23 research outputs found

    In situ experimentations for the compatibility and durability of the restorations: the case study of the Sassi of Matera

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    [EN] The research intends to make a study of the interventions of restoration realized in a sample area, (“Sassi of Matera”), so as to establish an operating methodology with interpretative and implementable rules for the assessment of the concept of durability and service life in recovery interventions, starting from the preliminary phases of intervention, therefore that is from the project It is intended, in particular, to assess durability of the recovery intervention, analysing the aspects of subject compatibility, performance harmony and programmed maintenance. Starting from an initial check based on validation of the choices made by means of on site experiments and laboratory tests that conform to the regulations in force, and from predictions of the useful life of the utilised components, technological and subject compatibility and maintainability of these components, the objective is to formulate implementable technical intervention sheets which are an indispensable means for intervention planning and programming. Need underline that the durability of interventions must necessarily undergo the control and mastery of the traditional building techniques and a “programmed” design that is coherent with such interventions, guaranteeing a linguistic continuity of the landscape of the Sassi between its past and future, humbly respecting an environmental heritage of great value.Mecca, I. (2016). In situ experimentations for the compatibility and durability of the restorations: the case study of the Sassi of Matera. VITRUVIO - International Journal of Architectural Technology and Sustainability. 1(1):35-48. doi:10.4995/vitruvio-ijats.2016.5686.SWORD354811Cotecchia V., Dissesti statici e stato di conservazione dei manufatti dei sassi di Matera in rapporto degli aspetti fisici del territorio e dell'attività antropica. In: Geologia applicata ed idrogeologia. X parte, 1975Giuffrè A., Carocci C., Codice di pratica per la sicurezza e la conservazione dei Sassi di Matera, Ed. La Bautta, 1997Guida A., Mecca I., Innovazione nelle tecniche e nei processi costruttivi tradizionali per la riconversione turistica e residenziale dei Sassi di Matera. In: Architectural Haritage and Sustainable Development of Small and Medium Cities in South Mediterranean Regions. Collana Architettura, Ed. ETS Firenze 2005, pp.443-458, ISBN 88-467-1199-8Guida A., Mecca I., An operating methodology for durability and service life in recovery interventions. In: Proceedings of "International Conference on Architectural Conservation. Opportunities & Challenges in the 21st Century. DUBAI, 11-13 February 2007 (SUM 075), in CD - Proceedings pp. 150-157Guida A., Mecca I., The durability of built heritage through tests and experimentations on site. In: A State of the Art Report on Building Pathology. Edited by Vasco Peixoto de Freitas, Cib FEUP Editor, Porto, pp. 177-182, ISBN 978-90-6363-082-9Rota L., Conese F., Tommaselli M., Matera. Storia di una città, Editrice BMG Matera, 199

    Recovery and Enhancement of Modern Architectures: The Case of Cinema Ariston in Potenza (Italy)

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    The architectural heritage of the modern is in addiction with the historical and cultural heritage that are the “beauty” of Italy. The starting point of this research is to reuse an area of the historic city centre of Potenza and to recover an historical architecture abandoned: the Cinema Ariston. It is built in the 50s of 900s, and it is a significant example of modern concrete architecture in the town. The original function of cinema includes it in those buildings that have marked the history of the town and today cannot be deleted from the memories of all citizens and it should be enhanced as a central element for the renovation. An accurate metric and metric survey and a diagnostic investigation (including pachometer, sonic and ultrasonic tests) have been carried out to define the project. The results obtained were used to implement an analytical model for the study of the seismic vulnerability and to define the conservation interventions and structural rehabilitation. The recovery project includes also a new construction and proposes the recompletion of the existing, partially demolished, through new elements and modern materials. The policy adopted for conservation and the new intended use ensure a future for the Cinema Ariston and the urban space connected to it; the aim was to perpetuate social and historical memories of buildings that have no particular values for the preservation, but retain other important values to be transmit. Keyword

    "Forme, Norme e Tecniche dell'Edilizia del Novecento in Basilicata. L'architettura specialistica e dei borghi rurali." Contiene CD-Rom:“articolazione della ricerca, metodologia di catalogazione, schede di catalogazione.

