17 research outputs found
Cutaneous streptococcal abscess treated by photodynamic therapy
Background: Photodynamic therapy has been investigated in different areas of health through experimental conditions. Its action can alter fundamental structures for the survival of microorganisms without any development of microbial resistance.Materials and Methods: Young sheep presenting with abscess in the left forelimb caused by Streptococcus spp. was previously treated with antibiotics. There was no clinical improvement with the treatments, and the bacteria presented sensitivity in vitro. Therefore, Photodynamic therapy associating methylene blue and red laser (660 nm) was used to treat the abscess.Results: After a day of treatment, complete healing was witnessed with no recurrence was observed during the 3-month follow-up period.Conclusion: The scientific results of the antimicrobial effect of PDT proved to be a therapeutic option with great potential for clinical application.Keywords: Photoinactivation, Laser, Sheep, Streptococcus spp
La tecnologia del DNA-microarray per l'identificazione di specie microbiche su superfici e nell'aerosol di ambienti confinati
La tecnologia del DNA microarray è utilizzata nei nostri laboratori per lo sviluppo di piattaforme multi-diagnostiche finalizzate alla identificazione di microrganismi. Il sistema è applicabile a campioni biologici prelevati in ambienti confinati, dove funghi e batteri rappresentano una delle componenti principali. Questi microrganismi, sono in grado di svilupparsi, in stretta relazione con determinati parametri come: i valori di temperatura e umidità relativa, le caratteristiche chimico fisiche dei materiali, e delle superfici, la tipologia di aerosol di questi ambienti. L’instaurarsi di consorzi microbici complessi e stabili oltre ad accelerare il degrado superficiale dei materiali, può costituire un rischio per la salute di operatori e/o fruitori, poiché molte specie microbiche sono in grado di rilasciare molecole o prodotti metabolici con diversi livelli di tossicità . A tale scopo può essere utile sviluppare un sistema multidiagnostico in grado di rilevare un pannello di patogeni più rappresentativo possibile dei germi diffusi in ambienti confinati. Sfruttando le moderne nanotecnologie, sono stati progettati e sviluppati dei DNA-microarray che utilizzano sonde oligonucleotidiche, fissate su un supporto solido e in grado di ibridare con specifiche porzioni bersaglio del genoma microbico. L'alto livello di sensibilità è assicurato dalla procedura di amplificazione mediante la reazione a catena della polimerasi (PCR) eseguita con dei primers a sequenza universale che riconoscono tratti di geni ribosomali molto conservati tra tutti i batteri o i funghi. La successiva ibridazione su vetrino seleziona e identifica poi le specie cui appartiene il DNA amplificato. La tecnologia microarray ha permesso una rapida e accurata analisi delle specie microbiche (batteri e funghi) presenti in campioni di diversa natura e composizione, ed è stata applicata per l’analisi del bioaerosol di ambienti confinati, con particolare attenzione per le specie microbiche che possono costituire un potenziale pericolo per la salute umana, quindi per il controllo preventivo e per la tutela del personale in determinati ambienti di lavoro
Definizione di un protocollo per la caratterizzazione morfologica e molecolare del genere Daldinia Ces. & De Not. (Ascomycota) in Sicilia
La possibilità di chiarire la tassonomia di alcuni complessi di specie come nel caso di Daldinia Ces. De Not. (1) per mezzo di indagini sia morfologiche che molecolari, permette un’esatta definizione dei taxa sulla base delle loro caratteristiche biologiche ed ecologiche. In un precedente studio (2) , effettuato sulla base dei caratteri teleomorfici ed anamorfici, sono stati descritti due taxa nuovi per la Scienza provenienti dal territorio siciliano: Daldinia martinii M. Stadler, Venturella & Wollweber e D. raimundi M. Stadler, Venturella & Wollweber. In questo contributo le stesse entità ed altri campioni di Daldinia di provenienza siciliana sono state analizzate con tecnologie differenti che hanno permesso sia l’osservazione al SEM dei profili morfologici delle ascospore, confermando le precedenti osservazioni (2), sia l’analisi molecolare (3) che ha previsto l’estrazione del DNA genomico dalle ascospore; l’amplificazione mediante la reazione a catena della polimerasi di specifiche sequenze bersaglio del genoma fungino; il sequenziamento dei prodotti di PCR e allineamento con le sequenze depositate nelle GenBank, la verifica delle relazioni filogenetiche e costruzione del relativo dendrogramma.
Per l’estrazione del DNA genomico dalle ascospore sono stati utilizzati diversi protocolli, sia di laboratorio sia commerciali, e per facilitare la lisi delle ascospore di Daldinia è stato effettuato un pre-trattamento con microonde (4), in modo da rompere la resistente struttura della parete sporale preservando, al tempo stesso, l’integrità dell’acido nucleico. Le molecole di DNA genomico sono state utilizzate come stampo per le successive reazioni di PCR in cui sono stati utilizzati i primers ITS, sia universali sia “fungal specific”. I prodotti di amplificazione ITS sono stati sequenziati ricorrendo al MWG-Biotech Custom Sequencing Services, Germania (http://www.mwg-biotech.com) e le sequenze ottenute sono state confrontate con quelle presenti nella banca dati mediante la piattaforma BLAST. Le sequenze delle regioni ITS, dopo essere state messe a confronto con quelle presenti in banca dati, sono state allineate con il programma Clustal W e quindi sottoposte ad analisi cluster con i programmi Dnadist e Neighbor-joining del pacchetto Philip.
I risultati hanno permesso di: i) individuare il protocollo di estrazione più idoneo, quindi la metodologia che, dopo un pre-trattamento delle spore con microonde, ha permesso l’estrazione del DNA genomico in quantità sufficienti per le successive analisi; ii) delineare il profilo di amplificazione PCR più idoneo, utilizzando primer diversi e saggiando (ricorrendo al Mastercycler-gradient, Eppendorf) un ventaglio di temperature di annealing, al fine di definirne la più specifica; iii) stabilire il grado di omologia dei campioni oggetto dello studio, quindi le relazioni filogenetiche tra essi definendo il relativo dendrogramma ottenuto dall’analisi delle sequenze nucleotidiche