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    Il biofeedback preoperatorio migliora il recupero della continenza a seguito di prostatectomia radicale: una revisione sistematica con meta-analisi

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    BACKGROUND:  Postoperative urinary incontinence is the overall result of urethral sphincter incompetence and modifications in urethral length after radical prostatectomy. Findings for preoperative interventions targeted at preventing post-prostatectomy incontinence include preoperative pelvic floor muscle training (PFMT) and biodfeedback (BFB), which can be managed by nurses in many countries and have been used for decades to speed up continence recovery after surgery. AIM: to determine the effectiveness of preoperative biofeedback (BFB) for post-prostatectomy urinary incontinence compared to pelvic training without BFB, considering the variability between the results of the available studies.  METHODS: A systematic review and meta-analysis was conducted, analyzing the indications provided by the literature regarding preoperative biofeedback for preventing urinary incontinence after open radical prostatectomy, in terms of treatment regimens, timing for beginning the sessions, number of contraction and relaxation exercises, and scheduled work at home. Literature search on Pubmed, CINAHL, Cochrane Library, Web of Science, Scopus, EMBASE, and PEdro. RESULTS: Despite only three papers being suitable for metanalysis, our results support BFB over written instructions for continence recovery after both 3 and 6 moths from surgery. Implementing progressive programs with many different muscular exercises and including relaxation are the main recommendations. CONCLUSIONS: Preoperative biofeedback leads to improved urinary continence after 3 and 6 months from radical prostatectomy. Future studies should focus on the characteristics and number of pelvic muscle contractions required during biofeedback in order to maximize effectiveness.BACKGROUND: L'incontinenza urinaria postoperatoria è il risultato complessivo dell'incompetenza dello sfintere uretrale e delle modifiche della lunghezza dell'uretra dopo la prostatectomia radicale. I risultati degli interventi preoperatori mirati a prevenire l'incontinenza post-prostatectomia includono l'allenamento preoperatorio dei muscoli del pavimento pelvico (PFMT) e il biodfeedback (BFB), che possono essere gestiti dal personale infermieristico in molti Paesi. OBIETTIVO: determinare l'efficacia del biofeedback preoperatorio (BFB) per l'incontinenza urinaria post-prostatectomia rispetto al training pelvico senza BFB, considerando la variabilità dei risultati degli studi disponibili.  METODI: è stata condotta una revisione sistematica con meta-analisi, analizzando le indicazioni fornite dalla letteratura sul biofeedback preoperatorio per la prevenzione dell'incontinenza urinaria in termini di regimi di trattamento, tempi di inizio delle sessioni, numero di esercizi di contrazione e rilassamento e lavoro programmato a casa. La ricerca della letteratura è stata effettuata su Pubmed, CINAHL, Cochrane Library, Web of Science, Scopus, EMBASE e PEdro. RISULTATI: nonostante solo tre articoli siano stati adatti alla metanalisi, i nostri risultati supportano il BFB rispetto alle istruzioni scritte per il recupero della continenza dopo 3 e 6 mesi dall'intervento. L'implementazione di programmi progressivi con molti esercizi muscolari diversi e l'inclusione del rilassamento sono le principali raccomandazioni. CONCLUSIONI: Il biofeedback preoperatorio porta a un miglioramento della continenza urinaria dopo 3 e 6 mesi dalla prostatectomia radicale. Gli studi futuri dovrebbero concentrarsi sulle caratteristiche e sul numero di contrazioni muscolari pelviche richieste durante il biofeedback per massimizzare l'efficacia.Il biofeedback preoperatorio migliora il recupero della continenza dopo la prostatectomia aperta: una revisione sistematica e una meta-analis

    Conoscenze ed interesse degli studenti del corso di laurea in infermieristica sul tema della comunicazione aumentativa ed alternativa (C.A.A) studio pre – post

