17 research outputs found

    Nuovi dati dalla necropoli fenicia e punica di Monte Sirai (Sardegna): la tomba 248

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    La tomba 248, necropoli fenicia e punica di Monte Sirai, rappresenta un caso isolato nella pur ampia casistica offerta dalla necropoli e appare caratterizzata da quello che potremmo definire un alto tasso di potenzialità informativa. La sepoltura, anche in virtù della sua collocazione topografica ai margini dell’area di scavo nel punto più vicino in linea d’aria all’abitato, sembrerebbe essere una delle deposizioni più arcaiche di questo particolare settore della necropoli. La monumentalità e l’alto grado di visibilità funeraria della tomba 248 risulta evidente se si considera l’impianto generale del sepolcro e la sua complessità architettonica e ideologica. La sepoltura si distingue soprattutto per l’esistenza di uno specifico e ben definito spazio fisico destinato alla ricezione di offerte in onore del defunto

    Ipogei sulcitani tra etĂ  punica e romana: la Tomba Steri 1

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    L’esplorazione della tomba ipogea in esame ha consentito di raccogliere una nutrita serie di dati riguardanti la ritualità funeraria di matrice punica in un arco cronologico compreso tra la fine del IV e il I secolo a.C. Ai dati concernenti le inumazioni entro feretri lignei si affianca l’evidenza materiale delle prime incinerazioni secondarie tipiche dell’età ellenistica. I corredi rinvenuti, attribuibili ad alcune delle 22 deposizioni individuate, mostrano da un lato l’aderenza delle produzioni vascolari ai repertori tipici degli orizzonti punico-ellenistici, dall’altro evidenziano la presenza di elementi solitamente poco documentati quali tracce di tessuti e oggetti lignei (bare, sandali)

    L’Acropoli di Monte Sirai: notizie preliminari dallo scavo del 2010

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    Durante la campagna del 2010 nell’insediamento fenicio e punico di Monte Sirai (Carbonia) è stato intrapreso lo scavo stratigrafico di un vasto settore dell’acropoli localizzato nella cuspide meridionale dell’Insula C di fronte alla Piazza 3. Le indagini hanno consentito di individuare numerose fasi e materiali di età arcaica e di età ellenistica che coprono l’intera cronologia dell’insediamento, fondato nella seconda metà dell’VIII e improvvisamente spopolato nella prima metà del I secolo a.C. All’età arcaica si riferiscono alcune attività di livellamento della roccia vergine, mentre al III secolo a.C. risale la sistemazione del vano C62 provvisto di una vasca in pietra e di due basi circolari. Un forno fittile e numerose scorie di fusione testimoniano l’attività metallurgica. Dopo secoli di abbandono è documentata una fase di frequentazione in età tardoantica

    Da Elissa ad Annibale, tra Tiro e Cartagine: sei secoli di connessioni mediterranee tra Oriente e Occidente

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    In this paper we examine the connections between the Levant and the West following the two most representative actors of the birth and development of Carthage as a daughter of the mother-city Tyre. Ideally retracing the footsteps of Elyssa and Hannibal, in the large period of a rapid metropolitan growth, we want to point out some interesting aspects related to historical, epigraphical and archaeological data on kinship and the strong link between Carthage and Tyre over a long period of Phoenician and Punic interconnections.In questo articolo intendiamo esaminare le connessioni tra il Levante e l’Occidente mediterraneo seguendo i due più rappresentativi attori della nascita e dello sviluppo della città di Cartagine come figlia della madrepatria Tiro. Ripercorrendo idealmente le orme di Elissa e di Annibale, nel rapido ed impetuoso sviluppo della metropoli, vogliamo sottolineare alcuni aspetti interessanti legati ai dati storiografici, epigrafici e archeologici sul forte legame di parentela tra Cartagine e Tiro durante un lungo periodo contrassegnato da numerose interconnessioni fenicie e puniche

    “MORE THAN A WOMAN”: RIFLESSIONI SULLA VISIBILITÀ DELLE DONNE NELLE NECROPOLI SARDE DEL I MILLENNIO A.C.

