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    La lungimiranza politica di Claudio fra storiografia antica e Ragion di stato dei moderni

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    Il contributo si concentra sul racconto tacitiano del discorso tenuto da Claudio nel 48 d.C. a favore dell’ammissione in senato dei primores della Gallia Comata, esaminando le argomentazioni usate dallo storico per chiarire le reazioni suscitate dalla loro richiesta e la linea argomentativa adottata dall’imperatore per convincere i senatori ad accettarla. Oltre ad esprimere la consapevolezza dell’efficacia dei criteri usati dai romani per istituire un ordinamento imperiale a carattere sopranazionale, il passo mostra l’abilitĂ  di Tacito nel sottolineare la pregnanza politica dell’intervento di Claudio e nel renderlo un modello meritevole di sopravvivere ed essere menzionato molti secoli piĂč tardi nella cultura moderna. In questa prospettiva, la seconda parte del lavoro analizza alcuni riferimenti al discorso dell’imperatore nel corso del Cinquecento e del Seicento da parte di autori come Justus Lipsius, Scipione Ammirato, Jean Bodin, Traiano Boccalini, Hugo Grotius. Nel contesto delle loro opere, talvolta dedicate anche all’esame di temi come la nascita, lo sviluppo e il declino degli stati, si nota che oltre a richiamare l’episodio occorso molti secoli prima, alcuni intellettuali di spicco usarono il resoconto ricavandone un esempio utile per promuovere un modello di governo efficace nel favorire l’integrazione quale mezzo di consolidamento degli stati moderni.The paper focuses on Tacitus’ account of the speech made by Claudius in 48 CE in favour of the admission of the primores of ‘long-haired’ Gaul to the senate, examining arguments used by the historian to clarify the reactions to their request and the reasoning adopted by the emperor to convince the senators to accept it. Besides expressing awareness of the efficacy of the criteria used by Romans to create a supranational imperial order, the passage shows Tacitus’ ability to highlight the political meaningfulness of Claudius’ intervention, making it a model worthy of surviving and being mentioned many centuries later in modern culture. In this vein, the second part of the paper analyzes some 16th and early 17th century references to the emperor’s speech in authors such as Justus Lipsius, Scipione Ammirato, Jean Bodin, Traiano Boccalini, Hugo Grotius. Within their works, also dedicated to examining the birth, development and decline of States, we see that besides recalling an episode occurring many centuries before, some key-intellectuals made utilized the story into a valid exemplum to promote a model of efficacious government favouring integration as a means of consolidating modern states

    La lungimiranza politica di Claudio fra storiografia antica e Ragion di stato dei moderni

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    Il contributo si concentra sul racconto tacitiano del discorso tenuto da Claudio nel 48 d.C. a favore dell’ammissione in senato dei primores della Gallia Comata, esaminando le argomentazioni usate dallo storico per chiarire le reazioni suscitate dalla loro richiesta e la linea argomentativa adottata dall’imperatore per convincere i senatori ad accettarla. Oltre ad esprimere la consapevolezza dell’efficacia dei criteri usati dai romani per istituire un ordinamento imperiale a carattere sopranazionale, il passo mostra l’abilitĂ  di Tacito nel sottolineare la pregnanza politica dell’intervento di Claudio e nel renderlo un modello meritevole di sopravvivere ed essere menzionato molti secoli piĂč tardi nella cultura moderna. In questa prospettiva, la seconda parte del lavoro analizza alcuni riferimenti al discorso dell’imperatore nel corso del Cinquecento e del Seicento da parte di autori come Justus Lipsius, Scipione Ammirato, Jean Bodin, Traiano Boccalini, Hugo Grotius. Nel contesto delle loro opere, talvolta dedicate anche all’esame di temi come la nascita, lo sviluppo e il declino degli stati, si nota che oltre a richiamare l’episodio occorso molti secoli prima, alcuni intellettuali di spicco usarono il resoconto ricavandone un esempio utile per promuovere un modello di governo efficace nel favorire l’integrazione quale mezzo di consolidamento degli stati moderni. The paper focuses on Tacitus’ account of the speech made by Claudius in 48 CE in favour of the admission of the primores of ‘long-haired’ Gaul to the senate, examining arguments used by the historian to clarify the reactions to their request and the reasoning adopted by the emperor to convince the senators to accept it. Besides expressing awareness of the efficacy of the criteria used by Romans to create a supranational imperial order, the passage shows Tacitus’ ability to highlight the political meaningfulness of Claudius’ intervention, making it a model worthy of surviving and being mentioned many centuries later in modern culture. In this vein, the second part of the paper analyzes some 16th and early 17th century references to the emperor’s speech in authors such as Justus Lipsius, Scipione Ammirato, Jean Bodin, Traiano Boccalini, Hugo Grotius. Within their works, also dedicated to examining the birth, development and decline of States, we see that besides recalling an episode occurring many centuries before, some key-intellectuals made utilized the story into a valid exemplum to promote a model of efficacious government favouring integration as a means of consolidating modern states