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    INTRODUCTION:Nursing staff, whether already a professional or in training, is increasingly coming into contact with caregivers who present communication deficits, whether temporary or permanent. People with Complex Communicative Needs (CCB) often require compensatory strategies, such as Alternative Augmentative Communication (AAC). Knowledge of AAC and the systems it makes available already in the training phase is an essential resource for establishing and maintaining an effective therapeutic relationship. AIM:To investigate knowledge and perceptions regarding Augmentative and Alternative Communication in a sample of bachelor nursing students by assessing the effectiveness of a training intervention. METHODS:Pre-post monocentric study with enrolment of a sample of second and third year students of one bachelor school of nursing of the University of Milan; construction and preliminary validation of a questionnaire to detect knowledge and perceptions before and after participation in a training intervention. RESULTS:140 students participated; at T0, 40.0% of the sample was familiar with the CAA; at T1, 92.14%. After the training intervention, the sample's knowledge increased statistically (p < 0.001 for all proposed questions). The questionnaire created showed good validity (CVI-S = 0.93). CONCLUSIONS:It seems desirable to investigate how CAA is also used in different clinical care contexts, to quantify the professionals trained in its use, and to investigate the knowledge of students of other health professions and not.INTRODUZIONE:L’infermiere, già professionista o in fase di formazione, in ogni contesto clinico viene sempre più spesso a contatto con assistiti che presentano deficit di comunicazione, sia temporanei che permanenti. Le persone che presentano Bisogni Comunicativi Complessi (B.C.C.) spesso necessitano dell’adozione di strategie di compensazione, come la Comunicazione Aumentativa Alternativa (C.A.A.). Conoscere la C.A.A. ed i sistemi che essa mette a disposizione già in fase di formazione rappresenta un’importante risorsa per consentire di stabilire e mantenere un’efficace relazione terapeutica. SCOPO:Indagare la conoscenza e la percezione riguardo la Comunicazione Aumentativa ed Alternativa in un campione di studenti del Corso di Laurea in Infermieristica (CLI) valutando l’efficacia di un intervento formativo. METODI:Studio pre-post monocentrico con arruolamento di un campione di studenti di secondo e terzo anno del CLI dell’Università degli Studi di Milano: costruzione e validazione preliminare di un questionario per rilevare le conoscenze e percezioni prima e dopo la partecipazione ad un intervento formativo. RISULTATI:Hanno partecipato 140 studenti; al T0 il 40.0% del campione conosceva la C.A.A., al T1 il 92.14%; successivamente all’intervento formativo le conoscenze del campione sono aumentate in modo statisticamente significativo (p <0.001 per tutte le domande proposte). Il questionario creato ha mostrato buone doti di validità (CVI-S = 0.93). CONCLUSIONI:Pare auspicabile indagare le modalità di utilizzo della C.A.A. anche in diversi contesti clinico-assistenziali, quantificare i professionisti effettivamente formati al suo utilizzo, indagare le conoscenze di studenti di altre professioni sanitarie e non

    Could Towel bath reduce aggressiveness in patient with dementia? Results from a crossover trial

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    INTRODUZIONE: Il bagno è una delle attività più intime durante le quali le persone affette da demenza vengono assistite. La letteratura suggerisce che il 20-40% dei pazienti con deterioramento cognitivo, ricoverati in strutture a lungo termine, può reagire con comportamenti aggressivi. OBIETTIVI: valutare l'efficacia della tecnica del bagno con asciugamano nel ridurre l'agitazione, l'aggressività e il disagio dei pazienti con demenza ricoverati in casa di cura. MATERIALI E METODI: È stato condotto uno studio crossover intenzionale; è stato arruolato un campione di pazienti con demenza. I comportamenti aggressivi sono stati valutati utilizzando la versione italiana del Care Recipient Behavior Assessment (CAREBA- ita). RISULTATI: Sono stati arruolati 71 residenti. La tecnica del bagno con l'asciugamano ha mostrato una riduzione degli episodi di aggressività e del tempo di esecuzione della procedura con una differenza statisticamente significativa (p < 0,05). CONCLUSIONI: La tecnica Towel bath fornisce una valida alternativa al bagno tradizionale per ridurre l'aggressività nei pazienti con demenza.BACKGROUND: Bathing is one of the most intimate activities during which persons with dementia are cared for. The literature suggests that 20-40% of patients with cognitive impairment, hospitalized in long-term facilities, may react with aggressive behaviours. AIM: To evaluate the efficacy of the towel bath technique in reducing agitation, aggression, and discomfort in nursing home residents with dementia. MATERIALS AND METHODS: An Inteentional crossover study was conducted; a convenience sample of patients with dementia,  was enrolled. Aggressive behaviors were evaluated using the italian version of the Care Recipient Behavior Assessment (CAREBA- ita). RESULTS: 71 resident were enrolled. Towel Bath technique showed a reduction in episodes of aggression and in the execution time of the procedure with a statistically significant difference (p < 0.05). CONCLUSIONS: The technique Towel bath provides a viable alternative to traditional bath to reduce aggression in patients with dementia

