chimico delle infestanti; in particolare sono
stati utilizzati due livelli di concimazione azotata (80 kg ha-1 e 40 kg ha-1 di N) mentre per quanto riguarda il diserbo è stata
presa in considerazione la presenza o l'assenza del trattamento.
I risultati relativi alle sole varietĂ commerciali indicano la presenza di risposte differenziate in relazione alla riduzione degli
input. All'interno del germoplasma sardo sono state messe in evidenza delle linee di notevole interesse per la loro capacitĂ
produttiva.
In base ai risultati ottenuti sembra possibile affermare che alcuni genotipi sono piĂą adatti di altri ad essere coltivati in
presenza di bassi livelli di intensificazione colturale. Il confronto fra il comportamento delle linee selezionate dalle popolazioni
locali e le varietĂ commerciali sottolinea come il miglioramento genetico per l'ottenimento di varietĂ adattate ad
agroecosistemi caratterizzati dall'impiego di bassi input possa utilmente giovarsi di germoplasma adattato a condizioni
estensive di coltivazione
Caratterizzazione in microscopia SEM-EDS del cemento endodontico MTA: un confronto tra diversi prodotti
RiassuntoObiettiviValutare le caratteristiche microscopiche dei cementi endodontici MTA disponibili in commercio e di un cemento di Portland.Materiali e metodiAnalisi su quattro varietà di MTA: Ogna Aureoseal®, Proroot white MTA®, Angelus white e gray MTA® e un cemento di Portland. I campioni, previo esame in diffrazione X, sono stati consolidati; i provini a cemento solidificato sono stati inglobati in una resina epossidica e lucidati in superficie: questo ha permesso un'osservazione SEM-EDS per evidenziarne la struttura e la natura chimica e mineralogica.RisultatiLe analisi mostrano significative differenze tra i vari tipi di MTA presi in esame e tra questi e il cemento di Portland usato come riferimento.I cementi utilizzati a scopo odontoiatrico hanno granuli di minori dimensioni, una maggiore idratazione e un minor contenuto di ferro e zolfo. Tra i costituenti mineralogici caratteristici del MTA si riscontrano agenti radio-opacizzanti (Bi2O3 e CaWO4). Una sostanziale differenza tra i cementi MTA è la quantità variabile nel contenuto di magnesio e alluminio che, dopo il consolidamento, presentano una granulometria inferiore nei campioni Ogna Aureoseal® e Proroot white MTA®; la presenza di apatite e tungstato di calcio (CaWO4) è invece caratteristica del cemento MTA Ogna Aureoseal®.ConclusioniLe differenze tra i campioni MTA e tra questi e il cemento di Portland sono significative sia a livello di tessitura microscopica sia di composizione chimica.AbstractObjectivesTo determine the mineralogical, chemical, and microtextural differences between commercially available MTA products, clarifying common differences with Portland and between each other.Materials and methodsThe study was done on four commercially available MTA cements, that is Ogna Aureoseal®, Proroot white MTA®, Angelus white and gray MTA® and on a commercial Portland cement. After preliminary X-ray diffraction characterization of the powder, the samples were consolidated following the same procedure used in clinical practice. The consolidated material was embedded in epoxy and polished, and subsequently investigated, by means of SEM-EDS analysis of back-scattered electron images on all samples and of quantitative compositional mapping on MTA.ResultsThe MTA and Portland cements differ for the grain size, the hydration rate, and homogeneity of the set products, and for lower Fe and S content in MTA. Previously reported presence of opacizing agents (Bi2O3 and CaWO4) was confirmed in all samples, whereas low Al content was not observed in all MTA. Although the MTA products are all mainly composed by di-calcium and tri-calcium silicates, the post-setting texture and the chemical and mineralogical constitution differ. Finer texture was observed in Ogna Aureoseal® and Proroot white MTA®; in Ogna Aureoseal® the presence of apatite and Ca-tungstate was reported; Mg and Al content changed in samples, following the clinker composition.ConclusionsSignificant differences exist between Portland cement and MTA, but also among different MTA formulations. MTA products can be classified as a form of Portland cement, specifically modified for dentistry purposes
Raccomandazioni cliniche in odontostomatologia
L’Organizzazione Mondiale della Sanità considera la salute orale come parte integrante, non solo
dello stato di salute generale, ma anche della qualitĂ della vita di ciascun individuo.
In tale ottica, in accordo e con il sostegno del mondo professionale e della comunitĂ scientifica di
questo settore, le raccomandazioni cliniche in odontostomatologia contenute nel presente volume
forniscono indicazioni e definiscono standard di intervento per la prevenzione e la cura delle piĂą
comuni patologie del cavo orale nonché per l’identificazione di percorsi terapeutici appropriati a
supporto degli operatori pubblici e privati.
Esse costituiscono, inoltre, uno strumento utile per mantenere alto il livello di qualitĂ delle cure in
questo periodo storico, nel quale, se da un lato crescono le opportunitĂ tecniche di cura e la
potenziale domanda delle stesse, dall’altro la riduzione delle risorse economiche a disposizione dei
cittadini tende a limitare l’accesso all’offerta professionale privata e, al contempo, i processi di
razionalizzazione dell’allocazione dei fondi nel SSN rendono più difficile l’accesso alle strutture
pubbliche.
L’individuazione di raccomandazioni cliniche chiaramente definite e rese pubbliche può facilitare la
condivisione degli obiettivi e dei percorsi terapeutici tra odontoiatra e paziente, migliorare la
comunicazione e, in ultima analisi, accrescere la fiducia sia nei riguardi del proprio specifico
professionista che del “sistema delle cure” più in generale.
La revisione delle “Raccomandazioni cliniche in odontostomatologia” si è resa necessaria in
considerazione del cambiamento dell’evidenza scientifica, dell’immissione in commercio di nuovi
materiali e dell’utilizzo di nuove tecnologie, specie in ambito protesico.
Come per la precedente, alla realizzazione di questa edizione ha contribuito un ampio gruppo di
docenti ed esperti delle singole branche odontoiatriche insieme alle piĂą importanti e rappresentative
Associazioni professionali e ai componenti della Commissione Albo Odontoiatri (CAO) nazionale