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    Il libro contiene i risultati della ricerca MIUR-PRIN 2002, Unità di Ricerca dell’Università della Basilicata. L'obiettivo è stato quello di affrontare il tema del recupero e della valorizzazione di ambiti fortemente caratterizzati da sperimentazione di tecniche costruttive del Moderno nel territorio della Basilicata e tende a realizzare un abaco delle tecnologie edilizie utilizzate individuando gli effetti dell’innovazione, prima tecnologica poi normativa, sulle realizzazioni. Lo studio critico di queste emergenze architettoniche e delle innovazioni tecnologiche in esse presenti, riferite a quel particolare momento storico che ha segnato la loro realizzazione, viene approfondito attraverso il rilievo con metodologie scientifiche, la documentazione e la classificazione degli organismi architettonici, dei siti storici e delle parti di realtà ambientali scelti in casi-studio, legate alla caratterizzazione di alcune aree geografiche e realtà sociali-insediative. La presenza nel territorio di questa regione, di un patrimonio costituito da complessi insediativi di edilizia minore e di emergenze architettoniche specialistiche, caratterizzato dalla sperimentazione delle tecniche costruttive moderne o da nuove tecniche di posa in opera con materiali tradizionali, poco conosciute e per nulla studiate e valorizzate, è il fattore trainante della ricerca. Lo studio ha analizzato le forme del costruire e i materiali della tradizione correlati e confrontati con le innovazione costruttive della prima metà del XX secolo, al fine di consentire comparazioni e classificazioni, al fine della formazione di un codice di valorizzazione e salvaguardia. Il percorso teorico e metodologico è stato strutturato attraverso fasi e momenti rappresentativi: Ricerca cartografica di archivio e delle fonti storiche; Fase di rilievo diretto con l'ausilio di riprese fotografiche e strumentali; Archiviazione informatica delle immagini e del materiale raccolto; Catalogazione, classificazione e comparazione degli aspetti formali, geometrici, compositivi e tecnici delle parti di città, degli organismi architettonici e del loro contesto ambientale e territoriale; Analisi critica dei dati raccolti e definizione di strategie progettuali da adottarsi per la riqualificazione e lo sviluppo sostenibile del territorio lucano. Oggetto di studio sono realtà architettoniche specifiche come i nuclei omogenei posti nei centri minori rurali ed urbani e gli edifici complessi, anche questi inseriti in strutture urbane o presenti sul territorio, in modo da giungere alla conoscenza e alla creazione di una rete di riferimenti certi per sviluppare e gestire progetti e programmi di riqualificazione per lo sviluppo sostenibile. Possono essere suddivisi in luoghi della realtà socio-politica di trasformazione agraria ed urbanistica dei territori lucani: 1) Borghi rurali di nuova fondazione dei primi del ‘900; 2) Insediamenti degli anni 1940-60 realizzati in seguito alla Riforma Fondiaria; e 3) Manufatti architettonici diffusi sul territorio legati all’economia e alla produzione (Mulini, centrali Idroelettriche, stazioni ferroviarie e case cantoniere, caserme, attività sociali e servizi). In seguito a variazione delle condizioni storiche, economiche, sociali e culturali e variazione delle prestazioni funzionali e degli standard abitativi e residenziali si sono lentamente verificati l’abbandono dei luoghi, il degrado dei manufatti architettonici e la perdita della loro funzione sociale e del ruolo culturale e attualmente manca la metodologia per una corretta azione tutoria specifica del patrimonio in oggetto. Lo studio storico-critico è stato approfondito attraverso il rilievo con metodologie scientifiche, la documentazione e la classificazione degli organismi architettonici, dei siti storici e delle parti di realtà ambientali scelti nel caso-studio. La qualità dello spazio architettonico costruito acquista oggi un ruolo fondamentale in tutte le operazioni di recupero e riconversione di aree urbanizzate in ambiti fortemente caratterizzati. La disponibilità di alcuni contesti urbanizzati tra le emergenze storiche (complessi insediativi di edilizia minore) esistenti nell'intero territorio della Basilicata, hanno determinato il convincimento di poter riqualificare e riconvertire tali ambiti, per uno sviluppo sostenibile. L'operazione di rilevamento dei nuclei omogenei dei centri minori, borghi di nuova fondazione del XX secolo e nuclei della