16 research outputs found

    Malattia mentale e criminalità

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    In this paper we describe the main findings of a review of the empirical studies about the relationship of severe mental illness to violence. Both mental illness and violence are public health emergencies. Violence perpetrated by people with severe mental illness is well known not only by clinicians, but also by family members and people in general, because of the negative influence of the media. The closure of state mental hospitals was followed by increases in rates of arrest among former patients. Because of this clinical, social and cultural background, there is much controversy about the major attitude by individuals with severe mental illness to engage in violence. We made a review in order to explain the relationship of severe mental illness to serious violence. Our review shows a chronological evolution. The findings of the last twenty years show a clear relationship of severe mental illness to serious violence. Only some disorders, i.e. schizophrenia and other psychotic disorders, and some constellations of symptoms are related to serious violence. However, such a relationship may be not causal. Epidemiologic studies are often inadequate and cannot establish a causality relationship. Because of both methodological imperfections and stigmatization, we must use caution in interpreting these findings. A recent body of research is analyzing the causal mechanisms of violence in mental illness. Some factors, e.g. psychotic symptoms, may mediate the relationship of severe mental illness to violence.In questo articolo viene presentata una rassegna dei più significativi contributi scientifici in tema di rapporto tra malattia mentale grave e violenza. Tanto la malattia mentale quanto la violenza costituiscono delle emergenze nella salute pubblica mondiale. La violenza commessa da persone affette da disturbi mentali gravi è ben nota tanto ai professionisti che operano nel campo della salute mentale, quanto ai familiari dei pazienti e alla popolazione in generale, anche in virtù dell’influenza, spesso negativa, che esercitano i mass-media. Alla chiusura dei manicomi è stato segnalato un aumentato contatto dei malati gravi di mente col sistema giudiziario. È a partire da questo retroterra clinico, sociale e culturale che si spiegano le controversie riguardo l’eventuale maggiore propensione da parte dei soggetti psichiatrici a compiere atti violenti. Al fine di chiarire la questione, abbiamo analizzato gli studi epidemiologici che hanno indagato la correlazione tra malattia mentale e violenza. Sono stati presi in considerazione tutti gli studi che si sono focalizzati sui disturbi psichiatrici più gravi in rapporto ai comportamenti oggettivamente violenti. Gli studi passati in rassegna in questa sede mostrano come in ordine al rapporto tra malattia mentale e violenza si possa individuare un’evoluzione nel corso del tempo da posizioni incerte e contrastanti a posizioni di relativa certezza. Soprattutto negli ultimi due decenni, alla luce dei risultati della ricerca epidemiologica, sembra abbastanza condivisa tra gli studiosi l’opinione che esiste una moderata ma significativa correlazione tra malattia mentale grave e comportamenti violenti. Il rischio di violenza non è ugualmente prevalente tra i vari disturbi mentali, bensì limitato solo ad alcuni di essi e a costellazioni specifiche di sintomi. Sebbene alla luce dei più recenti dati sia evidente una relazione tra malattia mentale grave e violenza, tuttavia è da accertare se tale relazione sia solo di associazione o se sia, piuttosto, di causalità. Purtroppo, gli studi epidemiologici passati in rassegna si rivelano inefficaci nel rispondere a tale quesito, soprattutto a causa di imperfezioni metodologiche che ne limitano l’interpretazione e la generalizzabilità dei risultati. Le inadeguatezze metodologiche di molti di questi studi impongono una interpretazione quanto mai cauta dei risultati e consigliano conclusioni ponderate, soprattutto in virtù dello stigma crescente da parte dell’opinione pubblica nei confronti degli individui mentalmente disturbati. Una parte della ricerca è attualmente impegnata ad identificare quei meccanismi causali che conducono ad un elevato rischio di commettere atti violenti da parte di persone con malattia mentale grave. Alcuni studi hanno analizzato in dettaglio alcuni fattori in grado di mediare la relazione tra malattia mentale e violenza, suggerendo che la violenza commessa dai soggetti affetti da un disturbo psichiatrico non è casuale, bensì motivata e diretta dai sintomi della malattia

    Gli effetti psichici dell’abuso sessuale sui minori: una review sistematica della letteratura