    Calamità e prodigi nella storia di Roma repubblicana : la rilettura tardoantica di Orosio

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    Guidato dal proposito di ripercorrere la storia umana con il fine di dimostrare la soggezione dell’umanitĂ  a mali d’ogni genere giĂ  nella fase anteriore all’affermazione del Cristianesimo, nelle Historiae adversus Paganos Orosio raccoglie notizie di eventi eccezionali, spesso calamitosi, come epidemie, terremoti, inondazioni, nascite mostruose, apparizioni improvvise di animali. L’esame dei passi dell’opera in cui tali episodi sono attestati relativamente all’etĂ  repubblicana e la comparazione con altre fonti (per es. Livio, Giulio Ossequente) consente di notare la tendenza di Orosio a porre talora in relazione eventi catastrofici distinti, in modo da rendere piĂč cupo il quadro complessivo e la sua inclinazione a proporne una “riscrittura” comunque utile a far emergere con tono di critica e di condanna l’inefficacia delle pratiche pagane di volta in volta adottate o introdotte per attutirne gli effetti o placare gli dei, all’insegna di una prospettiva che talvolta appare analoga a quella manifestata da Agostino.Visant Ă  reparcourir l’histoire humaine comme preuve de l’asservissement de l’humanitĂ© aux maux de toutes sortes avant l’affirmation du Christianisme, dans ses Histoires contre les PaĂŻens Orose recueille les rĂ©cits d’évĂ©nements exceptionnels souvent calamiteux tels Ă©pidĂ©mies, tremblements de terre, inondations, naissances monstrueuses, apparitions imprĂ©vues d’animaux. L’examen des passages de l’Ɠuvre oĂč ces Ă©pisodes sont attestĂ©s pour l’ñge rĂ©publicain et la comparaison avec d’autres sources (par exemple Tite-Live et Julius Obsequens) permet de vĂ©rifier la tendance d’Orose Ă  relier des Ă©vĂ©nements catastrophiques distincts afin d’assombrir le tableau et sa prĂ©fĂ©rence pour une « rĂ©Ă©criture » capable de faire Ă©merger sa critique de l’inefficacitĂ© des pratiques paĂŻennes introduites ou adoptĂ©es au cas par cas pour en attĂ©nuer les effets et apaiser les dieux, dans une perspective qui apparaĂźt parfois semblable Ă  celle d’Augustin

    Roman Women e Public History: la creativitĂ  del Web

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    Remigio Nannini lettore di Cassio Dione: oratori e storia di Roma antica nella cultura del Cinquecento

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    Istituzioni religiose e pratica declamatoria in etĂ  augustea e tiberiana

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    Les rĂ©fĂ©rences au culte de Vesta contenues dans de nombreux extraits du recueil des controverses par SĂ©nĂšque le PĂšre apportent la preuve de la compĂ©tence technique des dĂ©clamateurs dans l’évocation des liens prescrits par le droit pontifical pour l’admission et le maintien dans ce sacerdoce, que nous connaissons grĂące Ă  la tradition antiquaire. Par ailleurs, de tels passages, rĂ©vĂ©lateurs en soi de l’importance attribuĂ©e sur le plan Ă©thique aux valeurs de castitas et de pudicitia Ă  l’époque d’Auguste et de TibĂšre, peuvent s’interprĂ©ter Ă  la lumiĂšre d’épisodes spĂ©cifiques et de dispositions attestĂ©es par la tradition historiographique qui dĂ©montrent leur intĂ©rĂȘt Ă  la promotion et la consolidation du culte de la dĂ©esse garante de l’Empire de Rome. Au-delĂ  du domaine scolaire, le mĂȘme intĂ©rĂȘt est Ă©galement partagĂ© sur le plan littĂ©raire par SĂ©nĂšque le PĂšre, comme le laisse entendre la reprise dans son Ɠuvre des extraits de controverses dĂ©diĂ©es aux vestales.The references to the cult of Vesta included in numerous excerpts of Seneca the Elder’s collection of Controversiae offer a proof of the technical competence of declaimers in recalling the conditions prescribed by pontifical law for being admitted and kept in this priesthood, of which we are informed by the antiquarian tradition. Furthermore, these passages, which also show the importance recognized from an ethical viewpoint to values such as castitas and pudicitia in the time of Augustus and Tiberius, can be interpreted in light of some special episodes and dispositions stated by the historiographical tradition which reveal their interest in promoting and consolidating the cult of the Goddess Vesta protector of Rome’s Empire. Beyond the scholastic practice, the same interest is equally shared in the literary sphere by Seneca the Elder, as we can understand from the quotations within his work of excerpts from Controversiae dealing with Vestals
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