Riforma agraria, in stato di degrado e non, può fornire uno strumento di base, attualmente inesistente, il cui obiettivo è la conoscenza scientifica per la conservazione finalizzata agli interventi di recupero. La ricerca parte appunto dalla considerazione del vasto patrimonio edilizio storico di edilizia minore sparsa sul territorio, presente nella nostra regione. La Basilicata è una regione nella quale i beni ambientali, paesaggistici e culturali sono a livelli di compromissione ancora modesti e si presentano con caratteristiche tali da costituire un sistema nel quale sono massimi i vantaggi competitivi disponibili ed acquisibili. Nell'ambito del lungo processo culturale ed amministrativo di recupero dell'immagine figurale storica (ambiente originario), questa trasformazione deve assicurare l'uso corretto, attraverso un processo di "modificazione controllata" che punta alla tutela delle qualità paesaggistiche peculiari come principale "bene culturale" produttivo la cui irriproducibilità è il pregio maggiore. Le "regole di modificazione" sono tendenzialmente concepite per la ricomposizione del paesaggio naturale e storico originario e per il controllo delle azioni antropiche successive di qualificazione e di miglioramento dei "servizi ambientali". Per proteggere un'area vasta è impossibile instaurare un regime di vincoli fisici diffuso ovvero puntare sulla "conservazione vincolistica integrale". Nella lettura e nelle indicazioni progettuali, è stata scelta la via della "modificazione controllata" di alcuni punti discreti di territorio, partendo dal presupposto che per garantire la conservazione di gran parte del territorio (anche allo stato naturale) è preferibile concentrare gli interventi insediativi e normarli con alcune regole di modificazione. Con queste regole è stato fin qui sviluppato il progetto, puntando su: recupero di un'immagine "naturale" riconoscibile come storicamente originaria; lettura delle sovrapposizioni degli interventi di modificazioni operate dall'uomo con materiali naturali e artificiali; creazione di "nuovi luoghi" naturali-artificiali e valorizzazione delle risorse naturali e ambientali; applicazione delle forme del costruire proprie della tradizione locale ed impiego di materiali compatibili (legno, tufo, pietra) all'ambiente. Lo studio raccoglie la catalogazione di tipologie di edilizia minore, con valenze storico culturali legate alla caratterizzazione di alcune aree geografiche e realtà sociali-insediative. La metodologia d'indagine finalizzata all'intervento di recupero di tale patrimonio edilizio prevede l'individuazione di tecnologie e materiali locali dove l'arte storica del costruire ha assunto e torna quindi ad assumere il vero significato di recupero formale e funzionale, con integrazione di riletture tematiche negli interventi e utilizzazione di materiali e tecniche innovative compatibili. Le tipologie considerate sono quelle degli insediamenti rurali ed urbani legati alla storia socio-economico culturale del secolo appena trascorso, ancora oggi utilizzati oppure ormai abbandonati, che conservano la memoria storica del costruire di quei luoghi e della realtà socio-politica di trasformazione agraria ed urbanistica dei territori lucani. L'attenzione posta a questo tipo di analisi ha avuto l'intento di convogliare il sentimento di valorizzazione, verso la conservazione ed il recupero ad una nuova funzione di questa importante testimonianza antropica nella nostra regione. Il recupero del patrimonio edilizio esistente ha assunto, negli ultimi anni, un'importanza sempre maggiore in relazione al crescente abbandono e degrado delle aree urbane marginali ed alla ridiscussione critica dei modelli di sviluppo urbano di tipo orizzontale-estensivo, nata alla luce delle mutate situazioni energetiche ed anche dei diversi atteggiamenti culturali. Qualsiasi procedura e tecnica di recupero e restauro del patrimonio esistente non possono prescindere dalla conoscenza dei materiali e della tecnologia costruttiva impiegati per la realizzazione dell'opera architettonica sul quale sorge la necessità di intervenire. Il dibattito sulle metodologie di intervento se in passato si basava prevalentemente sull'efficacia delle stesse, oggi, dopo decenni di applicazioni, sperimentazioni e verifiche si è arricchito di un nuovo tema, quello della compatibilità fisica, chimica e strutturale con il manufatto esistente. L'uso integrato di tecnologie tradizionali e moderne sembra essere l'unica via percorribile al fine di garantire un