18 research outputs found

    Mappe del rischio, piani di prevenzione e Struttura Urbana Minima: metodologie e strumenti a confronto

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    La promozione della sicurezza a fronte di rischi naturali non significa solo prevenire o limitare i danni derivanti da eventi calamitosi, ma anche investire sulla competitività e sulla qualità di vita del nostro Paese. Per questa ragione è stato realizzato un confronto tra i principali strumenti a supporto della sicurezza, della prevenzione e ricostruzione. Nel primo confronto sono state indagate le correlazioni tra analisi della CLE e Piano Multirischio, ponendosi quesiti circa la possibilità di integrare maggiormente i due strumenti estendendo oltre i confini del rischio sismico le potenzialità della CLE. Un secondo lavoro comparativo si concentra sull’analisi dell’O.C. n. 39 e sulla SUM. Dal confronto è emerso che questo approccio al tema della sicurezza consente di spostare l’attenzione dalla dimensione edilizia a quella urbana, con conseguenti implicazioni non solo urbanistiche, ma anche sociali. Nella terza comparazione si sono confrontati MS e PAI. Dal confronto è emerso che le sostanziali differenze sono legate non tanto alla correlazione con il fenomeno indagato, quanto all’approccio al tema della prevenzione dei rischi ambientali. Da un lato la MS è orientata ad un miglioramento della conoscenza del territorio, dall’altro il PAI persegue obiettivi normativi e tecnico-operativi. I risultati ottenuti evidenziano che per raggiungere l’obiettivo di un innalzamento del livello di sicurezza del territorio è necessario superare l’approccio legato alla temporaneità, intrinseca della fase emergenziale, ed introdurre processi e protocolli sistematici di prevenzione, volti ad accettare il rischio come “costante” con la quale confrontarsi

    Urban Safety Frame: una proposta metodologica per integrare gli strumenti di prevenzione nella pianificazione dei centri urbani minori

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    Gli strumenti a supporto della prevenzione e della protezione dai rischi ambientali si configurano e caratterizzano in funzione delle finalità e degli obiettivi settoriali perseguiti, risultando molto spesso scarsamente integrati con gli strumenti di pianificazione. È evidente che sia necessario un cambio di paradigma nell’affrontare la tematica del rischio, concentrando strategie e azioni di prevenzione sulla comunità urbana “nel suo insieme”. Ma in che modo? Il contributo si concentra sull’attività di ricerca in corso nell’ambito del progetto ReCITY – Resilient city, everyday revolution, PON Ricerca e Innovazione 2014-2020. Obiettivi della ricerca sono lo sviluppo di metodologie per fornire una diagnosi affidabile di vulnerabilità e resilienza, e la definizione di strategie urbano-territoriali per integrare il progetto della prevenzione dai rischi naturali con la pianificazione del territorio

    Ri-abitare i centri storici in qualità urbana e sicurezza: azioni pubbliche innovative e life-line per attivare percorsi di rigenerazione urbana

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    La Regione Marche è un territorio costellato da quasi mille centri storici, insediamenti di poggio e crinale, caratterizzati da tessuti compatti e morfologicamente ancorati alla forma del territorio. A causa dell’espansione urbana accelerata del secolo scorso, caratterizzata da un sistema dell’abitare diffuso e maggiormente accessibile, questi Centri Storici hanno progressivamente registrato una crescente contrazione abitativa ed un indebolimento del loro ruolo di presidio sicuro per l’abitare storicamente assegnatogli e di nodo strategico identitario per il territorio. I recenti eventi sismici che hanno colpito il Centro Italia (Sisma 2016), hanno evidenziato ulteriormente la fragilità di questo patrimonio storico identitario che costituisce l’identità del territorio regionale. In questo quadro complesso, in cui fragilità ambientali e criticità socioeconomiche si sovrappongono, diviene quindi centrale riflettere su come i metodi e gli strumenti del processo di ricostruzione in atto possano tracciare una roadmap per la rigenerazione dei tessuti storici delle Marche. Il contributo si concentra sull’attività di ricerca applicata sviluppata con il progetto “R(9) Marche, Rinnova Marche: Nove interventi per riabitare i centri storici in qualità urbana e sicurezza”, definendo strategie e metodi per attivare percorsi di rigenerazione urbana per il recupero del valore socio-economico dei centri storici, coniugando qualità dell’abitare e maggiori livelli di sicurezza