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    En este trabajo proponemos una reflexión acerca de la visibilidad de las mujeres en Cerdeña durante la Edad del Hierro, así como sobre los estereotipos consolidados que han condicionado las interpretaciones de las tumbas femeninas. La investigación sobre el paisaje funerario de las comunidades humanas de Cerdeña ha sido objeto de un gran impulso en los últimos dos decenios, gracias a la multiplicación de excavaciones en las necrópolis de los centros fenicios y púnicos más importantes, así como en los pocos, aunque significativos, contextos funerarios de tradición sardo-nurágica. Este avance del conocimiento está permitiendo explorar nuevos campos de estudio, que favorecen una lectura social de las necrópolis, incluso en términos de género.This article aims to reflect on the visibility of women in Iron Age Sardinia and on the established stereotypes that have characterised the interpretation of women’s tombs. Research on the funerary landscape of human communities in Sardinia has received considerable impetus in the last two decades, thanks to the multiplication of archaeological excavations in the necropolises of the most important Phoenician and Punic centres and in the few extraordinary funerary contexts of nuragic origin. The advancement of knowledge is allowing the exploration of new fields of study, which favour the initiation of a social analysis of funerary contexts, also in terms of gender.En este trabajo proponemos una reflexión acerca de la visibilidad de las mujeres en Cerdeña durante la Edad del Hierro, así como sobre los estereotipos consolidados que han condicionado las interpretaciones de las tumbas femeninas. La investigación sobre el paisaje funerario de las comunidades humanas de Cerdeña ha sido objeto de un gran impulso en los últimos dos decenios, gracias a la multiplicación de excavaciones en las necrópolis de los centros fenicios y púnicos más importantes, así como en los pocos, aunque significativos, contextos funerarios de tradición sardo-nurágica. Este avance del conocimiento está permitiendo explorar nuevos campos de estudio, que favorecen una lectura social de las necrópolis, incluso en términos de género

    Riflessioni sulla localizzazione della battaglia di Zama

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    Analisi delle ipotesi sulla localizzazione della Battaglia di Zama (18 ottobre 202 a.C.)

    The Shared Health Appointments and Reciprocal Enhanced Support (SHARES) study: study protocol for a randomized trial

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    Abstract Background Diabetes shared medical appointments (SMAs) and reciprocal peer support programs have been found in efficacy trials to help adults with diabetes improve their self-management and achieve short-term gains in clinical and patient-centered outcomes. In order to translate this evidence to system-level interventions, there is a need for large-scale, pragmatic trials that examine the effectiveness, implementation, and costs of SMAs and reciprocal peer support across diverse settings. Methods The Shared Health Appointments and Reciprocal Enhanced Support (SHARES) study is a multisite, cluster randomized trial that is evaluating the effectiveness and implementation of SMAs with and without an additional reciprocal Peer-to-Peer (P2P) support program, when compared to usual care. The P2P program comprises periodic peer support group sessions and telephone contact between SMA participant pairs to promote more effective diabetes self-management. We will examine outcomes across three different treatment groups: (1) SMAs, (2) SMAs plus P2P, and (3) usual care. We will collect and analyze data over a 2.5-year implementation period at five geographically diverse Veterans Affairs (VA) health systems. The primary outcome is the relative change in hemoglobin A1c over time. Secondary outcomes are changes in systolic blood pressure, antihypertensive medication use, statin use, and insulin initiation over the study period. The unit of analysis is the individual, adjusted by the individual’s SMA group (the cluster). We will use mixed methods to rigorously evaluate processes and costs of implementing these programs in each of the clinic settings. Discussion We hypothesize that patients will experience improved outcomes immediately following participation in SMAs and that augmenting SMAs with reciprocal peer support will help to maintain these gains over time. The results of this study will be among the first to examine the effects of diabetes SMAs alone and in conjunction with P2P in a range of real-life clinical settings. In addition, the study will provide important information on contextual factors associated with successful program implementation. Trial registration ClinicalTrials.gov, ID: NCT02132676 . Registered on 21 August 2013.https://deepblue.lib.umich.edu/bitstream/2027.42/136794/1/13063_2017_Article_1959.pd

    Ceramica fenicia nel museo archeologico nazionale 'G. A. Sanna' di Sassari

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    I materiali fittili fenici oggetto di questo studio si trovano attualmente nel Museo Archeologico Nazionale “G. A. Sanna” di Sassari, in parte esposti nelle vetrine e in parte conservati nelle riserve dello stesso Museo

    Storia degli studi e degli scavi a Sulky e a Monte Sirai

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    Il panorama sulla storia degli studi intorno agli insediamenti antichi di Sulky e di Monte Sirai, delineato qui di seguito, non ha pretese di esaustivitĂ  essendo finalizzato ad illustrare le fasi salienti delle ricerche nelle due cittĂ  con particolare attenzione alle acquisizioni piĂą recenti. Queste, infatti, oltre ad incrementare il quadro conoscitivo tracciato nei precedenti studi, hanno permesso in certi casi una rivisitazione o una conferma delle risultanze emerse tempi addietro. Gli stessi esiti raggiunti in questi ultimi anni dagli scavi che si svolgono regolarmente nei due siti, non possono essere disgiunti dalla documentazione antecedente e, anzi, da questa ricevono nuova luce anche qualora si tratti di acquisizioni di assoluta novitĂ 

