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I Brevium [ad edictum] libri XXIII di Giulio Paolo
Il volume si sofferma sui Brevium [ad edictum] libri XXIII di Giulio Paolo, opera di difficile inquadramento, della quale sopravvivono solo pochi frammenti e, finora, non resa oggetto di approfondimenti di carattere monografico. I dati in nostro possesso non permettono di considerare i Brevia un’opera pseudoepigrafa, né un’epitome dei libri ad edictum paolini realizzata in età tardoantica. L’esegesi dei frammenti superstiti dimostra come l’opera non dia conto di innovazioni o modifiche del diritto vigente successive all’inizio del terzo secolo. L’opera potrebbe essere stata originariamente destinata a rispondere alle esigenze dalla pratica, a mo’ di prontuario, o, magari, proprio nell’ambito della Rezitationspraxis, che, secondo quanto hanno permesso di dimostrare, contro un vecchio e radicato pregiudizio storiografico, recenti accurate indagini, andava diffondendosi nell’impero, già nella prima metà del terzo secolo
Periculum quod ex navigatione maris metui solet
Il contributo si sofferma sulle problematiche giuridiche concernenti l'assunzione del rischio da parte del creditore nei contratti di prestito marittimo. L'assunzione del periculum da parte del creditore costituisce un elemento essenziale della pecunia traiecticia.Der Beitrag konzentriert sich auf die rechtlichen Fragen der Risiko\ufcbernahme durch den Gl\ue4ubiger in Seedarlehensvertr\ue4gen. Die
cbernahme des periculum durch den Gl\ue4ubiger stellt ein wesentliches Element der pecunia traiecticia dar
Introduzione
L'introduzione si sofferma sulla riflessione scientifica di Arnaldo Biscardi relativa al prestito marittimo in diritto romano. Biscardi formul\uf2 una nuova teoria relativa alla difesa processuale del prestito marittimo. Tale difesa avrebbe trovato fondamento nell'impiego, largamente attestato dalle fonti, del flessibile strumento costituito dalla stipulazione penale: secondo la ricostruzione proposta, il finanziatore del prestito marittimo si sarebbe potuto giovare in sede giurisdizionale di una forma di protezione solo indiretta, attraverso il ricorso all'azione scaturente dalla conclusione della stipulatio poenae, l'actio ex poena traiecticiae pecuniae causa, o actio pecuniae traiecticiae
Fragmenta [libri XI-XII]
Edizione critica e traduzione dei frammenti dei libri XI-XII dell'ad edictum di Iulius Paulus
Commento ai testi. Libro XII
Il contributo contiene il commento ai frammenti del dodicesimo libro ad edictum di Paolo. Nel dodicesimo libro la trattazione del giurista severiano si sofferma sugli editti Quod eo auctore qui tutor non fuerit (gestum?) esse dicatur (E. 43), Ex quibus causis maiores viginti quinque annis in integrum restituuntur (E. 44), De lite restituenda (E. 45), De alienatione iudicii mutandi causa facta (E. 46), De restitutione heredum (E. 47?
Commento ai testi. Libro III
Vengono commentati tutti i frammenti provenienti dal terzo libro dell'ad edictum di Iulius Paulus, senza trascurare i problemi posti dalla ricostruzione palingenetica. Il giurista prendeva in considerazione gli editti De albo corrupto, Quod quisque iuris in alterum statuerit, ut ipse eodem iure utatur, il titolo De edendo e quello De pactis et conventionibus
Protection of Cultural Heritage in Roman Law
The development of the concept of cultural heritage is foreign to the Roman legal experience and it is, therefore, not possible to identify the construction of an organic and coherent system of protections. Specific provisions, since the end of the republic, are aimed at preserving urban decorum (decus urbium). Among these, the SC. Hosidianum (47 CE) prohibits the buying and selling of buildings aimed at the demolition and reuse of building materials. The same ratio of protection of urban decorum inspires the provisions of the subsequent SC. Acilianum (122 CE), which prohibits bequeathing by legacy of things joined to buildings (ea quae aedibus iuncta sunt). A rescript by Alexander Severus (C.I. 8.10.2 [Imp. Alex. A. Diogenes, a. 222]) emphasizes that the owners are not allowed to disfigure the public view (publicus deformetur adspectus). More generally, it must not be neglected the role played, also with reference to developments of the Roman tradition, by the praetorian interdicts ad publicam utilitatem pertinentea (D. 43.1.2.1 [Paul. 63 ad ed.]), by the jurisprudential elaboration of the category of the res in usu publico (D. 43.8.2.5 [Ulp. 68 ad ed.]), by the use of procedural instruments with widespread legitimation (actiones populares). In late antiquity, the need to preserve cultural heritage sometimes seems to manifest itself with greater intensity (C.Th. 16.10.8; Nov. Maior. 4). Belisarius asks Totila (Proc., Οἱ ὑπὲρ τῶν πολέμων λόγοι, 7.22.11) to spare from destruction the city of Rome, a monument to posterity of the value of all (μνημεῖα τῆς πάντων ἀρετῆς τοῖς ἐπιγενησομένοις), thus avoiding committing a serious crime against men of all times (ἀδίκημα μέγα ἐς τοὺς ἀνθρώπους τοῦ παντὸς αἰῶνος)
Gli imperatori romani nella Divina Commedia
The essay evaluates Dante’s reflection on the Roman Empire and the individual figures of Emperors recalled in the Divine Comedy. Dante, welding the great heritage of the Classical tradition with the contribution of the Christian reflection, develops a markedly providentialist concept of history. The history of Rome and that of the Empire are thus reinterpreted by the poet in a soteriological key. Dante meets Caesar, considered, according to a historiographic tradition going back to Suetonius, as the first Emperor, in the Limbo, together with the mighty spirits. This same interpretation determines the adoption of an undoubtedly positive opinion of Augustus’ Principate, of Tiberius’ and of Titus’. Domitian, on the other hand, on whose figure antiquity preserved an extremely negative judgement, is only remembered as a persecutor of Christians. Trajan and Constantine are placed in the Heaven of Jupiter, amongst the spirits of the righteous Kings and Rulers. Finally, in
the center of Dante’s political and juridical reflection, the figure of Justinian stands out, in the Heaven of Mercury, intent and totally absorbed, due to divine Will, to guarantee the earthly happiness of men through the instruments of law
Prospetto palingenetico riassuntivo
Per agevolare la consultazione del volume, si forniscono i prospetti riassuntivi delle proposte palingenetiche
relative ai libri dal IV al XVI dell’ad edictum paolino
Commento ai testi. Libro XI
Il contributo contiene il commento ai frammenti dell'undicesimo libro ad edictum di Paolo. La trattazione del giurista severiano si sofferma sulle previsioni dell’editto del pretore relative al metus (E. 39), al dolo (E. 40), ai minori di venticinque anni (E. 41), alle persone che hanno subito un mutamento di stato (E. 42)