    I Programmi Straordinari di Ricostruzione nel post sisma dell’Italia centrale

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    The territory of Central Italy was hit hard by the 2016 earthquake. This earthquake was more intense than the L'Aquila earthquake in 2009, in therms of magnitude and extension of the affected area. After the damage assessment, the government introduces specifically Reconstruction Program into the builting back process, planning and coordinating activities for reconstruction actions. Contribution focuses on the research activity developed in inner areas of Marche region, central Italy

    Le soluzioni abitative di emergenza nel post sisma dell'Italia centrale. Prime considerazioni per la pianificazione

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    In fase di emergenza la maggioranza delle popolazioni che abitavano le aree dell’Italia centrale colpite dal sisma 2016, nonostante i disagi e le difficoltà vissuti, hanno scelto di non allontanarsi dai rispettivi territori d’origine, motivazione alla base della decisione degli organi di governo di realizzare in forma diffusa insediamenti temporanei in loco, SAE – Soluzioni Abitative di Emergenza, operazione che si è dimostrata in questi territori pedemontani e montani, complessa e potenzialmente antieconomica, ma convergente con la volontà locale di non disperdere la comunità e cercare al contempo di contrastare, in qualche forma, il processo di abbandono del territorio già in atto nelle Aree Interne dell’Appennino centrale prima del 2016. Il paper intende approfondire indirizzi e possibili scenari di ri-pianificazione degli insediamenti temporanei al termine dal processo di ricostruzione avviato, riflettendo sul futuro di questi insediamenti pubblici una volta sollevati dalla loro funzione in fase di emergenza, valutando al contempo punti di forza e criticità di una possibile (necessaria) ri-pianificazione che superi il loro ruolo di insediamento temporaneo. Attraverso l’analisi delle esperienze di ricerca-azione in corso in alcuni comuni del cratere, il paper indaga i processi di formazione degli insediamenti, gli indirizzi e gli scenari per una ri-pianificazione pro-attiva degli insediamenti esistenti, che potrebbero rappresentare anche un’opportunità più ampia di riflessione nei Programmi Straordinari di Ricostruzione su cui innescare progetti di rigenerazione urbana e territoriale, per la rinascita non solo fisica, ma anche socioeconomica delle aree interne marchigiane

    Traiettorie ed indirizzi per il progetto della sicurezza urbana nei Piani Urbanistici Attuativi e nei Programmi Straordinari di Ricostruzione

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    Per gli 86 centri marchigiani, ognuno dei quali disarticolato sul territorio in decine di borghi rurali, nuclei frazionali e numerosi centri minori diffusi, si ha purtroppo la certezza che nuovi eventi potranno verificarsi. Due sono i campi d’intervento suggeriti dalle ordinanze commissariali: il primo è quello di affrontare la ricostruzione delle aree maggiormente colpite attraverso strumenti urbanistici attuativi (PUA); il secondo è quello di stimolare ciascun Comune a svolgere una riflessione più estesa, con un Programma Straordinario di Ricostruzione (PSR), capace di coordinare il processo diffuso di ricostruzione pubblica e privata, verso una ricostruzione “autentica ma non identica” (cit. Ord. n.107/2020) concependo anche nuovi orizzonti e nuove prospettive sotto il profilo socioeconomico. Con i PSR potranno essere definiti anche i ruoli urbani e territoriali di alcune componenti della città, integrando con specifiche azioni coordinate il Piano Attuativo di Ricostruzione, come le relazioni tra le direttrici originatrici dell’impianto urbano e le principali risorse naturali e culturali; le principali reti delle infrastrutture urbane e territoriali (grigie), del sistema delle acque (blu) e delle connettività ecologiche (verdi) e le relative intersezioni con i principali poli e nodi strategici per l’insediamento. Rimane il problema dell’inefficienza della pianificazione nel passare dalla previsione all’attuazione, la difficoltà dell’abbreviare lo spazio indispensabile all’elaborazione della strategia affinché sia capace di diventare incubatrice di trasformazioni attuabili in pochi anni piuttosto che in alcuni decenni

