67 research outputs found

    Approccio alla caratterizzazione di un lembo di bosco vetusto: il caso di Monte Egitto

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    An integrated approach to characterize an old growth forest patch; the Monte Egitto case study Old growth forests, i.e. forests which have achieved a remarkable age without or with a very limited disturbance, are nowadays subject of detailed studies in order to understand their characters and capacity of ecosystems services providing. In Sicily only few wooded areas are classified as old growth forest, following the heavy land use change toward agriculture during the centuries. This paper reports the results of a study carried out to characterize the vegetation of a little crater on the Mount Etna, where a residual open wood of Quercus congesta (an endemic oak of Southern Italy) survived the year 1651 lava flows surrounding the crater. About 35 years ago inside the crater some areas were planted with Calabrian Black Pine. As a consequence today there is a remarkable competition between trees of the two species. An integrated approach monitoring was adopted, taking into account both trees and understory (herbs, shrubs and tree regeneration) characters as well as bird fauna, in order to describe the current situation and monitor the effect of pine plantation thinning aimed at favouring oak regeneration and reducing pine-oak competition

    Influenza del clima sulla crescita del sughero in soprassuoli produttivi siciliani

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    Abstract: Cork oak (Quercus suber L.) is usually dominant in silvopastoral systems in many areas of Sicily, where the trees are debarked periodically for cork production. In spite of the importance of cork and cork oak stands in Sicilian forests and the potential economic scenarios, few research works have been carried out on these systems. Given the importance of cork thickness in cork quality evaluation, the main objective of this work is to study cork growth in cork oak productive stands spread on the north (Nebrodi Mountains) and south-east (Iblei Mountains) of Sicily. Image analysis techniques were used on cork surfaces of transverse sections of planks to measure cork rings. Dendrochronological analysis was applied to study annual fluctuation on rings growth in relation to various climate parameters in a cork cycle production. Results showed that rainfall, summer drought and temperature are determining factors in controlling cork growth. In siliceous areas of Nebrodi Mountains correlation between cork growth index and rainfall indicates that the rain period from May to September strongly influences phellogen activity. Temperature and water stress indices, on the other hand, show a negative correlation with cork growth. In clay and evolved soils of volcanic plateau of Iblei Mountains January precipitation shows a positive correlation with cork growth index. Also absolute minimum temperature in June and absolute maximum temperature in September show a positive correlation when temperature possibly has influence on phellogen activity during growing season

    Analisi degli approcci scientifici per la definizione comune di rinnovazione naturale con particolare riferimento all'ambiente mediterraneo

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    La rinnovazione forestale è il futuro di ogni foresta ed è legata a diversi fenomeni ecologici. Molti studi hanno utilizzato vari metodi per analizzare la rinnovazione forestale; tuttavia, a livello internazionale, non esiste un metodo comune condiviso per classificare il fenomeno della rigenerazione stessa. Con l’obiettivo di trovare una possibile sintesi comune questo lavoro analizza il fenomeno della rinnovazione naturale attraverso sia l’analisi di inventari forestali sia di pubblicazioni scientifiche. La ricerca ha permesso di elaborare un elenco bibliografico multilingue attraverso l’interrogazione di database on-line, la ricerca con parole chiave e l’analisi dei riferimenti bibliografici degli articoli raccolti. L’esame di una vasta gamma di studi sulla rinnovazione forestale naturale ha permesso di selezionare i lavori scientifici che definiscono in maniera inequivocabile la rinnovazione con parametri quantitativi. I parametri presi in considerazione sono stati limitati alle misure dendrometrici più comunemente usati (altezza e diametro). Confrontando i diversi approcci quantitativi adottati nei diversi contesti ecologici è emerso che nei biomi tropicali e temperati le soglie dei parametri quantitativi tendono a valori più elevati rispetto a quelle riscontrate nei biomi Mediterraneo e della Savana. Pertanto, l’approccio comune condiviso è funzionale per standardizzare tali parametri quantitativi e per definire le soglie che caratterizzare i processi di rinnovazione in selvicoltur

    L'impianto, la gestione e la valorizzazione multifunzionale dei boschi periurbani

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    I boschi periurbani, come tutti gli spazi verdi prossimi agli agglomerati urbani, migliorano le condizioni ambientali e la qualit\ue0 dell'aria, contribuiscono alla conservazione della biodiversit\ue0, possono favorire l'aggregazione sociale. I boschi prossimi ai centri urbani rivestono inoltre un ruolo importante dal punto di vista paesaggistico e turistico e contribuiscono a contrastare i cambiamenti climatici. Questa pubblicazione, redatta con il supporto tecnico-scientifico dell'Accademia italiana di scienze forestali di Firenze, si propone di fornire linee guida per la progettazione, la realizzazione e la gestione dei boschi periurbani e delle fasce verdi nelle aree prossime agli agglomerati urbani ed agli insediamenti industriali