adeguato stato di conservazione e un corretto approccio filologico al bene culturale, comunque esso inteso. L'obiettivo dell'attività di ricerca è la valorizzazione e la conoscenza dei manufatti e dei nuclei fondativi in un ambito culturale più generale del recupero di un frammento di un "mosaico" che è costituito dalle complesse vicende storiche della civiltà del Mezzogiorno. La ricerca si riferisce a quella parte del patrimonio storico-culturale, architettonico ed ambientale che sembra aver perduto con il tempo il proprio ruolo riconoscibile. E' evidente che non ci riferiamo alla funzione, ma al ruolo socio culturale che questi manufatti hanno avuto nel passato e soprattutto al ruolo architettonico in senso lato. Qualsiasi siano i motivi di tale degrado o abbandono, si tratta di manufatti che "per essere di nuovo" suppongono una risposta architettonica, un vero e proprio progetto di analisi finalizzato al recupero e alla valorizzazione. Al degrado, all'abbandono, all'incompiutezza e alla relativa estraneità alla vita quotidiana, corrisponde una nuova disponibilità, una virtualità dei manufatti come architetture da "recuperare". Virtualità che si esprime non solo rispetto a come essi erano di fronte ai problemi originali, ma a come potrebbero essere "di nuovo" di fronte a nuovi problemi e a nuove opportunità. In realtà, si dovrebbe mettere in evidenza il rapporto che quasi sempre vi è tra isolamento e degrado: e la possibilità di contemperare la tutela con usi regolamentati. Il progetto vuole proporre un 'qualcosa' che vada molto al di là del semplice excursus di 'oggetti' inseriti dall'uomo nel territorio, che coincida tanto intimamente con un'unica necessità : quella conservativa. Perché finalmente ci si muova in un ottica in cui l'oggetto e la storia, la sua conoscenza e la sua salvezza camminino di pari passo. Ma la trattazione dell'ambiente, del paesaggio e del territorio nell'ottica della tutela e della conservazione degli elementi storico-architettonici è ancora difficile da affrontare, non tanto da un punto di vista pratico-operativo, quanto su quello ideologico-valutativo del cosa e come salvaguardare, ma soprattutto quali siano le premesse metodologiche per una corretta azione tutoria. Si vuole proporre una metodologia di approccio al problema della conservazione degli elementi architettonici ma inseriti in un contesto ambientale di particolare valore. I beni culturali e ambientali sono destinati a diventare, grazie alla profonda riconsiderazione degli ultimi anni, risorsa strategica per lo sviluppo della Basilicata, aggiuntiva rispetto a quelle già disponibili. Questo significa che attorno all'utilizzazione delle risorse culturali ed ambientali possono generarsi linee 'aggiuntive' di crescita economica e culturale. All'ambiente, concepito come complesso di beni naturali e di paesaggi più o meno antropizzati, considerato finora come supporto fisico necessario allo sviluppo delle attività umana e come tale oggetto di consumo, è stata riconosciuta la caratteristica di risorsa irriproducibile. La riconnessione tra prospettive di recupero-valorizzazione di beni culturali ed ambientali e sviluppo economico viene realizzata mediante il rilancio dell'offerta turistica integrata e la riqualificazione dell'ambiente e dei centri storici. Importanti sono i rapporti concettuali fisici fra materiali antichi e materiali contemporanei, per controllare meglio l'introduzione e la compatibilità di tali materiali. La catalogazione per la definizione di un abaco dei materiali e degli elementi costruttivi storici, non tralascia la considerazione dei significati profondi e simbolici dei materiali, delle tecniche e delle forme architettoniche provenienti dalla struttura storicamente stratificata degli spazi urbani. La metodologia di indagine si fonda sull'assunzione dei dati della complessità e atipicità degli edifici e rileva i seguenti dati: a) catalogazione dei rapporti tipomorfologici costitutivi; b) elencazione dei materiali e delle tecnologie costruttive; c) documentazione storico-bibliografica; d) tipologie di intervento. L'interruzione della produzione artigianale locale di molti materiali costruttivi storici (pietra, legno. ferro. ecc.), l'indisponibilità in loco, gli alti costi di approvvigionamento da fonti alternative, impongono una revisione strategica della problematica dei progetti a livello locale. Questo obiettivo della ricerca potrebbe proporre risposte certe e proposte concrete di intervento e circa l'impiego nel processo di