    Sisma 2016, dall’emergenza alla ricostruzione dei territori fragili. Strategie, strumenti, metodi applicati

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    A tre anni dal sisma del Centro Italia (24 agosto, 2016), i Comuni si apprestano ad intraprendere il salto tecnico-culturale necessario per passare dalla fase dell’emergenza al progetto di ricostruzione dei centri urbani danneggiati. Diviene quindi non più procrastinabile iniziare a dare risposta agli interrogativi circa le possibili strategie da mettere in campo per avviare con maggiore consapevolezza le necessarie azioni di ricostruzione declinando gli strumenti normativi a disposizione, individuando vocazioni territoriali, coinvolgendo cittadinanza, proprietari, tecnici e associazioni per convergere verso un progetto coeso di ricostruzione. Le analisi comparative condotte nei comuni della Regione Marche, sulla quale insiste oltre il 60% dell’intero “cratere sismico” del centro Italia, evidenziano molteplici livelli di complessità territoriali e prefigurano differenti elementi critici ed opportunità di intervento per la ricostruzione e la prevenzione del rischio sismico a scala urbana. Le Ordinanze Commissariali rappresentano il quadro normativo di riferimento dentro il quale sviluppare strategie e azioni di intervento per la ricostruzione dei centri storici e dei numerosi nuclei frazionali e borghi rurali danneggiati. La ricerca delinea primi elementi significativi del processo di ricostruzione in atto, evidenziando le caratteristiche degli strumenti progettuali previsti dalle ordinanze per la ricostruzione e le differenti scelte operate dalle amministrazioni locali

    STRATEGIA NAZIONALE DELLE AREE INTERNE E PROGRAMMI STRAORDINARI DI RICOSTRUZIONE POST SISMA 2016: UNA CONVERGENZA POSSIBILE E NECESSARIA PER RIGENERARE I TERRITORI FRAGILI E MARGINALIZZATI DELL’APPENNINO CENTRALE

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    Come noto, le Aree interne, distanti dai centri che dispensano servizi essenziali, e caratterizzate da un prolungato declino demografico ed economico, rappresentano un prototipo particolarmente significativo di aree marginalizzate, così come i territori montuosi degli Appennini identificano aree fragili ripetutamente colpite da disastri naturali e particolarmente esposte ai fenomeni sismici. Individuate le aree colpite dal sisma 2016 si è verificata la parziale sovrapposizione tra i due fenomeni e la necessità di rendere coerenti e sinergiche le politiche promosse per affrontarli. Il contributo intende analizzare i caratteri dei due fenomeni evidenziandone gli elementi sinergici, le conflittualità o l’assenza di dialogo, attraverso l’analisi dei dati relativi a due aree interne in regione Marche nelle quali il gruppo di ricerca ha svolto il ruolo di soggetto intermedio, ingaggiato nella costruzione di percorsi di ricostruzione post-sisma nei quali si sono resi conto della necessità di stabilire utili alleanze con altre progettualità e politiche in atto

    Pianificare la ricostruzione per rigenerare le aree interne dell’appennino

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    The Marche Apennine area undergone a process of marginalisation and progressive depopulation, which caused a completely inadequate use and protection of the territory. A context in which to the socio-economic critical issues, highlighted by the National Strategy for Inner Areas in these marginal areas, were superimposed the environmental fragilities that emerged after the earthquake. The great majority of the populations who reside there, many people over 65, that despite the great and serious discomfort experienced so far, have not moved away from their own origin territories. The choice of creating temporary settlements, Sae, Emergency Housing Solutions (a complex operation in these mountains), was designed to save the local community. In this complicated framework, the pandemic emergency had a quite minor impact compared to the urban areas along the Adriatic coast. Why this discrepancy between the two contexts? The paper investigates the components of the socio-cultural and urban systems, which have generated this “advantageous” condition in the inner areas. It also investigates the planning of post-earthquake reconstruction and the recovery and development strategies. The strategies post earthquake can to search: new building and territorial forms, new structural and functional relationships. Resilience and sustainability can to activate longlasting development trajectories for restoring better landscapes and stronger communities
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