    PrioritĂ  di intervento forestale per la mitigazione di fenomeni di dissesto idrogeologico in Sicilia

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    Secondo i dati dell’INFC l’indice di boscosità della Sicilia è fra i più bassi d’Italia. Nel Piano Forestale della Regione Sicilia (PFR), in corso di approvazione, viene definita la necessità di ampliare la superficie forestale con l’obiettivo di ridurre la frammentazione delle aree forestali esistenti. A tal fine il PFR individua aree ecologicamente omogenee, utili per l’individuazione delle specie da utilizzare in nuovi rimboschimenti e/o impianti di arboricoltura da legno, e aree a priorità d’intervento, fornendo indirizzi per la realizzazione degli interventi nonché altre indicazioni tecniche e programmatiche. Ai fini di una programmazione di maggior dettaglio si delinea la necessità di definire strumenti pianificatori ad un livello sub-regionale coerenti con la programmazione forestale a livello regionale. Scopo del presente lavoro è definire una metodologia per individuare nelle aree di ricongiunzione dei nuclei forestali esistenti, definite nell’ambito del PFR, diversi livelli di priorità d’intervento forestale per la mitigazione di fenomeni di dissesto idrogeologico. A tal fine è stato integrato il Sistema Informativo Geografico messo a punto per la definizione delle aree a priorità a scala regionale con ulteriori strati informativi. Ai fini dello studio, e in via sperimentale, è stata individuata un’area della Sicilia rappresentativa di sufficiente eterogeneità ambientale e di copertura forestale che coincide con la parte settentrionale e nord-occidentale rispettivamente dei bacini dell’Imera meridionale e del Simeto, nelle province di Enna, Messina e Caltanissetta. Nell’ambito dell’area di studio, all’interno delle aree di ricongiunzione delle superfici forestali esistenti sono state individuate diverse unità geomorfologiche omogenee sulla base della suscettività del territorio ai dissesti idrogeologici determinata in funzione della carta delle pendenze e dalla carta litologica in scala 1:100.000. Attraverso le operazioni di sovrapposizione (overlay) tra le precedenti carte sono state individuate le aree a priorità di intervento forestale (aree a differente suscettività potenziale al dissesto idrogeologico) ad una scala di maggiore dettaglio (1:100.000) rispetto a quella definita a livello di programmazione regionale (1:250.000). Queste aree sono state ulteriormente caratterizzate per tipologie di dissesto idrogeologico, distinte in profonde e superficiali, tra cui quest’ultime assumono particolare interesse sperimentale in quanto potenzialmente mitigabili con la realizzazione di interventi forestali. La densità dei dissesti per unità geomorfologica omogenea ha permesso di definire i livelli di priorità d’intervento e conseguentemente di redigere gli indirizzi di programmazione forestale per le aree interessate da fenomeni di dissesto superficiale

    A case study of the application of hand-held mobile laser scanning in the planning of an Italian forest (Alpe Di Catenaia, Tuscany)

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    Precision forestry is becoming a key sector for forest planning because it allows complex analyses of forest data to be carried out simply and economically. It contributes to the integration between technicians and operators in the sector by guaranteeing the transparency of the forest management operations (Corona et al., 2017). In the context of the progressive development of technology, we investigated the feasibility of using the hand-held mobile laser scanner (HMLS) system in different types of forest sites and comparison of the characteristics of individual trees (tree height, diameters at breast height) with traditional surveys, applied with the aim to validate the performance of the system for a future alternative methodology for forest planning thanks to the collaboration with the forestry company “Dimensione Ricerca Ecologia Ambiente Italia” (D.R.E.Am. Italia). GEOSLAM ZEB HORIZON ™ laser scanner is a hand-held mobile laser scanner containing SLAM technology that can be solved the problem of no GNSS signal or poor signal under the forest canopy making it more practical for forest investigations (Gollob et al., 2020). 15 forest sample plots are selected to reflect different stand conditions in Mediterranean forests taking into count the development stage and density of the sub-canopy vegetation, as well as the species composition in the forest stands. The aim of this study is to show the possible extrinsic circumstances that make the method fail by varying the ecological status of forest plots

    A new approach in the monitoring of the phytosanitary conditions of forests: the case of oak and beech stands in the Sicilian Regional Parks

