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LA FLORA E LA MESOFAUNA DI SATRIANUM
Il sito di Satrianum si dispone tra le due vallate del Melandro e del Noce, in connessione con unâarticolata rete idrografica facente capo ai fiumi Agri e Basento . Tutta lâarea che circonda lâaltura, è caratterizzata da terreni che si dispiegano tra gli 800 e i 600 m. s.l.m., e presenta un habitat montano ideale per le colture cerealicole, per le distese boschive e per la pastorizia. Notizie del sito si attestano fin dallâetĂ altomedievale (Agiografia di San Laviero, 1162). In etĂ normanna la cittĂ aveva un dominus e la sede vescovile come testimoniano le fonti documentarie. Lâimpianto insediativo si presenta racchiuso da mura di cinta, con allâ interno, oltre alle strutture abitative, i due poli del potere politico e religioso: la torre, a pianta quadrata, ubicata in posizione decentrata rispetto allâinsediamento, e la cattedrale. Lâabbandono di Satrianum avvenne nel corso del XV secolo, probabilmente a seguito di un grave evento sismico ma continuò ad essere frequentato in maniera sporadica fino al XVIII secolo.
Nellâottica di comprendere e ricreare un ambiente passato è stata effettuata una ricognizione e lâidentificazione della flora e della mesofauna esistente. Alla fine è stato realizzato un erbario e un insettario
Archeologia degli insediamenti monastici in Basilicata: le indagini archeologiche presso S. Maria di Iuso a Montepeloso (Irsina, MT)
Irsina (MT), la medievale Montepeloso, è ubicata a 550 metri slm (F. 188 SO, IGM 1:25.000), nel cuore della Basilicata, su unâaltura naturale ben protetta e munita di fortificazioni. Lâabitato sorge nelle vicinanze del fiume Bradano e della via Herculea, che da Venosa giungeva fino a Potenza ed Eraclea percorrendo la valle del Bradano. Della chiesa di Santa Maria di Juso sappiamo qualcosa grazie alla notizia riportata dal Racioppi secondo il quale fino al XIV secolo esisteva presso Montepeloso unâabbazia dipendente ab antiquo dal Monastero francese della Chase-Dieu; lâabbazia era nota allora con il nome di Santa Maria di Juso. Nellâambito del progetto di âRecupero, restauro e consolidamento dei resti del Complesso abbaziale di Santa Maria dello Iuso e riqualificazione delle aree adiacentiâ ad Irsina, promosso dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici della Basilicata, in seguito al rinvenimento durante i primi interventi di pulitura dellâarea di alcune strutture murarie al di sotto dellâattuale ingresso della Chiesa, e quindi ad essa preesistenti, è stata prevista unâindagine archeologica in accordo con la Soprintendenza Archeologica della Basilicata.
Lâindagine archeologica è iniziata nel mese di luglio 2007 ed è stata finalizzata ad approfondire lâevoluzione storico-costruttiva del monumento nonchĂŠ le diverse fasi insediative del complesso monastico cui lâedificio era annesso
A Markov Decision Model for the 2-Period Probabilistic TSP
DIP. DI MATEMATICA P. E A., UNIVERSITA` DI PADOV
I siti florensi della Sila: la scoperta della prima fondazione monastica di Gioacchino da Fiore a Jure Vetere (San Giovanni in Fiore)
Un ecosistema digitale per la conoscenza, la conservazione e la valorizzazione del sito archeologico medievale di Satrianum (Tito, PZ)
Early medieval and medieval pottery in central and southern Calabria. Conclusive notes and research perspectives
Metabolic syndrome in permanent night workers
Night and shift work might be risk factors for metabolic and cardiovascular disorders
due to interference with diet, circadian metabolic rhythms, and lifestyle. The relationship between permanent night work and metabolic and cardiovascular risk factors was explored in a retrospective longitudinal study of workers employed in a large municipal enterprise in charge of street cleaning and domestic waste collection. All subjects who had worked night shifts between 1976 and 2007 as hand sweepers, motor sweepers, and delivery tricar drivers were compared with subjects who always worked the same jobs but on day shifts. From the periodical medical surveillance files, we identified 488 male workers who have been examined on average five times (minimum 2, maximum 14) during the study period, for a total of 2,328 medical examinations; 157 always had worked day shifts, 12 always the night shift, and 319 both (initially day and subsequently night shifts). Their age ranged from 22 to 62 yrs, and work experience varied from 1 to 28 yrs. Lifestyle habits (smoking, alcohol consumption), body mass index, serum glucose, total cholesterol, tryglicerides, hepatic enzymes, blood pressure, resting electrocardiogram, diabetes, coronary heart disease, hypertension, and related drugs were taken into consideration for the analysis. We used generalized estimating equations (GEE) models (exchangeable correlation matrix) to analyze the relationship between night work and health effects while accounting for withinsubject