recupero di materiali locali disponibili, con caratteristiche tecniche analoghe a quelli storicizzati per una integrazione e la sostituzione degli stessi. Conseguentemente l'aspetto manualistico della ricerca non può prescindere dall'elaborazione ed integrazione della normativa prescrittiva dell'impiego e della lavorazione dei materiali locali, sulla gamma delle variazioni previste dai temi imposti nella casistica dei restauro conservativo. L'aumentata e diffusa sensibilità per il riconoscimento, il recupero e la tutela degli ambienti storici, accentuano l'urgenza strategica di disporre di una metodologia e di una strumentazione d'intervento specifica e locale, come risposta alta e qualificata ai temi attuali del recupero ambientale e architettonico. La conoscenza, la classificazione e la comparazione di una serie ordinata di esempi su aree campione può configurarsi come la base di un progetto più ampio che ridisegni il territorio a partire dai nodi di indagine individuati nel tentativo di riscoprire la storia e di riproporre valenze culturali smarrite. Tutto il programma di ricerca troverà applicazione su casi di studio individuati sul territorio regionale tra borghi di nuova fondazione del XX secolo e nuclei della Riforma fondiaria (edilizia minore diffusa, in ampliamenti urbani e rurali). Specifica attenzione è stata posta agli insediamenti rurali degli anni 1940-60 e alle evoluzioni che essi hanno subito nel tempo, alle motivazioni economiche e politiche che hanno portato alla Riforma Agraria con le conseguenti variazioni dell'assetto territoriale regionale. I risultati attesi si fondono nelle acquisizioni, analisi, catalogazioni e classificazioni di tutto lo svolgimento della ricerca e tendono all'elaborazione di un repertorio metodologico di intervento per il recupero tecnologico e funzionale di questi ambiti territoriali fortemente caratterizzati da tecniche costruttive innovative del Moderno(solai con putrelle in ferro e volterranee, elementi portanti in c.a.) o di sperimentazione di nuove tecniche di posa in opera con materiali tradizionali. Inoltre tale integrazione deve essere vista come un approccio metodologico interdisciplinare tra tradizione ed innovazione fondato sullo studio accurato delle esigenze espresse dall'utente e delle possibili alternative tecnologiche per il loro soddisfacimento in coerenza con i valori espressi dagli edifici. Le periferie delle nostre città sono caratterizzate da insediamenti edilizi che mostrano oggi tutta la loro inadeguatezza funzionale e formale. L'obiettivo è essenzialmente quello della riqualificazione edilizia e urbanistica e può essere raggiunto attraverso interventi di manutenzione, recupero e sostituzione del patrimonio edilizio esistente ed interventi sugli spazi pubblici e di uso pubblico. In quest'ottica, in particolare, si comprende come il patrimonio edilizio non debba essere abbandonato, ma vada gestito in modo da controllarne l'inevitabile processo di degrado, adattandolo all'evoluzione costante dei bisogni della società e dell'individuo, tenendo conto dell'accelerazione del progresso sociale, scientifico e tecnico. Il recupero e la riqualificazione del tessuto urbano ed edilizio si effettuano però, non solamente seguendo orientamenti economici, tecnici e architettonici ma anche e, sempre più spesso, con l'espressa intenzione di migliorare la qualità complessiva della vita nelle città. Il percorso teorico e metodologico, strutturato attraverso alcune fasi e momenti rappresentativi avrà come risultati: - La catalogazione, classificazione e comparazione degli aspetti formali, geometrici e compositivi degli edifici, dei siti e delle loro aree ambientali e territoriali. - Lo studio degli schemi geometrico-formali, dei modelli e dei tipi architettonici degli insediamenti. - La definizione ed analisi delle caratteristiche tecnologico-costruttive con predisposizione di norme di attuazione per il recupero dell’edilizia minore diffusa e dei Borghi della Riforma Fondiaria. - La definizione dell’evoluzione delle procedure tecniche e normative. L’obiettivo ultimo è stato quindi una definizione di Recupero, conservazione, valorizzazione, riconversione del patrimonio edilizio e ambientale per la creazione di “nuovi luoghi”, naturali-artificiali, capaci di uno sviluppo sostenibile e la conoscenza scientifica del patrimonio edilizio e ambientale, con particolare attenzione al rapporto tra tecniche e materiali innovativi degli anni del primo novecento e tecniche e materiali tradizionali