    Gli Spazi della morte a Monte Sirai (Carbonia-Sardegna): rituali e ideologie funerarie nella necropoli fenicia e punica (scavi 2005-2010)

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    L’insediamento di Monte Sirai (CI) costituisce da quasi mezzo secolo un osservatorio privilegiato sulla presenza dei Fenici nel Sulcis. I primi scavi degli anni ’60 furono condotti in collaborazione tra la Soprintendenza e l’allora Istituto di Studi sul Vicino Oriente dell’Università di Roma (Ferruccio Barreca e Sabatino Moscati). Le indagini sono state effettuate nelle necropoli, nel tofet e nell’area abitativa e templare della cosiddetta Acropoli. Il pianoro conserva testimonianze di frequentazione umana fin dalla preistoria (Neolitico ed Eneolitico), mentre durante l’età del Bronzo e la prima età del Ferro si registra una forte antropizzazione nuragica, indiziata dalla presenza di alcuni nuraghi monotorre che costeggiano il pianoro e dai numerosi centri satelliti che controllavano la regione (tra cui il nuraghe Sirai ubicato alla base del monte, a ridosso del suo fianco sud-orientale). La presenza fenicia è databile dalla metà dell’VIII sec. a.C. fino alla seconda metà del VI sec. a.C., rappresentando un caposaldo fondamentale per l’irraggiamento delle genti di origine orientale nel milieu socio-culturale delle comunità autoctone del Sulcis. Durante l’età punica Monte Sirai subirà un’iniziale fase di recessione, mentre a partire dal IV sec. a.C. l’insediamento assumerà dei connotati urbani: in tale periodo si registra l’erezione del sistema difensivo, l’estensione dei quartieri abitativi e l’installazione del santuario tofet. La vita subirà una repentina battuta d’arresto tra la fine del II e gli inizi del I sec. a.C. quando tutto l’insediamento verrà abbandonato. Una successiva e sporadica rifrequentazione si colloca tra il V e il VII sec. d.C. Le ultime ricerche archeologiche (2005-2010) hanno riguardato la necropoli fenicia e punica e, a partire dal 2010, il complesso abitativo nel settore meridionale dell’Insula C. Le 96 sepolture individuate nella necropoli, si distribuiscono cronologicamente tra la fine del VII e la metà del IV sec. a.C., con una concentrazione tra tutto il VI e il V sec. a.C. Il rinvenimento di numerosi elementi di corredo si affianca all’acquisizione di nuovi dati inerenti le pratiche rituali e le tipologie tombali. Alla prevalente ceramica vascolare di produzione fenicia e punica e ad alcuni prodotti d’importazione ionica e attica, si aggiungono numerosi scarabei, gioielli in argento, oggetti di bronzo, vaghi di collana e monumenti lapidei. L’esplorazione di nuovi settori della necropoli e l’utilizzo di moderne tecniche archeometriche (XRD e FT-IR) hanno consentito di puntualizzare la storia dell’insediamento tra il VI e V sec. a.C., individuando un singolare rituale di semi-combustione secondaria dei defunti. La documentazione raccolta contribuisce ad evidenziare le duplici connessioni culturali dell’insediamento, da un lato profondamente radicato nella realtà locale del Sulcis, dall’altro tenacemente ancorato alle esperienze più tipiche della koiné fenicia e punica del Mediterraneo centro-occidentale. Le ricerche iniziate dal 2010 nel settore abitativo hanno portato al riconoscimento di intense fasi edilizie di età ellenistica. Un grande muro ad andamento curvilineo che chiude l’Insula C e delimita lo spazio aperto di fronte all’entrata meridionale dell’abitato ha suggerito l’indagine in questo punto. I più antichi materiali mobili rinvenuti in giacitura secondaria si distribuiscono tra la metà dell’VIII e la fine del VII sec. a.C. e si riferiscono a vasi in red-slip e ceramica comune di tipologia fenicia e a forme di impasto di tipologia mista fenicio-nuragica. Il rinvenimento di un forno fittile probabilmente connesso ad attività metallurgiche e la presenza di un vano forse adibito a laboratorio per la vinificazione o altra attività artigianale, rappresentano alcuni degli elementi di novità emersi dall’indagine stratigrafica, la quale ha riguardato un esteso settore solo marginalmente interessato dai superficiali interventi di scavo degli anni ’70 e ’80
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