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    Pregnancy, Proteinuria, Plant-Based Supplemented Diets and Focal Segmental Glomerulosclerosis: A Report on Three Cases and Critical Appraisal of the Literature.

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    Chronic kidney disease (CKD) is increasingly recognized in pregnant patients. Three characteristics are associated with a risk of preterm delivery or small for gestational age babies; kidney function reduction, hypertension, and proteinuria. In pregnancy, the anti-proteinuric agents (ACE–angiotensin converting enzyme-inhibitors or ARBS -angiotensin receptor blockers) have to be discontinued for their potential teratogenicity, and there is no validated approach to control proteinuria. Furthermore, proteinuria usually increases as an effect of therapeutic changes and pregnancy-induced hyperfiltration. Based on a favourable effect of low-protein diets on proteinuria and advanced CKD, our group developed a moderately protein-restricted vegan-vegetarian diet tsupplemented with ketoacids and aminoacids for pregnant patients. This report describes the results obtained in three pregnant patients with normal renal function, nephrotic or sub-nephrotic proteinuria, and biopsy proven diagnosis of focal segmental glomerulosclerosis, a renal lesion in which hyperfiltration is considered of pivotal importance (case 1: GFR (glomerular filtration rate): 103 mL/min; proteinuria 2.1 g/day; albumin 3.2 g/dL; case 2: GFR 86 mL/min, proteinuria 3.03 g/day, albumin 3.4 g/dL; case 3: GFR 142 mL/min, proteinuria 6.3 g/day, albumin 3.23 g/dL). The moderately restricted diet allowed a stabilisation of proteinuria in two cases and a decrease in one. No significant changes in serum creatinine and serum albumin were observed. The three babies were born at term (38 weeks + 3 days, female, weight 3180 g-62th centile; 38 weeks + 2 days, female, weight 3300 g-75th centile; male, 38 weeks + 1 day; 2770 g-8th centile), thus reassuring us of the safety of the diet. In summary, based on these three cases studies and a review of the literature, we suggest that a moderately protein-restricted, supplemented, plant-based diet might contribute to controlling proteinuria in pregnant CKD women with focal segmental glomerulosclerosis. However further studies are warranted to confirm the potential value of such a treatment strategy

    Valorizzazione della frazione proteica della pula di riso

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    Il riso rappresenta il nutrimento principale per oltre la met\ue0 della popolazione mondiale: solo in Asia oltre 2 miliardi di persone assumono dal riso e dai suoi derivati dal 60 al 70 percento del loro fabbisogno calorico. Il suo contenuto proteico, di circa il 7% in peso, \ue8 relativamente basso in confronto a quello di altri cereali. Tuttavia, se si considera l\u2019entit\ue0 della produzione annua mondiale di riso,(oltre 700 milioni di tonnellate all\u2019anno, corrispondenti al 25% del totale dei cereali prodotti), la quantit\ue0 di proteine potenzialmente disponibili \ue8 considerevole (1). Queste proteine non sono uniformemente distribuite nel chicco ma sono per lo pi\uf9 concentrate nella pula,cio\ue8 nello strato che ricopre il chicco sotto la lolla, che ne contiene dal 12 al 15%. Le proteine della pula sono qualitativamente eccellenti: hanno un alto valore nutrizionale ed ottima digeribilit\ue0 e sono ricche dei due amminoacidi essenziali contenenti zolfo, cisteina e metionina. Non meno importante \ue8 il fatto che esse sono prive di glutine e generalmente ipoallergeniche. Tuttavia, numerosi fattori quali la complessit\ue0 strutturale, la scarsa solubilit\ue0, la tendenza a formare aggregati e la difficolt\ue0 di separazione dalle altre componenti del materiale vegetale rendono la frazione proteica della pula di riso scarsamente disponibile, limitando di conseguenza una possibile applicazione industriale. Di fatto la pula, che rappresenta circa il 10% in peso del grano di riso, viene considerata uno scarto dell\u2019industria di lavorazione del riso ed \ue8 destinata per lo pi\uf9 all\u2019alimentazione del bestiame (2,3). Obiettivo della ricerca, svolta nell\u2019ambito del progetto RiceRes (From waste to resource: an integrated valorization of the rice productive chain residues), \ue8 lo sviluppo di un metodo di estrazione efficiente, economico e riproducibile delle proteine della pula di riso. L\u2019approccio utilizzato \ue8 di tipo biotecnologico, a basso impatto ambientale e prevede l\u2019utilizzo sia di enzimi in grado di idrolizzare la componente non proteica della pula migliorando cos\uec la estraibilit\ue0 delle proteine (xilanasi, cellulasi, ecc.), sia di enzimi proteolitici (Alcalase, Neutrase, ecc.) in grado di trasformare la componente proteica in miscele di peptidi a pi\uf9 basso peso molecolare maggiormente solubili in acqua. L\u2019idrolisi \ue8 una procedura che viene comunemente utilizzata per migliorare le propriet\ue0 funzionali delle proteine ad es. la solubilit\ue0, l\u2019assorbimento, come pure le propriet\ue0 nutrizionali, in particolare la digeribilit\ue0 in quanto pu\uf2 essere considerata di fatto una predigestione. Per questo motivo gli idrolizzati proteici trovano sempre pi\uf9 largo impiego nelle formulazioni cosmetiche, negli alimenti funzionali e come ingredienti di prodotti ipoallergenici. Inoltre, alcuni idrolizzati proteici sono esaltatori di aroma, cio\ue8 hanno la stessa propriet\ue0 del glutammato monosodico e di tutti i prodotti dotati del cosiddetto gusto umami (il quinto gusto) di esaltare il sapore dei cibi a base salata (4). Gli idrolizzati di proteine del riso cos\uec ottenuti sono in corso di caratterizzazione per valutarne le potenzialit\ue0 applicative
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