    L’ARCHITETTURA RURALE TRA STORIA, CONSERVAZIONE E RIUSO. IL BORGO E I SILOS DI PIANO DEL CONTE IN BASILICATA

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    Il territorio rurale della Basilicata (Sud Italia) è caratterizzato dalla presenza di borghi e architetture diffuse in cui si svolgevano attività, mestieri e manifestazioni della vita materiale, economica, sociale e spirituale; testimonianze di un patrimonio culturale “minore”. Le architetture residenziali di questi borghi, in gran parte abbandonati, con il mutare delle condizioni sociali e lavorative hanno subito notevoli trasformazioni dal punto di vista distributivo funzionale che se da un lato ne hanno mutato l’aspetto dall’altro ne hanno garantito la conservazione. Invece, le architetture strettamente legate alle attività produttive (Silos, stalle, forni ...), persa la loro originaria funzione, sono in uno stato di degrado e abbandono. Stessa sorte è toccata al borgo di Piano del Conte che, nato tra il 1920 e 1925 come moderna azienda zootecnica e agricola e come centro di servizi per le famiglie contadine dislocate nel territorio vicino, negli anni 60-70 ha subito prima lo spopolamento e poi la trasformazione delle strutture edilizie. L’assunto di partenza di questa ricerca è stato che il patrimonio architettonico rurale racconta la storia di una comunità, costituisce la memoria del luogo, identifica culturalmente la comunità locale ed il territorio e pertanto il suo recupero e la sua valorizzazione sono fondamentali per conservarne l’identità stessa e per impostare nuovi modelli di sviluppo. Partendo da un caso reale, si vogliono fornire supporti conoscitivi del complesso e prezioso patrimonio dell’edilizia rurale e indirizzare le operazioni di recupero edilizio e restauro, alla problematica del “riuso” e delle destinazioni compatibili con le caratteristiche architettoniche, costruttive dei manufatti e del loro intorno paesaggistico. L’obiettivo è quello fornire una metodologia che, muovendo dalla disciplina tecnica, propone un’idea di recupero intesa come conoscenza, conservazione, fruizione e promozione del Patrimonio Architettonico Rurale, dove gli interventi dovranno utilizzare strategie progettuali e tecnologie ambientali mirate alla Sostenibilità di processo e di materiali

