18 research outputs found

    Questua, sacrificio e banchetto rituale nelle feste campestri della Sardegna

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    La questua di denaro, di alimenti e di capi di bestiame, il sacrificio di questi ultimi e il banchetto collettivo sono ancora oggi fra le azioni rituali più importanti delle feste campestri della Sardegna. Attraverso la descrizione e l’analisi di alcuni casi di studio, il contributo si propone di indagare l’importanza del cibo in ambito festivo. Durante il banchetto, infatti, si creano e si rinnovano relazioni e gerarchie, si esalta l’abbondanza e il consumo, si ribadisce l’appartenenza alla comunità e al culto comunitario. Il cibo, in sostanza, diviene un importante e imprescindibile strumento di comunicazione sociale.The begging of money, food and livestock, the sacrifice of the latter and the collective banquet are still today among the most important ritual actions of the Sardinian rural festivals. Through the description and analysis of some case studies, the contribution aims to investigate the importance of food in the festive sphere. In fact, during the banquet, relations and hierarchies are created and renewed, abundance and consumption are exalted, membership of community and community worship is reiterated. In essence, food becomes an important and inescapable tool for social communication

    Dop e Slow Food: formaggi siciliani fra politiche alimentari, strategie di mercato e retorica identitaria

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    The aim of the present contribution is the analysis of the political and economic and socio-cultural dynamics involved in the protection, enhancement and marketing of some dairy products of Sicily, considered both as commercial goods and cultural / identity expressions of a specific place. We will focus on the field of action and repercussions of the PDO and Slow Food brands according to the experience of some farmers belonging to the Consortia and Presidia, and also on the aspects converging on and affecting the construction of these products, as well as on the rhetorical identities emphasized by commercial strategies

    Il Pastoralismo sardo nella dimensione euro-mediterranea: analisi antropologica e questioni economico-sociali

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    This research work examines the anthropological and socio-economic dynamics of the practice of pastoralism in Sardinia in relation to the Euro-Mediterranean context. As evidenced in the literature review, there has been a significant lack of research on this topic over the past twenty years. This justifies the descriptive and interpretative nature of the present study as well as highlighting its relevance to the contemporary moment. Here, an investigation of the political, economic and socio-cultural processes after WWII is followed by an analysis of current issues concerning pastoralism, with special attention to the question of the price of milk, and the consequences of the Bluetongue epidemics. These, together with other relevant processes such as the practice of sheep farming within current EU farming schemes, the generational discontinuity in the agricultural sector, with the ensuing need for migrant workers in the local firms, the transition from manual to mechanical and technological work, the impact of globalisation (especially of economic globalisation) have contributed to a reorganisation of the traditional pastoral system. As a result, a new model of shepherd, and a new form of pastoralism have emerged

    “Allouì? Mezus mortu mortu!” Processi identitari, retoriche del passato e mercato culturale in Sardegna

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    In Europa, e segnatamente in Italia, Halloween continua a dividere ogni anno favorevoli e contrari. Ma quali sono le ragioni che stimolano il rifiuto del festival d’importazione statunitense? Una ma non unica motivazione è il ricordo delle questue infantili tradizionali che in passato scandivano i calendari cerimoniali di numerosi centri della penisola. Scomparse quasi dappertutto, le questue infantili si conservano diffusamente in Sardegna. Qui Halloween convive in alcuni casi con le questue tradizionali, in altri le ha sostituite, ma nella maggior parte dei paesi non si è ancora diffuso. Piuttosto, più o meno recentemente, altre comunità isolane, in risposta ad Halloween, hanno riproposto la questua consuetudinaria, inserendola in articolati programmi finalizzati alla valorizzazione e alla promozione delle identità locali, favorendo la rimodulazione di specifici tratti culturali e l’uso consumistico di tradizioni e simbologie folkloriche

    Il cibo dei morti. Questue e figure dell’alterità in Sardegna

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    Le questue infantili, pressoché scomparse in tutte le regioni euromediterranee, sono ancora diffuse in numerosi centri della Sardegna. L’1 e il 2 novembre, il 31 dicembre e il 16 gennaio è possibile osservare gruppi di bambini che, in orari definiti e con formule consuetudinarie, questuano nelle case alla ricerca di doni, e segnatamente denaro e beni alimentari. Il cibo, tra gli altri simboli rituali, è il tratto costante che meglio connota tali questue, a prescindere dai cambiamenti occorsi negli ultimi decenni che hanno introdotto, di fianco all’offerta di pani, dolci, frutta e frutta secca, la dazione di soldi, giocattoli, materiale scolastico, caramelle. Se si considera, come è noto, che i bambini costituiscono simbolicamente i vicari dei defunti – in Sardegna, peraltro, questa concezione è ancora vitale –, nonché la collocazione temporale delle questue infantili, s’intuisce l’importanza e la dimensione sacralizzante del cibo nella mediazione tra offerenti e riceventi. La sacralità degli alimenti emerge ancor più chiaramente in una tipologia di questua invalsa l’1 novembre in alcune comunità della Sardegna centrale, in cui a questuare sono i chierichetti. Il cibo rientra in una complessa fenomenologia di dono e controdono, in cui a fruire delle offerte non sono esclusivamente i bambini questuanti – come accade nella maggior parte delle altre questue documentate – ma l’intera collettività

    Questue e figure vicariali in area euromediterranea

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    Bambini, poveri, becchini, sagrestani – nell’orizzonte ideologico delle culture tradizionali di area euromediterranea – condividono statuto e funzioni simboliche: sono figure vicariali dei defunti nonché mediatori mitici tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Nell’intervallo temporale che si sussegue dall’equinozio autunnale a quello primaverile, tali figure erano – e in alcuni contesti, come quello sardo, sono tutt’oggi – protagoniste di questue, nell’ambito delle quali l’offerta materiale e simbolica dei doni sanciva, rinnovandola, l’unità ideale tra sfera umana ed extraumana. Nel presente lavoro, la documentazione folklorica e l’indagine etnografica tentano di chiarire il significato simbolico delle pratiche di questua e dei relativi attori rituali nel contesto italiano ed europeo

    Contestare in maschera. Spazi sociali, performance cerimoniali e simbolismo rituale del carnevale in Sardegna

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    L’inversione e la sovversione, la presa in giro e la contestazione, il processo e la messa a morte del carnevale, ossia alcuni dei tratti costitutivi dei fenomeni carnevaleschi di area mediterranea, sono tutt’oggi osservabili in diversi contesti in Sardegna, e si declinano variamente restituendo un quadro articolato e complesso. Su alcuni casi si tenterà di ragionare nel contributo, per valutare in che misura ancora oggi il carnevale rappresenti da un lato lo spazio-tempo del divertimento e della condivisione collettivi, del sovvertimento del quotidiano, della riaffermazione del tempo festivo, dall’altro uno strumento di critica e contestazione politica e sociale, ovvero un istituto culturale in cui si esprime il controllo dell’autorità politico-amministrativa e unitamente la conflittualità istituzionale e il contrasto dell’autorità e del poter
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