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    Ongoing concern over child sexual abuse is reflected in the increase in research in this area.A growing number of studies and literature reviews on child sexual abuse have appeared over the past twenty years. In order to examine what is currently known about the potential impact of child sexual abuse on mental health and to address the best available scientific evidence on the topic, this paper provides a qualitative and semi-quantitative analysis of the findings of the several reviews that have investigated the literature on the short- and long-term effects of child sexual abuse. According to recent guidelines for systematic reviews, a protocol was prospectively developed by the authors, detailing the specific objectives, criteria for study selection, approach to abstracting data and assessing study quality, outcomes, and statistical methods. First, seven internet-based databases (AMED, Cochrane Reviews, EBSCO, ERIC, MEDLINE, PsycINFO, and ScienceDirect) were searched for articles published between January 1966 and December 2008. Second, further articles were identified by a manual search of reference lists from retrieved papers. The authors independently evaluated the eligibility of all studies identified, abstracted data, and assessed study quality. Disagreements were resolved by consensus after review of the article and the review protocol. The internetbased search and the manual search of reference lists identified a total of 20,535 articles. Of these, only 64 fulfilled all inclusion criteria. Of these, 54 did not meet many of the quality criteria and had important limitations that could invalidate their results. For these reasons, these studies were judged “poor” and were rejected. Only 10 reviews were judged “fair” and were included in this systematic review.These reviews were published between 1995 and 2008 and reviewed a total of 349 studies. The main findings of these fifteen reviews were qualitatively and semi-quantitatively analyzed in an evidence-based, objective, and balanced fashion, with the highest quality evidence available receiving the greatest emphasis. In considering the results as a whole, there is evidence that survivors of child sexual abuse are significantly at risk of a wide range of psychological problems, although the magnitude of the relation between child sexual abuse and psychopathology ranged from small to medium and moderated by some variables, such as the size and the source of the sample. Nevertheless, the presence of confounding variables and the generally poor quality of the studies included in each review do not allow for causal inferences to be made.Nella letteratura scientifica l’abuso sessuale sui minori è diventato uno dei settori di ricerca più fiorenti degli ultimi anni. Questa review sistematica nasce dal desiderio di risolvere, se possibile, alcune questioni ancora aperte, connesse al ruolo dell’abuso sessuale sui minori nella patogenesi dei disturbi mentali. Essendo oggi a disposizione numerose review che hanno rivisto le migliaia di studi esistenti, questo studio offre una review sistematica di tutte le review fino ad ora pubblicate sull’argomento. L’obiettivo è quello di mettere a disposizione degli studiosi e di tutti i professionisti che operano nel campo della salute mentale e della protezione dei minori la migliore evidenza scientifica disponibile a livello internazionale. Sulla base di recenti ed accreditate linee-guida internazionali per review sistematiche, gli autori hanno sviluppato un protocollo di ricerca, stabilendo gli obiettivi specifici, i criteri per la selezione degli studi e l’approccio per valutare la qualità degli studi, estrarne i dati e analizzarne i metodi statistici utilizzati e i risultati ottenuti. In primo luogo, è stata condotta una ricerca su internet attraverso sette database (AMED, Cochrane Reviews, EBSCO, ERIC, MEDLINE, PsycINFO e ScienceDirect) per gli articoli pubblicati tra il gennaio del 1966 e il dicembre del 2008. In secondo luogo, è stata condotta una ricerca manuale delle bibliografie di ogni singolo articolo preso in esame. Entrambi gli autori hanno valutato in maniera indipendente l’appropriatezza di ogni studio identificato, hanno estratto i dati e valutato la qualità degli studi. Eventuali disaccordi sono stati risolti attraverso consenso dopo aver rivisto l’articolo e il protocollo di ricerca. Come risultato della ricerca elettronica e manuale sono stati identificati complessivamente 20.535 arti-coli. Di questi, solo 64 soddisfacevano i criteri di selezione. Di questi ultimi, 54 sono stati esclusi in quanto di qualità “insufficiente”, ovvero non soddisfacevano uno o più criteri di qualità e avevano limiti importanti, tali da inficiare la validità dei loro risultati. I restanti 10 studi sono stati giudicati tutti di qualità “sufficiente” e sono stati inclusi in questa review sistematica. Queste 10 review sono state pubblicate tra il 1995 e il 2008, hanno rivisto un totale di 349 studi. I risultati più significativi di queste 10 review sono stati analizzati in maniera oggettiva, bilanciata ed evidence-based, secondo un approccio qualitativo e semi-quantitativo, ponendo maggiore enfasi all’evidenza disponibile di più alta qualità. L’abuso sessuale nella minore età è risultato essere associato in maniera statisticamente significativa ad un ampio spettro di sintomi e/o disturbi psichici, sebbene le associazioni tra abuso e disturbi/sintomi erano di dimensione piccola o media e modulate da terze variabili.Tuttavia, la presenza di variabili “confondenti” e la qualità generalmente povera dei singoli studi inclusi in ognuna delle review analizzate non permettono di concludere con certezza che esiste una relazione di tipo “causale” tra abuso sessuale nella minore età e psicopatologia successiva

