10 research outputs found
Energy-efficient casting processes
Metal casting is one of the most energy-intensive manufacturing processes that have developed along the evolution of mankind. Although nowadays its scientific and technological aspects are well established, in the context of future resource scarcity and environmental pollution pressures, new studies appear necessary to describe the “foundry of the future” where energy and material efficiency are of great importance to guarantee competitiveness alongside environmental protection. In this chapter, both managerial and technical good practices aimed at implementing energy-efficient casting processes are presented alongside a few examples. The “Small is Beautiful” philosophy is presented as a systematic approach towards energy resilient manufacturing and, potentially, sustainability in the long term. Thus, this chapter aims at providing an overview of the different aspects comprising the state of the art in the industry and examples of research themes in academia about energy-efficient casting processes
Indirizzi operativi per la sorveglianza clinica e ambientale della legionellosi nelle strutture sanitarie e assistenziali della Regione Puglia
La prima epidemia di legionellosi, verificatasi nel luglio del 1976 durante l'American Legion
Annua/ Convention a Philadelphia, fece registrare oltre 200 casi con 34 decessi. Solo un anno piĂą tardi,
nei laboratori dei Centers far Disease Contrai and Prevention (CDC) dì Atlanta , fu isolato e identificato
il microrganismo che, in memoria della prima epidemia, fu chiamato Legionella pneumophila. la
sorgente dell' infezione fu individuata nell' impianto di aria condizionata presente nell'hotel.
La scoperta suscitò un grande interesse, tale da incoraggiare alcuni studiosi ad effettuare
indagini sierologiche retrospettive su campioni di siero provenienti da soggetti affetti da polmonite di
origine sconosciuta. Fu possibile in tal modo risalire ad altri episodi epidemici, quali gli eventi accaduti
nel 1965 tra i pazienti dell'Ospedale Psichiatrico St. Elisabeth di Washington e nel 1968 tra coloro che
lavoravano nel Servizio di SanitĂ Pubblica di Pontiac (in Michigan). In seguito, si verificarono altre
epidemie che hanno contribuito ad approfondire le conoscenze scientifiche non solo sull'etiologia,
patogenesi, diagnosi e terapia della legionellosi, ma anche sulle caratteristiche biochimiche,
morfologiche e immunologiche dell'agente patogeno, compreso il suo habitat natura le.
In Italia, il primo focolaio epidemico risale al 1978 sul Lago di Garda ed interessò 10 soggetti.
Da allora le segnalazioni di casi, sia sporadici sia epidemici , sono diventate sempre piĂą frequ enti, anche
se è difficile stabilire se questo incremento sia dovuto ad un reale aumento dell' incidenza, al
perfezionam ento delle tecniche diagnostiche o ad una maggiore att enzione alla diagnosi e
segnalazione dei casi.
Nel Sud Italia, la Puglia è tra le regioni con il maggior numero di casi di legionellosi notificati
[Notiziar io ISS 2017]. I fattori che rendono diff icile il controllo e la gestione del probl ema sono la
disomogeneitĂ nelle procedure di campionamento, le difformitĂ negli intervent i di bonif ica, la scarsa
esperienza nella gestione del rischio associato alle diverse concentrazioni di Legionella rilevate nelle
reti idriche.
L'entitĂ del problema, per la sua complessitĂ , richiede sempre piu un'accurata attenzione a
causa delle pesanti conseguenze legali e di immagine che possono coinvolgere sia le strutture sanitarie
sia quelle turistico-ricettive, pertanto la Giunta regionale ha approvato nel 2012 il documento Indirizzi
per l'Adozione di un Sistema per la sorveglianza e il controllo delle infezioni da Legionella in Puglia, con
il quale ha istituito un sistema di rete regionale formato da due livelli organizzativi: uno centrale e
l'altro periferico [D.G.R. n. 2261/2012] .
Il livello organizzativo centrale è rappresentato da un apposito Nucleo di Riferimento Regionale
che definisce percorsi comun i e codificati nell'ambito delle attivitĂ di prevenzione e controllo della
malattia ed esercita funzioni chiave per la governance del sistema . Il mandato strategico è quello di
assumere l'impegno di "regolare" la rete, attraverso un ruolo di att ivazione, sviluppo e manutenzione
di procedure codificate tra i componenti della rete stessa.