    La conoscenza dell'autoesame al seno: studio osservazionale descrittivo tra le studentesse del corso di laurea in infermieristica

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    BACKGROUND: In Italy in 2020, 55.000 new breast cancer diagnoses have been estimated. Breast Self-Examination (BSE) is a first prevention tool aimed to women of any age inducing them, in case of suspicious changes, to perform more in-depth diagnostic investigations. Despite the enormous potential and importance of this practice, it is still not widespread and properly used enough. In order to educate women in the proper performance of BSE, it is appropriate for the nurse students to acquire specific knowledge in this area as well. AIM: This study aims to construct and validate an instrument to investigate knowledge regarding breast self-examination among female students in the Bachelor of Science in Nursing (CLI) program at the University of Milan. METHODS: Descriptive observational study on convenience sampling consisting of all female CLI students at UniMi. Administration of a questionnaire created and developed based on the literature. Subsequent proposal of an informative video. RESULTS: Of the 155 questionnaires administered, it can be seen that 81.9% know the practice of breast self-examination, but only 51.6% perform it with an increase in knowledge with significantly higher scores from the second year onward (p=0.001). A minority of female students feel confident in the technique of performing it. The 48.4% do not practice breast self-examination. CONCLUSIONS: The study conducted shows good knowledge of BSE but poor practice of it. Implementing BSE training of the nursing student can enable proper education towards the female populationINTRODUZIONE: In Italia nel 2020 sono state stimate circa 55.000 nuove diagnosi di carcinoma della mammella. L’autoesame al seno (Breast Self Examination-BSE) rappresenta un primo strumento di prevenzione rivolto alle donne di qualsiasi età inducendole, in caso di alterazioni sospette, ad effettuare indagini diagnostiche più approfondite. Nonostante l’enorme potenzialità di questa pratica, essa non è ancora abbastanza diffusa e correttamente utilizzata. Per poter educare le donne alla corretta esecuzione della BSE è opportuno che anche l’infermiere in formazione acquisisca specifiche conoscenze in questo ambito. Lo studio si pone l’obiettivo di costruire e validare uno strumento per indagare le conoscenze riguardo l’autoesame al seno tra le studentesse del Corso di Laurea in Infermieristica (CLI) dell’Università degli Studi di Milano. MATERIALI: Studio osservazionale descrittivo su campionamento di convenienza costituito dalle studentesse del CLI dell’UniMi. Somministrazione di un questionario creato ed elaborato in base alla letteratura. Successiva proposta di un video informativo. RISULTATI: Dei 155 questionari somministrati si evince che l’81.9% conosce la pratica dell’autoesame al seno, ma solo il 51.6% la esegue con un aumento delle conoscenze con punteggi significativamente superiori a partire dal secondo anno (p=0,001). Una minoranza delle studentesse si sente sicura nella tecnica di esecuzione. Il 48.4% non pratica l’autoesame al seno. CONCLUSIONI: Lo studio condotto evidenzia una buona conoscenza della BSE, ma una scarsa pratica della stessa. Implementare la formazione alla BSE dello studente infermiere può consentire un’educazione corretta nei confronti della popolazione femminile.
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