134 research outputs found

    Cell-cycle Alterations in Post-mitotic Cells and Cell Death by Mitotic Catastrophe

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    Mitotic catastrophe (MC) has long been accounted as a cell death path activated by premature or inappropriate entry of cells into mitosis following chemical or physical stresses. Although various possible explanations related to MC have been formulated, no general accepted definition of this phenomenon has been found yet. Recent evidences, however, demonstrate that MC is not a distinguished way of cell death, rather a “prestage” anticipating cell death, taking place in mitotically disrupted cells, which later occurs via necrosis or apoptosis. Moreover, even though it is widely accepted that MC is the main outcome after ionizing radiation treatment or treatment with drugs that influence microtubule assembly/stability inducing mitotic failure, the final cell death pathway and the final outcome of MC, which strongly depend on the cell type and its related molecular profile, still need to be fully elucidated. Post-mitotic cells, like neurons in the central nervous system, and podocytes or tubular cells in the kidney, are particularly susceptible to MC. In the central nervous system, MC has been claimed as the cause of neuronal death in many neurologic disorders, while MC in podocytes and tubular death is connected with the development of progressive glomerulosclerosis

    Stem cell therapy for kidney disease

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    The Italian Implementation of the EU Directives on Procedural Safeguards for Accused Persons in Criminal Proceedings

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    Questo saggio è stato sviluppato nel corso di un progetto di ricerca di 30 mesi finanziato dalla Commissione europea - CrossJustice (https://site.unibo.it/cross-justice/en), condotto sotto la supervisione dell'UniversitĂ  di Bologna. L'obiettivo del progetto era verificare il livello di attuazione delle sei direttive sui diritti dell'imputato adottate dal 2009 nell'ambito del Programma di Stoccolma. La ricerca ha esaminato criticamente i diritti dell'imputato riconosciuti e tutelati dalla Direttiva 2010/64/UE del 20 ottobre 2010 sul diritto all'interpretazione e alla traduzione; dalla Direttiva 2012/13/UE del 22 maggio 2012 sul diritto all'informazione; la Direttiva 2013/48/UE sul diritto di accesso a un difensore e di informazione di terzi; la Direttiva 2016/343/UE del 9 marzo 2016 sulla presunzione di innocenza e il diritto di presenziare al processo; la Direttiva 2016/800/UE sulle garanzie procedurali per gli imputati minorenni; la Direttiva 2016/1919/UE del 26 ottobre 2016 sul patrocinio a spese dello Stato. I ricercatori coinvolti hanno combinato due diverse metodologie, esaminando la questione sia da una prospettiva tradizionale, condotta da studiosi specializzati in diritto dell'UE e diritto processuale penale nazionale, sia da una nuova analisi computazionale. Nell'ambito di quest'ultimo approccio, la ricerca ha sviluppato una piattaforma di intelligenza artificiale semi-automatizzata, per evidenziare meglio le lacune scoperte dei testi normativi e migliorare l'analisi comparativa tra i sistemi giuridici (https://www.crossjustice.eu/en/index.html#crossjustice-platform)   Il presente contributo si concentra – adottando un metodo tradizionale - sul modo in cui il legislatore italiano ha recepito e attuato le suddette direttive, sia con riferimento alle disposizioni normative sia nell'interpretazione giudiziaria dei vertici del sistema. Infatti, mentre l'acquis dell'UE stabilisce standard minimi comuni in materia di diritti processuali penali, la necessitĂ  di promuoverne un'applicazione efficace e coerente rimane particolarmente pressante a causa della forte frammentazione della legislazione nazionale e della relativa giurisprudenza. In termini generali, il quadro che emerge mostra alcuni punti di forza del sistema italiano, con particolare riferimento al diritto al difensore, al diritto all'informazione e alla disclosure (e, in misura meno uniforme, alle regole di esclusione probatoria quando si tratti di tutelare le violazioni delle garanzie difensive). Non mancano tuttavia alcune criticitĂ , spesso legate alla prassi (ad esempio, la necessaria formazione che i difensori degli imputati vulnerabili dovrebbero ricevere, il patrocinio a spese dello Stato, la qualitĂ  e l'efficacia del diritto all'interprete e la tradizione degli atti). La presente analisi del sistema italiano, insieme a quella sviluppata per gli altri 10 Stati Membri dell’UE coinvolti nel progetto (Bulgaria, Croazia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna, Svezia) ed ai risultati dell’analisi semantica dei testi normativi, fondata su tecniche di Intelligenza Artificiale, ha consentito di sviluppare una ricerca innovativa nei metodi e nei contenuti, che, oltre alla piattaforma Crossjustice, ha trovato recente pubblicazione anche in un volume edito da Brill (Giuseppe Contissa, Giulia Lasagni, Michele Caianiello, Giovanni Sartor (eds.), Effective Protection of the Rights of the Accused in the EU Directives. A Computable Approach to Criminal Procedure Law, 2022)

