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    Potential immunological consequences of pharmacological suppression of gastric acid production in patients with multiple sclerosis

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    Corticosteroids are standard treatment for patients with multiple sclerosis experiencing acute relapse. Because dyspeptic pain is a common side effect of this intervention, patients can be given a histamine receptor-2 antagonist, proton pump inhibitor or antacid to prevent or ameliorate this disturbance. Additionally, patients with multiple sclerosis may be taking these medications independent of corticosteroid treatment. Interventions for gastric disturbances can influence the activation state of the immune system, a principal mediator of pathology in multiple sclerosis. Although histamine release promotes inflammation, activation of the histamine receptor-2 can suppress a proinflammatory immune response, and blocking histamine receptor-2 with an antagonist could shift the balance more towards immune stimulation. Studies utilizing an animal model of multiple sclerosis indicate that histamine receptor-2 antagonists potentially augment disease activity in patients with multiple sclerosis. In contrast, proton pump inhibitors appear to favor immune suppression, but have not been studied in models of multiple sclerosis. Antacids, histamine receptor-2 antagonists and proton pump inhibitors also could alter the intestinal microflora, which may indirectly lead to immune stimulation. Additionally, elevated gastric pH can promote the vitamin B12 deficiency that patients with multiple sclerosis are at risk of developing. Here, we review possible roles of gastric acid inhibitors on immunopathogenic mechanisms associated with multiple sclerosis

    La sfogliatura del Ciliegiolo: effetti sulla composizione delle uve

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    La finezza, la persistenza e la complessità aromatica di un vino sono molto ricercate dal consumatore moderno. Attualmente la microstruttura di un vino (aromi, polifenoli) è più importante della macrostruttura (alcool, acidi). In effetti, tutti i vini hanno una macrostruttura, ma non tutti possiedono una microstruttura apprezzabile. I grandi vini valgono e sono tali per il loro aroma e non certo per il solo contenuto in alcool e acidi. Al di là della indiscussa impronta varietale, molti altri fattori concorrono a determinare le caratteristiche qualitative dell’uva e quindi del vino. Tra questi importanza rilevante rivestono le tecniche di conduzione del vigneto, rivolte a massimizzare le potenzialità dell’uva. Alla gestione della chioma della vite si guarda ultimamente con molta attenzione vista l’azione determinante che essa ha sulla qualità dell’uva in funzione del vino che si intende ottenere. In particolare tramite la gestione della chioma, con operazioni quali ad esempio la sfogliatura, si modifica il rapporto vegeto-produttivo ed il microclima del grappolo, fattori determinanti da tenere in considerazione per ottenere un’uva di qualità. Nel presente lavoro di tesi si è valutata la risposta di piante campione di Ciliegiolo a diversi trattamenti di sfogliatura (rimozione di 7-8 foglie alla base del germoglio uvifero), a stadi fenologici differenti, e cioè all’allegagione, e all’invaiatura mentre le parcelle non defogliante hanno costituito il controllo. Durante la stagione 2006 sono stati monitorati i principali parametri vegetativi e produttivi, la composizione delle uve durante il periodo di maturazione, con particolare attenzione a composti come i carotenoidi, precursori degli aromi C-13 norisoprenoidi che hanno un ruolo importante nella definizione dell’aroma del Ciliegiolo e i polifenoli, molecole determinanti nella definizione delle caratteristiche qualitative dell’uva. La sfogliatura non ha prodotto differenze significative fra i trattamenti per i parametri analizzati, se non un incremento del contenuto in antociani al momento della vendemmia nelle uve provenienti da piante sfogliate all’allegagione. E’ in ogni caso da rilevare come alla vendemmia si registra una diminuzione della dimensione dell’acino nelle piante sfogliate all’allegagione, anche se questo non è risultato statisticamente rilevante rispetto al controllo. Conseguentemente, si è avuto anche un incremento della concentrazione di tutti i componenti dell’uva, che lascia intendere come la pratica della sfogliatura precoce sia idonea a valorizzare le potenzialità qualitative del vitigno Ciliegiolo. Ulteriori ricerche sono necessarie per confermare questa ipotesi e per verificare le possibilità di migliorare anche la qualità del vino prodotto

    Etude hydrogéologique du massif du Dévoluy, Hautes-Alpes - Alpes françaises

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    Ce travail concerne le massif du Dévoluy sous l'aspect géologique et hydrogéologique.pas de résum

