18 research outputs found
Guido Cavalcanti nella novella del Boccaccio (Decameron VI, 9) e in un sonetto di Dino Compagni.
Sin resume
I tempi dell’Olive
a Michel Jeanneret Ogni discorso sull’olivenon potrà che interrogarsi, in primo luogo, sul rapporto col modello, che per comune consenso è il canzoniere di Francesco Petrarca. Sennonché a me pare che tale esercizio critico imponga un forte zelo di distinzione. Dire petrarchismo non basta : si tratterà di esaminare in parallelo le due opere, verificando come nel cinquecentista francese si attui una cosciente depressione istituzionale del modello di canzoniere lirico che la tradizione aveva imp..
Guido Cavalcanti nella novella del Boccaccio (Decameron VI, 9) e in un sonetto di Dino Compagni.
Sin resume
Armi « in forma di trofeo » sul sepolcro di Clorinda (Gerusalemme Liberata XII 94-95)
In un saggio tassiano di qualche anno fa, avevo scritto incidentalmente che Tancredi, sepolte « le dilette membra » di Clorinda, aveva « appeso le sue armi presso il sepolcro dell’amata, in segno di omaggio e di rinuncia ormai a combattere ».Guido Baldassarri, recensendo con consenso quel mio scritto, mi obiettò senza addurre speciali argomenti, ma come a lume di buon senso, che le « arme » in questione, di cui il Tasso non precisa la proprietà, dovevano appartenere alla stessa Clorinda, non ..
«Né cal di ciò chi m’arde». Riscritture da Orazio e Virgilio nell’ultimo Bembo
Nell’edizione postuma delle Rime del Bembo si legge, per la prima volta a stampa, un sonetto di materia amorosa che si segnala per il lessico ricercato, specie in sede di rima, e per la complessa sintassi, retta da mano maestra. «Sono questi ― scrive Dionisotti ― probabilmente gli ultimi, certo, fra gli ultimi (cfr. CVII) versi d’amore del Bembo». È sonetto invernale, a quanto dichiara la «nevosa bruma» che, come in una “petrosa” dantesca, non basta a mitigare il fuoco interno che consuma il ..
Prefazione a un repertorio metrico della canzone italiana dai siciliani al Tasso
quant’al mondo si tesse, opra d’aragnavede(Petrarca, Rvf. 173, 6-7) Quella dei Malavoglia, come tutti sanno, è la « casa del nespolo ». Ma quanti sono in grado di distinguere a prima vista un nespolo da un corbezzolo o da un sambuco ? Non dico che il candido lettore debba riconoscere, come il Manzoni sapeva fare infallibilmente, « in un campo mal coltivato [...] un bel lapazio » o additare, come era ovvio per il Pascoli, un’umile myrica nella flora circostante. Quanti filologi hanno preso in ..
«Quando/mi diparti' da Circe », ou les sirènes d'Ulysse
Gorni Guglielmo. «Quando/mi diparti' da Circe », ou les sirènes d'Ulysse. In: Arzanà 7, 2001. Dante, poète et narrateur, sous la direction de Claude Perrus et Marina Marietti. pp. 51-66