    DISUSED RAILWAY LINES. RECOVERY AND ENHANCEMENT

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    In the hinterland of the South Italy there are many railway lines with related works of art and abandoned service buildings, sometimes forgotten. These railways come completely, tobepart of the industrial archaeological heritage, that you have to restore and enhance, as they represent the result of a process of change and a new way to “live” the territory. The paths, climbing through the mountains, engaged technicians and workers in impressive works of containment and consolidation, in addition were created works of art that are still, thanksto boldness, monumentality and insertion in the landscape, the most eloquent testimony of the technique applied in the beginning of the century for construction of railways. With this paper we want to show how the actions on individual railway lines may be different, but they all turned to the recovery and improvement of existing facilities providing in some cases, the conversion of railways (greenways) and service facilities (staging points, studies and multifunctional centers) and in other cases the reopening of the routes through policies of social, cultural and landscape regeneration. We propose a methodology of approach to the problem of preservation of artifacts that mark the railway lines, which takes into account the difficulties of functional conversion of all buildings because of their structural fragilityand the inadequacy of the technological characteristics of the existing structures and therefore the need for intervention by a sustainable design closely related to their reuse and thereduction of energy consumption. The goal is to demonstrate how these small buildings, now considered outdated and obsolete, wrapped from decay and neglect, can become examples of architectural excellence and technological efficiency through sustainable design, which provides for measures compatible with the historic building technologies and, at the same time, directed to be self-sustaining from the energy point of view

    From ruin to hinge of urban renewal: the restoration of the church of St. Demetrius in Ceglie Messapica (BR)

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    The case of the Church of St. Demetrius in Ceglie Messapca is a typical example of how the recovery of a worship’s building, decommissioned and transformed into a ruin, may be central in the policy for the promotion of a historical center. In a moment of global crisis where the architectural heritage suffers the lack of economic resources for the recovery, protection and enhancement, restoration applied on the church of St. Demetrius wants to be a model of intervention considering that was made possible with a budget extremely limited. Beyond the technical and technological solutions adopted, the restoration project, which not aims to return the monument to the cult but proposes a new use, bases its foundations on an accurate phase of knowledge of the object, from the relief to the historical and archival research, from the analysis of diseases and disruptions to the understanding of the role of the building for the community. And it is necessary, in fact, establish a strong feeling between "knowledge" and "project", putting to any projectual proposal a comprehensive study of the structure, that is the knowledge of matter, physical and pathological, the identification of the layers of time that have made unique the monument. Advanced techniques of representation have enabled the "participation" in the project even to the nonexperts and then to the ordinary citizen. The success of the proposed intervention was born, so, even before the beginning of the work

    Vernacular architecture as codified model for the contemporary sustainable project

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    Vernacular settlements present a high degree of flexibility and a good capacity of adaptation to the environmental, social, economic and cultural conditions of the contexts in which they develop. The “VerSus. Lessons from Vernacular Heritage to Sustainable Architecture” research project, financed within the European Culture 2007-2013 project, is aimed at the codification of the lessons of environmental, socio-economic and socio-cultural lessons derived from the vernacular heritage, with the purpose of establishing strategies, solutions and good practices that may be adapted and used in an innovative way in the recovery of historical centres and in the design and planning of an appropriate and resilient architecture capable of responding to the requirements of contemporary life