    LE CONCESSIONI DEI BENI PUBBLICI: IL DEMANIO MARITTIMO

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    La tesi ha come obiettivo di esaminare le tematiche relative alla concessione dei beni demaniali marittimi, con un’articolazione che include l’approfondimento: - sui beni dello Stato e degli altri enti pubblici, quali i beni pubblici, i beni demaniali, i beni patrimoniali indisponibili, i beni patrimoniali disponibili e i diritti reali della P.A. sui beni altrui; - sul demanio marittimo, secondo in Codice della Navigazione, la condizione giuridica, l’acquisto della demanialità marittima, le modificazioni del demanio marittimo, l’uso dei beni demaniali marittimi, l’atto di concessione, le concessioni ordinarie, le concessioni per licenza e le concessioni speciali; - sulla gestione del demanio marittimo, con cenni riguardanti l’evoluzione della sua gestione, l’Autorità Marittima, la Regione, il Comune, l’Autorità di Sistema Portuale (AdSP), il sistema informativo del demanio marittimo (S.I.D.), la determinazione dei canoni e gli ambiti delle competenze; - sulla concessione nella portualità, con particolare attenzione rivolta al Porto, all’inquadramento giuridico, all’attività amministrativa, alla Legge portuale, alla revisione della rete TEN-T, alla classificazione dei porti, al Piano Regolatore di Sistema Portuale, al Documento di pianificazione strategica di sistema (DPSS) e al Piano Regolatore del Porto (PRP); - sulla concessione ai fini turistico-ricreativi, proseguendo con l’uso turistico-ricreativo del demanio marittimo, le concessioni demaniali nel contesto UE, la normativa interna, i principi della direttiva Bolkestein, gli stabilimenti balneari, i tentativi di revisione normativa interna fino al 2019, la revisione della disciplina e delle zone demaniali. Pertanto, la tesi mette in evidenza l’importanza sociale ed economica del demanio marittimo in un contesto normativo che non ha ancora trovato un giusto equilibrio con i principi e le norme comunitarie. Nelle conclusioni, vengono definiti gli ambiti nei quali la normativa di settore dovrà incidere per soddisfare i principi della concorrenza e, al tempo stesso, definire un quadro di regole certe, nell’interesse della collettività in termini socio-economici. Il lavoro è stato redatto consultando un’ampia documentazione in materia sia relativa al diritto interno che a quello comunitario. Infatti, gli interventi normativi e giurisprudenziali, che nel tempo hanno modellato la disciplina dei beni demaniali marittimi, hanno dipinto uno scenario disarmonico ed eterogeneo per tutti gli operatori che intendono affrontare tali problematiche. L'analisi delle tematiche suddette, peraltro, risulta ancora più laboriosa, sia per la frammentazione delle relative competenze normative e gestionali, sia per il carattere multidisciplinare della materia in argomento, che, oltre ad interessare numerosi rami del diritto nazionale, arriva a coinvolgere principi e regole proprie dell'ordinamento comunitario, come la concorrenza. La problematica sul rapporto tra concessioni di beni pubblici e tutela della concorrenza è alla base di un sistema complesso, che si confronta tra affidamento e certezza del diritto. Il tema è delicato ed offre notevoli considerazioni, anche in virtù del fatto che i criteri e le modalità di affidamento delle concessioni inerenti al demanio marittimo devono essere stabiliti nell’osservanza dei principi della libera concorrenza e della libertà di stabilimento, previsti dalla normativa comunitaria e nazionale

    Effetto dell'epoca di defogliazione sulla qualitĂ  delle uve e del vino nel vitigno Ciliegiolo

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    La finezza, la persistenza e la complessità aromatica di un vino sono molto ricercate dal consumatore moderno. Attualmente la microstruttura di un vino (aromi, polifenoli) è più importante della macrostruttura (alcool, acidi). In effetti, tutti i vini hanno una macrostruttura, ma non tutti possiedono una microstruttura apprezzabile, infatti, i grandi vini valgono e sono tali per il loro aroma e non certo per il solo contenuto in alcool e acidi. Oltre alla indiscussa impronta varietale, molti altri fattori concorrono a determinare le caratteristiche qualitative dell’uva e quindi del vino e tra questi importanza rilevante rivestono le tecniche di conduzione del vigneto, rivolte a massimizzare le potenzialità dell’uva. Alla gestione della chioma della vite si guarda ultimamente con molta attenzione vista l’azione determinante che essa ha sulla qualità dell’uva in funzione del vino che si intende ottenere. Nel presente lavoro di tesi si è valutata la risposta di piante del vitigno Ciliegiolo alla sfogliatura (rimozione di 7-8 foglie alla base del germoglio uvifero), eseguita in due momenti fenologici differenti, e cioè all’allegagione e all’invaiatura, mentre parcelle non defogliante hanno costituito il controllo. Durante la stagione 2006 sono stati monitorati i principali parametri vegetativi e produttivi e la composizione delle uve durante il periodo di maturazione, La sfogliatura non ha prodotto differenze significative fra i trattamenti per i parametri analizzati, se non un incremento del contenuto in antociani al momento della vendemmia nelle uve provenienti da piante sfogliate all’allegagione. E’ in ogni caso da rilevare come alla vendemmia si registra una diminuzione della dimensione dell’acino nelle piante sfogliate all’allegagione, anche se questo non è risultato statisticamente rilevante rispetto al controllo. Conseguentemente, si è avuto un leggero incremento della concentrazione di quasi tutti i più importanti componenti dell’uva, che lascia intendere come la pratica della sfogliatura precoce sia idonea a valorizzare le potenzialità qualitative del vitigno Ciliegiolo. Ulteriori ricerche sono necessarie per confermare questa ipotesi e per verificare le possibilità di migliorare anche la qualità del vino prodotto
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