    Un modello cognitivo per la valutazione del conflitto interpersonale

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    Le situazioni di conflitto interpersonale pervengono all’attenzione giudiziaria in maniera accesa e talvolta drammatica, in quanto accompagnate da appassionanti scontri che coinvolgono non solo le parti in causa, ma anche i familiari (genitori, coniugi, figli, ecc.) e spesso finanche i professionisti (avvocati, consulenti di parte, ecc.) a vario titolo coinvolti. Alcuni esempi eclatanti sono costituiti dalle cause di separazione e divorzio, dai contenziosi per mobbing e dalle situazioni di violenza familiare. In tutte queste situazioni la disputa vede coinvolti due soggetti che reclamano le proprie ragioni, si sentono ognuno dalla parte della ragione e accusano l’altro. Solitamente in buona fede, ognuna delle due parti si sente vittima e accusa l’altra come carnefice. Un esempio di questo tipo di dispute è quello in cui fu coinvolto il sig. X. in ambito lavorativo. Il sig. X., ingegnere, dirigente pubblico, aveva gravi difficoltà relazionali in ambito lavorativo. Si sentiva minacciato dai propri colleghi, i quali, a suo dire, lo colpivano alle spalle e lo prendevano in giro, senza che egli potesse farci niente. Ciò gli procurava un elevato livello di ansia e di agitazione psicomotoria. A suo dire, quando si sforzava di stabilire un contatto con i colleghi, questi lo aggredivano oppure lo ignoravano, allontanandolo ed escludendolo dalle reazioni. Queste risposte dei colleghi ai suoi tentativi di approccio procuravano al sig. X ulteriore sofferenza. Le difficoltà relazionali del sig. X, iniziate sin dai primi mesi dopo l’impiego, duravano ormai da oltre quindici anni e venivano lamentate come costantemente presenti. I colleghi, al contrario, riferivano di non aver mai minacciato, colpito alle spalle, o preso in giro il sig. X. Piuttosto, lamentavano atteggiamenti e comportamenti aggressivi e diffidenti da parte proprio del sig. X. Le ricostruzioni che hanno un risvolto giudiziario riconducono ad un aspetto confusivo e conflittuale, paragonabile ad una “Torre di Babele”. Medicina, psichiatria e psicologia sono chiamate in causa in sede giudiziaria per valutare le situazioni conflittuali

    Genitorialità. Profili psicologici, aspetti patologicie criteri di valutazione

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    Etimologicamente “genitore” (dal latino “gigno” = genero, produco, metto al mondo, partorisco) è “colui che genera o ha generato”, ovvero colui che ha prodotto (e ha messo a disposizione) un gamete; dall’unione di questo con un altro gamete, proveniente da un individuo di sesso opposto, è nato, ovvero si è generato, lo zigote che costituisce lo stadio iniziale del processo riproduttivo. Avendo come livello fondante e primordiale il livello biologico, la genitorialità costituisce un evento “normale”, in quanto fa parte del normale corso evolutivo degli esseri umani e rappresenta una delle transizioni di vita di cui più comunemente fanno esperienza gli individui. A questo livello, poiché tutti gli esseri viventi sono stati generati e molti genereranno, la genitorialità costituisce anche un processo ciclico, di cui certamente si è fatto esperienza alla nascita e si potrà fare esperienza in età adulta. Allo stesso tempo, in seguito ai cambiamenti della società occidentale, il concetto di genitorialità si è esteso fino a comprendere non soltanto coloro che hanno concepito biologicamente, ma anche altri individui (genitori adottivi, affidatari ecc.). Più precisamente, oggi il termine “genitore” può essere definisce tre condizioni: 1) colui/colei che ha generato un bambino/a e se ne prende cura, 2) colui/colei che ha generato un bambino/a ma non se ne prende cura (e può anche ignorarne l’esistenza), 3) colui/colei che si prende cura di un bambino/a che non ha generato. Pertanto, il solo livello biologico seppur fondante, è insufficiente per comprendere la genitorialità dell’uomo. A conferma di ciò è anche l’evidenza di come la genitorialità vada oltre il substrato biologico dell’individuo, ossia la parte affettiva e istintuale, per quanto tale substrato sia certamente indispensabile, in quanto motore dell’amore che muove o dovrebbe muovere ogni genitore. Sebbene la genitorialità tenda ancora ad essere vista come guidata dall’istinto, è evidente che si tratta, piuttosto, di una condizione che necessita di un processo cognitivo di livello superiore che consenta di percepire e rispondere agli eventi in maniera appropriata. Tale processo ha come meccanismo centrale l’elaborazione cognitiva delle informazioni, la quale permette di generare previsioni sugli effetti del proprio comportamento e delle reazioni degli altri, al fine di pianificare strategie di comportamento adattive