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    L'obiettivo del presente studio è stato quello di esaminare lo stato fitosanitario delle quercete e faggete dei tre Parchi Regionali Siciliani (Parco dell'Etna, Parco delle Madonie, Parco dei Nebrodi). Lo studio è stato condotto individuando delle aree di saggio, popolamenti forestali omogenei sotto l'aspetto floristico, ecologico e fitosanitario. Complessivamente sono state delimitate 81 aree di saggio, di cui 54 quercete e 27 faggete. La condizione fitosanitaria di ogni essenza arborea all'interno della rispettiva area di saggio è stata espressa con un indice numerico denominato “classe fitosanitaria” (PC). I popolamenti di quercia hanno mostrato un elevato grado di sofferenza, con alberi sintomatici nell’85% delle aree di saggio. I popolamenti di faggio hanno mostrato una situazione di maggiore stabilità, ad eccezione delle faggete del parco dei Nebrodi che apparivano molto degradate. Sul genere Quercus, sono stati osservati sintomi di infezioni di patogeni fungini comuni nelle foreste delle aree temperate e Mediterranee, quali Biscogniauxia mediterranea, Polyporus sp., Fistulina hepatica, Mycrosphaera alphitoides ed Armillaria sp., mentre su faggio sono state osservate infezioni di Biscogniauxia nummularia, Fomes fomentarius e Neonectria radicicola. Sono state altresì individuate 22 aree che vengono proposte come aree di saggio permanenti dello stato fitosanitario delle foreste nei tre parchi.The objective of this study was to investigate the health conditions of oak and beech stands in the three Regional Parks of Sicily (Etna, Madonie and Nebrodi). A total of 81 sampling areas were investigated, 54 in oak stands and 27 in beech stands. The phytosanitary conditions of each tree within the respective sampling area was expressed with a synthetic index namely phytosanitary class (PC). Oak stands showed severe symptoms of decline, with 85% of the sampling areas including symptomatic trees. In general, beech stands were in better condition, with the exception of Nebrodi Park, where trees showed severe symptoms of decline. On oak trees, infections of fungal pathogens were also observed, including Biscogniauxia mediterranea, Polyporus sp., Fistulina hepatica, Mycrosphaera alphitoides and Armillaria sp. By contrast, on beech trees Biscogniauxia nummularia, Fomes fomentarius and Neonectria radicicola were recognized. Furthermore, twenty-two permanent sampling areas were delimited with the aim of monitoring regularly the health conditions of forests in these three parks

    Sviluppo di modelli innovativi per il monitoraggio multiscala degli indicatori di servizi ecosistemici nelle foreste Mediterranee (Progetto MIMOSE).

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    Gli ecosistemi, attraverso le loro funzioni, forniscono un ampio range di beni e servizi, che risultano fondamentali per il benessere dell’uomo. Questi vengono complessivamente definiti Servizi Ecosistemici (SE). I SE possono essere intesi come un flusso di valori verso la società, quale risultato dello stato e della quantità del capitale naturale disponibile. Il mantenimento degli stocks del capitale naturale può permettere di prevedere i flussi futuri dei SE, assicurando quindi il benessere dell’uomo per le generazioni future. Il progetto FIRB 2012 MIMOSE è finalizzato allo sviluppo di un approccio multiscala innovativo e all’implementazione di strumenti previsionali volti al monitoraggio dei SE in habitat forestali Mediterranei. Un set di indicatori viene considerato per stimare i SE forniti dalle foreste, sviluppando strumenti integrati per il loro monitoraggio multiscala. Le attività di ricerca vertono allo sviluppo di un metodo statistico innovativo per la stima spaziale degli indicatori di SE, sulla base di dati disponibili a diversi livelli di scala spaziale. Sono realizzate mappe wall-to-wall per la fornitura dei SE, derivate da diversi domini spaziali, dal livello di scala locale sino ad aree forestali di grande estensione. I dati sugli indicatori dei SE sono forniti nel contesto di attività di campionamento già stabilite (raccolta dati a livello di aree di saggio e di popolamento), per poi applicare tecniche di spazializzazione per aggregare i dati raccolti su scala locale a livelli di scala più ampia (paesaggio, scala regionale); l’approccio utilizzato viene valutato attraverso l’applicazione di strumenti di monitoraggio in un set di aree test. Si procede quindi alla valutazione dei cambiamenti spazio-temporali nella previsione dei SE, considerando indicatori sensibili alla gestione forestale, ovvero capaci di evidenziare cambiamenti nella previsione di fornitura di beni e servizi ad opera dei sistemi forestali, in relazione a differenti scenari gestionali, con l’obiettivo di fornire indicazioni ai gestori forestali ed alle comunità locali per l’applicazione di pratiche di gestione che possano mantenere o incrementare la fornitura dei SE in un preciso contesto territoriale. Questo progetto permette di realizzare un’attenta analisi dei gaps esistenti negli attuali schemi di inventariazione in relazione alla fornitura dei SE, con l’obiettivo di dare indicazioni utili all’implementazione ed integrazione degli stessi mediante individuazione di nuovi indicatori, nell’ottica di una gestione forestale sostenibile. Le attività di ricerca in corso possono concretamente contribuire all’incorporazione dei SE nei processi decisionali connessi alla gestione dei paesaggi forestali, fornendo un’opportunità per comprendere la congruenza tra i diversi SE negli ambienti forestali
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