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    Il dispositivo medico GOCCLES® è in grado di individuare displasie e cancro orale se impiegato nel setting odontoiatrico. Risultati da uno studio multicentrico

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    Scopo di questo studio è dimostrare che il dispositivo medico GOCCLES® permette di condurre l’esame dell’autofluorescenza del cavo orale nel setting odontoiatrico. Si tratta di uno studio multicentrico non randomizzato su pazienti consecutivi a rischio di cancro orale. I pazienti sono stati sottoposti ad ispezione del cavo orale ad occhio nudo seguita dall’esame dell’autofluorescenza condotto indossando gli occhiali GOCCLES® mentre una lampada fotopolimerizzante illuminava la mucosa orale. Le lesioni sono state definite come qualunque lesione precancerosa del cavo orale visibile ad occhio nudo o area di perdita di fluorescenza visibile con GOCCLES®. Tutte le lesioni persistenti sono state sottoposte a biopsia escissionale o incisionale. Sono stati reclutati 61 pazienti e analizzati i dati da 64 lesioni. Delle 62 lesioni identificate dal dispositivo, 31 erano veramente positive. Il dispositivo ha identificato 31 delle 32 lesioni veramente positive. Una lesione (un carcinoma invasivo) non era visibile ad occhio nudo. Tutte le lesioni classificate come displasia tra moderata e severa e ogni carcinoma sono stati correttamente identificati dal dispositivo. Nel Il 56,7% delle lesioni identificate dal dispositivo mostrava margini più ampi rispetto a quelli visibili ad occhio nudo. Il dispositivo medico GOCCLES® permette di osservare il fenomeno della perdita di fluorescenza in pazienti affetti da displasia o cancro del cavo orale. Ha permesso di effettuare l’esame dell’autofluorescenza con ciascuna lampada fotopolimerizzante testata. I risultati suggeriscono di impiegare GOCCLES® come esame complementare rispetto all’ispezione ad occhio nudo del cavo orale su pazienti a rischio per cancro orale. Il dispositivo permette di identificare lesioni altrimenti visibili o i cui margini sono sottostimati dall’ispezione ad occhio nudo

    The Neglected Global Burden of Chronic Oral Diseases

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    oral pemphigus

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    Pemphigus is a group of potentially life-threatening autoimmune diseases characterized by cutaneous and/or mucosal blistering, due to the presence circulating IgG antibodies directed against desmoglein 1 and 3 (Dsg 1 and 3). Differences in the particular distribution of these result in different clinical manifestations of the disease. The most common variant is pemphigus vulgaris (PV). There is a fairly strong genetic background to pemphigus with linkage to HLA class II alleles and ethnic groups such as Ashkenazi Jews and those of Mediterra-nean and Indian origin are especially liable. Oral lesions are commonly characterized by the presence of vesiculobullous and ulcerative lesions. Diagnosis is achieved via three different parameters: perilesional tissue biopsy, histological and immunological examinations. Serum autoantibodies to either Dsg1 or Dsg3 are best detected using both normal human skin and monkey esophagus or by enzyme-linked immunosorbent assay. The main aim of treatment is to reduce inflammatory re-sponse and autoantibody production, in order to achieve disease remission in a short time. Before the advent of corticosteroids, PV was typically fatal due to dehydration or secondary systemic infections. Current treatment is largely based on systemic immunosuppression using corticosteroids, with azathioprine or other adjuvants or alternatives. Nonetheless, newer therapies, such as intravenous immunoglobulins (IVIg) or anti-CD20 monoclonal antibodies (Rituximab), with potentially fewer adverse effects also appear promisin
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