correlations and adjusting for study period, job, age, and lifestyle variables. As a whole, night workers smoked more and had significantly higher BMI, serum total cholesterol, and triglycerides than day workers. Both the inter-individual comparison
between day and night workers and the intra-individual comparison among the workers, who were day workers at the beginning of their employment and later became night workers, showed a significant increase in BMI, total cholesterol, and tryglicerides associated with night work. No consistent effect was seen on fasting glucose, hepatic enzymes, and blood pressure, whereas a higher incidence of coronary heart disease was recorded in night workers
PROCEDIMENTO DI GENERAZIONE DI UN ALBERO DI COPERTURA DEI COLLEGAMENTI TRA NODI DI UNA RETE DI COMUNICAZIONE, CON MIGLIORATO TEMPO DI REAZIONE
Progetto esecutivo di restauro della brigantina di Rocca Montis Dragonis (Mondragone â CE). Le nuove metodologie di restauro con ausilio del laser per la conservazione di un reperto polimaterico
Il reperto archeologico proveniente dal sito fortificato medievale di Rocca Montis Draconis, rinvenuto durante la campagna di scavo dellâanno 2008, è unâarmatura brigantina datata alla seconda metĂ del XV secolo. Dopo il rinvenimento è stata assicurata una accurata manutenzione per la conservazione del manufatto in ambiente climatizzato; alcune placche, attentamente selezionate, sono state oggetto di operazioni di prima pulitura con ausilio del laser (presso i laboratori di restauro dellâAccademia di belle Arti di Carrara â corso di Restauro 2, doc. A. Giuffredi). Quindi è stato possibile, nellâanno 2010-2011 avviare il lungo e complesso lavoro di restauro. Lâintervento, effettuato attraverso un finanziamento congiunto del Comune di Mondragone (CE) e della Regione Campania â Settore Musei, è stato affidato allâIstituto di Chimica e Tecnologia dei Polimeri del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ICTP-CNR) di Pozzuoli in collaborazione con la direzione scientifica del Museo Civico Archeologico âBiagio Grecoâ ed il Laboratorio di Conservazione e Restauro dello stesso Museo.
Le placche costituenti il reperto sono state documentate ed archiviate in un database durante il periodo di stasi. I frammenti di tale reperto, sono stati selezionati e sottoposti ad indagini diagnostiche prima delle operazioni di restauro. In particolare, su tali frammenti sono state effettuate indagini morfologiche mediante microscopia elettronica a scansione (SEM) ed analisi elementare mediante spettrometria a dispersione di energia (EDS) in modo da effettuare il riconoscimento dei diversi elementi costituenti il manufatto (metalli, tessuti, cuoio) e di valutarne il loro stato di conservazione.
Nella prima fase del restauro è stata effettuata una pulitura laser delle placche costituenti l'armatura. Tale metodologia di pulitura ha consentito di salvaguardare lo stato di conservazione sia delle superfici in metallo ed in cuoio, sia le caratteristiche morfologiche del tessuto in gran parte mineralizzato presente sia sul recto che sul verso delle placche. Al contrario, la pulitura dei rivetti collocati sul perimetro delle piastre, è stata effettuata meccanicamente e chimicamente, in modo da salvaguardare la patina nobile presente su tali elementi.
La pulitura laser effettuata su 540 placche, in parte saldate tra loro nella fase di interramento (in gruppi di tre/quattro elementi), ed in parte spezzate in piĂš punti (riassemblate dopo una ricerca degli attacchi, che si presentavano particolarmente evidenti), ha permesso di ottenere un risultato rilevante: una superficie ossidata di colore scuro, stabile e con tutti gli elementi applicati su di essa (tessuto e cuoio) estremamente visibili e riconoscibili.
Le operazioni sono state concluse con lâallestimento della corazza su un supporto sagomato, collocato in una vetrina in poli(metilmetacrilato) opportunamente realizzata per l'esposizione, all'interno della quale è stato installato un sistema di monitoraggio del microclima.
Il caso della brigantina di Mondragone, è lâesempio di come sia possibile applicare la metodologia di pulitura con ausilio del laser su un manufatto polimaterico archeologico, valutando un intervento tradizionale dove necessario (nel caso in oggetto sui rivetti in ottone), documentando il lavoro da un punto di vista diagnostico effettuato prima, durante e dopo le operazioni di restauro