    Se la pelle diventa piĂą dura del legno

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    Si presenta il caso di una paziente moldava di 61 anni che dal 2011 riferiva la comparsa di ispessimento cutaneo, associato ad occasionale eritema, inizialmente localizzato al collo. La paziente, giunta 1 anno fa alla nostra osservazione, negava sintomatologia associata, anche se la progressiva estensione delle manifestazioni cutanee le destava preoccupazione ed ansia. Nulla di rilevante si evidenziava alla raccolta dell’anamnesi familiare e personale: la paziente non assumeva farmaci a domicilio e negava febbre, alterazioni dell’alvo, tosse, fenomeno di Raynaud e xeroftalmia. All’esame obiettivo si osservava la presenza di un ispessimento ed indurimento cutaneo diffuso al tronco ed agli arti con risparmio delle estremità. La cute, diffusamente atrofica, mostrava un aspetto a “carta di sigaretta” con alcune aree di iperpigmentazione. Nessuna alterazione si rilevava a carico delle mucose. Per confermare il sospetto diagnostico iniziale veniva eseguita una biopsia cutanea profonda a livello dell’avambraccio sinistro, mentre per indagare un possibile interessamento sistemico della malattia venivano richieste alcuni indagini di approfondimento (esami ematochimici di routine, tipizzazione linfocitaria, elettroforesi siero-proteica, autoimmunità, sierologie virali, Rx torace, ecografia addome completo e dei linfonodi delle stazioni principali). Il risultato di tali indagini ha portato ad una diagnosi decisamente inaspettata

    Teleangectasie del volto: una questione di profilo

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    Si presenta il caso di una donna di 48 anni che giungeva alla nostra osservazione per la comparsa da circa 1 anno di un’eruzione eritematosa asintomatica della parte superiore dell’emivolto sinistro. La paziente non riferiva patologie note, non assumeva farmaci e non consumava abitualmente bevande alcoliche. L’esame obiettivo evidenziava alcune macule eritematose della regione periorbitaria e fini teleangectasie diffuse nel territorio di distribuzione del trigemino. Le lesioni scomparivano alla digito-vitro-pressione. Nessuna anomalia si riscontrava sul resto della cute ed a carico delle mucose. La dermoscopia e la microscopia laser confocale rivelavano patterns aspecifici, mentre la tomografia a coerenza ottica evidenziava un aumento della vascolarizzazione rispetto all’emivolto controlaterale. Veniva eseguita una biopsia cutanea su una delle macule e l’esame istologico mostrava la presenza di teleangectasie nel derma circondate da lieve infiltrato linfocitario, senza un aumento significativo di mastociti. Questi elementi hanno permesso di escludere alcune ipotesi diagnostiche iniziali e, guidati anche dalla particolare localizzazione delle lesioni, di formulare la diagnosi di una rara dermatosi vascolare. Gli esami di funzionalità epatica, le sierologie per HBV ed HCV, il dosaggio degli ormoni sessuali e l’ecografia addome completo venivano richiesti per valutare la presenza di patologie sistemiche associate
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