    Il child abuse alla luce della letteratura internazionale

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    L’abuso ai minori (“child abuse”), tenuto conto della grande prevalenza del fenomeno e delle sue conseguenze, costituisce un problema di vaste proporzioni non solo per le vittime, ma anche per la società. Per quanto riguarda le vittime, la trascuratezza e l’abuso fisico costituiscono alcune tra le cause principali di morte nell’infanzia e nella fanciullezza. Per quanto riguarda la società, i danni fisici e psicologici dell’abuso comportano a loro volta un onere finanziario per la società, a causa dei notevoli costi economici legati alle cure sanitarie, ad interventi sociali, al risarcimento del danno, ecc. Per esempio, negli Stati Uniti è stato stimato che l’abuso ai minori comporta circa 94 miliardi di dollari, di cui 24 miliardi per i costi diretti e a breve termine (ricoveri ospedalieri, problemi cronici di salute, cure psichiatriche, politiche sociali, controlli e spese giudiziarie) e 70 miliardi per i costi indiretti e a lungo termine (scuole speciali, spese mediche, delinquenza giovanile e adulta, disoccupazione e perdita di produttività per la società). Data la sua rilevanza e complessità, l’abuso chiama in causa numerose professionalità sia nello studio che nella pratica. L’approccio da parte di discipline molto diverse e le differenze tra le culture e tra i diversi periodi storici hanno portato a definizioni alquanto diversificate. Sebbene quelli che noi oggi definiamo abusi sono comportamenti che probabilmente sono sempre esistiti, il fenomeno suscita la giusta attenzione da parte dell’opinione pubblica, in parte per l’enfatizzazione mediatica e in parte per l’accresciuta sensibilità culturale verso i minori. La letteratura abbonda di studi empirici e di riflessioni teoriche sul tema e, ciononostante, rimane ancora aperto il dibattito circa alcune questioni concernenti la definizione, le tipologie, la prevalenza, l’eziologia e fattori di rischio e le strategie di intervento. In questo contributo viene operata una rassegna della letteratura internazionale, relativamente a recenti casistiche selezionate e studiate secondo la più accreditata criteriologia scientifica, utile ad inquadrare il fenomeno nei suoi aspetti universalmente condivisi

    Fertility-sparing treatment of endometrial cancer precursors among young women: a reproductive point of view

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    BACKGROUND: Early-stage endometrial cancer and complex atypical hyperplasia are treated with hysterectomy and bilateral salpingo-oophorectomy. An emerging issue among younger women affected is the possibility of a fertility-sparing treatment with progestative therapy and close follow-up. AIM: To assess the possibility of conceiving after a diagnosis of atypical endometrial hyperplasia among women younger than 40 years old, in term of delaying definitive treatment and achieving pregnancy MATERIALS AND METHODS: 15 women younger than 40 years old with complex CAH or early carcinoma of the endometrium and a wish to preserve fertility. Progestins were administered orally for at least a 12 weeks period. Endometrial biopsies were used at follow-up. RESULTS: In 11 women, a complete pathological remission of the disease was observed. 4 pregnancies were attained in 4 women. 3 showed progression and underwent definitive surgery at 18 months. 1 showed no response at 24 months and 3 cycles and was counseled to receive a hysterectomy. CONCLUSIONS: A conservative approach in patients younger than 40 years appears a valid option, and a progestative therapy trial should be attempted whether a valid consensus is attained. Considering the risk to find AEH at biopsies and eventually a carcinoma at hysterectomy (25% of cases) a careful management is strictly required

    Management della gravidanza extrauterina: studio retrospettivo su 87 casi consecutivi

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    Introduction Ectopic pregnancies represent an obstetrics emergency, but remarkable difficulties are encountered in diagnosing them. Though its characterization is crucial to define the proper management, whether surgical, medical (with Methotrexate) or expectant. Methods This study contains a retrospective analysis of patients, diagnosed with ectopic pregnancy, in the Department of Obstetrics and Gynecology of the Parma University Hospital between 2005 and 2007. A total of 87 patients were enrolled in the study. For every patients data concerning general characteristics, β-hCG levels, clinical and ultrasonographic features and expecially on the treatment performed were collected. We divided our patients into six groups according with the therapeutic management adopted with the aim of identifying available parameter to be used for therapeutic counseling in patients with diagnosis of ectopic pregnancy. Results Previous abdominal surgical interventions or ectopic pregnancies are confirmed to be important risk factors. In most cases, surgical treatment was performed, only 7 patients were succesfully treated with Methotrexate. They showed significant lower levels of β-hCG in comparison with the one of the patients treated by immediate surgery. The endometrial tickness in patients treated by medical treatment was not significant different from the one of surgical-treated patients. The incidence of adnexial mass or free fluid in the pouch of Douglas was similar in the different groups. Conclusion Patients with β-hCG levels <600mUI/ml show 7 points lower risk to undergo surgical interventions. As reported in literature medical treatment should be proposed if β-hCG levels are below 3000mUI/ml
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