Il livello organizzativo periferico , costituito dal Nucleo Operativo Territo riale presso ogni
Azienda Sanitaria Locale, è incaricato delle attività in materia di prevenzione e controllo della
legionellosi e rappresenta, a livello aziendale, il momento d'incontro e condivisione tra il Dipartimento
di Prevenzione, la Direzione Sanitaria, i reparti di ricovero, i laborato ri di analisi aziendali, oltre che di
coordinamento e collaborazione con l'Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione
dell'Ambiente (ARPA) provinciale.
I punti deboli di ogni strategia di controllo della legionellosi sono riportabili alla mancanza di
una chiara correlazione dose-effetto e di una soglia limi te ben definita , ancora oggi associate
all'impossibilitĂ di bonificare il sistema idrico in maniera definitiva.
Per ridurre il rischio e il numero dei casi di malattia , il presente documento si propone di
pianificare un iter omogeneo di procedure da applicare per il controllo e la prevenzione della
legionellosi, ponendosi nella linea della prevenzione primaria piuttosto che in quella dell'intervento al verificarsi dei casi. - Il presente documento è rivolto a tutte le strutture sanitarie e assistenziali della Regione Puglia
e fornisce indicazioni su:
1. metodi piĂą appropriati per lo screening e la diagnosi della legionellosi;
2. modalitĂ di campionamento per la ricerca di Legionella negli impianti idrici e aeraulici;
3. sistemi efficaci per la sorveglianza e il controllo delle reti idriche;
4. procedure e mezzi per la bonifica e la ridu zione del rischio;
5. attivitĂ di comunicaz ione e formazione degli operatori sanitari e degli addetti al controllo;
6. responsabilitĂ medico-legali connesse al verificarsi di casi di malattia associati alle strutture coinvolte
An experience in setting-up a configuration management environment
Configuration management (CM) is widely recognized as one of the most important practices that have to be established for developing software in an ordered and controlled way. Despite this, the process of setting-up CM has obtained till now very little attention. This paper reports the lessons learned in establishing CM at SIA (Societa Interbancaria per l'Automazione), the organization in charge of running, developing, and maintaining the National Inter-bank Network of Italy
An Experience in Setting-Up a Configuration Management Environment
Configuration management (CM) is widely recognized as one of the most important practices that have to be established for developing software in an ordered and controlled way. Despite this, the process of setting-up CM has obtained till now very little attention. This paper reports the lessons learned in establishing CM at SIA (Societa Interbancaria per 1 'Automazione), the organization in charge of running, developing, and maintaining the National Inter-bank Network of Italy
A case study of evaluating configuration management practices with goal-oriented measurement
The paper describes the application of goal-oriented measurement for evaluating configuration management practices at Societa Interbancaria per l'Automazione (SIA). SIA is in charge of running, developing, and maintaining the National Interbank Network of Italy. The results of a CMM-based process assessment indicated that configuration management (CM) practice was one of the most premising areas for improvement. A project was initiated aimed at establishing an improved CM process supported by state-of-the-art tools and incorporating sound practices. It was decided to apply the new process to one of the most important products of SIA, which deals with the development of a new generation of networking software. Goal-oriented measurement following the goal/question/metric (GQM) approach was applied to monitor the establishment of the CM process. The paper describes the establishment and execution of the measurement program and reports about related product and process modeling. Different techniques for qualitative and quantitative analysis of experimental data were performed. Selected results and experiences are reported
Assessing Prejudice Toward Two-Father Parenting and Two-Mother Parenting: The Beliefs on Same-Sex Parenting Scale
This article describes two interrelated studies that investigated beliefs and stereotypes on two-father parenting and two-mother parenting through the development and validation of the Beliefs on Same-Sex Parenting (BOSSP) scale. The BOSSP captures two beliefs: (1) prejudices toward same-sex couples’ inherent inability to parent and (2) concerns about same-sex parenting that are not necessarily related to homonegativity. In Study 1 (301 heterosexual participants), exploratory factor analysis (EFA) suggested an 11-item scale for attitudes toward both two-father families and two-mother families, with two factors: parenting skills, which evaluates beliefs on same-sex couples’ ability to take care of their children; and parental adjustment, which assesses beliefs on the impact of challenges related to same-sex parenting on children’s well-being. Support for convergent validity between BOSSP factor scores and those of theoretically related measures were provided. In Study 2 (346 heterosexual participants surveyed in two time points), CFA indicated that the two-factor model provided the best fit. Test-retest reliability and longitudinal invariance were documented. Finally, results revealed that more negative attitudes toward same-sex parenting were held by men than by women and were associated with negative opinions on reproductive techniques. The innovative characteristics of the BOSSP and implications for future practice are discussed