    STRATEGIE E METODI PER LA DURABILITÁ NEGLI INTERVENTI DI RECUPERO

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    The research intends to make a study of the interventions of restoration aimed at predicting the durability of useful life and of the acceptable state of the parts and the buildings in conventional normal conditions. The technological integration must be verified at different levels of comparison and on the appropriateness of the choices, where the innovation tends to respect the "ancient" plant and construction systems, re-evaluating and exploiting, the natural resources. The aim is to establish an operative methodology for the durability of the interventions based on a quality approach of the various phases of the process of building restoration, and also to carry out an interdisciplinary project defined between tradition and innovation defined by the quality classes of the building organism

    THE DURABILITY OF BUILT HERITAGE THROUGH TESTS AND EXPERIMENTATIONS ON SITE

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    The conservation intervention of built heritage is appropriate if it puts particular attention at the impact of the modern systems to this heritage. The research methodology is based on a fundamental aspect of the project of recovery and/or restoration which is that cognitive, foreseeing investigation on site and laboratory, the realization and validation of the intervention, through new tests and a periodical monitoring. The model proposed has been applied to a case study (the “Sassi di Matera” – UNESCO heritage), emblematic site with a strong bind between architecture and natural environment. Technological tests were executed to determine the physical, chemical and mechanical characteristics of the materials used in the ancient “Rioni Sassi” to evaluate the compatibility with new materials. This surveys plan presents as a further knowledge instrument and as a mean to programme any recovery intervention in the respect of the original character, without compromising the requisites of durability and safety

    “THE DURABILITY OF THE PATRIMONY BUILT THROUGH TRIALS AND EXPERIMENTATIONS ON SITE. THE CASE OF THE SASSI OF MATERA – ITALY”

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    In the intention of saving the historical sites is needed to put particular attention at the impact of the modernity with this particular ecosystems and give again life to the structures in respect of the needs connected with the modern living, without altering their character consolidated with time, with interventions correlated to the original building, typological, functional and technological characters. The present work was born from the will to realize an applicative methodology more respectful of the built, so as not to assist to a simple acritical transposition of the building conception, of the calculation models, of the materials, of the building techniques of the new architecture to the recovery interventions. In order to understand the technological and architectural evolution of the buildings of the past, and read through the rule of the art the gestures of the ancient builders, the Manuals and the Treaties edited from the origins to nowadays have been analysed. These are intended as sources and instruments of knowledge because every interventions on pre-existing structures is necessarily to start from the knowledge of the materials which compose them, and from the constitutive techniques of the period of their construction. In the intent of realizing interventions with a “predetermined” useful service life, they were analysed the materials of the tradition, their interactions and the possible phenomena of incompatibility to them bond. The methodology designed is based on a fundamental aspect of the project of recovery and/or restoration which is that cognitive, foreseeing investigation on site, through tests on site and in laboratory, the realization and then later on the validation of the intervention, through new tests and a periodical monitoring. The model proposed has been applied to a case study (The Sassi of Matera – Patrimony of UNESCO), emblematic site of the strong bind between architecture and natural environment, in which just because of the morphological conformation of the territory they were generated those architectures. Technological tests were executed to determine the physical chemical and mechanical characteristics of the materials used in the realization of the buildings of the Sassi (tufa, mortar, plaster) so as to evaluate the compatibility (chemical, physical, mechanical) with eventual new materials to use in phase of restoration and to validate the choices made during some interventions. This plan of surveys, accurately projected, presents as a further knowledge instrument and as a mean to programme any intervention of recovery in the respect of the ancient, without compromising the requisites of durability and safety. This research can also contribute to increment the casuistic of the tests to take on the masonry; in fact, in relation to all the problems which can enter a campaign of tests and investigations, it not only will be to think to an only kind of survey, but to an organic plan in which to compare the results, so as to have a conoscitive frame the more possible complete. Often only the compared analysis of more data, coming from different surveys, is possible to interpret the real phenomena and furnish the necessary parameters for the realisation of a correct intervention
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